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rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI

NARRATIVA

Ritorna la Fiera del Libro!

In maggio per tre giorni, dal 21 al 24, a Mantua, in provincia di Pinar del Rio,  si svolgerà una speciale Fiera del libro e nell’occasione verrà presentato il libro di Enrique Pertierra, “Mantua a Cuba, tra leggenda e realtà”  di cui vi offriamo un breve capitolo molto interessante.

La città di Mantua a Cuba,  la tradizione orale lo sostiene, fu fondata da marinai italiani nel 1612 circa... e questo libro racconta tutte le sfumature che riguardano questa fondazione.

La pubblicazione della Casa Editrice Hermanos Loynaz  è stata auspicata dal PDHL Cuba e tradotta da Gioia Minuti.   

 

                    UNA MISSIONE SEGRETA NEL NUOVO MONDO?

   Nel maggio del 1609 partì da Mantua diretto a Genova l’agente segreto del duca Vincenzo Iº Gonzaga, Evangelista Marcobruno, di 27 anni, con l’ordine di andare in Spagna e cercare di imbarcarsi su una nave diretta nel Nuovo Mondo, dopo una singolare ricerca a proposito di una specie di verme che aveva - si diceva - proprietà afrodisiache.

La chiave del mistero? Solo cinque persone erano al corrente della missione: il duca Vincenzo, il suo consigliere Annibale Iberti, due membri del servizio segreto e Evangelista Marcobruno.

Sua Altezza Serenissima era divenuto impotente a 47 anni e spremendosi il cervello per trovare un rimedio che gli rendesse la virilità si ricordò che durante il suo soggiorno in Spagna nel 1559 per un trattamento termale, un nobile di Siviglia gli aveva raccontato cose fantastiche sul Nuovo Mondo dove si trovava un verme con proprietà afrodisiache.

Il Duca pensò di ottenerlo.

 Marcobruno si imbarcò a Genova e pochi giorni dopo arrivò a Barcellona da dove si trasferì a Madrid per contattare l’ambasciatore di Mantua, Celliero Bonatti, che era stato incaricato di consegnargli un salvacondotto per andare in America.     

Spacciandosi per botanico e commerciante di animali esotici, Marcobruno - in realtà alchimista, botanico, mezzo medico e persino negromante – non tardò a ottenere le informazioni desiderate in una piazza invasa da   ogni genere di mercanzia. L’obiettivo lo doveva cercare nella Valle di Chiuchiago, in Perù!

 Quando ebbe ottenuto il permesso dal Re, Marcobruno si imbarcò, nel febbraio del 1610, a bordo della nave Jesus Maria José che, assieme alla Almirante e alla La Capitana, salparono dal porto di San Lucas di Barramedas.

Il 25 marzo la flottiglia attraccò a Cartagena e da lì l’agente segreto raggiunse Portobello e Panama, per poter poi continuare  il suo viaggio verso il Perù...

     Nel maggio successivo era già in Perù. Visitò Lima, il Cuzco, andò  a Chiuchiago, a Titicaca Potosí, percorse mezzo paese e ritornò carico di animali rarissimi, tra i quali il prezioso verme che gli aborigeni chiamavano Pullo Pullos.

 Poi fece il viaggio a rovescio: giunse a Callao, da lì a Manta, a Panama, Portobelo, Cartagena e attraversò l’Atlantico per sbarcare nell’ottobre del 1611, nove mesi dopo la sua partenza dal Perù, al punto di origine: San Lucas de Barramedas.

In novembre Marcobruno raggiunse Madrid e lì seppe che la Duchessa Eleonora de Medici, l’amata sposa di Vincenzo, era morta.   

Alla fine di gennaio partì da Barcellona diretto a Genova con i pochi animali sopravvissuti nel lungo viaggio, tra i quali i vermi Pullo Pullos, ma, in mezzo al Mediterraneo, il veliero sul quale. L’agente segreto di Vincenzo, con tutto l’equipaggio, venne catturato  e portato in Algeria.

Dalla sua prigionia,  Marcobruno riuscì a mettersi in contatto con l’ambasciatore in Spagna  Celliero Bonatti e nella lettera gli spiegò che i suoi rapitori erano disposti a rendergli la libertà in cambio di una buona somma di denaro.

Bonatti incaricò Filippo Soles di mettere al corrente degli avvenimenti il Duca e Soles lo fece scrivendo una dettagliata lettera, inviata da Siviglia il 21 febbraio del 1612, senza sapere che il 18 febbraio Vincenzo Iº Gonzaga, Duca di Mantova e Monferrato era morto. 

 La lettera di Soles venne consegnata al successore di Vincenzo, Francesco IVº, che, occupato com’era con tutti gli affari del potere, non le prestò l’attenzione necessaria nonostante la curiosità di sapere che ci faceva un incaricato di suo padre nel Nuovo Mondo...  

Inoltre Francesco IVº morì il 22 settembre del 1612.     

Ferdinando, alchimista discepolo di Marcobruno successe al fratello sul trono e si occupò immediatamente della faccenda. Si impegnò inviando una lettera a Bonatti??? a pagare il riscatto, attraverso Frate Felice Benvisi dell’Ordine di Trinidad e padre ministro del monastero di Genova, ma... la documentazione dell’archivio Gonzaga che avalla questa storia come autentica, termina con questa lettera. Se Marcobruno ritornò a Mantua o no forse non lo sapremo mai.