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La magiche combinazioni con il rum  

 

Ernest Hemingway ti guarda e  sorride con la sua taciturnità di bronzo. In piedi e inclinata sul bancone di la Floridita (il bar-ristorante che si trova a un limite di calle Obispo, nella  piazzetta con l’effige di Francisco de Albear, creatore dell’acquedotto dell’Avana), l’immagine dell’autore del Vecchio e il Mare  vincitore  del Premio Nobel di Letteratura nel 1954, sembra gustare un eterno Daiquirí, il cocktail di succo di limone, rum Carta Bianca, giaccio frappè e un tocco di zucchero, divenuto famoso proprio da questo bancone di legno scuro e compatto.

Lui lo diceva con tutta la sua autorità: “Il mio Daiquiri a La Floridita e il mio Mojito (un altro squisito cocktail cubano), nella Bodeguita del Medio”.

È tutta da vedere se esistono ancora esperti in materia di libagioni cubane della taglia dello scrittore nordamericano, amante eterno di Cuba e dei cubani!

Gli intenditori dicono che i cocktails cubani sono un riflesso assoluto dell’ambiente.

Colori, sapori e freschezza fanno sì che centinaia di miscele nate nei bar, nelle botteghe, nei ristoranti e negli alberghi dell’Isola, costituiscono un patrimonio degno d’essere assunto e applaudito dai più esigenti palati.

Un  libretto “Le nostre bevande”, pubblicato all’Avana nel 1981, dopo le raccomandazioni per ottenere una buona combinazione di alcool e succhi locali, classifica le libagioni dell’Isola in sette gruppi divisi secondo il loro fine: aperitivi, digestivi, per intrattenere, stomatici, rinfrescanti, caldi e nutritivi.

Sono una cinquantina di pagine in totale di ricette che presentano non meno di centocinquanta miscele dove il rum, i liquori di cacao, banana, ananas, cocco e altra frutta locale, assieme ai succhi degli agrumi, le erbe aromatiche e alcune spezie o preparati, permettono di fare brindisi all’eccellenza, anche per i gusti più rigorosi,    

Assieme ai notissimi “Daiquiri” e “Mojito”, sfilano nella lista il “Mulata”, una miscela dorata con estratto di cacao; il “Isla de Pinos”, che si prepara con succo di pompelmo; il “Palmera” che combina Rum Carta Blanca, succo di limone, di ananas e di papaia 

"Arco Iris Flameado", un’esagerazione di colori in una coppa da cordiale partendo da una sfilata di liquori cubani e rum vecchio, o il famoso “Cuba Libre” che si prepara con Rum Silver Dry o Carta Oro, tra i tanti.

Certamente, lo dicono gli esperti, la base dei cocktails  cubani usa il rum nelle  sue differenti varianti (Bianco, Oro o Invecchiato- Añejo) come elemento essenziale e indispensabile. Senza dubbi il “Mojito” e il “Daiquiri” sono ubicati tra le preparazioni eccellenti.

Il primo, dicono gli studiosi, ha un precedente nel chiamato “Draque”, una bevanda che si preparava con aguardiente, (grappa), di canna invece che con il rum. Il secondo cocktail è stato creato alla fine del XIX secolo nella cittadina orientale di El Caney da dove  passò a Santiago di Cuba e infine raggiunse l’Avana, per consacrarsi, come abbiamo detto, nel La Floridita.

È il rum cubano quello che ha reso i cocktails dell’Isola i preferiti e i più squisiti. Elaborato partendo dai vari tipi di miele di canna da zucchero, l’invecchiamenti del rum locale si produce in forma naturale in botti di rovere bianco e con gli effetti di un clima caldo e umido.

Su questo substrato alcolico di speciali aromi e sapori, gli artefici locali hanno creato le miscele e le offrono a dilettanti ed  esperti, con  il più ampio universo di opzioni, tutte con il sigillo inviolabile e colorato di una natura, di una gente e di un paese aperti amichevoli caldi e degni.