CUBAOGGI


22 FIERA DI AVANA

 


 

La 22ª edizione della Fiera lnternazionale dell’Avana è cominciata con rinnovate prospettive d’affari, nonostante il blocco degli Stati Uniti. Più di 1.181 ditte di 41 paesi di tutti i continenti partecipano alla manifestazione. Nella cerimonia di apertura Raúl de la Nuez, ministro del Commercio Estero, ha dato il benvenuto agli imprenditori e ai funzionari sottolineando l’ambiente favorevole della fiera  per scambiare conoscenze, fare offerte e realizzare trattative con prospettive vantaggiose per tutte le parti.

I vicepresidenti Carlos Lage e José Ramón Fernández, il ministro di Governo Ricardo Cabrisas e altri ministri e funzionari hanno presieduto l’apertura.

Poco dopo aver inaugurato l’evento, è stata festeggiata la Giornata della Cina nel padiglione della nazione asiatica. Nell’attività Ricardo Cabrisas ha segnalato l’importanza dei rapporti tra i due paesi che quest’anno festeggiano  il 45º anniversario della Rivoluzione Cubana e il 55º anniversario della Repubblica Popolare Cinese. “Due avvenimenti che segnano una svolta nella storia di entrambi popoli e del mondo”, ha sottolineato l’oratore.

Il Ministro di Governo ha ricordato che nel 1960 l’Isola è diventata il primo paese dell’America Latina a stabilire rapporti diplomatici con la nazione asiatica.

 

 CUBA NON È ISOLATA

Ma i danni del blocco incidono in ogni settore della vita dei cubani

“Non solo Cuba non può vendere agli imprenditori nordamericani, ma nemmeno i nordamericani possono comprare i prodotti di Cuba!”, ha dichiarato Marvin Lehrer, durante la XXIIª Fiera Internazionale dell’Avana  che sta vedendo la partecipazione di 244  compagnie degli Stati Uniti. 124 imprese non hanno avuto il permesso di partecipare però, è stato sottolineato.

Nel padiglione di Alimport, la ditta cubana diretta da Pedro Álvarez che si occupa degli acquisti e delle relazioni con gli Stati Uniti, ci sono ben 37 stands.

Il direttore del programma latino americano della Federazione dei Coltivatori del Riso degli USA, ha detto che: “Come si sa, sono più di quarant’anni che noi non possiamo comprare prodotti di Cuba per via dell’embargo o blocco (come la frutta tropicale e suoi derivati o vari medicinali e vaccini) e questo ha conseguenze molto gravi per noi, per i nostri coltivatori che non vendono i loro prodotti, e soffrono per una crisi economica grave, cosí come Cuba non puó avere più denaro per fare nuovi investimenti e acquistare più prodotti dei nostri associati”.

Pedro Álvarez ha ricordato che alla fine del XXº secolo Cuba comprò 50.000 vacche di razza e che lo farebbe anche oggi se il blocco venisse eliminato... l’acquisto ora invece e stato di soli 100 bovini. 

Se le leggi degli USA permettessero il libero accesso del turismo nordamericano a Cuba, l’isola otterrebbe benefici economici molto alti e questo bell’arcipelago potrebbe fare acquisti in gran quantità e diversità...

Prima del trionfo della Rivoluzione, Cuba importava il riso dal mercato nordamericano poi, con le leggi del blocco non l’ha più potuto fare. 

Ricky Montejo, direttore delle operazioni di Purity, della Florida, che vende alimenti in scatola, ha definito fantastica la sua esperienza commerciale con Cuba, per l’alta professionalità dei tecnici e degli specialisti dell’Isola.

Jack Maybank, della Maybanck Shipping Company trasporta con piattaforme i prodotti dagli Stati Uniti a Cuba, poichè è proibito dalla Helms Burton l’uso delle navi della flotta cubana nei porti degli USA. Anch’egli vorrebbe che il blocco venisse  eliminato, ma ora con la rielezione di Bush non si prevedono miglioramenti nelle relazioni, anche se molti politici ,soprattutto democratici, degli Stati Uniti hanno già fatto dichiarazioni sostenendo che la lotta continua, perchè

1)     si deve ottenere la libertà di viaggiare a Cuba;

2)     si deve ottenere la libertà di commerciare tra i due paesi 

3)     si deve ottenere la libertà di effettuare scambi culturali e scientifici.

ALIMPORT sino ad oggi ha importato dal 2001 per 3.371.900 tonnellate metriche di prodotti per un valore di 917 milioni di dollari e il 96% e stato destinato alla popolazione a prezzi sovvenzionati dallo stato cubano.  I prodotti importati dagli USA  sono soprattutto grano, pollo, olio di soia, latte in polvere e altro, provenienti da 37 stati diversi.

Il blocco criminale però dopo  la rielezione di Bush fa prevedere tempi durissimi e aggressioni costanti, senza escluderne una armata.

Il blocco alla ONU ha suscitato  la condanna del mondo intero e viene criticato fortemente da molti settori degli Stati Uniti, il cui governo  però non rispetta la volontà internazionale . 

 

LA 22ª Fiera Internazionale dell’Avana (FIHAV), nella sua settimana di attività è stata scenario di un marcato interesse da parte di imprenditori di vari paesi per iniziare o rafforzare il commercio con Cuba. Le imprese presenti sono state 1.175 tra straniere e cubane e i paesi rappresentati 45.

I contratti firmati hanno un valore di 193 milioni di dollari e sono state firmate anche decine di carte di intenzione con straordinarie prospettive di affari.

Le cifre per l’esportazione di prodotti e articoli cubani toccano i 26 milioni di dollari, ha dichiarato il ministro del commercio estero di Cuba, Raúl De la Nuez.

L’AGRICOLTURA SOTTO I BOMBARDAMENTI

Lo stand più significativo della FIHAV ‘2004 è stato quello della Palestina, umile ma con un alto contenuto d’onore e coraggio, perchè vi erano esposti alcuni dei prodotti che coltivano ed elaborano i palestinesi assediati dai bombardamenti e dai blindati di Israele, che lanciano bombe e missili sulle città, sui campi dei rifugiati e sui campi coltivati dei palestinesi. 

Anche in altre edizioni della Fiera siamo venuti a parlare della situazione del mio paese e in questa occasione abbiamo presentato prodotti del raccolto dei campi di quest’anno, ha dichiarato Imad N. Jadaa, l’ambasciatore dell’eroico popolo palestinese che ha mostrato l’olio d’oliva, un sapone naturale fabbricato con derivati delle olive, datteri e altri prodotti dei campi di Gerico e di Gaza.                         

Gli oggetti di artigianato vengono fatti dalle donne i cui mariti sono detenuti nelle prigioni delle forze di occupazione.  Tutti questi prodotti sono raccolti, elaborati e fabbricati dai palestinesi nonostante le aggressioni di Israele che distrugge i villaggi e sta commettendo un genocidio in questo territorio.

La nostra speranza è presentare più prodotti palestinesi. ma per via delle aggressioni di Israele che distrugge le nostre case e i campi, oltre alle infrastrutture dello stato palestinese, abbiamo potuto portare pochi prodotti, ha aggiunto l’ambasciatore.

Alla fiera hanno partecipato 28 Stati dell’Unione più Washington DC e Puerto Rico. 

L’Italia è presente con una scarsa ma buona rappresentanza. Massimo Bonanno di Finauto ha uno stand enorme molto attraente per il pubblico, dove si sono soffermati vari ministri.

Espone le sue bellissime macchine coreane e indiane, importa autobus – se ne vedono molti per le strade dell’Avana – e limousine con motori Mercedes Benz.  

MEDAGLIA D’ORO ALL’ITALIANA  FINAUTO 

Una bellissima KIA Picanto rosso fuoco faceva bella mostra di sè e sul cruscotto si poteva ammirare la medaglia d’oro che ha vinto la FINAUTO, l’impresa italiana che importa a Cuba veicoli divario genere, rappresentata da Massimo Bonanno, molto orgoglioso, come i suoi collaboratori, del premio a tanti anni di lavoro costante nell’Isola.

“Io scommetto su Cuba” ha sempre dichiarato Massimo e lo ha anche dimostrato in questi anni difficili, mantenendo relazioni commerciali, di solidarietà e di amicizia con Cuba e con il popolo cubano.

 

 

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Carlos Lage inaugura la Fiera

Carlos Lage visita il padiglione della Cina

il padiglione Florida-Cuba

il padiglione della Cina

Carlos Lage e la nostra Gioia Minuti

il Ministro, Lage e Borges

Massimo Bonanno (Finauto) mostra il premio ricevuto
  servizio fotografico Samuel Hernandez (Siporcuba)

 

 

info@siporcuba.it

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