CUBAOGGI


10 MARZO 2004: IN DIFESA DI CUBA

 



Il 10 marzo sarà ricordata come una giornata di forte mobilitazione a favore di Cuba. Due città (Roma e Milano) e tre momenti di partecipazione (davanti al Consolato Usa di Milano, di fronte al Parlamento italiano e davanti all'Ambasciata Usa di Roma), hanno visto lo svolgersi della protesta di centinaia di persone che testimoniavano il loro affetto verso Cuba ma anche la richiesta di giustizia internazionale per i casi dei 5 cubani incarcerati ingiustamente negli Usa, contro il terrorismo e contro il reo confesso dell'attentato che costò la vita di Fabio Di Celmo, contro il blocco economico.
Al grido di "Bush vergogna!", i manifestanti riuniti davanti ai palazzi che ospitano Consolato ed Ambasciata Usa in Italia, esprimevano tutta la loro preoccupazione per l'atteggiamento ostile dimostrato dall'attuale amministrazione nordamericana contro Cuba e contro Fidel che nasconde insidie non troppo occulte contro il popolo cubano.
La giornata, organizzata parallelamente all'apertura a Miami dell'udienza di appello
contro le condanne ai 5 patrioti cubani, ha visto lo sforzo organizzativo di tutte le organizzazioni di solidarietà per Cuba che hanno identificato  questo momento di aggregazione come testimonianza del fatto che un mondo nuovo è possibile e che necessita dell'esperienza rivoluzionaria di Cuba.

Seppur con una iniziale divisione, Roma ha visto il pacifico sit-in davanti al Parlamento, organizzato da Aiasp, Comitato Fabio Di Celmo, DP e l'adesione di numerose organizzazioni nazionali ed internazionali per chiedere alle rappresentanze dello Stato cosa intendano fare in relazione all’assassinio del giovane Fabio Di Celmo per mano della mafia di Miami e l’estradizione del mandante Posada Carilles che si trova a Panama; cosa intende fare il Parlamento Italiano per la violazione di ogni legalità e diritto per cinque patrioti cubani che si trovavano in USA per sventare delitti e atti terroristici e sono stati ingiustamente imprigionati e cosa intende fare il Parlamento Italiano per la vergogna del lager di Guantanamo.
A poca distanza, in Via Veneto, organizzato dal Comitato Nazionale "28 giugno-difendiamo Cuba", La Villetta, Italia-Cuba, Radio Città Aperta ed altre organizzazioni, è iniziata la manifestazione di fronte alla sede dell'Ambasciata Usa in Italia, al grido di "Bush vergogna!". Anche in questo caso, come in altre città del mondo, il momento di lotta ha teso a sensibilizzare una ignara opinione pubblica sui fatti dei 5 eroi cubani e contro l'arroganza statunitense che vede in Cuba, un  pericoloso esempio fatto di dignità, orgoglio nazionale ed internazionalismo.
Assenti, come al solito, i media nazionali anche se le manifestazioni sono state seguite da emittenti radiofoniche e televisive locali.
Denunciare questo silenzio è cosa opportuna, dal momento che tutto ciò che va contro gli interessi di un mondo globalizzato viene mortificato dalla mancanza di notizie. Cuba, si sa, è meglio lasciarla in  una sorta di  letargo mediatico (a meno che non vi siano episodi che, se opportunamente distorti, possano venire ribaltati contro di essa) e, quindi, manifestazioni demodè dove chi organizza viene tacciato di archeologia politica (o tutt'al più di nostalgia di partito) non è bene citare.

Negli interventi degli esponenti politici e dell’associazionismo intervenuti all’iniziativa in Via Veneto a Roma – tra i quali il senatore del PdCI Olivio Mancini, il membro della Direzione Nazionale dei DS ed esponente di “Socialismo 2000” Luciano Pettinari, Bruno Steri del PRC, il giornalista Fulvio Grimaldi, il docente universitario Raul Mordenti e Germano Monti del Forum Palestina – hanno ricordato le condizioni inumane di carcerazione imposte ai cinque prigionieri, condannati sulla base di accuse mai provate dalla procura di Miami.

Alla fine del sit-in di Roma Fabio Marcelli, in collegamento telefonico da Miami dove sta seguendo il processo insieme ad altri esponenti dell’Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici, ha informato gli organizzatori sull’andamento dell’udienza.

Il collegio di difesa dei 5 è tornato a chiedere l’annullamento del precedente processo e l’istruzione di un nuovo procedimento in una città diversa da Miami, da decenni dominata dalla mafia cubano-americana da sempre ostile a tutto ciò che ha a che fare con la realtà cubana.

I portavoce delle associazioni e dei comitati che ieri hanno manifestato a Roma hanno ribadito l’intenzione di consegnare personalmente al personale dell’ambasciata degli Stati Uniti le migliaia di firme raccolte negli ultimi mesi per l’annullamento del processo viziato dalla violazione sistematica delle garanzie giuridiche e legali degli imputati. Nelle scorse settimane il personale diplomatico degli USA in Italia si era infatti rifiutato di ricevere una delegazione delle organizzazioni promotrici esponenti politici italiani che intendeva consegnare le firme.
 

Seguiteranno ad esserci in Italia momenti di sensibilizzazione, attraverso un giro di incontri che vede impegnate due donne cubane: Adriana Perez O'Connor, moglie di Gerardo Hernandez uno dei prigionieri cubani e l'avvocato Armanda Nuris Pineiro, appartenente al collegio di difesa dei 5 eroi cubani. Ma non solo: altre manifestazioni e conferenze si stanno organizzando in tutta Europa in difesa di Cuba (la più significativa venerdì 19 marzo a Ginevra) proprio per colmare il vuoto di notizie che avvolge la storia dei 5 eroi cubani, della morte del giovane ragazzo del Copacabana Fabio Di Celmo, dell'affaire Guantanamo, del Bloqueo.

 

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