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POLITICA - CULTURA |
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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dalla base del
monumento a José Martí in Piazza della
Rivoluzione de l’Avana...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel
discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez
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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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A TEMPO CON LE DONNE
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I
tempi cambiano, sì. E in che modo! Quattro decenni fa, in
questi giorni, prima del 8 marzo, la Federazione delle Donne
Cubane (FMC) sarebbe stata immersa ¡n un programma con
un’ampia presenza del tema nei mezzi di comunicazione, la
consegna di diplomi o di riconoscimenti, omaggi alle
federate più brillanti, incontri o scambi con organismi,
abbellimento di edifici al centro dei quartieri, discorsi
nei mattutini… Senza sottovalutare l’effettività di quelle
attività, è curioso come il contesto attuale somma altre
alternative più a tono con l’universo femminile al quale si
convoca: le possibilità che offrono le tecnologie
dell’informazione e la comunicazione, per giungere a un
numero più grande di donne e con una maggior rapidità.
Magari negli anni 70 o 80 del secolo scorso, le federate
avessero potuto assaltare le reti sociali per mettere
nell’etere, per il nostro arcipelago e il mondo intero,
messaggi di cubanissima riaffermazione e per convocarsi tra
di loro per visitare le famiglie delle collaboratrici che
formano il contingente medico internazionalista Henry Reeve,
o per realizzare, segnalandolo, un programma vitale: quello
dell’Emancipazione delle Donne in difesa di molti sacri
diritti. Le mie dita non scrivono in astratto. Sarebbe
imperdonabile o almeno lamentevole che per problemi di
funzionamento non si realizzi, dov’è stato concepito, questo
incontro con le donne produttrici, tanto necessario e che
gradiscono tanto coloro che bagnano di sudore i vestiti, con
un fazzoletto o un cappello in testa come gli uomini, per
estrarre dalla terra l’alimento che tutti necessitiamo o che
resti nell’intenzione scritta l’atteggiamento cordiale e
sensibile con loro che vivono in comunità costiere,
impegnate a pescare nel mare con lo stesso proposito
alimentare. Il XI Congresso della FMC è lì. Ossia le
sessioni finali sono lì, perchè nella sua orbita è molto
tempo che ci sono donne che girano per tutta Cuba Se non è
stato un programma per realizzare impegni o progettare
apparenze, donne espirituane, tunere, pinaregne, avilegne,
guantanamere... avranno la preziosa possibilità di sedersi
nel Palazzo delle Convenzioni non per ascoltare e nulla più,
ma per intervenire, trasmettere o assimilare esperienze
senza doversi spremere il cervello, cercando esempi su
quello che hanno fatto o riferimenti onesti, maturi, attorno
a quello che è stato tralasciato ed è urgente riprendere,
attualizzare, perfezionare e mettergli il braccio, con
tutto.
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IL LATTE, IL BLOCCO E QUELLO
CHE PUÒ DIRE LA STAMPA
Cuba ha
sollecitato la collaborazione del Programma Mondiale degli Alimenti (PMA)
per l’acquisto di 375 tonnellate di latte in polvere per i bambini e le
bambine da zero e sei anni, provenienti dal Brasile, che garantiranno la
stabilità nella distribuzione di marzo e aprile. Inoltre, per poter ottenere
il prodotto per la popolazione infantile cubana, Cuba ha fatto ricorso alle
eccezioni stabilite dal Governo degli Stati Uniti per vendere determinati
prodotti all’Isola. Si tratta di 500 tonnellate contrattate mediante il
pagamento immediato e in contanti; 245 del Canada, altre 500 del Brasil, e
600 di altri fornitori, ha informato di recente Alberto López Díaz, ministro
dell’Industria Alimentare. Senza dubbio, le circostanze economiche difficili
come le attuali, aggravate in forte misura dalla persecuzione finanziaria
della politica del blocco e che la nazione si è appoggiata
all’accompagnamento del PMA, organismo internazionale con il quale ha una
relazione di cooperazione dal 1963, accettando le imposizioni
discriminatorie degli USA nei suoi negoziati, hanno sollevato preoccupazioni
non abituali tra i media che fanno coro alla propaganda contro la
Rivoluzione. Il membro del Burò Politico del Partito Comunista di Cuba e
ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla, ha scritto in X
che «solo con permessi ristretti, imposizioni discriminatorie che violano le
norme del commercio internazionale e l’obbligo di pagare anticipatamente,
Cuba può importare alimenti dagli USA». Poi ha aggiunto che questa politica
aggressiva e unilaterale ci priva d’entrate e mente chi afferma che il
blocco non impedisce l’accesso di alimenti. Per coloro che si oppongono al
progetto socialista cubano, diviene molto più facile attizzare un’immagine
d’insostenibilità governativa che accettare la permanenza nell’Isola di un
Governo che non vede limiti alle possibilità di gestione per garantire
prodotti vitali al paese. Nel caso del PMA, nonostante la persecuzione
imposta dagli USA, questo organismo della ONU ha mantenuto uno stretto
vincolo che in altre occasioni ha aiutato a superare i limiti che l’Isola
deve affrontare per via del blocco e con il quale si sono rafforzati i
vincoli nel 1993, con un accordo di base, ancora vigente, nel 2021 con
l’approvazione del Piano Strategico Paese per Cuba sino al 2024.
CUBA E VENEZUELA, DUE PAESI
UNITI DALLE IDEE
DI FIDEL E CHÁVEZ
di Nuria
Barbosa León
«Nel
post scritto in X del Primo Segretario del Partito Comunista e Presidente
della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, il 5 marzo, quando si sono
compiti 11 anni dalla dipartita fisica del Comandante Hugo Chávez Frías,
leader della Rivoluzión Bolivariana del Venezuela, si legge «La nostra
generazione celebrerà sempre l’opportunità che abbiamo avuto di vivere il
tempo dei due giganti della Rivoluzione e dell’integrazione latino
americana: Fidel Castro e Hugo Chávez. Chávez sentiva, e lo diceva ai
quattro venti, una forte simpatia per il processo rivoluzionario e
soprattutto per Fidel, che amava come un padre. Di questa bella amicizia tra
Chávez e Fidel, tra Cuba e Venezuela, si è parlato al presente nell’Istituto
Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP). René González Barrios, direttore del
Centro Fidel Castro Ruz, ha ricordato che due spedizioni venezuelane
giunsero nell’Isola per appoggiare la lotta contro il colonialismo spagnolo
e andarono anche nella Sierra Maestra nell’ultima tappa dell’indipendenza.
Víctor Gaute López, vicepresidente del ICAP, ha parlato «dell’importanza di
conoscere in profondità tutto questo legato e dell’idea di continuare a
visualizzare Chávez come un fatto del presente che continua a segnalare la
rotta per l’emancipazione definitiva dei popoli». Orlando Miguel Maneiro
Gaspar ha invitato a ricordarlo come fu nella vita, garante di giustizia per
i più umili, costruttore dell’unione civico-militare del suo popolo, che ha
reso protagonista del processo trasformatore che è la Rivoluzione
Bolivariana.
DIFENDERE LA VERITÀ CON LE
PAROLE
Con la
tradizionale peregrinazione alla tomba del patriota e giornalista Juan
Gualberto Gómez, nel camposanto di Colón della capitale, è iniziata la
Giornata per il Giorno della Stampa Cubana. Nel 91º anniversario della norte
del «fratello negro di Martí», nato a Matanzas, Bolivia Tamara Cruz Martínez,
prima vicepresidente dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), ha detto
all’Agenzia Cubana di Notizie (ACN) che avvicinare le nuove
generazioni del sindacato allo studio di questa figura è fondamentale, data
la sua estesa opera contro l’imperialismo, il razzismo e alla ricerca della
verità. Inoltre ha segnalato la necessità di trasferire il suo eroico legato
alle aule, alla pratica quotidiana e in tutti gli angoli dell’Isola grande
delle Antille e del mondo. Nell’incontro - ha riportato
la ACN-, Héctor Rodríguez, studente del primo anno di Giornalismo ha
sostenuto che, con la sua opera, Gómez ha confermato che «il giornalismo può
essere una nuova esperienza per promuovere il cambio sociale e politico».
Nell’omaggio presieduto da Ricardo Ronquillo Bello, titolare della UPEC e da
Tubal Páez Hernández, presidente d’onore dell’organizzazione, è stato
ratificato che lo slogan «A Cuba con la verità» distinguerà la Giornata per
il Giorno della Stampa Cubana, e hanno segnalato la necessità di sommare
tutte le province e le delegazioni di base del paese alle attività
dell’incontro. Ieri l’itinerario della celebrazione ha compreso il
riconoscimento all’organismo segnalato della comunicazione e attenzione alla
stampa nella sede del Ministero di Giustizia, e l’inaugurazione della
‘esposizione fotografica collettiva 'El instante preciso', un progetto di
Roberto Chile, premio nazionale di Giornalismo José Martí, nella Galleria
della Casa de la Prensa.
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
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per tentare
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davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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ATTUALITA'
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CUBA STARÀ SEMPRE IN PRIMA LINEA
DEGLI SFORZI
PER FORGIARE IL PROGETTO UNITARIO
DAL RÍO BRAVO ALLA PATAGONIA
Intervento
di Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdezn al
VIII
Vertice della CELAC
Cari
partecipanti, Caro Primo Ministro e fratello Ralph Gonsalves:
Grazie a te,
al tuo amato popolo e al Governo di San Vicente y las Granadinas per la generosa
ospitalità e per l’eccellente conduzione della CELAC durante il mandato che
termina oggi, il primo con una piccola nazione dei Caraibi anglofoni alla guida
di un gruppo tanto ampio e diverso di Stati. I risultati positivi del lavoro in
questo periodo, plagato da sfide politiche a livello regionale e globale,
confermano che non importa la grandezza di un paese se esistono la volontà
politica e l’impegno con l’integrazione
latinoamericana e caraibica. In questi momenti nei
quali ci incontriamo di nuovo, la sola visione del congiunto ci anima e ci
entusiasma. Tutto sembra ricominciare, ed emerge la dura certezza sul molto che
ci dobbiamo da quella prima riunione in Caracas nel 20111, quando scommettemmo
d’avanzare uniti verso l’integrazione, definendo l’unità come l’impegno urgente.
Il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione Cubana,
appassionato promotore dell’integrazione latinoamericana e Caraibica disse,
sulla decisione di creare la CELAC, in Cancún, nel 2010, che «nessun altro fatto
istituzionale del nostro emisfero durante l’ultimo secolo riflette una simile
trascendenza». E ci pose interrogativi che ancora oggi non hanno risposte: «Di
fronte ai grandi gruppi che oggi dominano l’economia mondiale, c’è forse posto
nel futuro per i nostri piccoli popoli senza un’America Latina integrata e
unita?». Secondo la CEPAL, nel 2024 le economie dell’America Latina e dei
Caraibi seguiranno il cammino di una bassa crescita e tutte le sub-regioni
cresceranno meno che nel 2023. Continueremo ad essere la
regione più disuguale del pianeta. Sono 183 milioni gli abitanti di
questa regione definiti poveri. Questo equivale al 29% della popolazione e 72
milioni di loro vivono in miseria. Lacera profondamente che la metà di queste
cifre corrisponde a bambini e adolescenti. La creazione di posti di lavoro tra
il 2014 e il 2023 è stata la più bassa nella regione dal decennio del 1950. Su
292 milioni di persone occupate, una su due ha un impiego informale e quattro su
dieci hanno entrate inferiori al salario minimo. Si amplia la breccia di genere
nell’impiego e nelle entrate. Quattro su cinque minori di dieci anni in America
Latina e nei Caraibi non sanno leggere nè scrivere. Senza essere eccezioni, nel
mondo post-pandemico, insicuro e impoverito nel quale viviamo, le nazioni
dell’America Latina e dei Caraibi non potranno realizzare la gran maggioranza
delle mete dell’Agenda 2030.
Fratelli
della Patria Grande: Nonostante l’ingiusto panorama descritto e i debiti delle
azioni d’integrazione che accumuliamo, questa unità nella diversità che la Celac
è riuscita ad ottenere si consolida, ma resta molto da fare. Il Generale
d’Esercito Raúl Castro Ruz nel Vertice di Caracas disse: «L’unità e
l’integrazione politica, economica, sociale e culturale dell’America Latina e
dei Caraibi costituiscono una necessità per affrontare con successo le sfide che
ci si presentano come regione». Non bastano i Vertici e le loro dichiarazioni i
cui effetti pratici sono difficili da apprezzare, per far sì che la CELAC
realizzi i suoi obiettivi della fondazione. I protagonisti dell’integrazione e i
principali beneficiari devono essere i nostri popoli. Vogliamo un’integrazione
che avvantaggi la difesa assoluta della pace, la sovranità, la solidarietà e
l’umanesimo; un’integrazione che permetta di riporre l’America Latina e i
Caraibi nello scenario internazionale. Che riconosca il diritto dei paesi
caraibici fratelli a un giusto trattamento, speciale e differenziato, che
contribuisca a reclamare in unità il giusto risarcimento per 500 anni di
spoliazione e schiavitù. Aspiriamo a un’integrazione che assicuri dignità piena
e giustizia sociale per tutti.
Stimati amici: Per Cuba è ineludibile reiterare
l’energica condanna al genocidio che si perpetra contro il popolo palestinese.
Restare in silenzio di fronte al massacro di quasi 30.000 civili nella Striscia
di Gaza negli ultimi cinque mesi, in maggioranza donne e bambini, non solo è
inaccettabile, è incompatibile con la dignità umana! Non saremo mai complici
della barbarie che garantirà agli indifferenti, come minimo, una condanna delle
loro coscienze e della storia, come passò con coloro che guardarono dall’altra
parte quando avanzava il fascismo e terminarono essendone le vittime. Non è
possibile ignorare la complicità del Governo degli Stati Uniti, che con i suoi
veti paralizza il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, somministra armi
agli occupanti illegali e permette a Israele d’agire con totale impunità.
Dieci anni
fa a L’Avana prendemmo la decisione storica di proclamare l’America Latina e i
Caraibi come Zona di Pace e esiliare per sempre dalla regione l’uso della forza.
Questa volontà di fomentare l’amicizia e la cooperazione al disopra di qualsiasi
differenza, la dobbiamo appoggiare nelle relazioni dentro e fuori dalla regione.
Sono passati due secoli dalla proclamazione della Dottrina Monroe, con la quale
gli Stati Uniti avvertirono il mondo che la loro egemonia nella regione era
intoccabile. È passato il tempo ma non è pasta ambizione. Nel pieno secolo XXI
persistono le minacce le pressioni e le misure coercitive unilaterali contro i
governi legittimi che loro negano di riconoscere come tali. Senza dubbio non
sono terminati da parte dei popoli gli affanni libertari e la decisione
irrevocabile di difendere la sovranità nazionale e regionale, sino alle ultime
conseguenze. Ratifichiamo il fermo appoggio alla Rivoluzione Bolivariana e
all’unione civico-militare del suo popolo, condotta dal suo presidente, il
compagno Nicolás Maduro Moros. Reiteriamo il sostegno
alla terra di Sandino e al presidente Daniel Ortega, di fronte ai tentativi di
distruggere l’ordine costituzionale in questa nazione. Favoriremo una pace
stabile in Haiti, che necessita con urgenza una maggior assistenza e
coooperazione per il suo sviluppo sostenibile. Siamo impegnati con gli sforzi di
pace in Colombia ai quali Cuba continuerà a contribuire in tutto il possibile.
Abbiamo scommesso e continueremo ad appoggiare le conversazioni e gli sforzi di
compromesso tra le fraterne nazioni del Venezuela e la Guyana, e ci opporremo
risolutamente ai tentativi d’ingerenza del Governo degli Stati Uniti e di
qualsiasi altro attore. Manteniamo inalterabile l’appoggio all’auto
determinazione e indipendenza di Puerto Rico, e appoggiamo il legittimo diritto
dell’Argentina sulle isole Malvinas, Sandwich del Sud e Georgias del Sud e gli
spazi marittimi circostanti.
Compatrioti di Nuestra América: Devo dire alcune
parole di ringraziamento in nome del popolo cubano, a tutte le nazioni qui
rappresentate che hanno domandato che si elimini il criminale, illegale,
sessantenne blocco contro Cuba. I gravissimi danni provocati da questa disumana
politica sono stati induriti a livelli estremi dopo l’inclusione del paese nella
lista unilaterale degli Stati presunti patrocinatori del terrorismo. Apprezzo
profondamente le fraterne nazioni dell’America Latina e dei Caraibi per la loro
ferma domanda che Cuba venga esclusa da questa lista spuria. Il poderoso vicino
del Nord destina somme miliardarie e una sofisticata macchina di Guerra non
Convenzionale nella sua guerra multi-dimensionale contro Cuba. Manipola temi
tanto sensibili universalmente come i diritti umani e la democrazia, nel
tentativo mai abbandonato di forzare un cambio politico con una miscela di
campagna di discredito e asfissia economica, cercando un’esplosione sociale.
Infine vorrei offrire a Honduras, alla sua presidente, la cara sorella Xiomara
Castro, tutto l’appoggio per la sua guida al fronte della CELAC. Cuba starà
sempre in prima linea degli sforzi per forgiare il progetto unitario dal Río
Bravo alla Patagonia, per il quale offrirono le loro vite i patrioti
dell’indipendenza latinoamericana. È il momento di rendere una realtà, nella
pratica, il concetto di “Nuestra América”, così ben descritto da José Martí. È
l’ora di costruire “una sola Patria”, come sognò Simón Bolívar. L’unità, questo
sogno di secoli inchiodato come un’utopia nell’orizzonte di Nuestra América, ci
scuote di nuovo! Non riposeremo nella volontà di conseguirlo, per un futuro
migliore per i nostri popoli!
AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi online in Sud America
Fino a pochi anni fa, gli unici posti in cui
in Sud America e in parte di quella centrale era
possibile divertirti con i giochi di casinò
erano le strutture terrestri. Nel 2015 è
nata una nuova tendenza che va sotto il nome di
casinò online e le popolazioni locali ne sono
state molto attratte. Questi siti infatti
offrono grandi vantaggi rispetto ai casinò
tradizionali in quanto forniscono un'esperienza
di gioco unica. Ci sono tra l’altro molti
giochi di qualità tra cui scegliere, i siti sono
sicuri e accettano numerosi metodi di pagamento.
I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana.
Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
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