CUBAOGGI

 

L’assalto al futuro

 


 

 

 

Spari di futuro hanno illuminato l’alba di questo 26 di Luglio, quando un centinaio di  pionieri avanguardie di tutta la provincia hanno simulato l’assalto alla Caserma Moncada, fatto che diede inizio all’ultima tappa di lotte per la definitiva indipendenza dei cubani.  Come avvenne 58 anni fa, bambini e adolescenti, rivendo le gesta di Fidel e dei suoi compagni della Generazione del Centenario, sono partiti dalla Granjita Siboney in auto d’epoca,  percorrendo gli stessi sentieri per cui passarono gli assaltanti per prendere  l’allora fortezza militare, divenuta una scuola già da mezzo secolo.  I fucili hanno sparato di nuovo e i nuovi santiagheri sono entrati nella ex caserma, portando matite gigantesche e gridando Viva la Rivoluzione, senza dubbio il miglior simbolo d’impegno e fiducia nel domani.  Come prolungamento di una del più sentite tradizioni di Santiago, nella patriottica cerimonia è stata letta la lista con tutti i nomi dei morti nell’azione e sono stati declamate le poesie ‘Ya estamos en combate’, di Raúl Gómez García e ‘La mañana de la Santa Ana’, dell’Indio Naborí; poi i più piccoli, come segno di rispetto e ammirazione, hanno regalato fiori alle madri e ai familiari dei martiri.  Una gala culturale con canzoni, danze e poesie dedicate al Giorno della Ribellione hanno chiuso la manifestazione di ricordo. Poi nel cimitero di Santa Ifigenia sono state poste delle corone di fiori davanti alle tombe dei martiri della Moncada.  I pionieri hanno anche visitato luoghi d’interesse storico della Città Eroica, soprattutto quelli vincolati alla data storica del 26 di Luglio, ed hanno incontrato  i combattenti di quelle gesta.

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HECTOR PLANES
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DISCORSO DEL PRIMO VICEPRESIDENTE DEI CONSIGLI DI STATO E DEI MINISTRI, JOSE RAMON MACHADO VENTURA, NELLA CERIMONIA PER IL 26 DI LUGLIO A CIEGO DE AVILA

 

Compagno Raúl;

Combattenti del 26 di Luglio;

Connazionali avilegni e di tutta  Cuba:

A cinquantotto anni delle eroiche azioni del 26 di Luglio del 1953, il nostro primo ricordo è per coloro che il quel giorno glorioso offersero la loro vita, molti di loro nelle ore successive agli avvenimenti, vittime della vile e brutale repressione scatenata dalla tirannia batistiana.

Giunga la nostra gratitudine a tutti i partecipanti di quelle gesta e al nostro popolo combattente, la cui inflessibile volontà di lotta continua ad essere la principale garanzia della libertà e del diritto d’essere padroni del nostro destino, conquistato il primo gennaio del 1959.

Celebriamo la cerimonia centrale di commemorazione del Giorno della Ribellione Nazionale, per la terza volta in questa provincia di Ciego de Àvila: la prima fu nel 1980,  pochi anni dopo la divisione  politico-amministrativa che diede la sua fisionomia attuale a questo territorio; la seconda dopo più di vent’anni, nel 2002, e adesso come giusto riconoscimento ai passi avanti fati in molteplici sfere, gli avilegni ritornano ad ottenere la sede.

Questa è terra di mambi come i fratelli Gómez Cardoso e il colonnello Simón Reyes, di leaders operai incorruttibili, come Tomás Grant e Enrique Varona, di giovani rivoluzionari come Raúl Cervantes, Ricardo Pérez Alemán, Pedro Martínez Brito e Roberto Rodríguez, "El Vaquerito", tutti degni e gloriosi  rappresentanti di questa provincia e inspiratori della nuova generazione.

A  Ciego de Ávila ci sono anche esempi di come lavorare per vincere le sfide che vive oggi il paese e in particolare  da un punto di vista economico, nel mezzo di un’avversa congiuntura  internazionale.

I risultati ottenuti negli ultimi anni, soprattutto nell’agricoltura, senza tralasciare quelli ottenuti in altri settori, hanno avuto un peso determinante  nella decisione del Burò Politico,  per l’assegnazione di questa cerimonia.

Abbiamo compiuto il grato dovere di trasmettere gli auguri di Fidel, Raúl e di tutto il nostro popolo  agli operai, ai contadini, agli studenti, alle donne di casa, ai pensionati, insomma a tutti gli abitanti di Ciego, protagonisti dei successi ottenuti.

Ciò nonostante voi conoscete bene che quello che si ottenuto è lontano dalle potenzialità esistenti,  cosò come lo ha analizzato con crudezza l’assemblea provinciale del Partito effettuata nei giorni scorsi, che sicuramente ha dedicato assai poco tempo a menzionare successi.

Come ha esposto qui in una breve sintesi  il compagno  Jorge Luis Tapia, Ciego de Ávila ha molti compiti decisivi davanti a sè nella produzione degli alimenti, nel raccolto delle canne da zucchero e nello sviluppo del turismo nei cayos del nord della provincia, per citare solo tre fronti rilevanti.

Pochi minuti fa il Generale d’Esercito Raúl Castro, Presidente dei Consigli di Stato  e dei Ministri,  ha consegnato i diplomi di ‘distinte’ alle province di Villa Clara, che aveva vinto l’emulazione l’anno scorso e da tredici anni fa parte del plotone d’avanguardia, e  a Cienfuegos, che registra un’avanzata apprezzabile in settori importanti. Per queste ragioni abbiamo esteso il nostro riconoscimento ai villaclaregni e ai cienfuegueros. In onore alla verità dobbiamo dire che non è stato facile  definire un vincitore dentro questo gruppo, in cui s’incontra l’avanguardia dello straordinario sforzo che si sta realizzando nel paese, nel suo insieme.

Questi risultati hanno un significato speciale perchè sono stati realizzati nell’anno del Sesto Congresso del Partito, dove, dopo una ricca e fruttifera discussione popolare, sono state approvate le Linee di Politica economica e sociale del Partito e della Rivoluzione, che costituiscono la bussola per l’attualizzazione del nostro modello economico.

Dal Congresso in poi si lavora intensamente nel compimento dei suoi accordi. La Commissione permanente del Governo per l’implementazione dello sviluppo delle Linee ha intrapreso la sua attività indirizzata a condurre armonicamente gli sforzi e le azioni di tutti gli organismi e delle altre istituzioni coinvolte in questa attualizzazione, che include anche il perfezionamento  funzionale e strutturale del governo ai differenti livelli e dell’Amministrazione centrale dello Stato,  così come l’elaborazione e l’approvazione necessarie per  sostenere e modifiche che si adottano.

Se sono state importanti le sessioni del VI Congresso, altrettanto lo sono state le azioni precedenti e successive alla loro realizzazione; quelle che costituiscono un’importante dimostrazione di patriottismo, maturità politica, unità e decisione di preservare il socialismo per la stragrande maggioranza dei cubani.

Il nostro popolo ha fatto suo questo processo perchè vi ha visto l’esposizione chiara e coraggiosa dei problemi del paese e sopratutto il concetto realista di come affrontarli.

Dobbiamo compiere esattamente gli orientamenti del compagno Raúl, che quello che accordiamo non può trasformarsi  mai più in un foglio di carta che dorme il sonno eterno in una cassetto della scrivania.

Quello che il Congresso del Partito ha approvato è anche un impegno per tutti i livelli e soprattutto per i centri di produzione o servizio,  dove si materializzano le decisioni adottate.

Si deve rompere definitivamente con la mentalità dell’inerzia, che conduce a sedersi aspettando e guardando verso l’alto;  pensare prima a quello che manca o che sarebbe bello avere prima di valutare con obiettività quello che si può fare con ciò che si ha a disposizione.

La direzione del paese  continua a dare priorità al compimento dei piani dell’economia e della produzione di alimenti, sotto le gravi conseguenze prodotte dall’incremento dei prezzi nel mercato internazionale.

Siamo avanzati nella consegna delle terre inutilizzate date in usufrutto, grazie al Decreto-Legge No. 259 del 2008, e anche se  si apprezza in non pochi luoghi  un impatto positivo nell’aumento dei risultati produttivi,  dobbiamo affrontare risolutamente i limiti che danneggiano la totale implementazione. Ci sono ancora imprese e forme di produzione che non dichiarano tutta la terra improduttiva o mal sfruttata che hanno,  e a questo si aggiunge il ritardo dell’esecuzione delle documentazioni per procedere alla consegna delle terre  D’altra parte alcuni di coloro che le hanno ricevute non rispettano l’inizio della produzione e stanno mancando le attenzioni e la preparazione dei nuovi usufruttuari da parte delle entità dell’agricoltura e della Associazione  Nazionale dei Piccoli Agricoltori (ANAP).

In generale, restano molte riserve da sfruttare nella produzione agricola e dell’allevamento. Non sempre si semina nel momento più opportuno e questo non è vincolato in tutti i casi con la mancanza di risorse o per non averle ricevute a tempo.  Rimangono  debolezze nel processo di contrattazione e commercio delle produzioni.

A questi temi, che abbiamo discusso con forza nelle Assemblee Provinciali del Partito, che sono terminate alcuni giorni fa, continueremo a dare la massima attenzione.

Nel nostro lavoro quotidiano dobbiamo trasformare in realtà quello che è stato detto dal compagno Raúl nelle conclusioni del VI Congresso del Partito,  e cito:

"Per ottenere il successo in questa questione strategica e nelle  altre, è indispensabile che ci si concentri immediatamente nel far compiere gli accordi di questo Congresso con un denominatore comune nella nostra condotta: l’ordine, la disciplina e l’esigenza”. (sin qui le sue parole).  

Non possiamo sentirci soddisfatti sino a sommare ogni lavoratore e dirigente amministrativo alla battaglia per l’efficienza economica, l’organizzazione e l’esigenza sistematiche, contro l’indisciplina sociale e nel lavoro, una deficiente contabilità, l’uso  incorretto delle risorse, le attitudini burocratiche generate dall’abitudine, l’indolenza e gli schematismi, o i contro procedimenti  assurdi, che non hanno nulla  a vedere con il socialismo.

Non ignoriamo la mancanza  di determinate risorse o l’esistenza di problemi  organizzativi estranei al centro di lavoro, che danneggiano direttamente o indirettamente lo sforzo dei suoi lavoratori e dei quadri amministrativi, ma il fatto che alcuni collettivi di lavoro ottengano risultati decisamente superiori di altri, attuando in scenari simili, dimostra in maniera palpabile quante riserve non si sfruttano ancora convenientemente.

Nella battaglia economica che sferriamo, è indispensabile l’eliminazione  dello spreco e delle spese superflue. Risparmiare, lavorare con la massima razionalità possibile di forze e di risorse è una necessità imperiosa in tutti i settori e questo dipende da ognuno di noi.

Un popolo colto, educato e organizzato come questo, che affronta da cinquant’anni il blocco più prolungato della storia, deve estrarre il massimo dalle risorse su cui conta.

Così come con le misure che  sta adottando il Governo, si sta lavorando dal Partito con l’obiettivo di controllare, sospingere ed esigere il compimento delle Linee, delimitare le funzioni di quelle che corrispondono alle amministrazioni,  conoscere i problemi di ogni luogo per avvisare opportunamente con argomenti solidi ed eliminare quello che danneggia la buona marcia del piano dell’economia e del compimento degli accordi stabiliti.

Di tutto questo abbiamo discusso nelle assemblee provinciali e nei Plenum ampliati dei comitati municipali del Partito recentemente svolti. Inoltre è stato fatto nelle riunioni delle segreterie generali delle organizzazioni di base e si sta sviluppando il processo nei nuclei dei centri di lavoro. Tra pochi giorni effettueremo un Plenum del Comitato Centrale, che darà continuità, come ha accordato il Congresso, all’analisi di questi temi.

Simultaneamente, stiamo  lavorando all’elaborazione dei documenti che saranno  discussi nella Conferenza Nazionale del Partito, dalla quale ci separano solamente sei mesi. Anche se il Congresso è stato dedicato all’analisi dell’economia, nella Conferenza analizzeremo i cambi che dobbiamo realizzare nei metodi e nello stile di lavoro del Partito, per precisare e consolidare il suo ruolo d’avanguardia organizzata della Rivoluzione cubana e di forza dirigente superiore della società e dello Stato, per rinforzare la democrazia interna e rendere più dinamico il suo lavoro, più conseguente con i cambi e le trasformazioni che sta sperimentando la nostra società.

Tratteremo della politica dei quadri e rivedremo i concetti e i metodi con i quali ci relazioniamo con la UJC e le organizzazioni di massa. Preciseremo inoltre il ruolo del Partito nella direzione e nel controllo sistematico del processo d’attualizzazione del modello economico e delle marcia dell’economia, e come parte di quest’ultima voce  proietteremo il lavoro della nostra organizziamone politica in modo che si lascino indietro i pregiudizi verso il settore non statale dell’economia.

Com’è stato deciso nel Congresso, i documenti che saranno portati alla Conferenza Nazionale saranno dibattuti precedentemente tra i militanti e gli organismi di direzione del Partito ed anche, come corrisponde, dalle strutture della direzione della UJC e delle  organizzazioni di massa ai differenti livelli.

Al popolo parliamo chiaramente. Può avere la sicurezza che andiamo, come si è detto, “senza fretta , ma senza pause”.  Si lavora  sistematicamente, seguendo la linea tracciata, e in  maniera integrale, perchè non stiamo mettendo cerotti, nè improvvisando, ma cercando soluzioni definitive a vecchi problemi, con i piedi e le orecchie ben posti sul terreno, molto attenti all’opinione della gente, pronti a rettificare la marcia, ad aggiustare il ritmo e ad adottare nuove decisioni.

Al compimento di due secoli dall’inizio delle gesta indipendentiste nel continente americano, sono sempre più forti i venti dell’autodeterminazione e della giustizia sociale.

L’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra América (ALBA) si rinforza e costituisce già una prova evidente di quanto possiamo fare promuovendo le molte cose che ci uniscono  nel rispetto assoluto della sovranità di ogni paese.

Continua l’avanzata delle forze progressiste  nell’emisfero. Un esempio di questo è la prossima nomina ufficiale, il 28 di Luglio, di Ollanta Humala come Presidente del Perù, che svilupperà un programma nazionalista e di maggior equità nella distribuzione della ricchezza. Cuba gli augura il successo in questo impegno tanto necessario ad un fraterno popolo.

Compagne e compagni:

La battaglia di oggi ha un fronte decisivo nella battaglia quotidiana e senza tregua contro i nostri stessi errori e mancanze.

Contiamo sulle basi per ottenere un superamento progressivo dell’economia nazionale: un popolo preparato e disposto ed abbiamo almeno  le risorse indispensabili, e prima di tutto la terra, anche se siamo molto lontani da un suo utilizzo almeno soddisfacente. 

 Siamo coscienti che oltre alle limitazioni materiali ci vorrà tempo per cambiare il modo di pensare delle persone, l’unica via per variare il loro modo d’agire.

I dirigenti politici o amministrativi dobbiamo essere coscienti che prima di parlare si deve ascoltare con attenzione e soprattutto considerare quello che dicono gli altri, non solo nelle riunioni, ma conversando individualmente con i compagni, senza che nessuno si creda il padrone della verità assoluta.

Prima di esortare ad intraprendere un compito, è necessario informare su tutto ciò che si riferisce allo stesso e spiegare le ragioni che lo rendono necessario, per far sì che tutti comprendano o per lo meno la maggioranza di coloro che lo dovranno eseguire. E per riuscire è scontato che si deve predicare con l’esempio.

Fidel, undici anni fa ci chiamò a cambiare tutto quello che andava cambiato, ed ha ratificato nella Riflessione dello scorso 17 aprile  l’importanza d’osservare questo principio per le nuove generazioni di rivoluzionari, con la convinzione che quello che non cambierà mai è la nostra decisione di costruire e difendere il socialismo, che in essenza, detto con le sue parole: “ È anche l’arte di realizzare l’impossibile, costruire e portare avanti la Rivoluzione degli umili, con gli umili e per gli umili, e difenderla per mezzo secolo dalla più poderosa potenza mai esistita”.

Siamo sicuri che il popolo di questa provincia continuerà a combattere, assieme al resto dei cubani, con lo stesso brio e lo stesso fervore  patriottico che sorprese Cuba e il mondo  quel 26 di Luglio del 1953, e che, uniti con Fidel, con Raúl e il nostro Partito, ancora una volta, Vinceremo!

Gloria eterna ai martiri del 26 di Luglio!

Viva la Rivoluzione!

Viva il Socialismo!

 

 

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