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IIIª Conferenza  “La Nazione e l’Emigrazione”

Intervista a Eloy Gutiérrez Menoyo

 

SPC: “Le sue posizioni politiche sono cambiate dal 1993 sino ad oggi?”

 

EGM: “No. Le mie posizioni, dal 1993 quando venne costituito Cambio Cubano, sono ben definite e non cambieranno di certo. Abbiamo detto chiaramente che chiediamo una soluzione pacifica, una riconciliazione, che siamo per il dialogo. Reclamiamo le libertà del popolo di Cuba, i diritti del popolo di Cuba e soprattutto che si conceda uno spazio legale all’opposizione indipendente.”

 

SPC : “ Qual’è la sua opinione rispetto le ultime misure stabilite dal Pres. Bush a proposito di Cuba?”

 

EGM: “Noi abbiamo avuto il privilegio di essere stati tra i primi a sfilare per il Malecón il 14 maggio (il giorno della marcia di protesta) e a giungere alla Sezione di Interesse degli USA. Ho consegnato una lettera indirizzata a Colin Powell, il segretario di stato, con tutti i punti che abbiamo analizzato delle proposte di Bush. Abbiamo detto chiaramente che il governo nordamericano non ha il diritto di nominare coordinatori per una transizione pacifica a Cuba, perchè questo è un problema dei cubani.  Tutte le misure che sta annunciando pregiudicano le famiglie cubane sia di là che  di qua...  Noi vogliamo che i cubani abbiano il diritto di entrare e uscire liberamente dal paese  mentre adesso Bush vuole limitare le visite ogni tre anni e ridurre le rimesse familiari e gli aiuti alle famiglie. Queste sono misure decisamente impopolari che non gli porteranno nemmeno un voto ma che, al contrario gli tolgono voti.

 

SPC: “Che pensa dell’aereo che dovrebbe trasmettere i segnali di Tele Martí cioè di un’azione  che può divenire una provocazione grave?”

 

EGM: “Io credo che la Legge Helms Burton e il blocco siano decisamente  negativi e sono contrario a tutto  questo perchè sono offese per il popolo cubano, per i cubani che rispettano il loro paese... sono misure totalmente ingiuste con le quali noi del Cambio non siamo assolutamente d’accordo.”

 

SPC: “Lei qui a Cuba ha uno Status non ben definito. Ci sono variazioni sulla sua situazione?”

 

EGM: ”No. Non ancora. Il governo non si è pronunciato su questo, ma esiste una realtà che dice che io sono illegale in questo momento, ma senza dubbio sono un illegale che è stato invitato a partecipare alla Conferenza “La Nazione e l’Emigrazione”. Io credo che sia un sintomo eccellente per quel che riguarda il mio Status legale. Ripeto ancora una volta che non sto pregando implorando nessuno per la legalizzazione del mio status a Cuba, ma sto semplicemente chiedendo un diritto che mi corrisponde e che mi dovranno riconoscere assolutamente. Presto o tardi tutto verrà definito!”

 

SPC: “Lei ha trascorso molti anni ( 24) nelle prigioni di quest’Isola. Prima aveva lottato contro Fulgencio Batista e poi contro la Rivoluzione. Come ha trovato l’Avana al suo ritorno dopo tanti anni??”

 

EGM: “L’ho incontrata in una forma che mi da ragione! Che mi dice che si deve stare qui che si devono cercare soluzioni qui, perchè questo è un paese che sta affondando  lentamente anche  se il governo non lo riconosce. Le strade sono in cattive condizioni, le case ugualmente, ci sono altri problemi da risolvere qui come i trasporti, l’alimentazione, di tutto... e questo necessita sia un governo che un’opposizione come noi  che abbiamo una posizione  diametralmente opposta al sistema imperante a Cuba. Si devono  rendere conto che facciamo tutti uno sforzo per far sì che questo paese si possa salvare.  Se lo perdiamo, perdiamo tutti e per le generazioni future sarebbe ancora più grave!”

 

SPC: “Ci vuole dare una valutazione generale della Conferenza?”

 

EGM: “L’incontro è buono ed va bene  perchè si cerca di rafforzare le relazioni tra Cuba e  l’emigrazione.  Ovviamente non condivido il titolo “La Nazione e l’Emigrazione” che mi appare come una divisione, come fossero due cose distinte. Mi piacerebbe che come sottotitolo si ponesse “I cubani e la loro nazione” e che si potesse partecipare a un’agenda congiunta preparata dal governo e dall’emigrazione, un’agenda più ampia nella quale trattare tutti i problemi gravi che esistono nell’Isola e che si devono risolvere.”

 

SPC: “Che cosa sperate da questa conferenza, dato che in altre simili sono stati apprezzati cambiamenti politici o nelle politiche specifiche del governo. Che cosa sperate?”

 

EGM : “Nella  situazione attuale, con le misure annunciate da Bush che sono di assoluta ingerenza, io non mi aspetto nessun cambio spettacolare, nessuna questione che  possa sorprendere, ma comunque data la situazione che vive l’Isola qualsiasi cambio venga annunciato, anche piccolo, sarà sicuramente positivo.”

 

SPC: “Lei e chi segue  la sua linea politica vuole una transizione  ordinata interna, parendo dalle forze attive presenti a Cuba. Lei crede che questo possa far parte di un processo di trasformazione?”

 

EGM : “Non scarto questa possibilità. Non perdo questa speranza perchè ci sono dimostrazioni, come per esempio la mia presenza qui. Noi chiediamo uno spazio legale per un’opposizione indipendente e questo vuol dire che non abbiamo vincoli di sorta con potenze straniere o con governi stranieri. Io credo che la via sia la soluzione pacifica e che questo  potrebbe avvenire in un futuro molto prossimo,  concretamente. Si possono fare dei passi avanti per la democratizzazione di Cuba e anche reinventare questo processo che da anni sta ristagnando. Il nostro è un messaggio per molti dissidenti che percorrono altre strade, con accordi con potenze straniere, che mantengono un confronto con Cuba. Penso che non si stia avanzando molto ma per la strada che noi indichiamo io credo che sì, si possa andare avanti!”

 

SPC: “Lei ha fatto un intervento nella riunione. Come è stato accolto?”

 

EGM: “Le parole sono state ben accolte  ed hanno avuto la loro ripercussione. In qualche modo, perchè quello che io sto declamando sono reclami che nessuno ha il coraggio di fare

Questo indica al  governo e a me che i reclami danno forza alla riunione, perchè se tutti veniamo ad applaudire il sistema imperante a Cuba ci sarebbe da chiedersi  perchè siamo venuti a La Nazione e l’Emigrazione a tutti i convocati.  Se noi avessimo partecipato alla confezione dell’agenda dei lavori si potevano organizzare più tavole rotonde. Si poteva organizzare un dibattito per discutere e analizzare le libertà e i diritti del popolo di Cuba, la necessità di aprire uno spazio legale per l’opposizione indipendente.

Mi sarebbe piaciuto discutere tutto questo, ma forse nella prossima riunione avremo l’occasione di dibattere con maggior ampiezza e vedere che ci sarà una minore polarizzazione.”

 

SPC: “Lei ha affermato che ci sono dissidenti al servizio di una potenza straniera o che lavorano per una potenza straniera”

 

EGM: “Non sto dicendo niente dell’altro mondo. Ci sono le cifre degli aiuti pubblici negli Stati Uniti. Come li ho io li puoi vedere anche tu  perchè sono pubblici...”

 

SPC: “Non le pare però che lavorare  per una potenza straniera sia condannabile in qualsiasi parte del mondo?”

 

EGM: “Credo che mi piacerebbe molto che il governo di Cuba scrivesse nero su bianco e nella Costituzione che ogni cubano alleato a una potenza straniera verrà condannato... sarebbe perfetto, magnifico e io applaudirei perchè così si sarebbe evitato di commettere il primo errore in questo paese che fu l’alleanza con l’Unione Sovietica. Non voglio dire che è stato un male allearsi con la URSS e sarebbe  un bene farlo con gli Stati Uniti, però! Dal mio punto di vista, non adesso, ma da sempre,  da quando ero un ragazzo ho ben definito in me una politica nazionalista e in questo caso io sostengo che nè con la URSS nè con gli USA!”