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PER LA COOPERAZIONE TRA LE FORZE DELLA PACE IN MEDIO ORIENTE

Dichiarazione congiunta del Partito Comunista d’Israele, del Partito del Popolo Palestinese e del Partito Comunista di Giordania

• Le delegazioni di 3 partiti – il Partito Comunista d’Israele, il Partito del Popolo Palestinese e il Partito Comunista di Giordania – si sono incontrate il 13 marzo 2005 ad Amman, allo scopo di coordinare la lotta contro la strategia imperialista americana del “Grande Medio Oriente”, che significa, in altre parole, guerra, occupazione, saccheggio delle risorse nazionali, privatizzazione e asservimento del popolo quale forza lavoro a basso costo per le corporazioni multinazionali. I tre partiti offrono un’alternativa politica e sociale, basata su un punto di vista socio-economico di classe, che viene messa al servizio dei nostri popoli e della lotta per la pace, la democrazia e la giustizia sociale.

I tre partiti affermano che la lotta fondamentale che si svolge nella regione è quella tra l’imperialismo americano e i popoli che vi abitano. Noi rifiutiamo i piani militari aggressivi dei governi Bush-Sharon contro la Siria e l’Iran. Questi piani, se si concretizzassero, trascinerebbero i popoli della regione in un’altra guerra distruttiva. Noi sosteniamo un Libano indipendente e democratico, e diamo il nostro appoggio alla decisione del presidente siriano di ritirare le truppe del suo paese dal Libano.

I tre partiti sono convinti che la lotta per la democrazia sia necessaria e positiva. Ma affermiamo che il successo di tale lotta per la democrazia non può conciliarsi con l’occupazione e non può essere determinato dall’intervento di un’altra nazione.

Il ruolo delle forze del cambiamento sociale è quello di smascherare i pericoli e l’ipocrisia delle politiche dell’amministrazione Bush. Il governo americano si presenta come il portatore della democrazia e dei diritti umani, nel tentativo di far leva sui sentimenti dei popoli e di mascherare le politiche neo-conservatrici di privatizzazione del settore pubblico, di eliminazione dei diritti dei lavoratori, di riduzione delle reti di sicurezza sociale e di imposizione dell’americanizzazione della cultura.

I tre partiti ritengono che i piani diplomatici e militari di Sharon, che godono del pieno sostegno dell’amministrazione Bush, non condurranno alla pace. I piani di Sharon utilizzano l’annunciata evacuazione degli insediamenti a Gaza come copertura della massiccia espansione degli insediamenti nella West Bank occupata, della continuazione della costruzione del muro, e dell’intensificazione della politica di oppressione, distruzione e uccisioni. L’effetto principale della politica di Sharon non è l’evacuazione degli insediamenti, ma piuttosto la creazione delle condizioni per prevenire la creazione di uno stato indipendente Palestinese in tutti i territori che erano stati occupati nel 1967, compresa Gerusalemme Est.

I nostri tre partiti hanno sempre appoggiato in modo deciso l’opposizione all’occupazione, all’oppressione e agli insediamenti. Molti decenni fa presentammo piani per una pace Israelo-Palestinese giusta e sicura. Questi piani hanno superato la prova del tempo e godono di un vasto sostegno popolare nei nostri tre paesi e nel mondo intero, come pure nelle risoluzioni dell’ONU.

Intendiamo ribadire ancora il nostro appoggio a una pace giusta e di vasta portata, al cui centro stia uno stato indipendente Palestinese nella West Bank e nella Striscia di Gaza, con capitale Gerusalemme Est, e la soluzione del problema dei rifugiati in accordo con le risoluzioni ONU. Mettiamo in guardia rispetto ai tentativi di imporre il cosiddetto “Stato Palestinese ad Interim”, il cui obiettivo è quello di impedire l’unità territoriale tra la West Bank e Gaza, e di prevenire la creazione di uno stato indipendente Palestinese accanto ad Israele.

Considerando i pericoli per la pace derivanti dalle trame sul futuro e sulla sicurezza di tutti i popoli dell’area, e le opzioni in campo, i nostri tre partiti si rivolgono a tutte le forze “sane” nei nostri paesi, alle forze della democrazia che hanno a cuore i diritti civili e che si oppongono all’imperialismo e alla globalizzazione delle corporazioni multinazionali: Uniamo le nostre forze nella lotta per la pace, la democrazia e la giustizia sociale.

Siamo consapevoli della grande responsabilità che ci assumiamo nel promuovere la cooperazione tra il campo della pace e le forze della sinistra della regione. Abbiamo perciò deciso di rafforzare la cooperazione tra noi, in forum internazionali, in azioni contro l’occupazione, nell’opposizione ai piani dell’amministrazione Bush, e per ottenere una pace giusta e di vasta portata in Medio Oriente, che comprenda la democrazia e la giustizia sociale.

 

Traduzione dall’arabo a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare