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rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI

I familiari dei militari protestano per l’intervento degli Stati Uniti in Iraq

 

Portando cartelloni con scritto “Fateli ritornare!” e foto dei soldati morti nel conflitto iracheno, un gruppo di familiari di tutto il paese si è riunito a Washington  per esigere che gli Stati Uniti pongano fine alla guerra.

Con una conferenza stampa nel Club Nazionale della  stampa prima di intraprendere la marcia per portare fiori e cartelloni davanti alla Casa Bianca.

I rappresentanti delle famiglie dei militari  hanno chiesto che il presidente e il Congresso agiscano e facciano ritornare le truppe del paese dall’Iraq.

Nancy Lesin e Charley Richardson del Massachussets genitori di un marins che  è stato in Iraq hanno fondato il gruppo due anni fa e hanno informato che i membri sono 1500 famiglie di militari che vogliono che il conflitto termini. Manifestando contro la guerra hanno reagito con collera di fronte alla possibilità manifestata da Bush che la presenza militare in Iraq debba aumentare.

Sue Niederer del New Jersey, il cui figlio è morto in Iraq, portava un cartellone con scritto “Assassino, vigliacco, affronta le famiglie!” accusando Bush di essere insensibile e non realista.

Jessica Sloam dell’Ohio il cui marito è in Iraq, piangeva parlando della sua paura che non ritorni mai più, mentre Annette Pritcher dell’Oregon, il cui nipote di 19 anni è morto in Iraq due mesi fa, ha detto che lo hanno proclamato Eroe, ma invece è stato una vittima. Rosa González di Rialto, in California, il cui figlio che era un marines è morto per  il “fuoco amico” in Iraq, ha assicurato che Bush non soffre per le conseguenze di questi lutti e lo ha invitato ad andare a casa sua per un certo tempo.

Il marine Micael Hofmann della Pennsylvania che ha partecipato all’invasione dell’Iraq, ha negato con forza la tesi che regnerebbe il caos se le truppe degli USA lasciassero l’Iraq.

Adesso sì che c’è il caos, ha esclamato. L’occupazione militare è il problema e non la soluzione!

Anas Shallak, iracheno americano ha parlato della sorte dei suoi parenti a Baghdad che hanno dovuto scappare dall’invasione realizzata dagli USA l’anno scorso e sono tornati con la speranza di avere pace e hanno incontrato una nuova guerra.