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Fidel Castro è il padre dei diseredati della terra 

 

Il presidente cubano, Fidel Castro, è stato definito “Il padre dei diseredati della terra “ nella sessione inaugurale del Colloquio Internazionale “Memoria e futuro: Cuba e Fidel”, al quale stanno partecipando 1400 delegati di 81 paesi.

Questa definizione del leader cubano, applaudita con entusiasmo da tutti i presenti, è stata espressa da Pablo Guayasamin a nome della Fondazione che porta il nome di suo padre -il notissimo pittore ecuadoriano Oswaldo  Guayasamin - che ha organizzato l’incontro.

Parlando ai presenti, intellettuali, dirigenti, politici e comunicatori di tutto il mondo, Pablo ha segnalato che si sta vivendo un momento storico in America Latina, dove i popoli si stanno alzando di fronte all’imperialismo, grazie all’insegnamento di Fidel Castro.

“Non è fondamentale la sua presenza a questo incontro per i suoi 80 anni, poichè ci saranno altre occasioni per stare con lui, quando sarà guarito e verrà ad abbracciare tutti noi come desidera fare”, ha detto tra un oceano di applausi Pablo Guayasamin.

Questa concentrazione di intellettuali e politici del mondo vuole che Fidel continui a orientare e indicare come fare per far sì che il mondo divenga diverso e migliore, perchè è possibile.

Il coordinamento del primo gruppo di lavoro è stato svolto da Claudia Camba, pittrice argentina e alfabetizzatrice con il programma “Io sì che posso”, nel suo paese.

Hebe de Bonafini, a nome delle Madri di Plaza de Mayo,  ha fatto un intervento molto commovente ed ha ricordato le migliaia di desaparecidos durante la dittatura militare nel suo  paese.

“I nostri figli avevano imparato e si erano illuminati con l’insegnamento di Fidel Castro e hanno cercato di fare una rivoluzione. Non è stato possibile perchè non rihanno lasciati: era troppo bello e importante quello che stavano facendo e l’imperialismo, con il braccio di politici, militari e della chiesa dell’Argentina sequestrarono, torturarono, violarono, assassinarono e distrussero case, libri, scuole e storia” ha sottolineato Hebe.

“Venendo a Cuba la prima volta, noi Madri abbiamo appreso in pochi giorni molto più di quello che avevamo conosciuto  in anni di lotta e con i discorsi di Fidel abbiamo imparato cos’è la solidarietà, abbiamo visto le cose giuste in un popolo dove tutto si condivide”.  

 

Hebe  de Bonafini ha detto che a quasi 30 anni di manifestazioni - tutti i giovedì in Plaza de Mayo-  le Madri sanno la validità degli insegnamenti del leader cubano sull’educazione ed oggi hanno un’università, una tipografia,  un giornale, una biblioteca e una libreria, perchè solo i popoli colti conquistano la libertà.

“Oggi stiamo costruendo in due città emarginate, dove vivono 30.000 persone, case, scuole, policlinici, con la partecipazione d tutti i cittadini e siamo orgogliose delle dimostrazioni di solidarietà, perchè consideriamo che vincendo la morte si vincono il capitalismo e l’imperialismo”.

 

Tutti qui mi volevano abbracciare e mandare migliaia di regali a Fidel Castro, l’uomo più grande, più saggio, integro e sincero dell’Umanità. Adesso è importante vincere la battaglia per la sua salute, con il suo impegno, la sua forza e gli auguri di tutti noi che lo amiamo”.   

Angel López Mirabal, assessore cubano del programma alfabetizzatore “Io Sì che posso” in Venezuela, ha presentato un panorama delle trasformazioni fatte e dello sviluppo del programma d’educazione a Cuba dopo il trionfo della Rivoluzione.

 

Riferendosi alla campagna del 1961 che eliminò l’analfabetismo nell’Isola, uno dei fatti culturali più importanti del processo rivoluzionario, López ha sottolineato che su quella grande campagna si è creata la base per aiutare altri paesi a raggiungere questa realtà.

Leonela Rey, che ha partecipato al processo d’alfabetizzazione di più di 200.000 persone ad Haiti, ha ricordato i commenti di Fidel Castro ai maestri che partecipavano a quella missione.

“Fidel ha detto che i maestri devono seminare i sentimenti bellissimi della solidarietà e la fratellanza e che quel sogno oggi era divenuto una realtà”.

Il Colloquio si svolge in tre commissioni dove si analizzano l’opera e il pensiero di  Fidel Castro e la  solidarietà praticata da Cuba nei campi della salute, l’educazione e altri settori, oltre che sull’appoggio di Cuba alla liberazione dei paesi, la sconfitta dell’apartheid e la solidarietà internazionale del la Rivoluzione Cubana.