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Dichiarazione alla stampa nazionale ed estera del Ministro degli Esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque, effettuata presso la sede del Ministero il 10 dicembre 2007, “Anno 49 della Rivoluzione”

 

 

Felipe Pérez – Buon giorno. Ringrazio tutti i corrispondenti della stampa nazionale ed estera per la loro presenza qui, insieme a noi.

Vi abbiamo convocati per informarVi che a breve Cuba firmerà il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, ed il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. E’ la decisione politica adottata dal nostro paese della quale Vi informiamo oggi, 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, in cui si commemorano i 59 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni.

 

I diritti contenuti in entrambi i patti, strumenti internazionali tra i più importanti in materia di diritti umani, sono ampliamente protetti dal nostro ordinamento giuridico nazionale e, in particolar modo, dall’opera e dagli adempimenti della Rivoluzione Cubana fin dal trionfo del Primo Gennaio del 1959.

 

Questa decisione, che dovrà concretizzarsi nei prossimi mesi, è espressione del fatto che il nostro paese manterrà sempre una stretta cooperazione con il sistema delle Nazioni Unite, sulla base del rispetto della nostra sovranità nazionale e del diritto del popolo cubano alla libera determinazione.

 

Fino a quando sono persistite le manipolazioni contro Cuba nel campo dei diritti umani; fino a quando il governo degli Stati Uniti ha mantenuto la trasformazione, da essi realizzata, dell’antica Commissione dei Diritti Umani in tribunale inquisitore per perseguire i paesi che si ribellano contro il dominio imperiale; finchè si è tentato di manipolare il tema dei diritti umani contro Cuba per giustificare il blocco e le aggressioni contro il nostro paese; finchè è stato mantenuto vigente, in special modo a Ginevra, nell’antica commissione, l’esercizio anticubano in materia di diritti umani che gli Stati Uniti imponevano ogni anno mediante brutali repressioni e ricatti; fino a quando tutto ciò ha continuato a verificarsi, non esistevano le condizioni minime per valutare nuovi impegni di Cuba con i meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani. Questa situazione è però mutata radicalmente con la nascita del nuovo Consiglio dei Diritti Umani, del quale Cuba è membro fondatore, eletta con il voto di oltre i due terzi dei membri della comunità internazionale e, come è noto, con l’interruzione dello spurio mandato imposto dagli Stati Uniti per analizzare la situazione cubana.  

 

Dinanzi ad una nuova situazione, in cui il tema non è manipolato contro Cuba e in cui le manovre anticubane degli Stati Uniti sono fallite, dopo 20 anni di battaglie di Cuba per affermare la verità e in difesa dei nostri principi e della nostra dignità, si sono venute a create le condizioni per compiere nuovi passi che esprimano la volontà politica di Cuba a cooperare con le Nazioni Unite  e ad offrire inoltre alla comunità internazionale il suo apporto e la sua esperienza in materia.

 

Cuba non ha agito ne agirà mai sotto l’effetto di pressioni. Dopo la decisione del Consiglio dei Diritti Umani e la conferma della Terza Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’interruzione di tale spurio mandato anticubano, il nostro paese ha avanzato diverse iniziative di cooperazione internazionale nel settore dei diritti umani. Da qui, la recente visita che ci ha reso il relatore delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione e da qui la decisione, annunciata oggi, presa dal governo cubano di firmare, nel primo trimestre del prossimo anno, i due patti sui diritti umani: il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, ed il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici.

 

Inoltre, in futuro, il nostro governo inviterà altre istanze speciali del Consiglio dei Diritti Umani, a testimonianza del fatto che -nel momento in cui il tema non può essere più manipolato contro il nostro paese e che la manovra orchestrata per 20 anni dal governo degli Stati Uniti è stata sconfitta su tutta la linea- il nostro paese può dare chiara prova  e conferma della propria volontà di cooperare e di reiterare l’impegno per la difesa internazionale dei diritti umani.

 

La decisione di continuare a sviluppare l’impegno formale, giacchè quello reale è sempre esistito e dato che è stata la Rivoluzione Cubana a garantire il rispetto dei diritti umani dei cubani, e la decisione di andare alla firma dei due patti, rappresenta un altro esempio di ciò che il nostro paese può fare senza condizionamenti  politici e senza essere sottoposti ad un ingiusto esercizio discriminatorio.

 

Oggi, quindi, 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, il nostro paese, in maniera libera e sovrana, senza pressioni esterne ed obbedendo alla propria coscienza e volontà, ed esercitando la propria sovranità, annuncia, come nuovo impegno di Cuba, la firma di questi importanti strumenti dei diritti umani.

 

In conformità con l’impegno contratto nel sottoscrivere la nascita del nuovo Consiglio dei Diritti Umani e delle sue procedure, ci apprestiamo, nel  mese di marzo del 2009, a render conto, a presentare la nostra informazione e a sottoporci al processo di revisione periodica universale stabilito dal nuovo Consiglio. Al nostro paese, in virtù del sorteggio, effettuato sulla base di condizioni di uguaglianza tra tutti i paesi, è toccato il mese di marzo del 2009. Ci prepariamo in maniera seria e con spirito di cooperazione e con la volontà di far conoscere i nostri risultati, le nostre realizzazioni, le nostre carenze e difficoltà, e inoltre di ascoltare sul tema le opinioni di altri attori.

 

Tale volontà di Cuba sarà mantenuta fino a quando persisterà l’attuale situazione -che speriamo non cambi- di non discriminazione, di non selettività e di non uso del tema dei diritti umani, discriminatorio e politicizzato, per aggredire e giustificare aggressioni contro quei paesi che non si sottomettono al diktat imperiale. Fino a quando la odierna situazione si manterrà tale, il nostro paese potrà liberamente andare avanti su questa strada.

 

Se invece per disgrazia, e contrariamente al nostro desiderio e alle nostre aspirazioni, si dovesse tornare a politicizzare il tema, a rarefare il clima di cooperazione e di rispetto verso i paesi -clima di cooperazione e rispetto che oggi prevale nel Consiglio dei Diritti Umani- il nostro paese si vedrebbe obbligato ad ingaggiare una nuova battaglia, e non esiterebbe a farlo, e ad issare lì le bandiere che per 20 anni abbiamo difeso vittoriosamente fino ad ottenere la sconfitta definitiva dell’esercizio contro Cuba orchestrato dalle amministrazioni nordamericane succedutesi nel tempo.

 

Oggi, a 59 anni di distanza dalla proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e all’inizio dell’anno in cui si commemora il 60° anniversario, Cuba reitera oggi la sua richiesta al governo degli Stati Uniti di togliere il brutale blocco economico, finanziario e commerciale cheimpone a Cuba da quasi 50 anni, e che costituisce una violazione flagrante,  massiccia e sistematica dei diritti umani del nostro popolo, così come richiesto in 16 successive risoluzioni dalla stragrande maggioranza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

In un giorno come questo vale la pena ricordare che il nostro popolo è vittima da 5 decadi del brutale e genocida blocco che cerca di metterci in ginocchio per fame e malattia.

 

Nel momento in cui si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, reiteriamo la nostra richiesta al governo degli Stati Uniti affinchè ascolti l’opinione della comunità internazionale e tolga il blocco contro Cuba.

 

In secondo luogo, a nome del popolo cubano, chiediamo al governo degli Stati Uniti di chiudere immediatamente, senza ulteriori dilazioni ne giustificazioni l’ignominioso centro di tortuta che continua ad operare nella sua base navale a Guantánamo, dove è stato praticato ogni tipo di vessazione, di trattamento crudele, disumano e degradante sui prigionieri, dove sono state violate tutte le garanzie statuite dal Diritto Internazionale per le persone in carcere e, in aggiunta alla chiusura di tale odioso centro, chiediamo al governo degli Stati Uniti di restituire al nostro paese il territorio che occupa illegalmente a Guantánamo contro la nostra volontà, privando così Cuba del diritto ad esercitare la propria sovranità in quella porzione del nostro territorio.

 

Oggi, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, esigiamo dal Presidente degli Stati Uniti, dal governo degli Stati Uniti, la chiusura del centro di tortura di Guantánamo e la restituzione alla nostra patria del territorio occupato illegalmente.

 

In terzo luogo, reclamiamo la liberazione immediata, la libertà per i Cinque Eroi Cubani:  Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Fernando González Llort, Antonio Guerrero Rodríguez e René González Sehweret, prigionieri politici detenuti nelle carceri nordamericane, sottoposti a ingiuste e severe pene, confinati in celle di isolamento per lunghi periodi e sottoposti ad altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti da oltre nove anni, e reclamiamo quindi ora, nel momento in cui si avviano verso il decimo anno di prigionia, che siano messi in libertà.

 

In particolare esigiamo, a nome del popolo cubano, che Adriana Pérez O’Connor, moglie di Gerardo Hernández Nordelo, e Olga Salanueva Arango, moglie di René González Seheweret, possano far visita ai loro mariti che non vedono dal 1998. Esigiamo siano rispettaui i loro diritti e chiamiamo in causa il Presidente degli Stati Uniti, il governo degli Stati Uniti affinchè permettano a queste due donne, figlie del nostro popolo, di fare visita ai loro mariti nelle prigioni dove stanno scontando dure condanne.

 

In quarto luogo, vorrei, a nome delle famiglie cubane colpite dal lutto per la pedita dei loro cari  dovuta ad azioni di terrorismo compiute di Luís Posada Carriles,  a nome quindi di quelle famiglie che hanno perduto figli, padri o fratelli, esigiamo dal governo deli Stati Uniti che il terrorista internazionale Luís Posada Carriles, che oggi circola libero nella città di Miami protetto dal governo del Presidente George Bush, sia processato per terrorismo e messo in prigione, o estradato in Venezuela in base alla richiesta del governo di quel paese.

 

 

In ultimo, voglio esprimere la nostra soddisfazione perchè la Brigata Medica cubana, composta da circa 300 elementi, che continua a prestare la sua opera in Guatemala, presente in quel territorio fin dal 1998, quando l’uragano Mitch si abbattè sui paesi centramericani, ha ricevuto il Premio Nazionale dei Diritti Umani che viene assegnato in quel paese fratello.

 

Dal loro arrivo in poi in quelle zone rurali, di montagna, nei luoghi più agresti e sperduti della geografia guatemalteca, i medici cubani hanno realizzato più 22 milioni di visite mediche ed assistito oltre  55 mila partorienti. Questo riconoscimento per il loro meritorio lavoro è indirizzato anche a tutte le cubane e i cubani che in giro per il mondo offrono oggi il loro contributo generoso per il rispetto dei diritti umani, in particolare il diritto alla vita di milioni di persone.

 

Voglio ricordare oggi, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che in questo momento 37 mila collaboranti cubani nel campo della sanità, dei quali oltre 18 mila sono medici, prestano la loro opera in 79 paesi,  ben 37 mila collaboranti nel campo della salute in 79 paesi! Di cui oltre 18 mila sono medici. Nei prossimi giorni raggiungeremo la cifra di un milioni di pazienti operati gratuitamente grazie all’Operazione Miracolo. Un milione di pazienti di 32 paesi ha recuperato la vista negli ultimi anni, risultato dell’Operazione Miracolo stimolata dal nostro paese, operati da medici, infermieri e tecnici cubani, a Cuba o nei loro paesi.

 

Desidero inoltre sottolineare il fatto che attualmente studiano come borsisti del nostro governo nelle nostre università quasi 30 mila studenti di 121 paesi, appartenenti a famiglie povere, spesso provenienti da zone rurali dei loro paesi. Di questi 30 mila studenti circa, 23 mila frequentano a Cuba studi di medicina.

 

Nel ricordare che nel nostro paese si sono laureati, nel corso di questi anni di Rivoluzione, oltre 45 mila giovani del Terzo Mondo, di cui quasi 35 mila africani, dobbiamo evocare le parole di Fidel: “Senza cultura non vi è libertà possibile”, e quelle di Martí: “Essere colto è l’unico modo per essere libero”. E devo inoltre sottolineare –a proposito di ciò che ho appena detto- che con il metodo cubano di alfabetizzazione denominato “Si, io posso”, ideato da professori cubani e messo in pratica con la partecipazione di migliaia di consulenti pedagogici cubani, sono stati già alfabetizzati 2 milioni 700 mila analfabeti in 22 paesi; ed oggi studiano, ed apprendono a leggere e scrivere nella lingua dei loro paesi, non solo in spagnolo, ma anche in altri idiomi, altri 600 mila analfabeti.

 

Nel ricordare questi dati e nel costatare con modestia, ma con sano orgoglio, che i cubani non lottano soltanto per costruire una società più –

 

giusta e con piena uguaglianza di opportunità per tutti i suoi figli, per una società socialista con uguali opportunità per tutti, in cui regni piena giustizia, devo anche dire che siamo fieri di sapere che i nostri connazionali erano già andati nei paesi africani per curare, insegnare e  combattere contro l’apartheid e il colonialismo, dove oltre 350 mila combattenti volontari cubani, uomini e donne, si recarono per sconfiggere le truppe dell’apartheid, rendendo possibile la scomparsa, in pieno secolo XX, di una forma brutale di discriminazione e di esclusione di uomini a causa del colore della loro pelle, dove caddero in combattimento, più di 2000 figli del nostro popolo, rendendo possibile la preservazione dell’integrità territoriale dell’Angola, la nascita della Namibia come paese indipendente, la liberazione di Nelson Mandela e lo smantellamento del crudele sistema dell’apartheid, che potè mantenersi in vita grazie all’appoggio vergognoso di molti di coloro che oggi cercano di dimenticare quel passato in cui furono complici del regime dell’apartheid, aiutandolo ad armarsi, a violare le risoluzioni delle Nazioni Unite, in primo luogo il governo degli Stati Uniti. Per tanto, nel farlo, vorrei esprimere i nostri sentimenti di orgoglio per il fatto che non solo lavoriamo e difendiamo a Cuba i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali per il nostro popolo, ma lottiamo anche in altri paesi del mondo affinchè diventino veramente una realtà, cessino di essere soltanto diritti enunciati sulla carta e si trasformino invece in reali diritti per tutti.

 

Nell’esprimere oggi la nostra certezza che né le manipolazioni organizzate dal governo degli Stati Uniti con la partecipazione, a volte, di alcuni rari  mercenari nel nostro paese che esso paga e dirige, né le minacce, né copiose quantità di denaro per pagare tradimenti e sleatà, né le sue campagne mediatiche, né il suo potere sui mezzi di comunicazione internazionali, né le sue pressioni su altri governi affinchè si prestini alle sue campagne contro Cuba, faranno desistere il nostro paese dal seguire la rotta della difesa dei diritti umani per il nostro e per altri popoli.

 

Cuba celebra a testa alta il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, e con la convinzione che il suo popolo ha preservato e preserverà sempre una Rivoluzione vittoriosa che ha veramente aperto la strada al nostro popolo al reale godimento dei diritti umani, di tutti i diritti umani, per tutti i figli della nostra patria!

 

Molte grazie