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AL Revés #7                                                                                                Luglio 2010

 

 

Un terrorista chiamato “El Panzón”

Chi è Francisco Chávez Abarca, il braccio destro di Posada Carriles.

 di Andrea Necciai

 

I servizi di sicurezza venezuelani sono riusciti a mettere le mani sul terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca, considerato il braccio destro di Luis Antonio Posada Carriles - l’ex agente della CIA attualmente in attesa di giudizio negli Usa per violazione della legge sull’immigrazione -, responsabile dagli anni ’70 di una serie di attentati contro Cuba e di altre “operazioni eversive” compiute in vari paesi del subcontinente.

 

Chavéz Abarca, meglio conosciuto con il nomignolo di “El Panzón", stava tentando di entrare in Venezuela munito di credenziali e passaporto falsi. Le intenzioni del criminale salvadoregno sono ancora sconosciute, ed è probabile che neppure gli interrogatori del Sebin (il servizio di intelligence bolivariano), o dell’Interpol, porteranno a qualche confessione.

 

Cosa è andato a fare El Panzón in Venezuela? Che tipo di incarico o di missione è stato chiamato a svolgere nel paese bolivariano? E per conto di chi? Per il momento il quadro della situazione è ancora oscuro; sono invece ben conosciute le attività criminali a cui si è fin qui dedicato il personaggio in questione.

 

Se si scorre il curriculum vitae di Francisco Chávez Abarca, la sequenza dei crimini da lui commessi è davvero impressionante: si va dal traffico di droga agli attentati dinamitardi, passando per le truffe e il furto di automobili. Per quest’ultimo reato il nostro uomo ha già scontato due anni di prigione in Salvador, insieme ad altri 21 membri della banda specializzata in “robo de carros”; secondo la magistratura salvadoregna si trattava di “una delle principali organizzazioni criminali a livello centroamericano, specializzata nel furto e nella rivendita di autoveicoli”.

 

Nel corso degli anni ’90, El Panzón fu pure implicato in altre attività illecite come il narcotraffico, la vendita di armi e il riciclaggio di denaro sporco, operando questa volta in Guatemala.

 

Nonostante questi ed altri precedenti penali, nell’ottobre del 2007 un giudice salvadoregno decise a sorpresa la scarcerazione di Chavéz Abarca, senza che il detenuto fosse mai stato chiamato a rispondere davanti alla giustizia dei suoi delitti più gravi, quelli legati al terrorismo internazionale.

 

Alla fine degli anni 80’, quando El Panzón si mise a servizio dell’agente segreto della CIA Posada Carriles, quest’ultimo era impegnato ad organizzare il traffico illegale di armi per i “Contras”, i mercenari addestrati dagli Usa ed utilizzati nella guerra “sporca” e mai dichiarata contro il Nicaragua sandinista.

 

Per tutti gli anni ‘90, utilizzando diversi pseudonimi, il criminale salvadoregno si rese utile all’organizzazione clandestina di Posada, svolgendo un’infinità di “missioni” tra El Salvador, Honduras, Guatemala e Nicaragua, soprattutto come reclutatore di uomini adatti a compiere attentati o sabotaggi. Come nel caso della campagna terroristica del 1997 contro Cuba, concepita dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) - un ente socio/culturale di “copertura” utilizzato dalla CIA in funzione anticastrista - e diretta personalmente da Posada dal suo quartier generale situato in un rifugio segreto a San Salvador.

 

Chavéz Abarca ricevette l’incarico da Posada Carriles di selezionare dei mercenari e di addestrarli all’uso di esplosivi per compiere attentati dinamitardi sul suolo cubano. Alla fine, fu scelto Ernesto Cruz León, un salvadoregno “degno di fiducia”, per collocare le bombe in alcune strutture alberghiere de L’Avana.

 

Il primo ordigno, confezionato con 600 grammi di esplosivo C-4, esplose nella discoteca Aché dell’Hotel Meliá Cohíba, il 12 aprile del 1997, causando soltanto danni materiali. Il 30 aprile venne disinnescato un altro ordigno (di 400 grammi di C-4) nascosto in un vaso nel corridoio del 15° piano dello stesso albergo. Qualche giorno più tardi, mentre El Panzón si trovava in Messico, un’altra bomba fu fatta detonare. In quell’occasione l’obiettivo scelto erano gli uffici della compagnia cubana Cubanacán che opera a Città del Messico.  Infine, una quarta bomba fu collocata nell’atrio dell’Hotel Copacabana, sempre a L’Avana e sempre dagli stessi attentatori. Esplose il 4 settembre 1997, provocando la morte del giovane imprenditore italiano Fabio Di Celmo.

 

Chávez Abarca, El Panzón, sarà presto estradato a Cuba dove verrà giudicato per terrorismo, al contrario del suo “principale” Posada Carriles che, alla veneranda età di 84 anni, può ancora godersi il suo “esilio dorato” negli Stati Uniti, in attesa di un giudizio che - probabilmente - non arriverà mai.