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CUBA E LE SUE NUOVE LEGGI MIGRATORIE

di GUSTAVO B. ESTORINO – speciale per SiporCuba

 

Cuba sta attualizzando la sua politica migratoria in sintonia con le trasformazioni socio-economiche che si realizzano nel paese, rispondendo alla necessità di difendersi dalle azioni ostili degli  Stati Uniti.

Il governo cubano ha annunciato cambi nel settore migratorio per adeguarlo  “alle condizioni del presente e di un futuro prevedibile” e che entreranno in vigore il 14 gennaio del 2013.

L’eliminazione del procedimento della richiesta del Permesso d’Uscita  per  i viaggi  all’estero e l’estensione a 24 mesi della permanenza fuori dal paese dei residenti a Cuba che viaggiano per motivi personali, sono alcune delle  modificazioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Altri elementi del Decreto-Legge 302, che attualizza la Legge d’Emigrazione del 1976, rispondono a quelli che ora impediscono l’entrata o l’uscita dal territorio nazionale e l’ottenimento del passaporto per i residenti interessati a viaggiare.

Queste misure fanno parte delle nuove misure socio-economiche promulgate dal Governo partendo dalle linee di politica economica e sociale approvate nel VI Congresso del Partito Comunista, nell’aprile del 2011 con cui Cuba sostiene azioni incamminate ad una maggior efficienza e produttività, senza rinunciare alla vocazione sociale della Rivoluzione cubana.

Per raggiungere queste mete, lo Stato si è proposto di rivedere e adeguare la base legale che dirige la via del paese.

I cambi recentemente annunciati in politica migratoria formano parte di un processo di graduale flessibilità, considerando gli effetti associati e lo scenario internazionale, come ha affermato il presidente Raúl Casttro nel suo intervento nell’Assemblea Nazionale dello scorso mese di luglio.

In quel Foro, il presidente aveva anticipato, quasi un anno fa, che le trasformazioni nel settore avrebbero costituto un contributo all’incremento dei vincoli della nazione con la comunità degli emigrati, dato che quasi tutti i cubani emigrati mantengono il loro amore per la famiglia  e la Patria che li ha visti nascere e manifestano in  forme differenti la loro solidarietà verso i compatrioti. 

La stragrande maggioranza dei cubani che risiedono in circa 150 nazioni, mantengono vincoli stabili con il paese e le loro famiglie.

Raúl Castro ha ricordato nel Parlamento il carattere economico dei movimenti migratori a scala globale, che nega la menzogna della campagna mediatica che vuole imporre al mondo la visione di un’emigrazione per motivi politici da parte dei cubani che lasciano l’Isola.

Ugualmente ha avvertito che Cuba, nelle sue decisioni, non può dimenticare l’ostilità degli Stati Uniti con il blocco economico, commerciale e finanziario e la Legge di ‘Ajuste Cubano’, che privilegia i cubani che arrivano in territorio  statunitense in qualsiasi modo, con il proposito di stimolate l’emigrazione illegale, come chiara mostra d’aggressività

Lo strangolamento economico, la sovversione, il furto dei cervelli e lo stimolo all’emigrazione illegale sono priorità nella politica di Washington, denunciate da L‘Avana.

In un editoriale pubblicato da Granma e Granma Internacional  in varie lingue, a proposito delle novità migratorie, si segnala l’obiettivo di successive amministrazioni statunitensi di spogliare Cuba del suo personale specializzato, come medici, ingegneri e tecnici, per impedire il suo sviluppo economico e sociale.

È per questo che fino a quando ci saranno le politiche che favoriscono il furto dei cervelli, indirizzate a spogliarci delle risorse umane indispensabili per lo sviluppo economico, sociale e scientifico, Cuba sarà obbligata a mantenere misure per difendersi su questo fronte, dice il testo.

Granma ha ricordato  lo spoglio di professionisti promosso da Washington sin dall’inizio della Rivoluzione e l’applicazione della Legge de Ajuste da 45 anni, con il suo stimolo al traffico di persone e la morte di molti innocenti.

Considerando l’uso del tema migratorio come uno strumento d’attacco, l’editoriale insiste nel suo richiamo ad analizzarlo, senza dimenticare l’ostilità contro Cuba.

È stato detto anche che le misure migratorie annunciate non sono un fatto isolato, ma rientrano in un processo iscritto nella marcia irreversibile della normalizzazione delle relazioni degli emigrati con la loro Patria.