CUBAOGGI

FIDEL NELLA SESSIONE STRAORDINARIA DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE

 


 

 

 

Fidel allarma nuovamente sulle conseguenze terribili di una guerra nucleare

 

Il Comandante in Capo Fidel Castro ha avvertito nuovamente sulle terribili conseguenze per l’umanità che provocherebbe una guerra ed ha reiterato il richiamo al presidente nordamericano Barack Obama, perché la eviti.

Intervenendo nella  Sessione Straordinaria dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, alla quale ha partecipato anche  il presidente Raúl Castro, il massimo leader della Rivoluzione ha espresso la sua speranza che Obama prenda coscienza della decisione che dovrebbe prendere, ed ha chiesto ai leaders delle potenze alleate o meno di sommarsi a questo richiamo.

Si stanno creando attualmente le condizioni  per una situazione nemmeno sognata sino a poco tempo, fa ha avvisato Fidel nelle  sue parole iniziali nell’Assemblea Generale, prima di rispondere alle domande dei deputati, per offrire loro maggiori argomenti.

Fidel ha spiegato che in questo critico momento, è  il presidente Barack Obama quello che dovrà dare l’ordine del tanto annunciato e premeditato attacco con il quale - ha sottolineato - ordinando la morte istantanea non solo di centinaia di milioni di persone tra le quali un incalcolabile numero di abitanti della sua stessa patria,  ordinerebbe la morte anche delle sue forze, quelle della flotta degli USA vicina all’Iran.

Simultaneamente la guerra scoppierebbe nel vicino e lontano medio Oriente, ed anche in tutta l’Africa, ha segnalato come un’altra conseguenza immediata di questa decisione.

Fidel ha chiesto ai leaders dei paesi più poderosi del mondo, alleati o avversari, che esortino Obama a non autorizzare questa aggressione.

L’ordine attuale stabilito nel pianeta non potrà durare e inevitabilmente di disgregherà, ha avvertito Fidel, ed ha sottolineato che anche le monete in divisa imposte dall’imperialismo  perderanno il loro valore come strumento di dominio e che nuove forme di distribuzione dei beni e dei servizi, dell’educazione e direzione dei processi sociali sorgeranno.  Se la guerra scoppierà, l’ordine sociale vigente sparirà di colpo ed il prezzo sarà infinitamente maggiore, ha sentenziato Fidel.  La popolazione può essere rinnovata,  le risorse non rinnovabili preservate, il cambio climatico evitato, il lavoro utile di tutti gli esseri umani garantito, i malati assistititi, le conoscenze essenziali, la cultura e la scienza al servizio dell’uomo assicurate.

I bambini, gli adolescenti ed i giovani del mondo non moriranno in questo olocausto nucleare, ha segnalato, prima di rispondere alle domande dei deputati.

Fidel ha considerato il recente confinamento di Gerardo Hernández, uno dei  Cinque combattenti antiterroristi ingiustamente reclusi negli Stati Uniti, come un fatto che non si produceva da anni nell’implacabile odio del sistema imperialista contro Cuba.

Oggi si potrebbe predire che il prossimo passo sarà l’autorizzazione  per Adriana, la moglie di Gerardo, di visitarla e o la sua liberazione immediata o le due cose.

Una settimana è troppo poco, ma sino a dicembre è troppo, ha dichiarato Fidel,  che ha affermato che lo stato d’animo di Gerardo è il migliore dopo 12 anni d’ingiusta e crudele prigionia, ed ha spiegato che non cederà nemmeno di una virgola di fronte alle esigenze degli Stati Uniti.

Ricardo Alarcón ha invitato a rafforzare sempre più la lotta per la liberazione di Gerardo e dei Cinque,  mobilitando al massimo tutte le forze disponibili e diffondendo il messaggio  in ogni modo disponibile, mandando lettere e messaggi al presidente Obama, che ha la facoltà di rendere loro la libertà immediata con una sola firma.


Prima Sessione Straordinaria della VII Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, effettuata nel Palazzo delle Convenzioni, il 7 agosto del 2010, “Año 52 de la Revolución”.

Messaggio all’Assemblea Nazionale letto dal compagno Fidel:

In principio, solo otto settimane fa, ho pensato che il pericolo imminente della guerra non aveva soluzioni possibili. Tanto drammatico era il quadro che avevo davanti, che non vedevo altre uscite al di fuori di una sopravvivenza, forse probabile, nella parte di questo emisfero che non aveva motivo per essere bersaglio di un attacco diretto e di alcune regioni isolate del pianeta.  Era molto difficile, sapendo che l’essere umano si afferra sempre ad una prospettiva, per remota che sia.

Nonostante tutto l’ho tentato.

Per fortuna, non ho tardato a rendermi conto che c’era una speranza, sicuramente molto profonda. Ma se si perdeva l’opportunità, il disastro avrebbe provocato la peggiore delle conseguenze. La specie umana non avrebbe avuto allora alcuna salvezza possibile. Ho, senza dubbio, la sicurezza che non sarà così e che al contrario si stanno creando in questo momento le condizioni per una situazione nemmeno sognata sino a poco fa.

Un uomo dovrà prendere la decisione da solo: il Presidente degli Stati Uniti. Sicuramente, per le su molteplici occupazioni, non se ne è ancora reso conto, ma i suoi assessori cominciano a comprenderlo e si possono vedere semplici passi come quello del termine della tortura a Gerardo, un fatto che non era avvenuto in 12 anni d’implacabile odio del sistema contro Cuba e contro di lui. Oggi possiamo prevedere che il prossimo passo sarà l’autorizzazione ad Adriana per visitarlo e la sua liberazione immediata o le due cose. Da lei ho saputo che il suo stato d’animo è il migliore in 12 anni d’ ingiusta e crudele reclusione.  Ammesso che l’Iran non cederà d’una virgola di fronte alle esigenze degli Stati Uniti e d’Israele, che hanno già mobilitato vari dei mezzi di guerra che dispongono, per farlo dovranno realizzare l’attacco quando scadrà la data accordata dal Consiglio di Sicurezza il 9 giugno del 2010, segnalando le norme ed i requisiti stabiliti.  Tutto quello che l’uomo pretende ha un limite che non può sorpassare.

In questo caso critico il Presidente Barack Obama è colui che dovrà dare l’ordine del tanto annunciato e sbandierato attacco, seguendo le norme del gigantesco impero. Ma nell’istante in cui lui dovesse dare l’ordine, che è l’unico che potrebbe dare per via del potere, la velocità e l’innumerevole  numero di proiettili nucleari accumulati in un’assurda competizione tra le potenze, lui starebbe ordinando la morte istantanea non solo di centinaia di milioni di persone, tra le quali un incalcolabile numero di abitanti della sua stessa patria, ma anche degli equipaggi di tutte le navi della flotta degli Stati Uniti nei mari attorno all’Iran. Simultaneamente, la guerra scoppierebbe nel vicino e  nel Lontano Oriente, ed in tutta la Euroasia. Il caso ha voluto che in questo preciso istante il presidente degli Stati Uniti sia un discendente d’africano e di bianco, di maomettano e cristiano.

NON LO DARÀ!, se si riesce a fargli prendere coscienza di questo. 

Ed è quello che stiamo facendo qui. I leaders dei paesi più poderosi del mondo alleati o avversari, con eccezione d’Israele, lo esorterebbero a non farlo.

Il mondo gli renderebbe tutti gli onori che gli corrispondono.  L’ordine attuale stabilito nel pianeta non potrà durare, ed inevitabilmente si disgregherà  immediatamente. Le dette monete convertibili perderanno il loro valore come strumento del sistema che ha imposto un apporto di  ricchezza, di sudore e di sacrificio senza limiti ai suoi popoli.

Nuove forme di distribuzione dei beni e dei servizi, educazione e direzione dei processi sociali sorgeranno pacificamente, ma se scoppierà la guerra, l’ordine sociale vigente scomparirà rapidamente ed il prezzo sarà infinitamente maggiore.

La popolazione del pianeta può essere regolata; le risorse non rinnovabili preservate; il cambio climatico, evitato; il lavoro utile di tutti gli esseri umani garantito; i malati assistiti; le conoscenze essenziali, la cultura e la scienza al servizio dell’uomo, assicurate. I bambini, gli adolescenti ed i giovani del mondo non moriranno in questo olocausto nucleare.

È quello che desideravo trasmettervi cari compagni della nostra Assemblea Nazionale. Ora sono  vostra disposizione per rendere conto di queste parole, rispondere alle domande che mi volete fare ed ascoltare le vostre opinioni.

Molte grazie (Applausi).

Versione stenografica del Consiglio di Stato/ Traduzione Gioia Minuti.

 

clicca sulla foto per ingrandira
servizio fotografico
Hector Planes

entrata di Fidel

Fidel sul palco

il corpo diplomatico

la Presidenza

parla Fidel

Fidel con Alarcon

Fidel risponde ai deputati

 

 

 

info@siporcuba.it

 HyperCounter