La storia di Cuba, negli ultimi 140 anni, è stata 
        quella della lotta per la preservazione dell’identità e 
        dell’indipendenza nazionali e la storia dell’evoluzione dell’impero 
        degli Stati Uniti, il suo permanente proposito d’impadronirsi di Cuba e 
        gli orrendi metodi 
        di cui si serve oggi per mantenere il dominio nel mondo. 
        
        Importanti storici cubani hanno trattato a fondo 
        questi temi in varie epoche e nei molti ed  ottimi libri che meritano di 
        essere alla portata dei nostri compatrioti. Queste riflessioni sono 
        indirizzate soprattutto alle nuove generazioni affinchè conoscano fatti 
        molto importanti e decisivi nel destino della nostra patria.
        
        Prima parte: L’imposizione dell’Emendamento Platt 
        come allegato alla Costituzione neocoloniale cubana risalente 1901.
        
        La “dottrina del frutto maturo” è stata formulata nel 1823 da John 
        Quincy Adams, Segretario di Stato e più tardi Presidente. Certamente, 
        gli Stati Uniti sarebbero riusciti, secondo la legge di gravitazione 
        politica, ad impadronirsi del nostro Paese subito dopo la cessazione 
        della subordinazione coloniale alla Spagna.ol pretesto dell’esplosione 
        del “Maine” – avvenimento ancora da decifrare ed utilizzato per 
        scatenare la guerra contro 
        la Spagna, così come l’incidente del Golfo di Tonkin, fatto che fu 
        invece concepito palesemente per attaccare il nord del Viet Nam -, il 
        presidente William McKinley firmò 
        la 
        Risoluzione Congiunta del 20 aprile 1898, la quale dichiarava “…che il 
        popolo dell’isola di Cuba è e deve essere di diritto, libero ed 
        indipendente”, “…che gli Stati Uniti, tramite la presente, dichiarano 
        che non hanno né il desiderio né l’intenzione di esercitare sovranità, 
        giurisdizione o dominio sull’Isola, tranne che per la sua pacificazione, 
        ed una volta raggiunta, gli stessi affermano la loro determinazione nel 
        lasciare il governo ed il dominio dell’Isola al suo popolo”. La 
        Risoluzione Congiunta autorizzò il Presidente all’uso della forza per 
        eliminare il governo spagnolo a Cuba.
        
             Quando già era stata distrutta dagli 
        incrociatori nordamericani la coraggiosa ma mal utilizzata squadra 
        spagnola e la fanteria della Marina che portava a bordo, il colonnello 
        Leonard Wood, capo principale del reggimento dei Rough  Riders, e 
        Theodore Roosevelt, secondo capo dei volontari espansionisti che 
        sbarcarono sul nostro Paese nelle spiagge nelle vicinanze di Santiago di 
        Cuba, chiesero l’appoggio dei ribelli cubani che, al prezzo di enormi 
        sacrifici, avevano sfiancato e messo fuori combattimento l’esercito 
        spagnolo. Il reggimento dei Rough Riders era sbarcato senza i cavalli.
        
         Dopo la sconfitta spagnola, il 10 dicembre 1898, si 
        firmò il Trattato di Parigi tra i rappresentanti della Regina Reggente 
        della Spagna e quelli del Presidente degli Stati Uniti, nel quale, 
        all’insaputa del popolo 
        di Cuba, si convenne la rinuncia della Spagna ad ogni diritto di 
        sovranità e di proprietà sull’isola e la  sua evacuazione. Cuba sarebbe 
        stata occupata dagli Stati Uniti temporalmente.
        
            Leonard Wood, ormai governatore militare 
        nordamericano e Maggiore Generale dell’Esercito, dettò l’Ordinanza del 
        25 luglio 1900, numero 301 mediante la quale si decretò la realizzazione 
        di un’elezione generale per delegati ad un’Assemblea Costituente che si 
        sarebbe dovuta riunire nella città dell’Avana alle ore dodici del primo 
        lunedì di novembre 1900 allo scopo di redattare ed adottare una 
        Costituzione per il popolo di Cuba. 
        
             Il 15 settembre 1900 si tennero i comizi in cui 
        furono scelti i 31 delegati provenienti dal 
        partito 
        Nazionale, dal Repubblicano e dall’Unione Democratica. Il 5 novembre 
        1900 si realizzò l’apertura della Convenzione Costituente al teatro 
        Irijoa dell’Avana, occasione in cui lo stesso teatro prese il nome di 
        Teatro Martí.
        
            
        Il Generale Wood, in rappresentanza del Presidente degli Stati Uniti, 
        dichiarò costituita l’Assemblea. Wood anticipò i propositi del governo 
        degli Stati Uniti: “Quando avrete stretto i rapporti che, a vostro 
        giudizio, dovranno esistere tra Cuba e gli Stati Uniti, il governo degli 
        Stati Uniti adotterà, senz’altro, le misure che porteranno, da parte 
        sua, ad un accordo finale e autorizzato tra i popoli di entrambi i 
        Paesi, allo scopo di promuovere i loro interessi comuni.”
        
             
        La Costituzione 
        di 1901, nel suo articolo 2, stabilisce che “fanno parte del territorio 
        della Repubblica, l’Isola di Cuba, così come le piccole isole ed 
        isolotti adiacenti che con essa si trovavano sotto la sovranità della 
        Spagna fino alla ratifica del Trattato di Parigi del 10 dicembre 1898.”
        
             Redatta 
        la Costituzione, 
        era giunto il momento di definire i rapporti politici tra Cuba e gli 
        Stati Uniti. Così, il 12 febbraio del 1901 fu nominata una commissione 
        composta da cinque membri incaricata di studiare e di proporre quanto 
        fosse necessario allo scopo.
        
             Il 15 febbraio, il governatore Wood invitò i 
        membri della commissione ad andare a pesca e gli accolse con un 
        banchetto a Batabanó, via principale d’accesso all’Isola dei Pini, così 
        come era conosciuta allora, anch’essa occupata dalle truppe degli Stati 
        Uniti che presero parte alla Guerra d’Indipendenza di Cuba. A Batabanó, 
        fece conoscere loro una lettera del Segretario di Guerra, Elihu Root, in 
        cui erano contenuti gli aspetti fondamentali di quello che sarebbe stato 
        nel futuro l’Emendamento Platt. Secondo le istruzioni ricevute da 
        Washington, i rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti dovevano essere 
        regolati da diversi aspetti. Il quinto aspetto prevedeva che, per 
        facilitare agli Stati Uniti il rispetto dei doveri che gli sarebbero 
        spettati per gli accordi prima citati, e per la loro difesa, gli Stati 
        Uniti avrebbero potuto acquisire la proprietà, e conservarla, di terreni 
        per stazioni navali e mantenerle le stesse in certi punti specifici.
        
             Quando 
        la Convenzione 
        Costituente cubana conobbe le condizioni esatte dal governo degli Stati 
        Uniti, adottò, il 27 febbraio del 1901, un atteggiamento diverso 
        rispetto a quello dell’Esecutivo nordamericano, in cui si eliminava 
        l’istallazione di stazioni navali.
        
             Il governo degli Stati Uniti convenne con
        il 
        senatore repubblicano del Connecticut, Orville H. Platt, la 
        presentazione di un emendamento al progetto di Legge finanziaria 
        dell’Esercito che avrebbe trasformato in fatto compiuto l’instaurazione 
        a 
        Cuba di basi navali nordamericane. 
        
             Nell’Emendamento, approvato dal Senato degli 
        Stati Uniti il 27 febbraio del 1901, dalla Camera dei Rappresentati
        il 1 
        marzo, e sancito dal presidente McKinley il giorno successivo, come 
        complemento alla “Legge concedendo crediti per l’Esercito nell’anno 
        fiscale che terminava il 30 giugno 1902”, l’articolo sulle basi navali 
        fu redatto nel seguente modo:
        
             “Art. VII.- Per permettere agli Stati Uniti di 
        mantenere l’indipendenza di Cuba e proteggere il suo popolo, così come 
        per la propria difesa, il Governo di Cuba venderà oppure affitterà agli 
        Stati Uniti le terre necessarie per carboniere o stazioni navali in 
        determinati punti che saranno convenuti con il Presidente degli Stati 
        Uniti.”
        
             All’articolo VIII si aggiungeva:” Il governo di 
        Cuba  inserirà le suddette disposizioni in un trattato permanente con 
        gli Stati Uniti.”
        
             La rapida approvazione dell’Emendamento da 
        parte del Congresso degli Stati Uniti fu possibile perché lo stesso era 
        al termine del periodo legislativo ed il presidente McKinley contava 
        sulla maggioranza sicura in ambedue le Camere per approvarlo senza 
        difficoltà. Era già divenuta una legge degli Stati Uniti quando, il 4 
        marzo, McKinley prese possesso del suo   secondo mandato presidenziale.
        
             Alcuni membri della Convenzione Costituente 
        continuaro ad insistere sul fato che non avevano le facoltà per 
        accordare l’Emendamento richiesto dagli Stati Uniti, giacché lo stesso 
        implicava la limitazione dell’indipendenza e della sovranità della
        
        Repubblica di Cuba. Allora, il governatore militare Leonard Wood si 
        affrettò a dettare un nuovo Ordine Militare, il 12 marzo del 1901, nel 
        quale si dichiarava che 
        la Convenzione aveva le facoltà di convenire le misure la cui 
        costituzionalità era messa in dubbio.
        
             Altri membri della Convenzione, come Manuel 
        Sanguily, erano dell’opinione che l’Assemblea doveva essere sciolta 
        prima di convenire le misure che in tale modo offendevano la dignità e 
        la sovranità del popolo di Cuba. Ma nella seduta del 7 marzo del 1901 si 
        nominò, ancora una volta, una commissione per redigere una risposta al 
        governatore Wood e Juan Gualberto Gómez, al quale spettava la relazione, 
        raccomandò di respingere, tra l’altro, la clausola relativa all’affitto 
        di stazioni navali o carboniere.
        
             Juan Gualberto Gómez tenne la più severa 
        critica all’Emendamento Platt. 
        Il 1 aprile fu messa in discussione una relazione in cui si contestava 
        il documento per contravvenire ai principi del Trattato di Parigi e 
        della Risoluzione congiunta. Ma la Convenzione sospese il dibattito 
        sulla relazione di Juan Gualberto Gómez e decise d’inviare un altra 
        commissione per “conoscere gli scopi e propositi del governo degli Stati 
        Uniti su tutti i particolari relativi all’istaurazione 
        di un 
        ordine definitivo dei rapporti, nell’ambito politico ed economico, tra 
        Cuba e gli Stati Uniti, e per trattare con lo stesso governo, le basi di 
        un accordo sugli estremi da proporre alla Convenzione per la sua 
        risoluzione finale.”
        
        Inoltre fu eletta una commissione, che si sarebbe 
        spostata a Washington, composta da Domingo Méndez Capote, Diego Tamayo, 
        Pedro González Llorente, Rafael Portuondo Tamayo e Pedro Betancourt, i 
        quali arrivarono negli Stati Uniti 
        il 24 
        aprile del 1901. Il giorno successivo furono ricevuti da Root e Wood, 
         ritornato al suo Paese a tale scopo.
        
              Il governo nordamericano si affrettò a 
        dichiarare pubblicamente che la commissione si sarebbe spostata a 
        Washington per iniziativa propria, senza alcun invito e non 
        ufficialmente.
        
               Il Segretario di Guerra, Root, ricevette la 
        commissione il 25 e 26 aprile del 1901 e gli fece sapere definitivamente 
        che “il diritto degli Stati Uniti d’imporre le suddette clausole era 
        stato proclamato per tre quarti di secolo al mondo americano ed europeo 
        e che non erano disposti a rinunciarvi fino al punto di mettere in 
        pericolo la loro stessa sicurezza.”
        
             I funzionari statunitensi reiterarono che 
        nessuna delle clausole dell’Emendamento Platt diminuiva la sovranità ed 
        l’indipendenza di Cuba, anzi, che le avrebbe preservate, e si chiariva 
        che si sarebbe intervenuto unicamente in caso di disordini gravi, 
        all’unico scopo di mantenere l’ordine e la pace 
        interna. 
        
             La commissione fece conoscere la sua relazione 
        in seduta segreta il 7 maggio del 1901. Nella  commissione vi furono 
         seri disaccordi riguardo l’Emendamento Platt.
        
             
        Il 28 maggio fu sottoposta a discussione una relazione redatta 
        da Villuendas, Tamayo e Quesada, in cui si accettava l’Emendamento con 
        alcuni chiarimenti e raccomandando di arrivare ad un trattato di 
        reciprocità commerciale.
        
             La stessa relazione fu approvata con 15 voti a 
        favore e 14 contro; ma il governo degli Stati Uniti non ammisse questa 
        soluzione, comunicando mediante il governatore Wood che avrebbe 
        accettato solo l’Emendamento senza qualificazione, ed avvertendo 
        la 
        Convenzione, come ultimatum che, essendo l’Emendamento Platt “uno 
        statuto convenuto dal Potere Legislativo degli Stati Uniti, il 
        Presidente era costretto ad eseguirlo tale e quale. Non poteva cambiarlo 
        né modificarlo né aggiungere oppure togliere qualcosa. L’azione 
        esecutiva che chiedeva lo statuto era il ritiro di Cuba dell’Esercito 
        nordamericano, e lo statuto autorizzava quest’azione quando -e solo 
        quando- si fosse stabilito un governo sotto una Costituzione che 
        contenesse, sia nel suo testo che nella sua appendice,  certe 
        disposizioni definitive, precisate nello statuto 
        […] 
        Se lo stesso avesse trovato queste disposizioni nella  Costituzione, 
        sarebbe stato autorizzato a ritirare l’Esercito; altrimenti non era 
        autorizzato a farlo…”
        
             Il Segretario di Guerra degli Stati Uniti inviò 
        una lettera alla Costituente cubanain cui esprimeva che l’Emendamento 
        Platt doveva essere approvato interamente senza alcun chiarimento, 
        perché in questo modo era stato aggiunto alla Legge finanziaria 
        nordamericana e s’indicava che, in caso contrario, le forze militari del 
        suo Paese non sarebbero state ritirate da Cuba.
        
             Il 12 giugno del 
        1901, in un 
        altra seduta segreta dell’Assemblea Costituente, fu votato l’inserimento 
        dell’Emendamento Platt come aggiunta alla Costituzione della Repubblica, 
        approvata il 21 febbraio: 16 delegati votarono in favore e 11 contro. 
        Bravo Correoso, Robau, Gener e Rius Rivera non parteciparono alla 
        seduta, astenendosi di votare a favore di quell’orrore.
        
             La cosa peggiore dell’Emendamento fu 
        l’ipocrisia, l’inganno, il machiavellismo e il cinismo con cui 
        escogitarono il piano per impadronirsi di Cuba, fino al punto di 
        proclamare pubblicamente gli stessi argomenti  utilizzati da John Quincy 
        Adams nel 1823, riguardo la mela che sarebbe caduta per gravità. Questa 
        mela finalmente cadde, ma era marcia, come previsto da molti pensatori 
        cubani per quasi mezzo secolo, da José Martí nel decennio del 1880 fino 
        a 
        Julio Antonio Mella, ucciso nel gennaio del 1929.
        
             Nessuno avrebbe potuto descrivere meglio quello 
        che significava per Cuba l’Emendamento Platt come lo fece Leonard Wood, 
         in  due brani della lettera confidenziale, datata 28 ottobre del 1901, 
        al suo compagno di avventura Theodore Roosevelt:
        
             “Ovviamente a Cuba è stata lasciata poca o 
        nessuna indipendenza con l’Emendamento Platt ed adesso si deve cercare 
        solo l’annessione. Tuttavia, per questo ci vorrà del tempo e finché Cuba 
        mantieneil proprio governo, sarà opportuno che ci sia qualcuno che 
        apporti del progresso e dei miglioramenti. Ci sono alcuni trattati che 
        non può farli senza il nostro consenso, non può chiedere prestiti oltre 
        certi limiti e deve mantenere le condizioni sanitarie stabilite, quindi 
        è evidente che è assolutamente nelle nostri mani e credo che non ci sia 
        nessun governo europeo che la consideri diversamente rispetto a quello 
        che è, una vera dipendenza dagli Stati Uniti, e quindi merita la nostra 
        considerazione.”…
        
        “Con il controllo che, senza dubbio, presto si 
        trasformerà in possesso, in poco tempo avremo quasi il controllo del 
        commercio dello zucchero nel mondo. L’isola si americanizzerà 
        progressivamente e, al momento giusto, avremo una delle più ricche e 
        auspicabili ricchezze al mondo…”
        
        Seconda parte: L’applicazione dell’Emendamento Platt 
        e l’installazione della Base Navale a Guantánamo nell’ambito dei 
        rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti.
        
        Alla fine del 1901, ebbe inizio il processo 
        elettorale che diede la vittoria a Tomás Estrada Palma, senza 
        opposizione e contando sull’appoggio del 47% degli elettori. Il 
        Presidente eletto in assenza partì dagli Stati Uniti per Cuba il 17 
        aprile del 1902 arrivando tre giorni dopo. Il cambio di potere avvenne 
        il 20 maggio del 1902 alle ore 
        12 a.m.
        Il Congresso della Repubblica era ormai costituito. Leonard Wood 
        partì per il suo Paese con l’incrociatore  “Brooklyn”.  Nel 1902, 
        poco prima della proclamazione della Repubblica, il governo 
        nordamericano comunicò al nuovo Presidente dell’Isola i quattro posti 
        scelti per l’istallazione delle stazioni navali –Cienfuegos, Baia Honda, 
        Guantánamo e Nipe- previste dall’Emendamento Platt. Fu anche preso in 
        considerazione il porto dell’Avana come “il luogo più vantaggioso per la 
        quarta stazione navale”.
        
             Dall’inizio, nonostante la sua origine 
        illegittima, il Governo di Cuba, in cui partecipavano molti di quelli 
        che lottarono per l’indipendenza, fu contrario alla concessione di 
        quattro base navali, giacché considerava che due erano più che 
        sufficienti. La situazione diventò più tesa con l’inasprimento delle 
        posizioni del governo cubano e la sua richiesta della predisposizione 
        finale del Trattato Permanente dei Rapporti, allo scopo di “determinare 
        complessivamente e non in singole parti, tutti i particolari 
        dell’Emendamento Platt e di fissare la portata dei suoi precetti”.
        
             Il presidente McKinley morì il 14 settembre del
        1901 
        a causa del ferimento da spari del 6 dello stesso mese. 
        Theodore Roosevelt  aveva fatto dei progressi nella sua carriera 
        politica ed era il vicepresidente degli Stati Uniti, quindi, assunse la 
        presidenza dopo gli spari mortali ricevuti dal suo predecessore. In quel 
        momento, non era opportuno per Roosevelt precisare la portata 
        dell’Emendamento Platt, per non ritardare l’installazione militare della 
        Base di Guantánamo, per ciò che la stessa avrebbe significato per la 
        difesa del Canale – i cui lavori erano stati avviati e successivamente 
        abbandonati dalla Francia nell’Istmo centroamericano -  che il governo 
        vorace dell’impero aveva intenzione di concludere a qualunque prezzo. 
        Non era neanche interessato a definire la situazione legale dell’Isola 
        dei Pini. Quindi diminuì bruscamente il numero delle basi navali in 
        esame, ritirò il suggerimento relativo al porto dell’Avana e finalmente 
        si accordò la concessione di due basi: Guantánamo e Baia Honda.
        
             Più tardi, in ottemperanza dell’Articolo VII 
        dell’aggiunta costituzionale imposta alla Convenzione Costituente, i 
        governi di Cuba e degli Stati Uniti firmarono l’Accordo rispettivamente 
        il 16 ed il 23 febbraio del 1903:
        
             “Articolo I.- 
        La 
        Repubblica di Cuba, mediante la presente, concede in affitto agli Stati 
        Uniti, per il tempo di cui avrà bisogno e allo scopo di stabilirci stazioni carboniere o 
        navali, le superfici di terra ed acque situate nell’isola di Cuba che
        di seguito si descrivono:
        
             “1. 
        A Guantánamo…” (si fa un’altra descrizione complessiva della 
        baia e del territorio attiguo.)
        
             “2.  A Baia Honda…” (Si fa un’altra descrizione 
        simile).
        
         
        
             Nel suddetto Accordo si stabilisce:
        
             “Articolo III.- Sebbene gli Stati Uniti 
        riconoscono, da parte loro, la continuazione della sovranità definitiva 
        della 
        Repubblica di Cuba sulle suddette superfici di terra ed acqua,
        la Repubblica di Cuba consente, da parte sua, che durante il 
        periodo in cui gli Stati Uniti occuperanno le suddette aree ai sensi di 
        quanto stipulato nel presente accordo, gli Stati Uniti eserciteranno 
        giurisdizione e dominio completi su queste aree con diritto ad acquisire 
        a fini pubblici degli Stati Uniti, qualunque terreno od altra proprietà 
        situata nelle stesse mediante acquisto o esproprio forzato indennizzando 
        totalmente i proprietari.”
        
             
        Il 28 maggio del 1903 si avviarono i lavori di misurazione per 
        fissare 
        i limiti 
        della stazione navale a Guantánamo.
        
             Nell’Accordo del 2 luglio del 
        1903 in merito al citato tema, fu approvato il “Regolamento per 
        l’affitto delle Stazioni Navali e Carboniere.”
        
             “Articolo I.- Gli Stati Uniti d’America 
        convengono e stipulano di corrispondere alla Repubblica di Cuba 
        l’ammontare annuo di 2.000 pesos in moneta d’oro degli Stati Uniti per 
        il tempo d’occupazione ed uso dei suddetti terreni ai sensi del suddetto 
        Accordo.”
        
             “Tutti i terreni appartenenti a dei privati 
        ovvero altri beni immobili compresi nelle suddette aree saranno 
        acquisiti senza ritardo dalla Repubblica di Cuba. Gli Stati Uniti 
        convengono di fornire alla Repubblica di Cuba il necessario per 
        l’acquisto dei suddetti terreni e beni di proprietà privata, e 
        la Repubblica di Cuba accetterà questi quantitativi a titolo di 
        pagamento in anticipo per il reddito dovuto ai sensi del suddetto 
        Accordo.”
        
             L’Accordo che regolamentava quest’affitto, 
        firmato all’Avana dai rappresentanti dei Presidenti di Cuba e degli 
        Stati Uniti, rispettivamente, fu approvato dal 
        Senato di Cuba il 16 luglio del 1903, ratificato dal 
        Presidente di Cuba un mese dopo, il 16 agosto, e dal Presidente 
        degli Stati Uniti 
        il 2 
        ottobre, e scambiandosi le ratifiche a Washington il 6 ottobre; lo 
        stesso fu pubblicato sulla Gazzetta di Cuba il 12 dello stesso mese ed 
        anno.
        
             Il 14 dicembre del 1903 si comunicò che quattro 
        giorni prima, il 10 dello stesso mese, erano state cedute agli Stati 
        Uniti le aree d’acqua e di terra per la costituzione della stazione 
        navale a Guantánamo.
        
             Per il Governo e 
        la Marina 
        degli Stati Uniti, la cessione di una parte del territorio della 
        maggiore delle Antille era motivo di grande gioia, quindi, 
        festeggiarono. Per questo delle navi della Squadra dei Carabi e alcuni 
        incrociatori della Flotta dell’Atlantico del nord si diedero 
        appuntamento a Guantánamo.
        
             Il governo cubano nominò il Capo delle Opere 
        Pubbliche di Santiago di Cuba per la consegna di quella parte del 
        territorio sul quale teoricamente esercitava la sovranità dal 10 
        dicembre del 1903, data scelta dagli Stati Uniti. Lo stesso fu l’unico 
        cubano a partecipare alla cerimonia e soltanto per breve tempo giacché, 
        una volta compiuta la sua missione, senza  alcun brindisi né strette di 
        mano, partì per il vicino 
        villaggio 
        di Caimanera.
        
             Il Capo delle Opere Pubbliche si era spostato 
        con l’incrociatore “Kearsage”,  nave ammiraglia nordamericana a bordo 
        della quale si trovava il contrammiraglio Barker. Alle 
        ore 12 si spararono 21 colpi di cannone e al suono dell’Inno Nazionale di Cuba 
        si ammainò la bandiera cubana che era issata sulla stessa nave, e subito 
        dopo si issó, nel luogo chiamato Playa del Este, sparando lo stesso 
        numero di colpi di cannone a salve, la bandiera degli Stati Uniti, 
        chiudendo così la cerimonia.
        
             Secondo il regolamento dell’Accordo, gli Stati 
        Uniti dovevano dedicare le terre cedute solo a dei fini pubblici, non 
        potendo stabilirci nessun tipo di commercio o industria.
        
             Le autorità degli Stati Uniti presenti nei 
        suddetti territori e le autorità cubane si impegnarono a vicenda a 
        consegnare i profughi della giustizia per reati o delitti alla 
        giurisdizione delle leggi delle rispettive nazioni, ammesso che fosse 
        richiesto dalle stesse autorità della nazione che doveva giudicarli.
        
             I materiali importati dalle suddette stazioni 
        navali per l’uso e consumo delle stesse, sarebbero stati esonerati del 
        pagamento alla 
        Repubblica di Cuba dei diritti doganali.
        
            L’affitto delle suddette stazioni navali 
        comprendeva il diritto di usare e di occupare le acque adiacenti alle 
        suddette estensioni di terra e d’acqua, di migliorare ed approfondire le 
        entrate delle stesse ed i loro posti di ancoraggio e di quanto 
        necessario per gli usi esclusivi per i quali furono create.
        
             Sebbene gli Stati Uniti riconoscevano la 
        continuazione della sovranità definitiva di Cuba sulle suddette 
        estensioni d’acqua e terra, avrebbero comunque esercitato, con il 
        consenso di Cuba, “giurisdizione e dominio complessivi” sulle suddette 
        aree fino a quando le avessero occupate in funzione degli accordi 
        citati.
        
             Nel cosiddetto Trattato Permanente del 22 
        maggio del 1903, concluso tra i governi della 
        Repubblica 
        di Cuba e degli Stati Uniti, furono precisati i rapporti futuri tra 
        ambedue i Paesi: cioè, si assicurò quello che Manuel Márquez Sterling 
        chiamò “la dipendenza insostenibile dell’Emendamento Platt”.
        
             Il Trattato Permanente sottoscritto da ambedue 
        i Paesi fu approvato dal Senato degli Stati Uniti 
        il 22 marzo 
        del 1902 e dal 
        Senato cubano l’8 giugno dello stesso anno, e le ratifiche furono 
        scambiate a Washington 
        il 1 giugno 
        1904. Quindi, l’Emendamento Platt è un Emendamento aggiunto ad una legge 
        nordamericana, un’appendice alla Costituzione di Cuba del 1901 ed un 
        trattato permanente tra ambedue i Paesi.
        
          Le esperienze tratte dalla Base Navale di 
        Guantánamo servirono  per applicare a Panama misure uguali o peggiori 
        nel Canale 
        
          Quando si dibatte una legge che per il suo 
        contenuto ed importanza è improrogabile, al Congresso nordamericano è 
        spesso applicato il metodo degli emendamenti aggiunti, costringendo i 
        legislatori a lasciare da parte oppure a sacrificare le discrepanze. I 
        suddetti emendamenti hanno danneggiato più di una volta la sovranità per 
        la quale lotta instancabilmente il nostro popolo
        
           Nel 1912 il Segretario di Stato di Cuba, Manuel 
        Sanguily, negoziò con il Ministero degli Affari Esteri nordamericano un 
        nuovo trattato secondo il quale gli Stati Uniti rinunciavano ai loro 
        diritti su Baia Honda in cambio di un ampliamento dei limiti della
        
        stazione di Guantánamo.
        
             In quello stesso anno, quando avvenne la 
        ribellione del Partido de los Independientes de Color (Partito degli 
        indipendenti di colore), che il governo del presidente José Miguel Gómez 
        – del Partito Liberale- ha represso brutalmente, dalla Base Navale di 
        Guantánamo uscirono delle truppe nordamericane che occuparono diversi 
        villaggi dell’ex provincia d’Oriente, vicine alle ville di Guantánamo e 
        di Santiago di Cuba, col pretesto di “proteggere le vite e le tenute dei 
        cittadini statunitensi”. Nel 
        1917, in occasione della ribellione conosciuta come “La Chambelona” in Oriente, portata avanti da elementi del partito 
        Liberale che si opposero alla frode elettorale che portò alla rielezione 
        del 
        presidente Mario García Menocal, 
        del Partito Conservatore, distaccamenti yankee provenienti dalla Base si 
        diressero nei diversi punti di quella provincia cubana col pretesto di 
        “proteggere la fornitura d’acqua alla Base”.
        
         
        
          Terza parte: la derogazione formale 
        dell’Emendamento Platt ed il mantenimento della Base Navale a 
        Guantánamo.
        
        Nel 1933, l’arrivo al potere dell’Amministrazione 
        democratica di Franklin Delano Roosevelt negli Stati Uniti lasciò aperta 
        la via per un nuovo e necessario adattamento dei rapporti di dominio che 
        il suddetto Paese esercitava su Cuba. La caduta della tirannia di 
        Gerardo 
        Machado dietro la pressione di un potente movimento popolare, e 
        l’ulteriore istituzione di un governo provvisorio presieduto dal 
        professore universitario di Fisiologia Ramón Grau San Martín, furono un 
        serio ostacolo per l’attuazione del programma richiesto dal popolo. Il 
        24 novembre del 1933, il presidente Roosevelt degli Stati Uniti emise una 
        dichiarazione ufficiale nella quale incoraggiava la cospirazione di 
        Batista e dell’ambasciatore all’Avana, Sumner Welles, contro il governo 
        di Grau, che includeva l’offerta di firmare un nuovo trattato 
        commerciale e di derogare l’Emendamento Platt. Roosevelt spiegò che: “… 
        Sarebbe benvenuto qualunque Governo Provvisorio a Cuba che contasse 
        sulla fiducia del popolo cubano”. L’impazienza dell’amministrazione 
        statunitense per fare fuori Grau cresceva, giacché da metà novembre era 
        aumentata l’influenza di Antonio Guiteras il quale, nelle settimane 
        successive, avrebbe fatto molti dei suoi passi più radicali. Era 
        necessario abbattere rapidamente quel governo.
        
             Il 13 dicembre del 1933, l’ambasciatore Sumner 
        Welles ritornò definitivamente a Washington, e cinque giorni dopo fu 
        sostituito da Jefferson Caffery.
        
             Per 
        i giorni 13 e 14 gennaio del 1934, Batista convocò e presiedette 
        una riunione militare a Columbia nella quale propose la destituzione di 
        Grau e la nomina del 
        Colonnello 
        Carlos Mendieta e Montefur; ciò fu stabilito dal cosiddetto Consiglio 
        Militare di Columbia. Grau San Martín presentò la sua dimissione 
        all’alba del 15 gennaio del 1934 ed il 20 dello stesso mese partì per il 
        Messico in esilio. Dunque, il 18 gennaio del 1934, Mendieta diventò 
        presidente per un colpo di Stato. Sebbene l’amministrazione di Mendieta 
        fu riconosciuta dagli Stati Uniti il 23 gennaio di quel anno, infatti, 
        come si sa, i destini del Paese furono guidati dall’ambasciatore Caffery 
        e da Batista.   
        
             La sconfitta del suddetto governo provvisorio 
        di Grau San Martín nel gennaio del 1934, vittima delle stesse 
        contraddizioni interne e delle molte pressioni, manovre e aggressioni 
        esercitate contro di lui dall’imperialismo ed i suoi alleati locali, fu 
        un primo ed indispensabile passaggio nell’imposizione di una scelta 
        oligarchica ed imperialista come soluzione della crisi nazionale cubana.
        
             Spettò al governo presieduto da Mendieta il 
        compito di ristabilire di nuovo i rapporti di dipendenza neocoloniale 
        del Paese.
        
             Né l’oligarchia al potere, né il governo di 
        Washington, erano allora in condizioni d’ignorare lo stato d’animo del 
        popolo cubano nei confronti del neocolonialismo e dei suoi strumenti. 
        Gli Stati Uniti non ignoravano neanche l’importanza di contare 
        sull’appoggio dei governi dell’America Latina –tra cui Cuba- nel già 
        prevedibile confronto con altre potenze imperialiste emergenti come
        la 
        Germania ed il Giappone. 
        
                  Nel processo avviato allora si dovevano 
        definire formule per garantire il rinnovato funzionamento del sistema 
        coloniale. La politica “di buon vicinato” teneva conto molto bene 
        dell’opposizione latinoamericana all’interventismo aperto che Washington 
        aveva praticato nell’emisfero. .Lo scopo della politica di Roosevelt era 
        quello di procurarsi una nuova immagine nei suoi rapporti continentali 
        tramite la formula diplomatica del “buon vicino”.
        
             Come una delle misure di riassetto, il 29 
        maggio del 1934 si firmò un nuovo Trattato di Rapporti 
        cubano-nordamericano che modificava quello del 22 maggio del 1903, 
        sottoscritto allora da un altro Roosevelt, forse un parente lontano, 
        quello dei Fantini Rozzi, che era sbarcato a Cuba.
        
             Due giorni prima, il 27 maggio, alle ore 10 e 
        30 del mattino, nel momento in cui l’ambasciatore degli Stati Uniti, 
        Jefferson Caffery stava per uscire, come di solito, dalla sua residenza 
        delle Alturas de Almendares, fu vittima di un attentato per mano di 
        diversi sconosciuti che spararono da un’automobile. Il giorno 
        successivo, 
        il 28 
        maggio, quando circolava nelle ore pomeridiane dalla Quinta Avenida del 
        quartiere Miramar, l’automobile al servizio del primo segretario 
        dell’ambasciata degli Stati Uniti, H. Freeman Matthes, dopo avere 
        lasciato il diplomatico all’Ambasciata, fu presa d’assalto da vari 
        individui armati con mitragliatrici che viaggiavano in una macchina. Uno 
        di loro disse all’autista di comunicare a Matthews che disponeva di una 
        settimana per abbandonare Cuba; dopo di che ruppe con un colpo il 
        parabrezza della macchina scomparendo velocemente.
        
             Tali fatti dimostravano uno stato generale 
        d’ostilità nei confronti degli Stati Uniti  ed avrebbero potuto far 
        fallire la firma del nuovo Trattato dei Rapporti che segnò l’ipotetica 
        fine del impopolare Emendamento Platt.
        
             Il nuovo Trattato dei Rapporti stabiliva la 
        soppressione del diritto d’intervento degli Stati Uniti su Cuba e che:
        
             “La Repubblica di Cuba e gli Stati Uniti d’America, animati dal 
        desiderio di rafforzare i legami d’amicizia tra ambedue i Paesi e di 
        modificare, a questo fine, i rapporti stabiliti tra di loro dal Trattato 
        dei Rapporti firmato all’Avana 
        il 22 
        maggio del 1903, (…) convennero i seguenti articoli: 
        
        […]
        
             “Articolo 3.- Finché ambedue le parti 
        contraenti non si metteranno d’accordo per la modifica o l’abrogazione 
        di quanto stipulato nell’Accordo firmato dal 
        Presidente 
        della Repubblica di Cuba il 16 febbraio del 1903, e dal Presidente degli 
        Stati Uniti d’America il 23 dello stesso mese ed anno, riguardante 
        l’affitto agli Stati Uniti d’America 
        di terreni 
        a Cuba per stazioni carboniere o navali, saranno in vigore le regole del 
        suddetto Accordo sulla stazione navale a Guantánamo.  In quanto alla 
        suddetta stazione navale rimarrà anche in vigore, secondo le stesse 
        norme e condizioni, l’adattamento supplementare riguardante le stazioni 
        navali o carboniere  accordato tra ambedue i Governi il 2 luglio del 1903. Finché gli Stati Uniti non abbandoneranno la 
        suddetta stazione navale a Guantánamo o finché ambedue i governi non 
        converranno una modificazione dei suoi estremi attuali, continuerà ad 
        avere l’estensione territoriale che occupa in questo momento, con 
        i limiti  stabiliti alla data della firma del presente Trattato.”
        
             
        Il Senato degli Stati Uniti ratificò il nuovo Trattato dei Rapporti
        il 1 giugno 
        del 1934, e Cuba, il 4 giugno. Cinque giorni dopo, il 9 giugno, si 
        scambiarono a Washington le ratifiche del Trattato dei Rapporti il 29 
        maggio di quello stesso anno, e con questo scomparve formalmente 
        l’Emendamento Platt, ma rimase la Base Navale a Guantánamo.
        
             Il nuovo Trattato rese legale la situazione di 
        fatto in cui si trovava la stazione navale di Guantánamo, quindi si 
        rescindeva la parte degli accordi del 16 e del 23 febbraio e del 2 
        luglio del 1903 tra ambedue i Paesi relativamente ai terreni ed acque a 
        Baia Honda, e si modificava, nel senso di ampliarli, quella  riguardante 
        le acque e terreni nella stazione navale di Guantánamo.
        
             Gli Stati Uniti hanno mantenuto la stazione 
        navale a Guantánamo come posto strategico di sorveglianza e protezione, 
        per assicurare il predominio politico ed economico sulle Antille e 
        l’America Centrale e per la difesa del Canale di Panama. 
        
         
        
        Quarta parte: 
        La Base 
        Navale a Guantánamo dalla scomparsa formale dell’Emendamento Platt fino 
        al trionfo della Rivoluzione. 
        Dopo la firma del Trattato dei Rapporti del 1934,
        il territorio della “stazione navale”  si è modificato e 
        allestito progressivamente fino a che, nella primavera  del 1941, 
        la Base è stata costituita come stazione navale delle operazione secondo la 
        seguente struttura: stazione navale, stazione navale aerea e base del
        
        corpo di marinai e dei magazzini.
        
             Il 6 giugno del 1934 
        il Senato 
        degli Stati Uniti aveva approvato una legge che autorizzava 
        la Segreteria di Marina a sottoscrivere un contratto a lungo 
        termine con un’azienda che s’impegnava a fornire l’acqua nel modo giusto 
        alla Base Navale di Guantánamo, ma da prima, i nordamericani avevano dei 
        piani per la costruzione di un acquedotto per la fornitura dell’acqua 
        dal fiume Yateras.
        
             L’espansione continuò e, verso il 1943, assunse 
        circa 9.000 operai civili, molti di cui erano cubani.
        
             L’anno 1951 fu anche un altro anno di grandi 
        opere d’ampliamento delle installazioni militari e civili della Base. 
        Nel 1952, il Segretario di Marina degli Stati Uniti decise di cambiare 
        il nome di “U.S. Naval Operatine Base” per “U.S. Naval Base”, e in quel 
        momento aveva già una struttura che includeva il Centro d’Addestramento.
        
         
        
           
        La Costituzione 
        del 1940, la lotta rivoluzionaria e la Base Navale di Guantánamo,  fino 
        a dicembre del 1958.
        
        Dal punto di vista politico il periodo compreso 
        dalla fine 1937 fino al 1940 si è caratterizzato per l’adozione di 
        misure che hanno consentito la convocazione alle elezioni per 
        l’Assemblea Costituente e la sua realizzazione. Batista  aveva accettato 
        le suddette misure democratiche  per il suo interesse di stabilire 
        formule che gli avrebbero consentito di rimanere al centro delle 
        decisioni politiche, in modo da garantire la continuità del suo potere 
        nel nuovo ordinamento emanato dalle formule da lui stesso concepite. 
        All’ inizio del 1938 si rese pubblico l’accordo tra Batista e Grau di 
        realizzare un’Assemblea Costituente.  
        La Convenzione 
        Costituente fu inaugurata il 9 febbraio del 1940 e culminò  l’8 giugno 
        dello stesso anno.
        
             La costituzione fu firmata 
        il 1 luglio 
        del 1940 e promulgata il 5 luglio dello stesso mese. 
        La nuova Legge delle Leggi stabiliva che “il territorio della Repubblica era composto dall’Isola di Cuba, 
        l’Isola dei Pini e le altre piccole isole e isolotti adiacenti che con 
        esse erano state sotto la sovranità della Spagna fino alla ratifica del 
        Trattato di Parigi di 10 dicembre del 1898. 
        La 
        Repubblica di Cuba non concluderà né ratificherà patti o trattati che in 
        qualche modo possano limitare o danneggiare la sovranità nazionale 
        oppure l’integrità del territorio”. 
        L’oligarchia si sarebbe impegnata al meglio per 
        impedire l’attuazione dei postulati più progressisti della suddetta 
        Costituzione ovvero per restringere al massimo la loro applicazione.
        
        Quinta parte: 
        La Base 
        Navale di Guantánamo dal  trionfo della Rivoluzione.
        
        Dal trionfo della Rivoluzione il Governo 
        Rivoluzionario ha denunciato l’occupazione illegale di questa porzione 
        del nostro territorio.D’altra parte, dal 1 gennaio del 1959 gli Stati 
        Uniti hanno fatto diventare 
        il territorio usurpato della Base Navale a Guantánamo un focolaio 
        permanente di minaccia, provocazione e violazione della sovranità di 
        Cuba, allo scopo di creare difficoltà al vittorioso processo 
        rivoluzionario. La suddetta base è stata sempre presente nei piani ed 
        operazioni concepite da Washington per abbattere il Governo 
        Rivoluzionario.Dalla Base Navale hanno eseguito ogni tipo d’aggressione:
        
        Lancio di materiale infiammabile sul territorio 
        libero da aerei provenienti dalla Base.
        
        Provocazioni da parte dei soldati nordamericani, 
        compresi insulti, lancio di sassi, scatole con materiale infiammabile e 
        spari con pistole ed armi automatiche.
        
        Violazione delle acque giurisdizionali di Cuba e del 
        territorio cubano da imbarcazioni e aeronavi militari nordamericane 
        provenienti dalla Base.
        
        Elaborazione di piani di auto-aggressione alla Base 
        per provocare una lotta armata su larga scala tra Cuba e gli Stati 
        Uniti.
        
        Iscrizione delle frequenze radiali utilizzate dalla 
        Base nel Registro Internazionale di Frequenze, all’interno dello spazio 
        che appartiene a Cuba.
        Il 12 gennaio del 1961 fu torturato brutalmente da soldati yankee alla 
        Base Navale di Guantánamo, per il “reato” d’essere rivoluzionario, 
        l’operaio 
        Manuel Prieto Gómez, che ci lavorava da più di 3 anni.
        Il 15 ottobre del suddetto anno, fu torturato ed assassinato l’operaio 
        cubano Rubén López Sabariego.
        Il 24 giugno del 1962 fu assassinato dai soldati della Base il pescatore
        di Caimanera Rodolfo 
        Rosell Salas.
        
             Inoltre, la pretesa intenzione di fabbricare 
        un’auto-provocazione e spiegare le truppe nordamericane in una 
        “giustificata” invasione punitiva contro Cuba, ha avuto sempre come 
        elemento detonante 
        la Base de 
        Guantánamo. Abbiamo un esempio di ciò in una delle azioni di quelle che 
        facevano parte della cosiddetta “Operación Mangosta”, quando il 3 
        settembre del 1962 soldati nordamericani a Guantánamo dovevano sparare 
        contro le sentinelle cubane.
        
             Durante 
        la Crisi dei Missili, 
        la Base fu 
        rafforzata nella tecnica militare e nel numero dei militari presenti, 
        aumentando il numero di questi ultimi a più di 16.000 soldati di 
        fanteria di marina. Di fronte alla decisione del Primo Ministro 
        sovietico Nikita Jruschov di ritirare i missili nucleari dispiegati a 
        Cuba senza consultare né informare in anticipo il Governo 
        Rivoluzionario, Cuba fissò la ferma posizione della Rivoluzione nei 
        denominati “Cinque Punti”. Al quinto si chiedeva il ritiro della Base 
        Navale a Guantánamo. Abbiamo sfiorato una guerra termonucleare, in cui 
        saremmo stati il primo bersaglio come conseguenza della politica 
        imperiale d’impadronirsi di Cuba.
        
             L’11 febbraio del 1964 il presidente Lyndon B. 
        Johnson  ridusse il personale cubano che lavorava alla Base a 700 
        lavoratori circa. Inoltre furono sequestrati fondi accumulati della 
        pensione di centinaia 
        di operai 
        cubani che avevano lavorato alla Base e sospesero illegalmente il 
        pagamento delle pensioni ai pensionati cubani.
        
             
        Il 19 luglio del 
        1964, in 
        una evidente provocazione delle sentinelle di frontiera nordamericane 
        contro le sentinelle cubane di Guardacoste, fu assassinato il giovane 
        soldato diciassettenne Ramón López Peña, nell’appostamento dove faceva 
        il suo turno di guardia.
        
             Nelle stesse condizioni, il 21 maggio del 1966, 
        spari provenienti dalla Base uccisero il soldato Luis Ramírez López
        
             In appena 21 giorni del mese di maggio 1980, 
        più di 80.000 uomini, 24 navi e circa 350 aerei di combattimento 
        parteciparono alle manovre Solid Shield-80, che tra l’altro includeva lo 
        sbarco di 2.000 soldati di fanteria di marina alla Base Navale ed il 
        rafforzamento della suddetta installazione con altri 1.200 effettivi.
        
             Nell’ottobre del 1991, durante il IV Congresso 
        del 
        Partito Comunista di 
        Cuba, tenutosi a Santiago di Cuba, aerei ed elicotteri provenienti dalla 
        Base violarono lo spazio aereo cubano sulla Città.
        
             Nel 1994, 
        la Base fu 
        punto d’appoggio per l’invasione a Haiti: l’aviazione militare 
        nordamericana utilizzò gli aeroporti di questo enclave. Oltre 45.000 
        emigrati haitiani furono concentrati alla Base a metà dell’anno 
        seguente.
        
             Allo stesso modo, nel 1994 avvenne la 
        conosciuta crisi migratoria come conseguenza dell’inasprimento del 
        blocco e degli anni difficili del periodo speciale, del mancato 
        adempimento dell’Accordo Migratorio di 1984 sottoscritto con 
        l’Amministrazione Reagan, della notevole riduzione  dei visti concessi e 
        dell’incoraggiamento all’immigrazione illegale, inclusa 
        la Legge di 
        Conseguimento di uno Status Migratiorio Privileggiato Cubano, stabilita 
        dal presidente Johnson più di 40 anni fà.
        
             Come conseguenza della crisi scatenata, una 
        dichiarazione del presidente Clinton del 19 agosto del 1994, fece 
        diventare 
        la Base un 
        campo di concentramento migratorio per gli emigranti cubani illegali 
        (balseros) i quali raggiunsero la cifra di 30.000 circa.
        
             Infine, il 9 settembre del 1994 fu sottoscritto 
        un Comunicato Congiunto tra l’amministrazione di Clinton ed il governo 
        di Cuba mediante il quale gli Stati Uniti s’impegnarono ad impedire 
        l’entrata nel loro territorio degli emigranti illegali intercettati ed a 
        concedere un minimo di 20.000 visti annui a titolo di ricongiungimento 
        familiare, che avrebbe consentito loro di viaggiare per via sicura negli 
        Stati Uniti.
        
             
        Il 2 maggio del 1995, facendo anche parte dei negoziati migratori, i 
        governi di Cuba e degli Stati Uniti convennero in modo supplementare ciò 
        che questa volta si denominò Dichiarazione Congiunta, fissando la 
        procedura per la restituzione a 
        Cuba di 
        tutti quelli che avessero continuato a tentare un’emigrazione illegale 
        verso gli Stati Uniti e che fossero stati intercettati dai Guardacoste 
        nordamericani. 
        
             Tenete presente che il riferimento riguarda 
        solo gli immigranti illegali intercettati dai Guardacoste. Ormai erano 
        stabilite le basi per un sinistro affare: il traffico di persone. 
        La Legge Assassina 
        è rimasta. Cuba sarebbe l’unico paese al mondo sottomesso  a tale 
        pressione. Anche se 250.000 persone circa hanno viaggiato per via sicura 
        senza il minimo rischio, è invece incalcolabile il numero di donne, 
        bambini e persone di diverse età che sono morti nel prospero traffico 
        d’immigranti.
        
             Dalla crisi migratoria del 1994, ambedue i 
        governi, in modo consensuale, avviarono incontri regolari tra i comandi 
        militari di ogni parte. Una striscia del territorio seminata di mine a 
        volte era allagata a causa delle tempeste tropicali e dei fiumi 
        straripati. Non poche volte i nostri zappatori rischiarono la loro vita 
        per salvare persone che traversavano  quella zona militare ristretta 
        portando anche dei bambini.
        
             Tra il 1962 ed il 1996, si registrarono 8.288 
        violazioni principali dalla Base navale di Guantánamo, comprese 6.345 
        violazioni aeree, 1.333 violazioni navali e 610 violazioni 
        territoriali.  Delle violazioni complessive, 7.755 avvennero tra 1962 e 
        1971.
        
         
        
             
        La Base 
        Navale di Guantánamo dalla promulgazione della Legge Helms-Burton.
        
             Questa legge, firmata dal presidente William 
        Clinton il 12 marzo del 1996, dal Titolo II su “l’assistenza a Cuba 
        libera e indipendente”, Sezione 201 relativa alla “politica verso un 
        governo di transizione ed eletto democraticamente a Cuba”, dispone al 
        comma 12 che gli Stati Uniti devono “essere preparati per negoziare con 
        un governo eletto democraticamente a Cuba la restituzione della Base 
        Navale degli Stati Uniti a Guantánamo oppure rinegoziare l’accordo 
        attuale nei termini convenienti a vicenda”.  Qualcosa ancora peggio di 
        quella relativa al governatore militare Leonard Wood che, assieme a 
        Theodore Roosevelt sbarcò a piedi nelle vicinanze di Santiago di Cuba: 
        l’idea di un annessione d’origine cubana amministrando il nostro Paese.
        
             La guerra di Kossovo del 1999 provocò un grande 
        numero di rifugiati kosovari. Il governo di Clinton coinvolto in quella 
        guerra della NATO contro la Serbia, decise di utilizzare 
        la Base 
        come alloggio per alcuni di loro, e a questo punto, per la prima volta, 
        senza nessuna consultazione previa come si è soliti fare, comunicò a 
        Cuba la decisione presa. La nostra risposta fu costruttiva. Anche se 
        siamo contrari all’ingiusta ed illegale guerra, non avevamo nessun 
        motivo per non dare l’aiuto umanitario che avrebbero richiesto i 
        rifugiati kosovari. Abbiamo anche offerto la cooperazione del nostro 
        Paese, se fosse necessaria, nell’ambito dell’assistenza medica o di 
        qualunque altro servizio. Infine, i rifugiati kosovari non furono 
        inviati alla Base Navale di Guantánamo.
        
             Nel manifesto “Giuramento di Baraguá”, del 19 
        febbraio del 2000, si esprime che “al momento opportuno, giacché non è 
        un obiettivo prioritario in questo momento, anche se è giustissimo ed 
        irrinunciabili il diritto del nostro popolo, 
        il territorio illegalmente occupato di Guantánamo deve essere 
        restituito a Cuba”. In quel momento eravamo coinvolti nella lotta per 
        fare ritornare il bambino rapito e le conseguenze economiche del brutale 
        blocco.
        
         
        
             
        La Base Navale di Guantánamo dall’11 settembre
        
         
        
             Il 18 settembre del 2001, il presidente Bush 
        firmò la legislazione del Congresso degli Stati Uniti che lo autorizzò a 
        servirsi della forza in risposta agli attentati dell’11 settembre. Bush 
        si avvalse di questa legislazione per firmare, il 13 novembre dello 
        stesso anno, un Ordine Militare mediante il quale stabilì le basi 
        giuridiche per le detenzioni ed i procedimenti giudiziari dei tribunali 
        militari, come parte della “guerra contro il terrorismo” di individui 
        che non avranno la condizione di cittadini degli Stati Uniti.
        
             L’8 gennaio del 2002 gli Stati Uniti 
        comunicarono ufficialmente a Cuba che avrebbero utilizzato 
        la Base Navale di Guantánamo come 
        centro di detenzione dei prigionieri di guerra d’Afghanistan.
        
             Tre giorni dopo, l’11 gennaio del 2002, 
        arrivarono i primi 20 detenuti fino a raggiungere la cifra di 776 
        prigionieri provenienti da 48 Paesi. Ovviamente, questi dati non si 
        menzionavano. Immaginavamo che si trattasse di prigionieri di guerra 
        afgani. I primi aerei atterravano pieni di prigionieri, e c’erano molti 
        più custodi che prigionieri. Lo stesso giorno il Governo di Cuba emise 
        una dichiarazione pubblica comunicando la sua disponibilità a cooperare 
        con i servizi medici di cui avrebbero avuto bisogno, con programmi di 
        bonifica e di lotta contro vettori e malattie nelle aree sotto il nostro 
        controllo che circondano la base, o con qualunque altra forma utile, 
        costruttiva ed umana che si potrebbe presentare.  Ricordo i dati perché 
        ho partecipato personalmente ai particolari della Nota presentata dal 
        Ministero degli Affari Esteri come risposta alla Nota nordamericana. 
        Eravamo lontani dall’immaginare che in quel momento, il Governo degli 
        Stati Uniti si preparava  a creare in quella base un orribile campo di 
        tortura.
        
             
        La Costituzione Socialista 
        proclamata il 24 febbraio del 1976 stabilì al comma c) dell’articolo 11 che “la Repubblica di Cuba ripudia e considera illegali e nulli i 
        trattati, patti o concessioni convenuti in condizioni di disuguaglianza 
        o che ignorano o diminuiscono la sua sovranità e la sua integrità 
        territoriale”.
        
             Il 10 giugno del 2002, il popolo di Cuba, in un 
        processo plebiscitario popolare senza precedenti, ratificò il contenuto 
        socialista di quella Costituzione del 1976 come risposta alle 
        manifestazioni offensive e d’ingerenza del Presidente degli Stati Uniti, 
        e mise al corrente l’Assemblea Nazionale del Potere Popolare riguardo 
        questa volontà riformatrice per lasciare espressamente consegnato, tra 
        altri aspetti, il principio irrevocabile che deve reggere i rapporti 
        economici e politici del nostro Paese con altri stati, nell’aggiungere 
        allo stesso Articolo 11, comma c): “I rapporti economici, diplomatici e 
        politici con qualsiasi altro Stato non potranno mai essere negoziati 
        sotto aggressione, minaccia o coercizione da parte di una potenza 
        straniera.”
        
             Una volta comunicata 
        la Proclama 
        al popolo di Cuba, il 31 luglio del 2006, le autorità nordamericane 
        hanno dichiarato che non volevano una crisi migratoria, tuttavia, si 
        preparavano in modo preventivo per affrontarla, avvalorandosi dell’uso 
        della Base Navale di Guantánamo come accampamento di concentramento 
        degli emigranti illegali intercettati in mare. In dichiarazioni 
        pubbliche si fa conoscere che gli Stati Uniti stanno realizzando 
        ampliamenti delle costruzioni civili nella Base allo scopo di aumentare 
        la capienza di ricevimento di emigranti illegali.
        
             Cuba, da parte sua, ha preso tutte le misure 
        possibili per evitare incidenti tra le forze militari di ambedue i Paesi 
        e ha dichiarato che rispetterà gli impegni contenuti nella Dichiarazione 
        Congiunta sui temi migratori sottoscritta con l’amministrazione Clinton. 
        Perché tante chiacchiere, minacce e chiasso?
        
             Il pagamento simbolico annuo pari a $3.386,25 
        dollari per l’affitto del territorio che occupa 
        la Base Navale di Guantánamo si è mantenuto fino al 1972, data in cui la 
        parte nordamericana ha fatto un raggiustamento, da parte sua, portandolo 
        a $3,676 dollari.  Nel 1973, è stata apportata una nuova correzione del 
        valore del vecchio dollaro d’oro degli Stati Uniti, e quindi,  da 
        allora, l’assegno emesso dal Dipartimento del Tesoro è salito a  $ 
        4.085,00 annui. Il suddetto assegno si trova sul conto della Marina 
        degli Stati Uniti, responsabile operativa della Base Navale.
        
              Gli assegni emessi dal Governo degli Stati 
        Uniti, come pagamento dell’affitto, sono intestati a favore del 
        “Tesoriere Generale della 
        Repubblica 
        di Cuba”, istituzione e funzionario che da molti anni non fanno più 
        parte della struttura del Governo di Cuba. E s’inviano per via 
        diplomatica ogni anno. Quello relativo al 1959, per semplice confusione, 
        fu trasformato in entrata nazionale. Dal 1960 e fino ai nostri giorni 
        non sono stati mai incassati e sono la prova di un affitto che è stato 
        imposto per più di 107 anni. Immagino, in modo conservatore, che è dieci 
        volte meno di quello che spende il governo degli Stati Uniti nel salario
        di un maestro ogni anno.
        
             Sia l’emendamento Platt che 
        la Base Navale di Guantánamo, erano eccedenti. La storia dimostra che in 
        molti Paesi di questo emisfero, dove non si è fatta una rivoluzione come 
        la nostra, la totalità del territorio, diretto dalle transnazionali e 
        dalle oligarchie non hanno avuto bisogno né di una cosa né dell’altra. 
        Della sua popolazione, la cui stragrande maggioranza è mal preparata e 
        povera, si occupava la pubblicità seminando riflessi.
        
             Dal punto di vista militare una porta-aerei 
        nucleare, pieno di veloci cacciabombardieri e della sua numerosa scorta, 
        appoggiato dalla tecnologia e dai satelliti, è molte volte più potente e 
        può spostarsi a qualunque posto del mondo, dove sia più conveniente 
        all’impero.
        
             C’è bisogno della Base per umiliare e fare le 
        cose sporche che li aono avvenute. 
        
             Se è necessario aspettare il crollo del 
        sistema, aspetteremo. Le sofferenze ed i pericoli per tutta l’umanità 
        saranno enormi, così come l’attuale crisi delle borse di valori, e sono 
        molte le persone che lo predicono. L’attesa di Cuba sarà sempre in 
        allarme di combattimento.
        
         
        
        Fidel Castro 
        Ruz
        14 agosto 2007