Discorso pronunciato dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, 
        Presidente della Repubblica di Cuba, nella chiusura del VII Congresso 
        dell’unione di Giovani Comunisti, Palazzo delle Convenzioni, Città 
        dell’Avana, 5 dicembre 2004.
         
        Cari 
        delegati, invitati e partecipanti al VIII Congresso dell’Unione di 
        Giovani Comunisti,
         
        Una parte 
        dei concetti che esprimerò oggi è già stata spiegata e pubblicata, 
        alcuni si
         sono 
        sviluppati di più durante la lotta, altri si riferiscono alle mete 
        raggiunte; altri ancora sono riflessioni.
sono 
        sviluppati di più durante la lotta, altri si riferiscono alle mete 
        raggiunte; altri ancora sono riflessioni.
        Un giorno 
        come oggi, in cui mi avete invitato a parlarvi, cercherò di spiegarvi 
        come e perché è un giorno tanto speciale per tutti noi.
        Purtroppo 
        la responsabilità che è ricaduta su di me durante questo intenso e 
        difficile processo rivoluzionario, e in modo particolare il mio rapporto 
        con la Battaglia di Idee, mi costringono a riferirmi a discorsi, 
        riflessioni e concetti propri, il che non mi piace, e chiedo perciò 
        scusa in anticipo.  Ho sempre pensato che le idee non girassero intorno 
        agli uomini pubblici, bensì il contrario, sono essi che devono girare 
        attorno alle idee.
        Il fatto 
        di avere osato pronosticare avvenimenti, che oggi cominciano a 
        confermarsi come inconfutabili verità, è associato unicamente 
        all’esperienza accumulata.  Sarei potuto morire, come tanti altri 
        rivoluzionari cubani della nostra storia.  Gli avversari di ieri e 
        d’oggi hanno fatto il possibile e l’impossibile per riuscirci ma ho 
        avuto il privilegio di avere lottato per molti anni, da quando nel 1953 
        concepimmo l’idea di occupare le armi del Reggimento di Santiago de Cuba 
        per iniziare la lotta, e il privilegio non costituisce un merito; il 
        merito vero si deve attribuire a coloro che ci credettero e furono 
        disposti a sacrificare anche la vita per gli obiettivi che proclamavamo.
        
                 Quando 
        appena tre giorni fa alcuni si complimentavano con me, ricordandomi il 
        48º anniversario dello sbarco del Granma, la mia prima reazione è stata 
        di sorpresa.  Quanto tempo è trascorso e quanti avvenimenti si sono 
        succeduti!  Presi dagli odierni doveri, alcuni di noi che partecipammo a 
        quell’azione, disponiamo di appena un secondo per ricordare gli inizi 
        della lunga marcia che iniziavamo nei giorni del Moncada e del Granma.  
        Io lo definirei come un lungo apprendistato e la nostra ignoranza 
        all’inizio di quell’inedito cammino ci sorprende ancora.
        
                 Ricorro alla 
        memoria per citare, in strettissima sintesi, facendo uso molte volte di 
        frasi testuali, l’essenza di quanto ho detto in tre momenti anteriori 
        alla Battaglia di Idee che oggi presiede lo spirito del VIII Congresso 
        della nostra prestigiosa Unione Comunista.
        
                 L’8 ottobre 
        1997, nel Rapporto Centrale al V Congresso del Partito, ho detto:
        
                 “E’ evidente 
        la necessità di un lavoro più forte, più intenso nelle nostre file 
        giovanili, poiché questi tempi e questo Partito esigono continuare a 
        nutrirsi di dirigenti e militanti provenienti dalla gioventù.
        
                 “Credo che 
        adesso più che mai, più che in nessun’altra epoca, perché questa è 
        l’epoca più dura, più difficile, sia necessario un lavoro speciale con 
        la gioventù e nella formazione dei nostri giovani, perché non è 
        possibile che coloro che succederanno all’attuale generazione non siano 
        più i migliori”.
        
                 “Vogliamo 
        che siano consapevoli al massimo del loro ruolo, di ciò che possono fare 
        per il proprio paese, di ciò che possono fare per la Rivoluzione, di ciò 
        che possono fare per il proprio futuro.”
        
                 “Nel mio 
        discorso sulla gioventù nella chiusura del V Congresso del Partito, il 
        10 ottobre 1997, ho segnalato:
        
                 “Abbiamo il 
        Partito, abbiamo la nostra magnifica gioventù –sì, così con queste 
        parole, magnifica gioventù!--, alla quale, ovviamente, chiediamo sempre 
        di più, e le chiederemo sempre più lavoro politico; lavoro politico che 
        non è il semplice uso di un motto.  Il Partito per molto tempo è stato 
        anche, a volte, schematico, dogmatico, ha lavorato con parole d’ordine e 
        motti, non sempre con argomenti. ”
        
                 “Dobbiamo 
        lavorare con i singoli cittadini, ad uno ad uno; non è soltanto il 
        lavoro che si svolge attraverso la stampa e la televisione, o le 
        conferenze e i meeting politici.  Il lavoro di convincere e persuadere 
        gli esseri umani ad uno ad uno è storico.  Le religioni sono nate in 
        questo modo e durano ormai da migliaia di anni.”
        
                 “Noi 
        rivoluzionari dobbiamo fare lo stesso.  I nostri dirigenti e quelli 
        della gioventù devono lavorare così, e non devono mai arrendersi.
        
                 
        “Profondamente convinti di avere la ragione e difendere le cose più 
        giuste, più belle, più umane, dobbiamo discutere tutto il tempo che sarà 
        necessario, spiegare tante volte quante ne saranno necessarie, 
        insegnare, educare.  Non si può fare lavoro politico in astratto.  
        Dobbiamo approfondire nelle conoscenze, nelle idee, in ciò che succede 
        qui e in ciò che avviene nel mondo.  Bisogna essere franchi, coraggiosi 
        e veraci.”
        
                 “Al Partito 
        aderiscono 780 mila cittadini, e ci sono anche tutti gli altri 
        rivoluzionari che non sono membri del Partito.  E’ compito di tutti 
        trasformare in regola ciò che in molti casi è eccezione e generalizzare 
        le nostre migliori esperienze.  Sarebbe mai possibile che non ci 
        riuscissimo?  Che saremmo, quale sarebbe il nostro valore se non ci 
        riuscissimo?  Con tutte le conoscenze che abbiamo oggi, con tutte le 
        possibilità che abbiamo, si deve fare.  Questa sarebbe la vera vittoria 
        delle idee.”
        
                 Il 10 
        dicembre 1998, nel VII Congresso dell’Unione di Giovani Comunisti ho 
        affermato:
        
                 “Bisogna 
        riunirsi, in mezzo alla battaglia, con la truppa elite per dibattere, 
        analizzare, approfondire, disegnare piani, strategie, trattare temi ed 
        elaborare idee, come quando si riunisce lo stato maggiore di un 
        esercito.”
        
                 “Utilizzare 
        solidi argomenti per parlare con i militanti; per parlare con coloro che 
        possano essere confusi o anche per discutere e polemizzare con coloro 
        che abbiano posizioni contrarie a quelle della Rivoluzione perché sono 
        influiti dall’ideologia dell’imperialismo in questa tremenda lotta di 
        idee che dobbiamo affrontare da anni proprio per portare avanti la 
        prodezza di resistere al più potente imperio che nell’ambito politico, 
        militare, economico, tecnologico e culturale che sia mai esistito.  I 
        dirigenti della gioventù devono essere ben preparati per affrontare 
        questo compito.
        
                 “In questa 
        lotta di tipo ideologico, le armi fondamentali sono le idee, l’arsenale 
        di munizioni più importante è anche quello delle idee.  Dobbiamo fornire 
        idee ai nostri dirigenti affinché loro le trasmettano alla gioventù e al 
        popolo.”
        
                 “Questo 
        esercito conosce il suo piano, conosce al sua strategia, e i nemici la 
        conosceranno lungo il cammino.  Ancora una volta associo l’idea di 
        questa lotta ad una gran battaglia che combatte un esercito 
        d’avanguardia, una truppa elite della Rivoluzione.  Pongo in primo luogo 
        la Rivoluzione e il Partito, che alla fine sono la stessa cosa.
        
                 “Nella breve 
        riunione con il nuovo Comitato Nazionale ho potuto parlarvi con maggiore 
        libertà perché eravate un numero ridotto di compagni, e in una riunione 
        con il Bureau Nazionale potremmo parlare ancora con maggiore libertà, 
        con più argomenti ed elementi di giudizio.”
        
                 “Questo VII 
        Congresso –ho detto allora—è stato un ottimo congresso, uno di quei 
        congressi in cui si è discusso con maggiore libertà, in cui non è stato 
        evitato assolutamente nessun tema, anzi, c’è stata un’esortazione 
        continua a trattare tutti i temi per quanto politici e complessi essi 
        fossero, proprio per ottenere da questa riunione tutto il profitto 
        possibile, e mi sembra di esserci riusciti.”
        
                 “E’ stato 
        possibile, e bisogna dirlo chiaramente, grazie a uno straordinario 
        lavoro realizzato durante l’anno sotto la direzione del Bureau nazionale 
        della Gioventù Comunista.  In questa sede, dove sono stati fatti dei 
        riconoscimenti, bisogna fare un riconoscimento molto sincero e meritato 
        ai compagni del Bureau e ai numerosi dirigenti che, sotto la guida di 
        Otto (segretario generale dell’Unione di Giovani Comunisti;  N.d.T.), 
        hanno lavorato sodo dalla convocazione fino a questo stesso minuto.”
        
                 “Abbiamo 
        imparato tutti, non soltanto voi ma anche noi.”
        
                 “Il 
        congresso –ho aggiunto—riflette un crescente rafforzamento dell’Unione 
        di Giovani Comunisti per arrivare a disporre di esperienza e 
        organizzazione superiori a quelle che abbia mai avuto.  C’è bisogno 
        anche di un prestigio e di un’influenza che superi quanta ne abbia mai 
        avuto, e in settori chiavi, veramente strategici, della società odierna 
        e soprattutto della società futura, del paese futuro; di 
        un’organizzazione come quella di cui c’è bisogno in questi tempi, in 
        questi tempi storici!”
        
                 “Una delle 
        cose straordinarie della nostra Rivoluzione è che da quando è nata –e 
        potrebbe affermarsi che le idee della Rivoluzione sono state procreate 
        in quella collina universitaria— c’è stato uno stretto rapporto, da 
        fratelli gemelli, io direi che da fratelli siamesi, tra Rivoluzione e 
        gioventù.  Andate a cercare per il mondo un rapporto così stretto con la 
        gioventù come quello che c’è stato, c’è e ci sarà sempre in questo 
        profondo processo rivoluzionario.  La nostra Rivoluzione rinasce ogni 
        giorno, perché le idee che rappresentiamo, la giustizia che difendiamo, 
        la causa per la quale lottiamo, è oggi la causa, e non può essere altra, 
        di miliardi di persone in questo pianeta.”
        
                 “E dico idee 
        perché questa lotta di cui parliamo sarà sostanzialmente una lotta di 
        idee; non sarà una guerra.  I problemi del mondo non si risolveranno con 
        armi nucleari, è impossibile, né si risolveranno con le guerre, anzi, 
        non si risolveranno nemmeno con rivoluzioni isolate che, nell’ordine 
        stabilito dalla globalizzazione neoliberista, possono essere 
        semplicemente schiacciate in pochi giorni, al più in poche settimane.”
        
                 “Tuttavia, 
        non possiamo trascurare la difesa nemmeno per un secondo, perché con le 
        crisi inevitabili, un cambiamento d’amministrazione, un gruppo pro 
        fascista o un’estrema destra al potere sarebbe sufficiente a far sì che 
        l’impero ritorni ad applicare i suoi vecchi metodi.  Il pericolo di 
        aggressioni militari non possono essere scartati, ma oggi la battaglia 
        reale e quella delle idee.
        
                 “La 
        Rivoluzione ha potuto resistere perché ha seminato idee.”
        
                 “In modo 
        accelerato si globalizza il mondo, in modo accelerato si stabilisce un 
        ordine economico mondiale insostenibile e insopportabile.  Le idee sono 
        la materia prima con cui si fabbricano le coscienze, sono la materia 
        prima per eccellenza dell’ideologia.  Preferisco chiamarle materia prima 
        della coscienza per esprimere che non si tratta d’ideologia stretta e 
        rigida, bensì di una coscienza avanzata, vale a dire, di una convinzione 
        a cui arriveranno inevitabilmente centinaia di milioni e miliardi di 
        persone in questo pianeta, e che sarà senza dubbio la migliore scelta 
        affinché le suddette idee arrivano a trionfare in tutto il mondo.
        
                 “Non sono le 
        armi, sono le idee che decideranno questa lotta universale.  E non sono 
        le idee per i propri valori intrinseci, bensì per la concezione che 
        tanto strettamente si adegua alla realtà oggettiva del mondo odierno.  
        Sono idee che partono dalla convinzione che matematicamente il mondo non 
        ha altra via d’uscita, che l’imperialismo non può reggere, che il 
        sistema imposto al mondo lo porterà al disastro, ad una crisi 
        insuperabile, e oserei dire che ciò avverrà più presto che tardi.
        
                 “Proprio a 
        partire dalle suddette premesse e convinzioni io valuto quanto abbiamo 
        analizzato e quanto stiamo facendo in questi giorni; non è l’unica cosa 
        né tanto meno, ma ha il valore essenziale.”
        
                 “Questa 
        battaglia che combattete non potete perderla.  Senza i compiti che 
        dovete compiere, senza il lavoro che realizzerete –perché non ho dubbi 
        che lo realizzerete con assoluto successo--, non si potrebbe parlare di 
        ciò che sogniamo non solo per i nostri compatrioti ma anche per tutti 
        gli abitanti di questo pianeta.
        
                 “Mai, in 
        nessun luogo, nessun altro popolo ha fatto ciò che il popolo di Cuba sta 
        facendo oggi con idee: seminare idee, coltivare idee e sviluppare idee.  
        Non potrà finire se non con la vittoria delle idee, con la sicurezza che 
        questa Rivoluzione non scomparirà né crollerà, perché solidamente 
        aderita a idee che si approfondiscono e sviluppano.
        
                 “Le idee 
        giuste sono invincibili.  E Martí disse a riguardo:  ‘L trincee di idee 
        valgono più delle trincee di pietre ’; e ‘una causa giusta dal fondo di 
        una caverna è più potente di un esercito.’”
        
                 “Le idee non 
        sono soltanto uno strumento per creare coscienza affinché lottino i 
        popoli, le idee sono diventate il principale strumento di lotta in 
        questo momento; non un’ispirazione, non una guida, non un orientamento, 
        bensì il principale strumento di lotta.”
        
                 “Non siamo 
        né possiamo essere dogmatici.  Non possiamo avere dogmi di nessun tipo, 
        dobbiamo avere una mentalità veramente dialettica e flessibile, il che 
        non ammette neanche minimamente l’opportunismo o il pragmatismo.
        
                 “Siamo 
        flessibili e siamo dialettici a partire dal più rigido attaccamento ai 
        principi e agli obiettivi del nostro processo rivoluzionario, e alle 
        nuove mete che non abbiamo chiesto a nessuno, che non ambivamo, che non 
        volevamo, ma che la vita e la storia di quanto avvenuto in questi 
        decenni hanno fatto ricadere sul nostro paese e sui nostri 
        rivoluzionari.  E’ stato così, e non abbiamo altra scelta che lottare 
        con tutto l’entusiasmo, pensando non soltanto a noi, bensì al benessere 
        che i frutti delle nostre lotte potrebbero significare per tante persone 
        al mondo.”
        
                 Era già 
        trascorso esattamente un anno da queste mie parole, quando il destino ha 
        voluto che si spiegasse la colossale Battaglia di Idee che da cinque 
        anni porta avanti il nostro popolo.
        
                 Il 5 luglio 
        del 2000, quando Juan Miguel González è stato insignito con l’Ordine 
        “Carlos Manuel de Céspedes”, ricordavo come l’avevo conosciuto un anno 
        prima, proprio il 2 dicembre, e com’era cominciata la battaglia per il 
        ritorno di Elián.  Quel giorno segnalavo:
        
                 “Gli ho 
        fatto innumerevoli domande che lui, in mezzo al suo visibile dolore e 
        tristezza, rispondeva con argomenti persuasivi e incontestabili prove 
        sul rapporto d’affetto puro e constante con il bambino.
        
                 “In nessun 
        momento ho smesso di percepire nel suo volto i tratti di un uomo nobile, 
        sincero e serio.  Gli ho espresso la mia convinzione che il bambino non 
        sarebbe mai stato restituito per la via giudiziaria.  Si trattava di un 
        caso su cui i tribunali degli Stati Uniti non avevano alcuna 
        giurisdizione e che soltanto alle autorità statunitensi d’Immigrazione 
        spettava il dovere di procedere all’immediata restituzione di suo 
        figlio; ma conoscevo molto bene quanto arroganti, arbitrarie, parziali e 
        complici potevano essere le autorità statunitensi riguardo a tutti i 
        malfatti e i crimini che erano commessi contro il nostro popolo. La 
        restituzione di quel bambino si poteva raggiungere soltanto mediante 
        un’intensa battaglia politica e d’opinione pubblica nazionale e 
        internazionale.”
        
                 Il giorno 
        dopo –come ho detto allora—ho parlato con i compagni della nostra 
        direzione, e senza perdere un minuto mi sono messo in contatto con i 
        dirigenti dell’Unione di Giovani Comunisti e della Federazione di 
        Studenti Universitari.  I giovani e gli studenti sarebbero 
        all’avanguardia di quella lotta con il pieno appoggio di tutte le forze 
        rivoluzionarie.
        
                 Quarantotto 
        ore dopo, domenica sera –un giorno proprio come oggi, esattamente cinque 
        anni fa--, c’è stata la prima protesta davanti all’Ufficio di Interessi 
        degli Stati Uniti, a cui hanno partecipato mille giovani delle Brigate 
        Tecniche Giovanili che erano alla chiusura di una conferenza nazionale.
        
                 Così è 
        cominciata l’epica lotta per la liberazione di Elián.  Quel 
        combattimento per un bambino si è trasformato rapidamente in una 
        battaglia per la giustizia e la felicità di tutti i nostri bambini e 
        tutto il nostro popolo.
        
                 Con la più 
        profonda convinzione, espressa ormai nel mio discorso di chiusura del 
        VII Congresso della Gioventù Comunista che ricordavo oggi, che le idee 
        sono l’arma fondamentale nella lotta dell’umanità per la propria 
        salvezza, la battaglia da noi intrapresa è stata di pensiero, di 
        argomenti, di repliche e risposte, ma anche di realizzazioni e fatti 
        concreti.
        
                 Nella 
        coordinazione e impulso di circa 200 programmi della Rivoluzione, 
        derivati da questo combattimento, ha lavorato l’Unione di Giovani 
        Comunisti come parte del gruppo di lavoro della Battaglia di Idee.
        
                 Ai compiti 
        di scambio, analisi e orientamento di questo gruppo integrato in 
        maggioranza da dirigenti della Gioventù comunista e da rappresentanti 
        dei lavoratori, gli studenti e le donne, guidati dal nostro Partito, ho 
        dedicato negli ultimi anni più di settemila ore di profittevole e 
        indimenticabile sforzo.
        
                 In questo 
        periodo abbiamo approfondito nella visione critica e senza 
        autocompiacimento della nostra opera e dei nostri obiettivi storici.  
        Sono stati applicati concetti rivoluzionari che spazzano via il 
        formalismo e il conformismo e accelerano i processi delle trasformazioni 
        necessarie per il futuro del paese.
        
                  Alcuni di 
        essi, presi dagli appunti dei dirigenti della Gioventù comunista e da 
        altri partecipanti ai nostri incontri, sono:
        
        -                                             
        
        Nessun giovane e nessun cittadino dev’essere 
        abbandonato alla propria sorte.  L’Unione di Giovani Comunisti deve 
        lavorare con ogni giovane.  Dietro ad ogni categoria e ad ogni 
        percentuale c’è un uomo, una donna, un bambino o un anziano.
        
        -                                             
        
        Non c’è problema senza soluzione, si tratta di 
        trovare alternative.
        
        -                                             
        
        Il lavoro di coordinazione deve eseguirsi sulla 
        base dello studio continuo per la presa di decisioni, dell’informazione 
        aggiornata che tenga conto con precisione dei dettagli; meditare e 
        pensare bene ogni azione, agire con rapidità e non perdere mai un 
        minuto.
        
        -                                             
        
        Trovare nuovi metodi e meccanismi di 
        coordinazione affinché tutti gli organismi ed entità coinvolte 
        aderiscano al principio secondo cui la priorità è negli interessi del 
        paese, al di sopra di contraddizioni burocratiche, brame di protagonismo 
        e gelosie istituzionali.
        
        -                                             
        
        Raggiungere un alto coinvolgimento e impegno dei 
        dirigenti e lavoratori che partecipano ad ognuno dei programmi.
        
        -                                             
        
        Applicare la critica e la riflessione 
        opportunamente.
        
        -                                             
        
        Ogni idea ci conduce sempre a un’altra nuova, e 
        questa ad altre.  Una nuova idea, pur essendo buona, dev’essere 
        sottoposta a prove e sperimenti seri in condizioni reali.
        
        -                                             
        
        La discrezione e segretezza sono principi 
        basilari nel lavoro di direzione e coordinazione dei programmi.  Saranno 
        divulgati soltanto, quando diventeranno realtà; in questo modo eviteremo 
        promesse che non possano compiersi o promesse compiuto che poi sono 
        trascurate, dimenticate e abbandonate.
        
        -                                             
        
        Le imprese che vi partecipano non devono avere 
        nessun guadagno, ma nemmeno perdite.  Le opere dovranno essere 
        realizzate rapidamente, al costo adeguato, con qualità e uso ottimo 
        delle risorse.
        
        -                                             
        
        Sarà garantita la manutenzione degli 
        equipaggiamenti e impianti messi a disposizione dei programmi.  Tutto 
        dev’essere mantenuto come il primo giorno.
        
         
        
                 A questa 
        semplice mostra di ciò restava nella testa dei dirigenti, si possono 
        aggiungere centinaia di osservazioni nate dalla necessità di agire con 
        urgenza e di assicurare il successo.  Bisognava guadagnare tutto il 
        tempo perso a causa della routine, lo schematismo e altre abitudini che 
        ostacolano il progresso e gli obiettivi che soltanto un sistema 
        veramente socialista può raggiungere.
        
                 Un giorno ho 
        detto testualmente:
        
                 “La 
        Rivoluzione non ha raggiunto lo stesso successo ottenuto nell’ambito dei 
        diritti e delle garanzie dei cittadini di qualunque etnia e origine, 
        anche nella lotta per eliminare le differenze nello status sociale ed 
        economico della popolazione nera del paese, sebbene in numerosi settori 
        di grande trascendenza, tra cui l’istruzione e la sanità, svolgano un 
        importante ruolo.”
        
                 Le suddette 
        parole sono state da me pronunciate, senza esitazione, il 7 febbraio 
        dello scorso anno in occasione della chiusura del Congresso 
        Internazionale Pedagogia 2003, celebratosi in mezzo alla Battaglia di 
        Idee.  Era una mia opinione che volevo fare pubblica; una triste realtà 
        ereditata dalla schiavitù, dalle società classiste e dall’imperialismo.
        
                 Non c’è mai 
        stata da nessuna parte una vera e propria uguaglianza di opportunità.  
        La possibilità di studiare, compiere studi superiori e conseguire una 
        laurea è sempre stata patrimonio esclusivo dei settori più colti e 
        ricchi.  Solo per eccezione i poveri sfuggivano a questo fatalismo.
        
                 Gli enormi 
        progressi raggiunti dal socialismo avevano creato le basi, ma mancava 
        ancora la svolta.  Possiamo affermare che, grazie alla Battaglia di 
        idee, la vita odierna dei bambini, degli adolescenti, dei giovani e 
        della famiglia cubana non è uguale a quella di cinque anni fa.
        
                 Oggi nella 
        scuola elementare un maestro insegna soltanto a 20 bambini, il che 
        consente una migliore e più efficace istruzione, l’attenzione 
        differenziata ad ognuno degli allievi e alla loro famiglia, e 
        un’educazione più integrale.
        
                 Le scuole 
        hanno  televisori, video e laboratori d’informatica, strumenti 
        d’incredibile efficienza che, utilizzati per l’istruzione, consentono di 
        moltiplicare le conoscenze dei nostri bambini.  Neanche un solo bambino 
        di Cuba è rimasto senza accesso a questi moderni mezzi.  Le scuole che 
        mancavano d’elettricità dispongono oggi di pannelli solari per l’uso del 
        computer, del televisore e del video.
        
                 
        L’informatica si è cominciata a studiare dal prescolastico.  Dodicimila 
        novecentocinquantotto professori d’informatica elementare, formatisi in 
        corsi emergenti, sono arrivati nelle classi e contemporaneamente tutti i 
        maestri dell’elementare hanno ricevuti corsi di questa materia.
        
                 I bambini 
        con necessità educative speciali hanno ricevuto anche nuovi e moderni 
        mezzi d’istruzione per la loro formazione.  Due anni fa abbiamo 
        inaugurato la prima Scuola d’Autismo, handicap trascurato in quasi tutti 
        i paesi del mondo.
        
                 Adesso i 
        bambini cominciano a studiare l’inglese dalla terza elementare con i 
        video.  Imparano tutti nelle scuole a giocare agli scacchi e ricevono 
        istruzione culturale e di promozione artistica dai primi tremila 
        duecentosettantun istruttori d’arte che si sono diplomati lo scorso 20 
        ottobre, il cui lavoro sarà rafforzato ogni anno con un numero simile o 
        maggiore di istruttori che lavoreranno non solo nel settore 
        dell’istruzione ma anche nel resto delle istituzioni culturali e sociali 
        della comunità.
        
                 Siamo 
        riusciti a migliorare l’alimentazione nelle scuole con servizio di 
        pranzo scolastico, che sono la stragrande maggioranza.
        
                 Si offre 
        attenzione sistematica a tutti i bambini con problemi nutrizionali 
        individuati quando è stato applicato il primo programma sociale per 
        rilevare il peso e la taglia di tutti i bambini cubani fino ai 15 anni, 
        nel 2001.
        
                 Foco fa si è 
        finito uno Studio Integrale dell’Intera Popolazione Infantile, che 
        valuta aspetti quali lo stato nutrizionale, l’attenzione educativa, 
        l’ambiente familiare e le condizioni di vita dei bambini, che stanno 
        ricevendo la debita attenzione.
        
                 Tutte le 
        suddette trasformazioni hanno consentito un vero sistema di doppia 
        sessione di lezioni nelle scuole elementari e hanno reso possibile che i 
        nostri bambini dell’elementare imparino oggi 2,2 volte in più in 
        Matematica e 1,5 volte in più in Spagnolo di quanto imparavano quattro 
        anni fa.  Queste cifre dovranno crescere man mano che il nostro sistema 
        educativo andrà avanti secondo lo sviluppo programmato.  Sono state 
        ragguagliate le possibilità reali di conoscenze e le opportunità di 
        sviluppo fisico e mentale per tutti i bambini senza considerare il luogo 
        di residenza, il colore della pelle e l’origine sociale.
        
                 Gli 
        straordinari cambiamenti che accadono nella scuola elementare sono stati 
        realizzati con modeste risorse, utilizzate con intelligenza e criterio 
        d’uguaglianza e giustizia, e soprattutto assicurando le stesse 
        opportunità a tutti i bambini del paese.
        
                 Ugualmente 
        si lavora e si continuerà a lavorare con intensità nel perfezionamento e 
        sviluppo degli altri livelli d’istruzione scolastica.
        
                 Nelle scuole 
        medie sono state attuate trasformazioni radicali, applicando un modello 
        educativo diverso, che abbatte le vecchie concezioni d’istruzione per 
        bambini e adolescenti della prima, seconda e terza media, dove il resto 
        dei paesi affrontano una profonda crisi.
        
                 Questo 
        insegnamento si realizza adesso da un professore generale integrale 
        incaricato dell’istruzione e attenzione di 15 allievi, il quale 
        impartisce lezioni di tutte le materie eccetto l’Inglese e l’Educazione 
        Fisica.  E’ un tutore, un educatore, un precettore per ogni studente.  
        In questo modo, lo studente si libera dell’eccessivo numero di 
        professori di diverse materie, che ostacolava l’integrazione delle 
        conoscenze e l’influenza educativa necessaria in questa decisiva tappa 
        delle vita.
        
                 Grazie a ciò 
        la qualità del rapporto tra la scuola e la famiglia è migliorata di 
        tanto, il che consente una più vasta cooperazione tra entrambi i fattori 
        e persino un cambiamento nell’atteggiamento e trattamento di molti padri 
        verso i figli.
        
                 La 
        Matematica, lo Spagnolo, la Storia, l’Inglese e la Fisica sono le 
        materie che studiano con i video che contengono lezioni elaborate e 
        impartite dai più prestigiosi docenti del paese, il che contribuisce in 
        modo notevole allo sforzo dei professori ed eleva la qualità e vastità 
        dei contenuti che s’impartiscono. 
        
                 E’ aumentata 
        la frequenza di lezioni di Matematica, Informatica, Spagnolo e Storia.  
        Così gli allievi ricevono più contenuti e moltiplicano le loro 
        conoscenze in queste materie.
        
                 Anche i 
        nuovi istruttori d’Arte sono presenti nelle nostre scuole medie, 
        promuovendo la cultura e avvicinando i nostri adolescenti alle migliori 
        tradizioni di Cuba e del mondo.
        
                 E’ stato 
        deciso che gli studenti della scuola media ricevano merenda scolastica o 
        pranzo, il che consentirebbe loro di affrontare la doppia sessione di 
        lezioni e offrirebbe maggiori garanzie agli allievi di questo livello, 
        poiché non dovrebbero uscire dalle scuole fino alla fine dell’orario 
        scolastico. 
        
                 Lo scorso 2 
        dicembre 2004, 307 339 allievi e 38 246 lavoratori di 591 scuole medie 
        urbane ricevevano ormai gratuitamente la cosiddetta merenda scolastica.  
        Mancano ancora di questo servizio gli studenti di 83 scuole che 
        beneficeranno di questo programma entro i primi tre mesi dell’anno 
        prossimo.
        
                 Gli studenti 
        delle Scuole di Condotta ricevono l’attenzione dei lavoratori sociali, 
        che sono gli incaricati di organizzare l’azione della società per 
        modificare le cause e condizioni che generano lo svantaggio sociale e i 
        disturbi della condotta degli adolescenti.
        
                 I nostri 
        giovani dai 16 anni in più sono stati anch’essi al centro di queste 
        profonde trasformazioni.
        
                 Sono state 
        create le Scuole di Lavoratori Sociali, in cui si sono diplomati ormai 
        21 485 giovani, una vera e propria brigata d’appoggio e solidarietà 
        sociale che agisce in quasi tutti i Consigli Popolari del paese.  Ogni 
        anno si preparano altri 7 mila giovani con l’uso di nuovi concetti 
        pedagogici, organizzati non soltanto nelle scuole destinate a tale 
        scopo, ma anche nei comuni e nelle cosiddette case-scuole, utilizzando 
        televisori, video e computer, sotto la guida di professori esperti, e 
        direttamente vincolati alle realtà sociali delle proprie comunità.  Una 
        volta ottenuto il diploma, tutti hanno accesso diretto a numerose 
        carriere universitarie affini alla loro ampia attività.
        
                 Sono stati 
        creati i corsi di Formazione integrale per giovani dai 17 ai 30 anni che 
        pur avendo approvato la terza media, diventata ormai il livello generale 
        in quelle età, non studiavano né lavoravano.
        
                 Ciò ha 
        consentito che oltre 150 mila giovani siano coinvolti in programmi di 
        formazione integrale e ricevano uno stipendio adeguato alla loro età e 
        necessità.
        
                 I risultati 
        conseguiti hanno reso possibile che 48 406 diplomati di questi corsi 
        siano ormai iscritti a diverse lauree universitarie, comprese le Scienze 
        Mediche, con risultati molto positivi. 
        
                 Durante la 
        Battaglia di idee è stato raggiunto un vecchio sogno: l’accesso 
        massiccio al università, consentendo l’iscrizione alle carriere 
        universitarie di tutti i giovani diplomati dai Programmi della 
        Rivoluzione e ai lavoratori in generale.
        
                 Questo 
        programma ha offerto possibilità inedite a giovani e adulti che prima 
        non potevano accedere all’Università e adesso aderiscono al proposito 
        rivoluzionario di raggiungere una cultura generale integrale per tutti i 
        cittadini, indipendentemente dal lavoro che svolgano.
        
                 I suddetti 
        programmi hanno reso possibile che il paese conti oggi 380 mila studenti 
        universitari, di cui 233 011 studiano nelle 938 sedi universitarie 
        distribuite nei 169 comuni del paese.
        
                 Risposta 
        decisa e impegnata hanno dato i 65 427 professori e direttori accademici 
        che lavorano in questo programma massiccio di istruzione superiore, che 
        provengono dalla grande massa di oltre 700 mila professionisti formati 
        dalla Rivoluzione su cui conta il paese, malgrado il continuo furto di 
        cervelli che subiscono i paesi del Terzo Mondo.
        
                 La nostra 
        aspirazione di avere centri d’eccellenza nell’Istruzione Superiore ha 
        fatto nascere l’Università delle Scienze Informatiche, prima istituzione 
        del suo tipo nata nella battaglia di idee.
        
                 Appena due 
        anni e tre mesi dopo l’inaugurazione, la prestigiosa istituzione 
        universitaria conta 6 mila giovani iscritti provenienti da tutti i 
        comuni del paese, che studiano seguendo nuove concezioni e metodi 
        rivoluzionari di lavoro e ottengono in breve termine importanti 
        progressi sia nell’istruzione che nell’attività produttiva.
        
                 Lo spirito e 
        i concetti applicati all’università delle Scienze Informatiche devono 
        essere estesi ai politecnici di questo ramo in tutto il paese, dove si  
        formano quasi 40 mila tecnici di Informatica di livello medio.
        
                 Questo 
        progetto riferito ai Politecnici d’Informatica, concordato di recente, 
        potrebbe definirsi come l’ultimo programma della Battaglia di Idee del 
        periodo 2000-2004.  Per la sua esecuzione saranno assegnate le risorse 
        materiali e l’equipaggiamento necessario.  Il Ministero dell’Istruzione, 
        il Ministero dell’informatica e le Comunicazioni e l’Unione di Giovani 
        Comunisti hanno già ricevuto le istruzioni pertinenti. 
        
                 In un 
        settore tanto vitale quanto quello della sanità, ricevono il beneficio 
        di importanti investimenti, che comprendono tutti i 444 poliambulatori, 
        107 di essi interamente ristrutturati e 34 in corso d’esecuzione.  A ciò 
        si aggiungono i lavori di ristrutturazione di 27 ospedali, come parte di 
        un programma che comprenderà ugualmente tutti gli ospedali, l’apertura 
        di 217 sale di fisioterapia nei poliambulatori, che disporranno tutti di 
        questo servizio alla fine del prossimo anno.  Sono stati creati 24 nuovi 
        servizi d’emodialisi , 88 ottiche e 118 centri di terapia intensiva nei 
        comuni dove non c’erano ospedali chirurgici e perciò non disponevano di 
        questo pregiato mezzo medico che ha salvato ormai migliaia di vite. 
        
        
                 Il programma 
        di equipaggiamento tecnologico in corso beneficia tutti i servizi 
        primari e secondari del paese, con il grande vantaggio addizionale di 
        avvicinare i servizi medici più importanti e di qualità alle abitazioni 
        e luoghi di residenza della popolazione.
        
                 Negli 
        insediamenti contadini senza elettricità e di difficile accesso sono 
        state inaugurate 1 905 sale di televisione, che consentono 
        l’informazione, la ricreazione e l’accesso ai programmi televisivi 
        docenti di oltre mezzo milione di cubani che risiedono nei luoghi sopra 
        citati, gli ultimi che mancavano di esse.
        
                 
        L’ampliamento dei giovani Club d’Informatica a 300 centri ha consentito 
        la formazione di 436 753 compatrioti in tecniche di informatica negli 
        ultimi quattro anni, dall’inizio di aprile 2001, quando sono state 
        inaugurate le nuove strutture e ad esse forniti 3 mila computer.  Questo 
        eccellente programma è completato da 300 centri addizionali, 100 dei 
        quali sono già stati finiti.
        
                 Le Fiere del 
        Libro sono diventate una grande festa della famiglia cubana.  La sede 
        originale è stata ampliata fino a coinvolgere 19 capoluoghi del paese 
        nel 2002, e 34 nel 2004.  Nelle ultime tre edizioni ha accolto 9,5 
        milioni di partecipanti e sono stati destinati alla vendita oltre 15 
        milioni di libri.
        
                 La 
        Biblioteca Familiare ha contribuito all’accesso del nostro popolo alla 
        migliore letteratura cubana e universale, a prezzi modici.  Sono state 
        editate 100 mila raccolte di 25 titoli.  E’ pronta editorialmente una 
        seconda edizione.
        
                 Due nuove e 
        moderne tipografie di grande capacità sono state acquistate, una di esse 
        funziona ormai e la seconda è in processo di montaggio.  Sono stati 
        assegnati fondi per la riparazione e modernizzazione di tutti gli 
        impianti dell’Unione Poligrafica Nazionale.
        
                 L’Università 
        per Tutti, programma televisivo nato il 2 ottobre 2000 è diventata la 
        più massiccia e svariata Università del paese.  Da essa sono stati 
        impartiti 43 corsi con 1 721 ore di contenuto. In questo momento si 
        trasmettono sei corsi.  Hanno partecipato ai corsi impartiti e in atto 
        775 professori, di cui 265 sono Dottori in Scienze e 134 sono Master.
        
                 I programmi 
        che si svolgono per trasformare le carceri in scuole hanno avuto un 
        notevole impatto nelle famiglie, e contribuiscono a rafforzare il legame 
        tra la famiglia e i giovani condannati.
        
                 Gli studi 
        applicati a persone handicappate hanno reso possibile la soluzione di 
        situazioni critiche d’attenzione a questi cittadini e alle loro 
        famiglia.  Sono stati un all’erta alle famiglie relativa ai rischi di 
        malattie ereditarie e hanno reso possibile che 6 052 madri si dedichino 
        interamente all’attenzione dei propri figli affetti da gravi handicap 
        grazie allo stipendio che ricevono dallo Stato a tale scopo.    
        
        
                   Sono state 
        studiate 366 864 persone con handicap o limitazioni fisico-motrici, 
        sensoriali, organiche e d’altro tipo, compreso il ritardo mentale.  
        Hanno partecipato allo studio nazionale oltre 30 mila professionisti 
        delle scienze e personale di direzione e d’appoggio.
        
                 Il 5 agosto 
        2003 è stato inaugurato il nuovo Centro Nazionale di Genetica Medica.
        
                 Come 
        risultato di questo colossale sforzo per raggiungere il più alto livello 
        di giustizia per il nostro popolo e propiziare la piena uguaglianza di 
        opportunità per tutti, i Programmi della Rivoluzione hanno creato 
        durante gli ultimi cinque anni oltre 380 mila impieghi, di cui 
        beneficiano maggiormente i giovani.
        
                 
        Dall’informazione ricevuta dal Ministero del Lavoro, alla fine dell’anno 
        in corso, cioè adesso, la disoccupazione è stata ormai ridotta al di 
        sotto del 2%, qualcosa che risulterebbe impossibile nei paesi 
        capitalisti industrializzati.
        
                 Sono stati 
        formati 44 979 nuovi maestri e professori in appena tre anni; ciò 
        equivale a 11 gruppi di laureati dai corsi regolari diurni degli 
        Istituti Pedagogici tra il 1988 e il 2000. 
        
                 Vi ho già 
        detto che contiamo oggi 21 485 lavoratori sociali.  Nel 2000, quand’è 
        cominciata la Battaglia di Idee, la Previdenza Sociale aveva soltanto 
        795 lavoratori sociali in tutto il paese.
        
                 Fino al 20 
        novembre erano state costruite, ristrutturate o ampliate 5 810 opere 
        edili, di esse 1 732 del settore dell’istruzione, 1 537 del settore 
        della sanità, 32 importanti istituzioni della cultura, tra cui, la 
        ricostruzione capitale e l’ampliamento dell’Istituto Superiore d’Arte, e 
        2 508 altri programmi della Rivoluzione.
        
                 Hanno subito 
        riparazione capitale 913 scuole.  Sono state costruite 32 nuove scuole,  
        La nazione conta oggi 5 270 nuove aule per l’educazione dei cittadini.
        
                 In appena un 
        anno e mezzo sono stati prodotti 25 milioni di videonastri per il 
        settore dell’istruzione e si costruisce una nuova fabbrica.
        
                 Gli accordi 
        che abbiamo appena sottoscritto con la Cina ci garantiscono l’acquisto 
        di 100 mila computer all’anno, che saranno destinate fondamentalmente 
        all’istruzione di bambini, giovani e adulti e ai corsi di post laurea 
        della crescente massa di tecnici e professionisti nel nostro paese.
        
                 Arriverà 
        pure il giorno in cui questi computer potranno utilizzarsi in modo 
        massiccio per dialogare con il mondo.  Nessun popolo ha tante cose da 
        informare né preparazione per farlo meglio, considerando la sua cultura 
        politica e il crescente sforzo per dominare la lingua inglese e altre 
        lingue.
        
                 Il primo 
        milione di televisori acquistati dalla Repubblica Popolare della Cina ha 
        reso possibile che 827 322 famiglie del paese abbiano un televisore a 
        colori di 21 pollici e ottima qualità, che consuma 120 watt in meno di 
        quello sovietico a bianco e nero.  Ciò ha un profondo e massiccio 
        impatto sul livello d’informazione e cultura del nostro popolo e le sue 
        possibilità di ricreazione.  Il resto dei televisori sono stati 
        destinati ai programmi educativi, di salute e ad altri programmi sociali 
        del paese.  Ottantamila di essi sono stati utilizzati nella cooperazione 
        internazionale; si ricevono inoltre dalla Cina 300 televisori 
        addizionali di 21 pollici.  Varie decine di migliaia di 29 pollici che 
        usano ormai nel settore docente provengono da altri paesi.
        
                 Il sistema 
        educativo dispone nelle classi di 109 117 televisori e 40 858 video, 
        trasformati in eccellenti mezzi d’istruzione.
        
                 Sono state 
        create due nuove reti televisive educative che insieme a Cubavisión e 
        Tele Rebelde trasmettono 394 ore settimanali di programmazione 
        educativa; ciò rappresenta il 62,7% del totale delle trasmissioni della 
        Televisione nazionale.  Di esse 247 sono destinate a piani di studio 
        (materie da curriculum dei diversi livelli scolastici; N.d.T.).
        
                 Nel 
        Congresso precedente discutevamo con preoccupazione la bassa produzione 
        di libri e pubblicazioni per i nostri bambini e giovani; oggi possiamo 
        dire che negli ultimi cinque anni sono state prodotte 457 840 862 copie 
        di libri, fascicoli, tabloidi e altre produzioni poligrafiche per i 
        diversi programmi e missioni.
        Di essi:
        
                 41 025 778 
        libri, tabloidi e fascicoli per i programmi di formazione educativa.
        
                 15 979 198 
        libri per le Fiere del Libro.
        
                 35 371 157 
        tabloidi delle Tavole Rotonde e Tribune Aperte.
        
                 15 905 758 
        tabloidi dell’Università per Tutti.
        
                 Nel 1999 
        c’erano soltanto otto scuole di arti plastiche nel paese.  Oggi 
        l’istruzione artistica è diffusa in tutte le province e ci sono scuole 
        di questo tipo in 17 città.
        
                 L’iscrizione 
        della Scuola Nazionale di Danza Classica con capacità per 300 allievi si 
        è ampliata a tutte le province.
        
                 Attualmente 
        4 021 bambini di tutti comuni della capitale frequentano due volte alla 
        settimana i workshop vocazionali che si svolgono nella Scuola Nazionale 
        di Danza Classica.  Altre scuole di Danza realizzano attività di questo 
        genere.
        
                 Seimila 
        settecentottantanove biblioteche pubbliche e scolastiche hanno ricevuto 
        collezioni di enciclopedie, dizionari, atlanti, e altri libri con cui 
        hanno rinnovato il proprio fondo bibliografico.
        
                 Due milioni 
        trecentosessantacinquemila duecentotrentaquattro bambini e giovani hanno 
        ricevuto un libro come regalo e stimolo a fine corso.
        
                 Circa 10 900 
        000 compatrioti hanno partecipato alle 161 Tribune Aperte realizzate.
        
                 Sono 11 800 
        000 i partecipanti alle 18 marce e manifestazioni effettuatesi.    Fino 
        ad oggi sono state realizzate 1 030 Tavole Rotonde.  Esse sono diventate 
        delle vere e proprie università politiche, con informazione aggiornata e 
        opportuna, analisi profonde e veraci sulle grossolane menzogne e perfide 
        aggressioni dell’impero contro il nostro popolo, e su importanti temi di 
        politica internazionale, economia e cultura, scienze, sport e altri 
        argomenti d’interesse.
        
                 Siccome la 
        Battaglia di Idee, come abbiamo detto una volta, “è la battaglia 
        dell’umanesimo contro la disumanizzazione, la battaglia della 
        fratellanza contro il più crudele egoismo, la battaglia della giustizia 
        contro la più brutale ingiustizia; la battaglia per il nostro popolo e 
        per altri popoli”, abbiamo in questo momento 23 413 professionisti e 
        tecnici della sanità che compiono umane e solidali missioni in 66 
        paesi.  Un alto numero di essi svolgono la loro attività nei quartieri 
        più poveri della grande Patria di Simón Bolívar, attualmente in pieno 
        processo di trasformazioni rivoluzionarie, sotto la guida di un nuovo e 
        straordinario leader politico, bolivariano e martiano, carissimo amico 
        di Cuba:  Hugo Chávez Frías.
        
                 L’impatto 
        della Battaglia di Idee, i suoi principi, i suoi concetti di lavoro non 
        soltanto hanno prodotto una svolta nell’educazione e la vita del nostro 
        paese, hanno anche accresciuto la forza e il prestigio dell’Unione di 
        Giovani Comunisti, che arriva a questo Congresso con la maggiore 
        quantità di militanti dell’ultimo decennio:  557 298, vale a dire 104 
        692 militanti in più di quelli che contava all’epoca del VII 
        Congresso.    
        
                 Oggi 
        l’organizzazione giovanile conta 49 054 organizzazioni di base, 8 756 in 
        più che nel 1998.
        
                 Sebbene 
        nell’ultimo Congresso del Partito abbiamo criticato la Gioventù 
        comunista per le debolezze nel apporto di militanti alla nostra 
        organizzazione d’avanguardia, oggi osserviamo con soddisfazione che 
        l’attenzione a questo vitale problema e lo stesso rafforzamento 
        dell’organizzazione consentono che 63 su 100 militanti  che compiono 30 
        anni, nonché altri al di sotto di questa età che sono stati analizzati 
        eccezionalmente, aderiscano al Partito Comunista, in questo modo la 
        Gioventù comunista ha rafforzato il Partito con 133 283 nuovi militanti 
        come risposta concreta a quelle giuste critiche ricevute allora.
        
                 Il supporto 
        principale di questi risultati sono stati i dirigenti giovanili, dai 
        quali la battaglia di idee ha richiesto di moltiplicare la capacità 
        d’azione e la loro preparazione, e li ha costretti a trasformare 
        qualitativamente i metodi di lavoro per mantenere l’attenzione alla vita 
        interna e all’andamento quotidiano dell’Unione di Giovani comunisti, e 
        contemporaneamente dare risposta ai nuovi compiti emanati dai programmi 
        della Rivoluzione.
        
                 
        L’esperienza, la stabilità e i risultati del lavoro svolto hanno fatto 
        sì che l’organizzazione fornisca più dirigenti al Partito.  Negli ultimi 
        due anni 215 dirigenti della Gioventù comunista sono diventati dirigenti 
        professionali del Partito.
        
                 Quanto 
        raggiunto fin qui è frutto dello sforzo eroico del nostro popolo e della 
        sua magnifica gioventù.  C’è ancora tanto da fare.  Voi conoscete le 
        vecchie e le nuove le difficoltà e dove si manifestano. 
        
                 Bisogna 
        mantenere gli odierni professori nelle aule, e incrementare la riserva, 
        curare gelosamente le risorse umane giovanili che abbiamo formato in 
        questi anni, ponendo enfasi nella professionalità e promozione delle 
        medesime; continuare ad analizzare le necessarie trasformazioni a cui 
        dev’essere sottoposta l’istruzione tecnico - professionale e liceale; 
        perfezionare il processo per generalizzare e ampliare l’istruzione 
        superiore, e riuscire a far sì che tutte le università del paese 
        raggiungano l’eccellenza accademica e rivoluzionaria che domanda il 
        paese dai suoi studenti e professori universitari. 
        
                 Dobbiamo 
        intensificare e approfondire il lavoro politico con tutto il personale 
        della sanità affinché la qualità dei servizi alla popolazione 
        corrisponda allo sforzo fatto negli investimenti che dal punto di vista 
        costruttivo e tecnologico si realizzano nel settore. 
        
                 E’ urgente 
        continuare a propiziare una ricreazione sana, colta e utile per i nostri 
        giovani, facendo uso di tutte le possibilità che ci sono e le risorse a 
        disposizione oggi grazie ai programmi della Rivoluzione.
        
                 Dobbiamo 
        proseguire il più deciso combattimento contro i casi di corruzione, 
        l’indisciplina sociale e contro qualsiasi indizio di consumo di droghe.
        
                 Si richiede 
        la maggiore integrazione tra tutte le istituzioni coinvolte nel lavoro 
        di diffusione massiva, che possono e devono essere interamente al 
        servizio delle conoscenze, la cultura, ricreazione e la difesa dei più 
        sacri valori e interessi del nostro popolo.
        
                 C’è ancora 
        molta da riparare, edificare e migliorare in tutte le nostre istituzioni 
        sociali.  E’ stato dimostrato che ciò è possibile.
        
                 Come ho già 
        detto una volta, “forse la maggiore utilità dei nostri modesti sforzi 
        nella lotta per un mondo migliore sarà dimostrare quanto si può fare con 
        così poco, se tutte le risorse umane e materiali della società si 
        pongono al servizio del popolo.”
        
                 Le spese in 
        valuta della Battaglia di Idee, comprese le costruzioni, i materiali di 
        ogni tipo, le migliaia di apparecchi e impianti medici, odontologici e 
        ottici di alta qualità e standarizzati, i computer, i video, compresi i 
        pagamenti realizzati per il credito per l’acquisto di televisori 
        destinati alla popolazione, nonché altri pagamenti del genere, sono 
        inferiori al 2% della spesa totale del paese negli ultimi cinque anni.
        
                 A ciò 
        bisogna aggiungere, come esempio di razionalità, che il costo del 
        milione di televisori provenienti dalla Cina praticamente si compensa 
        con il risparmio di elettricità che si otterrà durante gli 8 anni 
        d’ammortamento del credito ricevuto.       
        
                 Dopo aver 
        fatto un resoconto di questi anni eroici, d’intenso lavoro e non poche 
        sfide, dobbiamo sentirci fieri della nostra gioventù, dei suoi valori, 
        della sua stirpe, del suo coraggio.
        
                 Da essa 
        nascono uomini come Juan Miguel, che ha compiuto in modo esemplare i 
        suoi doveri di padre e di patriota.
        
                 Dalla nostra 
        gioventù sono sorti i nostri cinque eroi prigionieri dell’impero che, 
        vittime della vendetta e dell’odio, soffrono ingiusta prigionia nei 
        carceri statunitensi senza che il loro onore, la loro integrità morale e 
        la loro lealtà alla Rivoluzione e al nostro popolo siano stati infranti.
        
        
                 Loro sono 
        simbolo e ispirazione per le persone che cambieranno il mondo.  Non 
        riposeremo nemmeno un minuto finché non sarà fatta giustizia e loro 
        ritorneranno alla nostra Patria.  Prima o poi, con l’appoggio degli 
        altri popoli del mondo, vinceremo anche questa battaglia!
        
                 I dati 
        contenuti nelle parole con cui rispondo al vostro invito possono causare 
        sorpresa a molti, alcuni nemmeno ci crederanno, altri li ignoreranno 
        olimpicamente.
        
                 L’impero, 
        infuriato, proclama con sorprendente cinismo che bisogna liberare Cuba, 
        portare la democrazia a questo popolo schiavizzato che dev’essere 
        insegnato a leggere e a scrivere, secondo quanto scritto nel suo 
        programma di transizione al capitalismo.  Le masse, in parte ancora 
        ingannate dal diluvio di menzogne e calunnie che diffondono i potenti 
        media imperialisti, crederanno in noi sempre di più, man mano che si 
        sveglieranno e conosceranno le realtà che le attendono e capiranno che 
        la differenza tra il nostro sistema e quello propugnato dall’impero è 
        abissale.
        
                 Il 
        capitalismo ha ormai perso ogni essenza umanista, vive dello spreco e 
        per lo spreco, non può sfuggire a questa malattia congenita 
        inguaribile.  Basta dire che in Haiti, il popolo più povero 
        dell’emisfero, Cuba ha 450 medici; i paesi industrializzati non possono 
        inviarne neanche 50, possiedono il capitale finanziario, ma mancano di 
        capitale umano.
        
                 Le 
        aggressioni, i blocchi, le azioni terroriste, il crollo del campo 
        socialista, il dominio unipolare del mondo, l’ascensione al potere 
        dell’estrema destra negli Stati Uniti che abbiamo avvertito nel 1998 
        come qualcosa possibile e anche probabile e le minacce di sterminio non 
        hanno potuto abbattere lo spirito di lotta del nostro eroico popolo.
        
                 Abbiamo 
        conosciuto la vera indipendenza e la vera libertà.  Mai ci rassegneremo 
        a vivere senza di esse!  E siamo disposti a pagare il prezzo necessario 
        di cui parlò Martí”
        
                 Continueremo 
        a creare e a lottare.  Ormai più nessuno avrà mai la forza sufficiente 
        per rinchiudere nella bottiglia il genio di un popolo che sfuggì per 
        sempre al saccheggio, all’umiliazione e all’obbrobrio.
        
                 Come disse 
        Camilo Cienfuegos, quello straordinario combattente che appare insieme a 
        Mella e al Che nell’emblema della Gioventù Comunista di Cuba e che aveva 
        al morire soltanto 27 anni, nel suo ultimo discorso il 26 ottobre 1959:  
        “In ginocchio ci metteremo soltanto una volta e soltanto una volta 
        chineremo il capo, e sarà il giorno in cui arriveremo alla terra che 
        custodisce 20 mila cubani per dire loro: ‘Fratelli, la Rivoluzione è 
        fatta, il vostro sangue non è stato versato invano!’”
        
                 Il popolo di 
        Cuba da molto tempo ha detto Patria o Morte! e combatterà la sua 
        Battaglia di Idee fino alle ultime conseguenze.
        
                 Viva il 
        popolo che ha affrontato con onore il più potente impero che sia mai 
        esistito!
        
                 Viva 
        eternamente l’esempio che oggi offre al mondo la gioventù cubana!
        
                 Viva per 
        sempre il socialismo!