Di vittoria in vittoria
        
         
        
        • Quando lavoriamo uniti e in forma organizzata, si 
        moltiplicano i frutti degli sforzi
        
         
        
        Discorso 
        pronunciato dal Presidente dei Consigli di Stato e 
        dei Ministri della Repubblica di Cuba, compagno Raúl Castro Ruz, nel 
        Secondo Periodo di Sessioni della VII Legislatura dell’Assemblea 
        Nazionale del Poder Popular, nel Palazzo delle Convenzioni, il 27 
        dicembre del 2008, "50º Anno della Rivoluzione"
        
         
        
        Compagne e compagni:
        
        ci separano pochi 
        giorni dalla fine di un anno in cui il paese ha affrontato compiti 
        difficili con i va e vieni dell’ economia mondiale in declino sostenuto 
        e si sono sommati fenomeni naturali sempre più 
        
        imprevedibili e 
        devastatori. In Cuba e nel resto dei Caraibi e dell’America Latina si 
        alternano siccità, uragani e inondazioni di intensità e frequenza 
        crescenti. 
        
        ê stata una nuova 
        opportunità perchè milioni di cubani ponessero di nuovo in luce questa 
        fibra di coloro che non si fanno piegare dalle difficoltà, anche se 
        sembrano insuperabili. Inoltre si è reiterato che quando lavoriamo uniti 
        e in forma organizzata e solidale, si moltiplicano i frutti degli sforzi 
        e delle risorse investite. 
        
        Il recupero dei danni 
        provocati dagli ultimi tre uragani in generale marcia in maniera 
        soddisfacente e si apprezzano già i risultati di un lento recupero delle 
        produzioni agricole. Inoltre sono stati fatti importanti investimenti 
        per equipaggiare le brigate che eleveranno decisamente le possibilità di 
        costruzione delle case. Operano già nel paese le prime quattro grandi 
        brigate destinate al movimento di terra indispensabili per la nuova 
        urbanizzazione.
        
        Sono stati acquistati 
        anche nuovi strumenti e materiali per la costruzione delle strade, delle 
        ferrovie e per ricostruire le reti elettrica e delle comunicazioni e lo 
        abbiamo fatto in tempi minori di quelli di situazioni precedenti, anche 
        se i danni sono stati maggiori. 
        
        Sono solo alcuni esempi 
        di quanto è stato fatto durante gli ultimi mesi. 
        
        Nonostante questo 
        dobbiamo essere coscienti dell’importanza di questo compito, in 
        particolare per il recupero delle case.        
        
        Sono più di 500.000 le 
        case danneggiate dagli uragani quest’anno, in 35 municipi, e in altri 12 
        ce ne sono state 70.000 danneggiate dai cicloni negli anni precedenti. 
        Tra tutte ne dobbiamo riparare o ricostruire totalmente ancora il 77 %. 
        Mi hanno assicurato che potremo terminare in tre anni, ma dobbiamo 
        essere realisti, non ingannarci, dato che con uno sforzo continuato si 
        dovrà lavorare tra tre e sei anni. 
        
        Senza dubbio in mezzo 
        ad una situazione di lavoro e sacrificio della maggioranza, alcuni hanno 
        tentato di lucrare in questa situazione 
        
        alle spalle delle 
        necessità dei loro compatrioti ed hanno ricevuto la ferma risposta degli 
        organi dell’Ordine Interno, della Procura e dei Tribunali, appoggiati 
        dalla popolazione attraverso le organizzazioni di massa. 
        
        
        Dev’essere chiaro che 
        non retrocederemo nel proposito di rafforzare 
        
        le istituzioni, la 
        disciplina e l’ordine in tutte le sfere del paese, senza le quali 
        semplicemente non sarà possibile avanzare. 
        
        I risultati economici 
        raggiunti nel presente anno sono stati presentati sia in questa sessione 
        generale, che nei giorni precedenti. 
        
        La realtà economica 
        avversa presente praticamente per tutto il 2008, unita alle molte ore 
        che la direzione del Paese ha dovuto dedicare alla ricerca delle 
        migliori alternative per garantire, nonostante le difficoltà,  
        l’alimentazione, la salute, l’educazione e la soddisfazione delle altre 
        necessità di base del nostro popolo, obbligata a situare come seconde 
        priorità lo studio e l’adozione di decisioni per temi anche importanti.
        
        
        In altri temi siamo 
        riusciti ad avanzare, ponendo le terre oziose nelle mani di coloro che 
        possono e sono disposti a farle rendere. Questo e un fronte decisivo nel 
        quale si deve stare allerta per qualsiasi ritardo e violazione di quanto 
        stabilito. 
        
        Inoltre ci sono 
        progressi nella produzione e nella distribuzione locale del latte e del 
        resto degli alimenti che è possibile produrre nel paese, nella 
        razionalizzazione del trasporto e del suo incremento, quando è stato 
        possibile; nella costruzione di grandi opere idrauliche, acquedotti e 
        sistemi di fognature o la riparazione dell’esistente in varie città. La 
        crescita sostenuta del turismo e una modesta crescita della sostituzione 
        delle importazioni, per menzionare solamente alcuni dei compiti più 
        importanti. 
        
        Questo ha permesso 
        d’affrontare meglio la crescita delle spese come conseguenza delle 
        perdite provocate dai cicloni che ci hanno colpito e anche, in misura 
        maggiore, l’aumento smisurato salvo le oscillazioni congiunturali dei 
        prezzi. 
        
        Per gli alimenti, per 
        esempio, quest’anno il paese ha dovuto pagare 907 milioni di dollari più 
        che nel 2007 e su questa cifra 840 milioni sono dovuti agli aumenti di 
        prezzo. Nelle ultime settimane sono calati, ma questo è avvenuto 
        maggiormente per le nostre esportazioni principali. 
        
        Il prezzo medio del 
        nichel nel 2008 è stato del 41% inferiore a quello del 2007 e dell’80% 
        in meno del record ottenuto nello stesso anno.  Inoltre sono diminuiti 
        il prezzo dello zucchero e dei prodotti del mare che Cuba esporta.
        
        
        La crisi finanziaria 
        provocata dagli Stati Uniti ha avuto una rapida evoluzione, sino a 
        divenire una crisi economica globale, che il compagno Fidel aveva 
        pronosticato un decennio fa, la più profonda in 80 anni.    
        
        La realtà è che nessun 
        Premio Nobel d’economia, nessuna scuola di pensiero economico, nessun 
        organismo internazionale può stabilire con certezza quando e dove 
        giungerà.  
        
        L’anno prossimo 
         presenta grandi incertezze nell’economia mondiale e dobbiamo prepararci 
        ad affrontare questo serio problema, che ci sta già danneggiando  in 
        maniera apprezzabile. 
        
        Nonostante tutte le 
        difficoltà, l’economia è cresciuta anche se meno di quanto pianificato e 
        in questo hanno influito in modo determinante, come ho detto prima, le 
        perdite provocate dagli uragani, con un ammontare vicino ai dieci mila 
        milioni di dollari, cioè circa il 20% per PIL dell’anno in corso. 
        
        
        Per la sua importanza 
        insisto in un’idea che ho già espresso altre volte: nessuno, nè un 
        individuo, nè un paese, possono darsi il lusso di spendere in 
        continuazione più di quello che ricevono per la vendita delle loro 
        produzioni o per i servizi che prestano. 
        
        Lo scenario sfavorevole 
        dell’economia mondiale e le nostre stesse difficoltà esigono 
        d’ottimizzare le possibilità che ci offrono le relazioni economiche 
        mutuamente vantaggiose, le relazioni economiche che abbiamo sviluppato 
        con nazioni amiche di tutti i continenti e soprattutto con la fraterna 
        Repubblica Bolivariana del Venezuela, fomentate personalmente dal suo 
        presidente, il compagno Hugo Chávez Frías.
        
        Il nostro dovere 
        elementare è aggiustare le spese in moneta forte ai volumi che siamo in 
        condizione di far entrare; è una battaglia in cui la vittoria dipende 
        dal lento  incremento della produzioni destinate all’esportazione o che 
        sostituiscono le importazioni con efficienza  e risparmio, garantendo 
        una maggiore e miglior offerta di servizi alle persone di altri paesi 
        che, come nel turismo e la sanità, apportano considerevoli entrate. 
        Inoltre è una necessità imperiosa e costituisce un dovere elementare con 
        le future generazioni. Non sarebbe etico aumentare le spese non 
        produttive al costo di debiti, che i nostri figli e nipoti dovrebbero 
        poi pagare. 
        
        In conseguenza, tra le 
        altre misure, abbiamo deciso di ridurre del 50% le spese previste per i 
        viaggi all’estero degli organismi e lo stesso è indicato per il settore 
        delle imprese. L’obiettivo non è  diminuire i compiti o le gestioni 
        necessarie, ma farlo con maggior razionalità. 
        
        Non si tratta di un 
        cambio nella strategia economica adottata, al contrario, significa 
        essere totalmente conseguenti con lei; non abbiamo messo da parte 
        nessuno dei temi di cui si è parlato negli ultimi tempi. Ad ogni tema 
        sono state applicate le misure parziali permesse dalle circostanze: 
        avanzeremo senza fretta od eccessi d’idealismo, con le risorse 
        disponibili e alla conclusione degli studi necessari, strettamente 
        relazionati con quanto precede, dobbiamo essere coscienti che per 
        risolvere lentamente le distorsioni esistenti nel sistema salariale, 
        dobbiamo eliminare le gratuità indebite e i sussidi eccessivi. Al 
         contrario, semplicemente, i conti non quadreranno. Due più due fa 
        sempre quattro, mai cinque, e dobbiamo attuare con realismo e adattare 
        tutti i sogni alle vere possibilità. Questo significa compiere con il 
        principio socialista che dice che ognuno deve ricevere secondo il suo 
        lavoro.  
        
        Le gratuità vanno 
        limitate strettamente per assicurare a tutti i cittadini, alla pari, le 
        questioni vitali come l’educazione, la salute 
        
        e la sicurezza, con 
        l’assistenza sociale, assieme alla cultura e lo sport. Per mantenere i 
        livelli attuali dovremo produrre di più e incrementare le entrate del 
        bilancio, dato che le spese crescono ogni anno.
        
        Il compito non è 
        semplice e necessita di comprensione e dell’appoggio di tutti. 
        
        
        Un esempio di questo è 
        l’analisi del Consiglio dei Ministri. 
        
        Voi (deputati)  siete 
        stati informati ampiamente ieri su come eliminare la pratica di 
        garantire piani di vacanze, offerte gastronomiche e altro a prezzi 
        fortemente sussidiati, che si offrivano a quadri, lavoratori segnalati e 
        ad altri settori della popolazione. 
        
        Il costo annuale in 
        moneta forte per questo concetto era di quasi 60 milioni di dollari e 
        forse anche di più se consideriamo la parte del sussidio che riceve il 
        settore dei campeggi: superiamo i 60 milioni.  Questo è il solo paese 
        del mondo che fa queste cose. S’intenda bene: non è che si mette in 
        dubbio se queste possibilità sono state davvero meritate o limitare il 
        diritto d’andare in questi centri, ma solo se è razionale mantenere una 
        formula di stimolo così costosa nelle difficili circostanze attuali e 
        anche in altre.  
        
        È noto che la gran 
        maggioranza delle persone non apprezza giustamente una gratuità e un 
        elevato sussidio generalizzato come parte della retribuzione che riceve, 
        nella quale considera solo il salario. 
        
        Ieri abbiamo discusso 
        ampiamente questo tema, ma ci sono molte altre sfaccettature che 
        continueremo a discutere ed abbiamo segnalato, senza che ci tremi la 
        voce, che si devono analizzare  lentamente, per eliminarle assieme al 
        processo di dare un vero valore al salario. Non c’è altra soluzione.
        
        La priorità degli altri 
        temi ci ha impedito di concludere gli studi e presentare a questa 
        sessione dell’Assemblea la nuova composizione del Governo e per questo 
        vi chiediamo  di rimandare le decisioni, dato che questo non implica 
        che, puntualmente come si è fatto, si realizzino altri cambiamenti nel 
        trascorso del 2009. 
        
        Questi temi sono 
        intimamente vincolati alle trasformazioni strutturali e di concetti che 
        si devono sottoporre alla considerazione e all’approvazione del VI 
        Congresso del Partito. 
        
        Per esempio, 
        s’incontrano in una tappa molto avanzata gli studi per la creazione 
        della Corte dei Conti della Repubblica, come organo gerarchicamente 
        superiore agli organismo dell’amministrazione centrale dello Stato, che 
        sarebbe subordinata direttamente al Consiglio di Stato. Abbiamo il 
        proposito di presentare questa proposta nel prossimo periodo di sessioni 
        dell’Assemblea. 
        
        Il progetto prevede che 
        questo organo assuma le funzioni dell’attuale Ministero di Consulenza e 
        Controllo, alle quali si aggregano altre, poiché si prevede di 
        assegnarle più facoltà di quelle che suole avere in determinati paesi, 
        limitate fondamentalmente al controllo dei fondi pubblici.  
        
        
        Detto in breve, 
        vogliamo che contribuisca in maniera decisiva a rafforzare l’esigenza 
        del compimento stretto del dovere per tutte le strutture della 
        direzione, senza soppiantare le loro responsabilità, nè ai ministri o ad 
        alcun altro funzionario. 
        
        Incluso i casi in cui 
        si scopre l’assenza di norme o di regole, promuoverà la loro 
        elaborazione per presentarle di fronte alle istanze corrispondenti. In 
        molti luoghi questa situazione è presente sia nell’impresa come nella 
        nazione. 
        
        Dove è scritto quali 
        sono i doveri, quali sono le funzioni per le quali voi dovete dirigere 
        il loro lavoro e realizzare le esigenze nel compimento del dovere di 
        ognuno, come hanno segnalato qui vari deputati, riferendosi a temi molto 
        concreti? Assenza totale di norme e di regolamenti. Questa Corte dei 
        Conti della Repubblica inoltre controllerà tutto questo e amplio il 
        concetto perchè è ora di cominciare a vedere cosa manca, per regolare 
        l’area di lavoro di ognuno. 
        
        Tutto necessita regole 
        come guida sulla quale basare il lavoro: esigere significa controllare, 
        educare, orientare, prevenire e far compiere quanto disposto, ma tutto 
        questo dev’essere compiuto; quando disposto dev’essere scritto, non dev’essere 
        quel che va bene a uno o all’altro.  
        
        Se a un certo punto 
        qualcuno va sanzionato, non ci possiamo limitare ai diretti esecutori 
        delle violazioni: si devono includere anche coloro che con la loro 
        attuazione negligente propiziano o permettono che avvengano, ossia i 
        detti responsabili collaterali che sono precisamente coloro che non 
        esigono. 
        
        Per molti anni ho 
        meditato su queste questioni, analizzando prima di tutto il mio stesso 
        lavoro e poi quello degli altri e sono giunto alla conclusione che uno 
        dei nostri problemi fondamentali è la mancanza d’esigenza sistematica a 
        tutti i livelli. Osservate, meditate, guardate da una parte e dall’altra 
        e guardatevi anche dentro. 
        
        Si dev’essere sempre 
        disposti a cercare i problemi e ad affrontare le incomprensioni. 
        Dirigere, in primo luogo, è saper esigere. Non si può dirigere e 
        controllare e nello stesso tempo essere tolleranti e disimpegnare il 
        ruolo di buona gente, come si dice popolarmente. 
        
        Per questo ci sono 
        diversi qualificativi affibbiati, generalmente denigranti per coloro che 
        attuano come si deve fare realmente. 
        
        Non è nemmeno possibile 
        dirigere senza dominare le disposizioni e i documenti rettori del nostro 
        lavoro. Non siamo abituati a lavorare seguendo i nostri documenti e 
        quando ne appare uno, leggiamo il titolo e lo mettiamo a riposare nel 
        cassetto. 
        
        Dobbiamo dirigere e 
        dirigere il lavoro con i documenti rettori approvati ai livelli 
        corrispondenti, preferibilmente discussi in maniera democratica, con la 
        partecipazione di tutti coloro che debbono partecipare e di coloro che 
        devono farli rispettare. 
        
        Questo esiste in poche 
        istituzioni del paese e in poche – si fa, ma in poche - si seguono 
        regole da quando uno entra in un organismo a quando lo seppelliscono, se 
        muore nello stesso organismo, sapendo che si deve fare in ogni caso.
        
        
        Cito questi due 
        estremi. Ma ci sono altri dove non esiste dirigenza e sono comuni le 
        violenze incoscienti, come cosa naturale dei regolamenti ufficiali e 
        delle leggi della Repubblica e di questo Parlamento e non succede 
        niente. 
        
        Dicevo che non è 
        possibile dirigere senza dominare le disposizioni e i documenti rettori 
        del nostro lavoro. 
        
        Purtroppo non tutti 
        hanno l’abitudine di studiarli o di consultarli con la periodicità 
        necessaria, che è la sola forma di applicarli in maniera conseguente.
        
        
        La Corte dei Conti non 
        eliminerà da sola questi problemi che derivano da vizi radicati, così 
        radicati come il marabù; ma il marabù si strappa e si brucia. Dalla 
        terra che oggi perlomeno è protetta dal marabù si possono produrre 
        frutti utili per il paese.
        
        La Corte dei Conti  
        contribuirà alla battaglia che stiamo portando avanti contro questo, 
        come l’appoggio di altri organismi, soprattutto della Procura Generale 
        della Repubblica, assieme al Partito ed ad altre istituzioni non statali 
        che rappresentano in congiunto tutta la società. 
        
        Daremo il massimo 
        appoggio a questi impegni, passo a passo e senza estremismi, ma in forma 
        sempre più rigorosa ed energica. Meditate su questa questione che ho 
        appena detto e osservate. ´
        
        Nella sessione 
        precedente dell’Assemblea ci eravamo concentrati su due temi principali: 
        la nuova Legge di Previdenza Sociale e la necessità d’incrementare 
        l’incorporazione al lavoro, la produttività e l’efficienza. 
        
        
        Coincido con le 
        opinioni  espresse: abbiamo approvato una legge di Previdenza Sociale 
        giusta, rispettosa degli interessi dei lavoratori e che considera anche 
        le realtà economiche e demografiche del paese. 
        
        Come ha informato la 
        nostra stampa il 2008 si caratterizza con un leggero aumento della 
        natalità rispetto agli anni precedenti, ma questo non significa ancora 
        un cambio nella tendenza sostenuta all’incremento dei cittadini d’età 
        avanzata rispetto ai giovani, con la conseguente diminuzione progressiva 
        della popolazione attiva nel settore del lavoro.
        
        Sono ragioni che non si 
        possono ignorare e molto difficili da invertire, che impongono la 
        necessità d’aumentare l’età del pensionamento e questo lo ha compreso la 
        maggior parte dei nostri lavoratori dopo profonde discussioni, durate le 
        quali è stata ascoltata l’opinione di tutti. 
        
        Nel mese di giugno 
        scorso abbiamo richiamato nelle aule i maestri e professori pensionati o 
        che avevano smesso d’insegnare per diverse ragioni; la risposta ha 
        giustificato la nostra aspettativa.  Ci fa piacere complimentarci con 
        settemila educatori che hanno risposto e che oggi apportano la loro 
        esperienza e le loro conoscenza a differenti livelli d’insegnamento, 
        soprattutto nelle elementari, le medie e i licei dove si presenta il più 
        forte deficit di docenti. 
        
        È stato un rinforzo 
        molto importante per l’insostituibile e dedito distaccamento che i 
        nostri educatori costituiscono. Lo dimostrano gli altri novemila che, 
        superata l’età della pensione, continuano a lavorare. 
        
        Questo compito non si 
        conclude qui, soprattutto nelle province che hanno ottenuto sinora 
        minori risultati. 
        
        Questo era già avvenuto 
        con i 1600 ingegneri, i tecnici di livello medio e gli operai 
        specializzati che erano già pensionati e ritornarono nelle FAR.  La 
        maggioranza per partecipare a importati compiti di modernizzazione del 
        nostro arsenale e di altri mezzi di difesa, tema del quale ho parlato 
        nella sessione precedente dell’Assemblea; 1600 pensionati che 
        ritornarono. 
        
        Sono esempi che 
        dimostrano che il nostro popolo risponde sempre quando si lavora 
        seriamente con argomenti solidi e una corretta organizzazione. 
        
        
        In quell’occasione 
        avevo anche detto che ogni provincia deve garantire oltre ai professori 
        necessari, i costruttori, i poliziotti e il resto della forza lavoro. 
        oggi deficitaria.  Qualcosa è avanzato: nel primo semestre si sono 
        iscritti ai corsi di formazione della polizia 867 giovani della capitale 
        della Repubblica e ugualmente avviene  con il corso che inizierà nel 
        febbraio del 2009. 
        
        Le province più in 
        ritardo sono quelle di Matanzas e La Habana. 
        
        Nella prossima sessione 
        dell’Assemblea lo ricorderò di nuovo, perchè non venga dimenticato.  
        
        
        A proposito dei 
        costruttori, devo dire che la risposta è molto, ma molto insufficiente 
        in questo settore indispensabile per lo sviluppo del paese sotto ogni 
        aspetto e per le migliaia di case che dobbiamo costruire. 
        
        
        Sono passi nel mezzo di 
        un’insieme di misure che dovremo adottare in continuazione, sino a 
        quando lavorare divenga una cosa realmente vitale per tutti. Detto più 
        chiaramente: che le persone sentano la necessità di lavorare per 
        soddisfare le proprie necessità, indipendentemente dalla coscienza di 
        ogni cittadino onesto su questo primordiale dovere. 
        
        Non inganniamoci più: 
        se non c’è pressione, se non esiste la necessità di lavorare per 
        soddisfare le necessità - tanto me lo danno gratis qui o lì – resteremo 
        senza voce richiamando al lavoro. Questo è quello che io penso e per 
        questo tutto quello che propongo s’incammina verso questo obiettivo. Non 
        inganniamoci. 
        
        Condividiamo le 
        preoccupazioni di molti compatrioti rispetto agli individui che non 
        apportano alla società, ma dobbiamo essere coscienti che sono problemi
        
        
        che non si risolvono 
        con una disposizione e nemmeno con una legge. Necessitano azioni che 
        integrino azioni politiche, economiche, legali e amministrative e 
        sopratutto quello che ho appena detto: che sentano la necessità di 
        lavorare. 
        
        Nelle relazioni 
        internazionali sono considerevoli le conquiste del paese:  abbiamo 
        compiuto bene la nostra responsabilità di Presidente del Movimento dei 
        Paesi non Allineati, oggi più attivi e uniti.  
        
        Nella ONU è stata 
        approvata la risoluzione contro il blocco per la 17ª occasione 
        consecutiva. Pochi giorni fa, in Brasile, il Vertice del Gruppo di Río 
        ha ricevuto con un’ovazione l’ingresso di Cuba come membro pieno e 
        ugualmente sono state ascoltate con rispetto le valutazioni del nostro 
        paese dai presidenti presenti all’incontro dell’America Latina e dei 
        Caraibi su Integrazione e Sviluppo e del Mercato Comune del Sud. 
        
        
        Le nazioni della nostra 
        regione sono passate dalle petizioni alle esigenze a proposito delle 
        aggressioni contro Cuba da parte degli Stati Uniti, sia negli incontri 
        multilaterali che in forma individuale di un numero crescente di governi 
        e di parlamenti. 
        
        Un esempio di queste 
        trasformazioni è la dichiarazione contro il blocco,adottata nel Vertice 
        delll’America Latina e dei Caraibi, su Integrazione e Sviluppo. 
        
        
        Stiamo lottando senza 
        riposo per il ritorno in Patria dei nostri Cinque Eroi  e rinnoviamo 
        davanti ai loro familiari e al popolo l’impegno di non interrompere mai 
        questo sforzo sino quando ritorneranno in Patria ( applauso prolungato 
        ). 
        
        Gli immediati e 
        importanti aiuti ricevuti dopo il passaggio degli uragani, assieme agli 
        incontabili messaggi di solidarietà e stimolo, sono gesti che il nostro 
        popolo gradisce e apprezza, una dimostrazione di rispetto palpabile, di 
        affetto che Cuba ha saputo guadagnarsi con il suo atteggiamento sempre 
        dritto e di principi nelle sue relazioni con il resto dei paesi e la sua 
        cooperazione solidale e disinteressata in gran numero di settori e 
        soprattutto nella sanità e nell’educazione. 
        
        Viviamo in un momento 
        storico, radicalmente differente, molto differente da quello degli anni 
        in cui i governi dell’America Latina, meno pochissime e onorevoli 
        eccezioni, si piegavano in blocco in maniera sottomessa ai dettami di 
        Washington per isolare Cuba. 
        
        Oggi stiamo 
        raccogliendo i frutti di una politica estera ferma, solidale e basata in 
        principi inviolabili, concepita e messa in pratica dal compagno Fidel 
        per quasi cinquant’anni, anche nelle circostanze più difficili. 
        
        
        Siamo stati gli 
        anfitrioni, nell’anno che sta per finire, d’importanti riunioni 
        internazionali, come il recente Terzo Vertice di Cuba-Caricom, 
        effettuato agli inizi di dicembre in Santiago di Cuba con eccellenti 
        risultati, ed era la prima volta che partecipavano tutti i presidenti 
        dei paesi che integrano la  Comunità dei Caraibi. 
        
        Inoltre abbiamo avuto 
        l’onore di ricevere molti capi di Stato e di Governo, e personalità 
        della politica, dell’economia, la religione, le scienze e la cultura di 
        tutti i continenti. 
        
        50 anni fa, in questi 
        giorni, l’Esercito Ribelle, in stretto coordinamento con i combattenti 
        della lotta clandestina, otteneva la sua grande e decisiva vittoria 
        finale in tutta l’Isola. 
        
        Una settimana dopo, di 
        fornte all’impulso della Rivoluzione, cadde per sempre la tirannia, 
        frutto del colpo di Stato di sette anni prima, che aveva sommerso il 
        paese in una tragedia.  
        
        Il trionfo della nostra 
        ultima Guerra di Liberazione giunse esattamente cinque anni, cinque mesi 
        e cinque giorni dopo l’eroico tentativo di conquistare il cielo con un 
        assalto, in Santiago di Cuba e Bayamo, il 26 di luglio del 1953. 
        
        
        La vittoria del primo 
        gennaio non segnò la fine della lotta, ma solo l’inizio di una nuova 
        tappa, caratterizzata dalla più ampia e cosciente partecipazione 
        popolare, senza un minuto di tregua, durante il mezzo secolo che è 
        trascorso. Sono stati così anche questi ultimi 12 mesi, particolarmente 
        intensi e complessi, che abbiamo analizzato. 
        
        Per questo concludo 
        desiderando e augurando a voi e a tutti i nostri compatrioti, per il 
        2009, salute e molta energia. 
        
        Le necessitiamo, come 
        g¡à ho detto varie volte, perchè lavoro ce n’è anche troppo! 
        
        
        I rivoluzionari cubani 
        possiamo guardare il passato con la fronte alta e il futuro con la 
        stessa fiducia nella nostra forza e capacità di resistere. 
        
        
        Complimentiamoci tutti 
        per il 50º Anniversario del Trionfo della Rivoluzione, prima di tutto 
        con il suo Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz (Applausi prolungati ed 
        esclamazioni di Viva Fidel), che ci ha condotto ieri, oggi e sempre, di 
        vittoria in vittoria. Molte Grazie.