CUBAOGGI


LETTERA APERTA AI COLLEGHI ITALIANI

 


 

Informazione libera? Ma non prendiamoci in giro: e parliamo di Cuba, per davvero.

 

di Marilisa Verti

Ciascuno nella vita ha delle passioni. La mia si chiama Cuba. E’ una Terra che seguo da molti anni, ne conosco la storia, le contraddizioni, i problemi. E’ un Paese che mi stimola, perché, pur essendo piccolino, riesce a tener testa ai potenti della terra e ad andare avanti. Perché laggiù si è parlato di  antiglobalizzazione e di pace prima ancora che tutti si riempissero la bocca con questi termini. Perché là i bambini e gli anziani sono rispettati, perché si studia, perché va avanti la ricerca scientifica e per tanti altri perché. L’ho studiata, frequentata e ho creduto di conoscerla. Dico creduto, perché oggi, con quello che sto leggendo sui giornali mi sembra si stia parlando di un altro Paese. Fioccano ovunque righe di esperti, che analizzano, triturano, pontificano sull’operato di Cuba, come se la conoscessero in profondità da anni e anni, si fossero abbeverati con la sua cultura e avessero presenziato a tutti i dibattiti. Ciò che è Cuba non conta più. Quello che vale sono i giudizi degli esperti che raccontano fatti mai saputi prima.

E io mi sto chiedendo, sfiduciata, se ha ancora un senso fare i giornalisti, di fronte a questa onnipotenza di scritti e a questo baratro di informazioni. Cercare le fonti, incrociarle, andare oltre la realtà apparente, non lasciarsi prendere la mano dallo scoop effimero, ma scavare, approfondire, capire, perché quello che scriviamo sarà dato in pasto a lettori ignari e fiduciosi, sono sempre stati alcuni dei punti chiave nella nostra professione.

Ma ciò che leggo non c’entra nulla con quest’ etica.

E così vorrei porre alcune domande a coloro che tutto sanno:

Chi sa dirmi qualcosa di Fabio di Celmo? Perché, pur essendo un cittadino italiano ucciso da un attentato terroristico finanziato dalla mafia di Miami, nessuno si è sollevato chiedendo giustizia, a parte il padre e il fratello? Non lo dico io, ma Livio di Celmo che ha chiesto ragioni al giudice  Lenard ricordando che il fratello è stato assassinato il 4 settembre del 1997 dalla bomba posta da un terrorista pagato da Posada Carriles, notissimo delinquente nemico di Cuba, pagato e sostenuto dalla mafia di Miami. L’assassino? Un mercenario di El Salvador che poneva bombe per 1500 dollari l’una, ma tutti gli atti di terrorismo sono stati pagati dalla Fondazione nazionale cubano - americana della mafia di Miami, coperta dal governo Usa, che ha molti legami con gruppi di terroristi dell’ estrema destra reazionaria. Livio di Celmo nella sua lettera denuncia che dal1959 ad oggi i gruppi terroristi degli Stati Uniti hanno ucciso 3400 cubani e ferito oltre duemila persone. Lo avevate letto da qualche parte?

Sui diritti umani: in quanti hanno scritto sui cinque cubani infiltrati  negli Usa per scoprire possibili attentati terroristi? Lo sapete che l’Fbi li ha arrestati un mese dopo che ai Federali è stato consegnato il dossier con le informazioni dei potenziali delitti, che sono stati rinchiusi in isolamento totale per 17 mesi senza possibilità di comunicare con la famiglia e con possibili avvocati? E che il premio per il loro lavoro di talpe è arrivato sino all’ergastolo? (la lista delle efferatezze cui sono stati sottoposti è lunga. Per ora mi fermo qui)

Lo sapete che gli Usa fomentano e finanziano attività per abbattere Fidel Castro e che il funzionario diplomatico Usa alla Avana ha dato tutto il suo appoggio ai gruppi dell’estrema destra di Miami per raggiungere questo scopo? Ci sono le dichiarazioni che vi evito, ma invece guardate alcuni dati del bilancio Usa a questo scopo: Il 26 marzo il sottosegretario di Stato Colin Powell davanti al Subcomitato di Assegnazioni del Senato annuncia un budget di  26 900 000 dollari per le trasmissioni contro Cuba della Radio e la Televisione "Martí"(trasmettono illegalmente da Miami violando lo spazio cubano) per 1200 ore di trasmissione settimanale verso Cuba. Ma non è tutto. Per aiutare la costituzione di Organizzazioni non governative a Cuba", 1 602 000 dollari; "per dare voce ai giornalisti indipendenti", 2 027 000 dollari; "per pianificare la transizione a Cuba " 2 132 000 dollari; "per valutare il programma", per verificarne l’andamento, 335 000 dollari. Il Centro per una Cuba Libera ha ricevuto, nel 2002, 2 300 000 dollari. Gruppo di Lavoro della Dissidenza Interna, 250 000 dollari; Fredoom House, 1 325 000; l’Istituto per la Democrazia a Cuba... Tutti questi sono a Miami, alcuni a Washington, L’Istituto Repubblicano Internazionale, uno dei gruppi che ha ricevuto soldi dal governo degli Usa, ha ottenuto 1 674 462 dollari nel 2002  per contribuire a creare basi d’appoggio internazionale, per fornire aiuto materiale, morale e ideologica agli attivisti a Cuba, compresa la concessione di premi e riconoscimenti internazionali. Gruppo di Appoggio alla Dissidenza, 1 200 000. Cubanet ha un budget di 98 000 dollari. Il Centro Americano per il Lavoro Internazionale di Solidarietà, che ha come oggetto sociale dichiarato "persuadere gli investitori stranieri a non fare investimenti a Cuba", riceve dal governo nordamericano 168 575 dollari all’anno. Gli stanziamenti arrivano con vari abiti:  a cui si aggiungono gli oltre  ventidue milioni di dollari, dal 1997, per mettere in pratica la Legge Helms Burton a Cuba. Una curiosità: Oscar Espinosa Chepe, di cui l’Italia tanto si preoccupa, non lavora da circa dieci anni, eppure dal 2002 al 2003  ha ricevuto 7 154 dollari con tanto di fatture e ricevute, oltre a una cifra di 13660 dollari nascosti in casa (perchè non li ha depositati in banca?)

E lo sapete che la rivista di Reporteres sans frontieres è stampata presso la Officina de Interes degli Usa all’Avana?

E allora: perché parlare di dissidenti quando i fatti dimostrano che si è trattato di mercenari pagati per scopi eversivi? (qui si sta ancora lavorando sul caso Mitrokin, o sbaglio?)

Evito di toccare a fondo l’elemento embargo, di cui tutti ci si dimentica (forse perché a Cuba non ci sono i bambini che muoiono di fame e perché la mortalità infantile è ben al di sotto dell’1 per mille?).  Sono 11 anni che l’Onu vota contro l’embargo a Cuba ( e che è costato al paese oltre 70 milioni di dollari). Come mai  se ne parla così poco  e non ci sono sanzioni? E per quale logica, da oltre quaranta anni viene mantenuto in piedi e inasprito appena possibile un embargo da parte della maggiore potenza del mondo verso un paese di appena 12 milioni di persone che si fa i fatti propri e non ha mire egemoniche?

Terrorismo: Già detto dei 5 cubani in carcere negli Usa e di Fabio di Celmo. Lo sapete che negli ultimi sette mesi ci sono stati sette sequestri di aerei e di imbarcazioni cubane, favoriti dalla tolleranza delle autorità statunitensi per la Legge di Aggiustamento cubano (non spiego di cosa tratta: conoscerla è il minimo, per chi scrive su Cuba), e del fatto che in ben 4 casi i sequestratori sono liberi di girare per le strade di Miami, nonostante i Trattati Internazionali firmati anche dagli Usa?

Giornalismo indipendente. Bella questione, anche per l’Italia. Basta scrivere su di un giornale o in Internet per venire considerati giornalisti? Per me no, e non mi metto a spiegare il perché. Tornando a Cuba, in tutto il  Paese esistono 2 175 giornalisti tra cubani e stranieri. Per essere definiti giornalisti è necessario il diploma di Laurea rilasciato dalle università dopo cinque anni di studi, oppure valgono anche corsi post-laurea in altre istituzioni e università del mondo. Dei 37 che si sono proclamati ‘giornalisti indipendenti’, solo 4 erano laureati in giornalismo o sono stati giornalisti almeno una volta. Quattordici su 37 hanno compiuto studi universitari, compresi questi 4 ma, d’altronde, nel Paese ci sono oltre 700 000 laureati, quindi come si può scrivere che sono stati colpiti gli intellettuali?

Sulla pena capitale: sui giornali italiani i tre sono apparsi come ragazzi (età media 40 anni) un po’ facinorosi,forse, ma comunque dei bravi giovani in cerca di libertà. Per chi non lo sapesse, tutti erano già stati in carcere: il primo con 15 processi per delitti comuni e incarcerato varie volte, il secondo con cinque processi e il terzo con sette processi penali tra cui uno per grave ferimento con arma bianca di un lavoratore del settore edile (che poi è morto per le ferite). Proprio bravi ragazzi, no, quindi. Ma al di là dei commenti sulla pena di morte, che non rientra nella mia concezione di vita, mi chiedo come mai questo scatenamento verso Cuba?

7bis) A latere…… Il record di esecuzioni appartiene al Texas di George W. Bush, e nel suo governatorato ne sono state eseguite 152. Il Diritto Internazionale e la Legge cubana vietano l'applicazione della pena capitale ai minori di età. Dal 1977 gli Stati uniti hanno condannato a morte 12 minori. Eccetto gli Stati uniti, tutti i paesi sono d’accordo nel rispettare l'articolo 3.7 della Convenzione sui Diritti del Bambino, che vieta l'applicazione della pena di morte ai minori di 18 anni di età. Ben 85 pene di morte sono state eseguite negli Stati uniti nell'anno 2001 e 71 nel 2002. Intanto, 3.700 condannati attendono l’esecuzione della loro sentenza nel braccio della morte e 80 di quelli che attendono la pena di morte erano minori di età quando hanno commesso i delitti. Non ho visto accanimento della stampa, né sanzioni parlamentari. Neppure nei confronti del Perù, quando sono stati giustiziati i ‘dissidenti’ governativi, e neanche nel più recente caso moscovita. E mi fermo qui nel ricordare degli eventi. Perché solo e sempre Cuba con i suoi dodici milioni di abitanti?

 

Ovviamente posso dimostrare tutto ciò che ho scritto. Ho attinto a varie fonti, come si conviene a chi svolge questo mestiere, e non mi sono fidata dei passaparola, dei sentito dire o dei rimbalzi di quanto già scritto da altri. Mi piacerebbe sapere quanti, tra coloro che hanno scritto o sono intervenuti in questo periodo, sono altrettanto documentati (ho molte più informazioni…..) e non hanno invece cavalcato l’onda dello scoop, della notizia buttata lì, che arriva sempre da chi ha la voce più forte o/e maggiormente potente. Credo che, su questo esempio di Cuba, ci convenga compiere una riflessione seria sul giornalismo italiano, sulla presunta indipendenza della stampa e sul perché nascono ‘i casi’, vengono pubblicate alcune notizie ed altre completamente ignorate.

Sarebbe utile per il bene della categoria e dei lettori.

 

info@siporcuba.it

 HyperCounter