MIRADA CUBANA ARCHIVIO


 

 

Elezioni Europee: cosa cambia?

Il pesante ridimensionamento di Forza Italia evidenziato durante queste ultime elezioni europeiste, pare essere un segnale inequivocabile del fatto che la gente comune, quella che aveva votato con fiducia un nuovo schieramento politico fatto di proclami e di illusorie promesse, ha realizzato la pochezza di un programma elettorale di un non partito salito alla ribalta solo grazie al suo leader ed al coinvolgimento mediatico messo in atto in maniera evidente e subliminale.

Seppur non può essere considerata vittoria, l'affermazione del gruppo dell'Ulivo, va invece evidenziato, il successo ottenuto da Rifondazione Comunista che si attesta a quarto partito in ordine di voti, e dei Comunisti Italiani di Diliberto che supera il 2,5% dell'elettorato.

In buona sostanza, rifondaroli e PdCI, ottengono un quasi 9% che va al di là di qualsiasi previsione iniziale.
Vero è che trattasi di elezioni Europee e non politiche, ma i segnali sono arrivati inequivocabilmente e non solo al Polo ma, soprattutto, all'Ulivo che non può tenerne conto in previsione di una naturale alleanza futura.

Il problema, relativo a Cuba è presto detto: come si comporterà l'Ulivo di fronte allo slogan "con Cuba senza se e senza ma" di Rifondazione e del PdCI?
Quale saranno le posizioni a proposito di una politica estera verso Cuba?

I diesse, che hanno spesso accusato Fidel (e Cuba) di non rispettare i diritti umani e di non volere un cambiamento, sono disposti ad un ripensamento delle loro posizioni in merito alle relazioni con Cuba?

Il piatto è ben importante. Se l'Ulivo vuole governare l'Italia, ha necessariamente bisogno del sostegno di quel 9% di voti che possono essere assicurati dai due partiti della sinistra radicale e, tra i diversi temi di una piattaforma politica di programma, non può non mancare anche il problema cubano.

Sia Rifondazione che i Comunisti Italiani, sanno perfettamente che hanno goduto (e godranno) dei voti di un elettorato favorevole a Cuba e che condivide le linee del suo governo. Non pensiamo che, a cuor leggero, questo elettorato potrebbe sposare la tesi di Ingrao o della Pasqualina Napolitano che vorrebbero vedere Cuba approntare cambi di direzione politica.

E se, tutti preannunciano con il dopo Fidel, delle svolte storiche innanzi tutto dobbiamo far constatare che:

1) Fidel è ben saldo
2) nessuno ha mai assicurato che un post percorso possa essere differente dalla strada battuta da Cuba fino ad oggi.

Ci auguriamo che i compagni di Rifondazione e del PdCI non tradiscano il proprio elettorato allorquando si metteranno seduti sul tavolo delle trattative con l'Ulivo per discutere di un programma comune.

Cuba ha bisogno di solidarietà e non certo di critiche al suo sistema. 

 

 

 

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