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Debito estero: il cancro dell’economia di Haiti

 

di CARMEN MORENO

 

Gli architetti del programma per gli aiuti ai paesi poveri fortemente indebitati (HIPC in inglese) hanno posto nel loro elenco anche Haiti, l’economia più debole dell’America Latina.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e il Banco Mondiale (BM) considerano Haiti “eleggibile” per il condono del debito, la prima tappa di un processo di lunga durata con l’obiettivo dell’annullamento del debito estero.

Oggi Haiti è obbligata ad utilizzare le sue povere risorse per restituire i prestiti con una realtà di miseria che affligge il 60% degli abitanti.

Il suo debito estero supera i 1300 milioni di dollari. Solo nel 2005 Haiti ha dovuto pagare, obbligata dal Banco Mondiale, 52 milioni di dollari per questa voce. Ma non è un segreto che Haiti è sempre più lontana dalla possibilità di allontanare la fame e la miseria proprio per l’onere insuperabile di queste voci.

Le istituzioni multilaterali di credito hanno rivolto una sgrido a questo paese in miseria dopo un decennio dalla considerazione  del HIPC, nel “lentissimo  proposito di aiutare i paesi più poveri e più indebitati”.

Il Banco Interamericano di Sviluppo (BID), a cui Haiti “deve” circa 550 milioni  di dollari, ha reso noto che “studierà un condono” e nel Sud si considera che questa misura sarà il risultato di un’intensa pressione degli attivisti contro la povertà e a favore dello sviluppo.

Attualmente si sta rafforzando a livello internazionale la resistenza al pagamento del debito schiavizzante tentando di mitigare l’enorme ingiustizia storica contro il Terzo Mondo. Movimenti sociali di più di cinquanta paesi da sei anni svolgono una campagna per rivelare la vera natura della crisi provocata dal debito.

Dopo il primo incontro a Dakar, in Senegal, nel 2000, molte organizzazioni hanno promosso il riconoscimento dei diritti dei popoli del Sud, quali creditori dei debiti sociali, ecologici, culturali e finanziari dei quali il Nord è debitore. Una forte voce unitaria esige dal Primo Mondo che riconosca questi debiti, accumulati con le loro politiche di saccheggio e violazione di tutti i diritti umani, includendo il diritto alla sovranità e all’autodeterminazione.

Nella più recente riunione svolta a Cuba l’anno scorso, è stato sottolineato  che i processi accelerati della globalizzazione hanno solamente esteso ed  accresciuto la crisi del debito estero, uno dei peggiori flagelli per l’umanità.

La HIPC tenta di dimostrare che gli Stati Uniti sono protettori e salvatori dei paesi, ma in realtà è un meccanismo subdolo  che crea  meccanismi sempre nuovi per mantenere il debito estero ed interno.

Il debito dell’insieme dei paesi poveri, così come il suo pagamento  (l’ammortizzamento  del capitale più gli interessi) cresce in continuazione da quasi 20 anni, pagato e ripagato, ma senza prospettive per uscirne.

In molti casi, come per esempio in Paraguay, il debito estero con i governi, le banche e gli organismi di credito si è triplicato negli ultimi 10 anni, mentre  l’economia nazionale è entrata in una crescente recessione, accrescendo la povertà.

Bolivia, Honduras e Nicaragua hanno chiesto di recente  la solidarietà continentale e che si condoni il loro debito. I presidenti Evo Morales, Manuel Zelaya ed Enrique Bolaños hanno analizzato in Guatemala la richiesta congiunta che presenteranno al BID per essere inclusi nel HIPC.

“Quel che esigiamo è ottenere una società con meno disuguaglianze, per alleggerire le catene del sottosviluppo, accresciute con gli errori del passato quando la via del debito facile fece presa sulle autorità dei paesi poveri”,  si legge in un comunicato.

Il presidente boliviano, per esempio, ha avvertito che il debito estero del suo  paese (4.673 milioni di dollari, circa il 20% del PIL, prodotto interno lordo), è “impossibile da pagare”.

Liberare  Haiti dai suoi debiti fa semplicemente parte dell’obbligatoria  restituzione del debito morale, sociale, finanziario ed ecologico che il Nord ha contratto con il Sud.

Questa piccola  nazione dei Caraibi indipendente dal 1804 ha sempre vissuto con un pesante debito estero, pagato per più di due secoli, pagato con la  miseria della sua popolazione. Il risultato è più che evidente.

 

 

 

 

 

 

 

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