TURISMO

GUIDA DI CUBA
 

 

POPOLAZIONE 

 


Cuba conta quasi 11 milioni di abitanti, un quinto dei quali vive all'Avana. Come nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, la crescita demografica é elevata. Dal 1925 al 1962 la popolazione é più che raddoppiata. Nonostante l'esodo delle circa 800mila persone all'indomani della rivoluzione, il numero degli abitanti aumenta regolarmente. Un'altra caratteristica di rilievo é che oltre il 40% dei cubani ha meno di vent'anni.
Quando fu fatto il primo censimento, nel 1774, il 25% dei 171.620 abitanti era costituito da negri. Attualmente i bianchi sono oltre il 70%, i meticci 15% e il resto negri. Ma tali cifre sono naturalmente suscettibili di variazioni dato che per esempio molti bianchi potrebbero in realtà essere considerati meticci.
Gli indiani
All'arrivo di Cristoforo Colombo nel 1942 gli indiani in tutta l'isola erano al massimo 100.000. Appartenevano a tre grandi famiglie: Siboneys, Tainos e Guanajuatabeyes. Tutto sembra oggi indicare che i loro antenati, gli Arawak, fossero originari del continente sudamericano dal quale emigrarono per motivi sconosciuti verso le Antille.
I Siboneys, di costituzione robusta, abitavano generalmente in caverne, numerose nell'isola. Grazie a ricerche intraprese all'inizio del XX secolo, sono state rinvenute pitture rupestri, testimonianze della presenza di quel popolo in parecchie regioni di Cuba. Recentemente alcuni speleologi cubani hanno scoperto in una grotta della Sierra de Cubitas, nella provincia di Camaguey, i soli graffiti finora conosciuti che rappresentano l'arrivo dei conquistadores spagnoli. I Siboneyes vivevano di caccia e di pesca.
I Tainos, dalla cultura più sviluppata, avevano una corporatura agile. Sobri, ospitali per natura, praticavano l'agricoltura, la tessitura e l'artigianato fittile; ogni famiglia si costruiva la propria casa. In svariati periodi si trovarono in lotta con i Caribi, popolo guerriero proveniente dalle isole più vicine. I Tainos occupavano la metà orientale dell'isola.
I Guanajuatabeyes, meno conosciuti, vivevano soprattutto nella zona ovest dell'isola. I primi spagnoli che entrarono in contatto con loro raccontarono al ritorno in Europa che avevano la coda come gli animali.
Fatto sta che, a differenza degli abitanti del Messico e del Perù, gli indiani di Cuba non espressero un grado di civiltà fiorente e non lasciarono né tracce di monumenti né vestigia di città. Cento anni dopo l'arrivo di Colombo, decimati dagli spagnoli e dalle malattie, erano ormai ridotti solo a poche centinaia. Fatta eccezione per un migliaio di amerindi introdotti successivamente come schiavi dal Messico e dal Guatemala, i rari discendenti di tali popolazioni aborigene, ormai divenuti meticci, vivono in alcune regioni della Sierra Maestra, nelle montagne di Baracoa e sulle rive del Rio Yara.
I negri
In tre secoli e mezzo, dal XVI al XIX secolo, più di un milione di schiavi venne importato dal continente africano, soprattutto dalla costa occidentale. I primi arrivarono a Cuba agli inizi del XVI secolo. Ma solo dopo l'abolizione ufficiale della schiavitù degli indiani nel 1548 la tratta dei negri ebbe inizio su vasta scala diventando monopolio del re di Spagna.
Le navi negriere costeggiavano l'Africa, caricando con poca spesa uomini e donne che ammassavano incatenati gli uni agli altri fino a riempirne le stive. Prima di salire a bordo gli schiavi venivano battezzati e ricevevano un nome cristiano. Le condizioni della traversata erano terribili: per guadagnare più denaro possibile i trafficanti non esitavano ad ammucchiare 500 e perfino 700 persone su caravelle che stazzavano 100 tonnellate. Durante il viaggio molti negri morivano: la tratta fra l'Africa e le tre Americhe costituì perciò uno fra i più giganteschi genocidi della storia.
Il secolo di maggior sviluppo di questo traffico è compreso fra il 1715 e il 1815. Le navi a vela erano allora padrone incontrastate dei mari. Approfittando dei venti e delle correnti favorevoli i galeoni negrieri che effettuavano la tratta fra l'Africa occidentale e Cuba impiegavano in media sedici mesi per compiere il tragitto triangolare: Spagna-Africa-Caraibi-Spagna.
La tratta sul continente africano fu sempre circoscritta entro limiti geografici precisi. I trafficanti non penetravano infatti quasi mai all'interno delle foreste, a meno che non potessero inoltrarsi su qualche fiume navigabile: si accontentavano quindi di setacciare le regioni costiere e, caso mai, qualche volta si avventuravano a percorrere la savana, come avvenne nel Sudan.
Gli schiavi trapiantati a Cuba sono complessivamente ascrivibili a un centinaio di gruppi e sottogruppi etnici diversi. I negrieri li acquistavano o catturavano in tutta la parte della costa africana compresa fra il Senegal e l'Angola. E' praticamente impossibile precisare in quali regioni di Cuba si stanziassero determinati gruppi etnici africani ma é lecito affermare che quattro grandi etnie riuscirono ad assimilare tutte le altre: gli Youruba o Lucumi, i Congolesi, i Carabali e gli Arara. All'inizio del XIX secolo i negri erano così numerosi a Cuba da costituire più della metà della popolazione. Successivamente, fra il 1913 e il 1927, quando la tratta era stata abolita da un bel pezzo, 250.000 negri originari di Haiti e della Giamaica ottennero l'autorizzazione d'istallarsi a est e nel centro di Cuba per lavorare piantagioni di tabacco o di canna da zucchero. Perciò in alcuni villaggi in prossimità di Trinidad si parla ancora il dialetto creolo di Haiti.
Gli Asiatici
Più di 120.000 cinesi della regione di Canton emigrarono a Cuba nella metà del XIX secolo. All'Avana esistono un loro quartiere e loro ristoranti. Solamente un altro paese ispano-americano, il Perù, vanta una colonia cinese quasi altrettanto importante. Nella capitale cubana fu inaugurata nel 1931 una colonna di granito alta 8 metri per commemorare la partecipazione della colonia cinese alle guerre di indipendenza.
I Bianchi
La grande maggioranza dei cubani é d'origine spagnola. Gli immigrati giunsero soprattutto dalle regioni povere della penisola iberica: la Galizia (patria dei genitori di Fidel Castro), le Asturie e l'Estremadura.
Basta visitare le cittadine dell'interno o i quartieri vecchi di Santiago de Cuba per rendersi conto di somiglianze notevoli con alcune località delle Asturie o della Galizia. Anche nel folklore si sono conservate usanze spagnole come lo zapateo o il punto guajiro. Infine spesso i cubani, come i loro antenati originari di regioni povere, sono sobri e vigorosi ma di piccola statura.

 

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