CULTURA CUBANA

La rivista Bohemia compie 100 anni
 


 

     

 

Alcuni dei momenti più importanti

 

10 maggio 1908. BOHEMIA, rivista settimanale illustrata, non specializzata, dedicata alla cultura, è fondata da Miguel Àngel Quevedo Pèrez.

1914. Il settimale si afferma come editorialmente quando comincia a utilizzare copertine in tricromia (è stata la prima pubblicazione ad adottarle a Cuba) il numero delle pagine di ogni numero è aumentato a 40.

Anni ’20. La crisi economica provoca momenti di decadenza al settimanale. Nel 1926 la tiratura scende a soli 4mila esemplari. Prende la direzione Miguel Àngel Quevedo y de la Lastra, figlio del fondatore. Il settimanale prende posizione contro il Governo di Gerardo Machado y Morales e comincia a criticare i sotterfugi della politica cubana.

Anni ’30. Nonostante la crisi economica, si converte nella prima pubblicazione cubana e latinoamericana per tiratura e diffusione.

16 novembre 1930. Bohemia, dopo la censura imposta dalla dittatura, pubblica l’editoriale “Cuba e la stampa libera” con il quale torna a fustigare il regime.

9 gennaio 1931. La rivista è chiusa dalla tirannia machadista.

6 agosto 1933. Il settimanale pubblica una lettera aperta del direttore – nel mezzo della più forte repressione ufficiale – al tiranno Machado, incalzandolo affinchè abbandoni il governo.

1940. A partire dai cambi politici del paese, che portano alla Costituzione del ‘40, la pubblicazione si distingue come difensore ad oltranza della democrazia rappresentantiva recentemente instaurada, trasformandosi in una pubblicazione di informazioni generali, con marcato accento verso i problemi nazionali e diretta a un pubblico più variato.

4 luglio 1943. Appare la sezione In Cuba – fondata dai giornalisti Enrique de la Osa y Carlos Lechuga – mostra informazioni esclusive dei temi più polemici, relazionati con la corruzione, il latrocinio, la faziosità e la politicheria. Lo spazio affronta anche temi latinoamericani quali azioni interventiste nordamericane.

30 giugno 1944. Il giornalista Guido Garcìa Inclàn lancia, dalle pagine di BOHEMIA, una campagna per la costruzione di una tomba degna per l’Apostolo dell’Indipendenza di Cuba, Josè Martì. Dopo una lunga e dura lotta, il direttore delle emergenti sezioni La Fiera dell’Attualità e Su i cuori, riceve dal Congresso della Repubblica, un assegno di 100mila pesos per la costruzione.

Durante l’inaugurazione – nel cimitero di Santa Ifigenia – il giornalista, dalla lunga traiettoria antimachadista e antibatistiana, non è incluso tra gli oratori.

Luglio 1948. La rivista raggiunge una tiratura di 125mila copie. Denuncia il latifondismo, la miseria della maggioritaria classe emarginata, i maneggi senza scrupoli di imprese capitaliste, la difesa della repubblica spagnola, la lotta contro il fascismo e l’esaltazione di governi popolari e di lider nazionali onesti. I tempi seguenti la Seconda Guerra Mondiale conoscono una BOHEMIA borghese-nazionalista, già non solo propulsora ed elogiatrice del modello di vita nordamerdicano e delle azioni dei suoi governi, ma anche critica acerrima del pensiero marxista leninista e della costruzione del socialismo nell’Urss e nelle democrazie euripee, insomma di un anticomunismo settario e fanatico. 

1953. Il settimanale giunge alla tiratura di circa 260 copie. La lotta insurrezionale contro la tirannia di Fulgencio Batista trova spazio tra le pagine della pubblicazione, senza prendere posizioni nè radicali nè militanti.

2 febbraio 1958. Bohemia, liberata dalla censura imposta per 180 giorni, pubblica un fotoreportage sulla vita dell’Esercito Ribelle nella Sierra Maestra. Raggiunge la cifra record di distribuzione per l’America Latina di mezzo milione di copie.

1 gennaio 1959. Trionfa la Rivoluzione cubana e vanno in stampa tre edizioni antologiche per riportarte i fatti rilevanti degli anni di lotta insurrezionale (1 milione di copie il giorno 11). Nella prima è pubblicato un editoriale che intercede per una rivoluzione borghese-nazionalista di marcato accento anticomunista. Da allora, a partire dal lavoro dei sui lavoratori, BOHEMIA è un bastione di sforzi rinnovatori.

Miguel Àngel Quevedo y de la Lastra resiste a tali contradizioni fino alla metà del 1960 quando si esilia in modo volontario. La rivista è rilevata dai lavoratori ed il giornalista Enrique de la Osa è nominato direttore, incarico che ricopre fino al 1971.

Aprile 1961. La giornalista Dora Alonso, dalla stessa Playa Giròn, dà notizia della sconfitta inflitta dalle armi rivoluzionarie alle forze invasore proimperialiste.

7 gennaio 1962. Nasce la sezione “Zafarrancho”, del giornalista Mario Kuchilàn del Sol, dedicata a importati temi nazionali ed internazionali. Kuchilàn era stato selvaggiamente torturato durante la tirannia batistiana.

Durante la sua vita BOHEMIA è stata diretta da differenti compagni e nelle sue pagine sono apparse innumerevole firme di prestigiosi e importanti giornalisti, intellettuali, politici, scientifici, sportivi e militari.

Durante un secolo le sue pagine hanno raccolte le questioni più rilevanti ed i fatti più decisivi del panorama cubano e mondiale, naturalmente dal 1959 con ottica martiana e socialista. Attualmente, a causa del periodo speciale e del blocco nordamericano contro Cuba, la tiratura è di 100mila copie con frequenza di pubblicazione quindicinale.

Il link sul web: http://www.bohemia.cubaweb.cu/

 

 


 

 

 

 

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