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        Lo scorso martedì 21 settembre, ho incontrato, alle 9 del 
        mattino, circa 600 passeggeri della Crociera della Pace (Peace Boat), 
        quasi tutti di nazionalità giapponese, tra i quali una sopravvissuta 
        dell'assassinio di massa avvenuto nella città di Hiroshima quando aveva 
        due anni.   
        
        
        La televisione nazionale cubana ha trasmesso l'incontro, 
        ma la traduzione nella sala del Palazzo dei Congressi non era simultanea 
        e le voci delle compagne che hanno effettuato quel difficile compito si 
        sono sovrapposte alle mie parole. Ho deciso perciò di scrivere una 
        Riflessione sul tema.  
        
        
        Ho approfittato dell'opportunità per ridurre l'estensione 
        di quel che ho espresso e per ordinare meglio le idee trasmesse, con 
        assoluta fedeltà al contenuto delle stesse.  
        
        
        Le parole delle altre persone intervenute le ho riportate 
        integralmente.  
        
        
        Nonostante i miei sforzi, la Riflessione è risultata 
        estesa, dato che l'incontro è durato due ore e mezza, per cui ho deciso 
        di dividerla in tre parti che saranno pubblicate in giorni successivi. 
        
        
        L'incontro è iniziato con le parole di Kenya Serrano, 
        Presidentessa dell'Istituto Cubano per l’Amicizia tra i Popoli: 
        
        
          
        
        
        Buongiorno.  
        
        
        Lo scorso 3 settembre, il direttore dell'Organizzazione 
        non Governativa “Crociere della Pace”, Signor Yoshioka Tatsuya, ha 
        inviato al nostro Comandante in Capo una lettera chiedendogli di 
        ricevere i dirigenti della nave da crociera e la sopravvissuta di 
        Hiroshima e Nagasaki che si trova a bordo della stessa; il Comandante ha 
        accettato ed ha inoltre invitato con piacere a quest'incontro una 
        numerosa rappresentanza dei passeggeri .  
        
        
        Oggi, 21 settembre, dichiarato dalle Nazioni Unite 
        “Giornata Mondiale della Pace”, partecipiamo a quest'incontro, 
        naturalmente con la presenza, per noi memorabile, del nostro caro 
        Comandante in Capo Fidel Castro Ruz (applausi). 
        
        
        Si trovano al tavolo della presidenza di questo incontro 
        il signor Nao Inoue, direttore di questo viaggio della Crociera della 
        Pace (Applausi); la signora Matsumi Matsumura, anche lei dello staff 
        delle Crociere della Pace, che ci aiuterà a tradurre in spagnolo 
        l'incontro (applausi); la signora Junko Watanabe, membro del Movimento 
        Hibakusha, sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, e la professoressa 
        Susana García, dell'Università dell'Avana, che facilita questo dialogo, 
        traducendo al giapponese, come voi stessi potete vedere (applausi).
         
        
        
        Comandante... 
        
        
          
        
        
        Comandante: Che cosa mi tocca, un discorso? 
         
        
        
          
        
        
        Kenya Serrano:  Salutare, perché lo stiamo desiderando 
        tutti. 
        
        
          
        
        
        Comandante:  No, sono venuto a rispondere, veramente.  Ho 
        domandato che cosa avrei dovuto fare e non mi hanno detto niente. 
         
        
        
        Realmente desidero ringraziare  per l'onore che significa 
        quest'incontro.    
        
        
        Sono stato un po' assente, come ormai sapete, ma ho 
        sempre letto i giornali; mi sono perso però molti dei vostri incontri e 
        successivamente ho saputo l'intera storia in dettaglio.  Di voi so 
        abbastanza: le volte che siete stati a Cuba. Avete iniziato nel 1990, 
        siete tornati nel 1995, nel 1997 e nel 1998; nel 2000, nel 2001 e nel 
        2002, due volte; poi nel 2005, nel 2007 e nel 2009, e adesso. In totale 
        14 viaggi.  
        
        
        Bene, la storia è che ricevendo l'invito, mi sono 
        rallegrato per poter dialogare con voi, data l'importanza del momento in 
        cui stiamo vivendo, che non è un momento qualsiasi; e per un sentimento 
        di gratitudine, perché conosco la vostra solidarietà di tutti questi 
        anni, le difficoltà, le lotte contro i blocchi, l'identità e la 
        nazionalità della nave, i porti dove potevate andare o non potevate 
        andare, se vi fornivano oppure no il combustibile ed altre idiozie 
        simili del nostro principale avversario, che utilizza dei metodi con i 
        quali non si potrà mai avere un mondo basato sulla comprensione e sulla 
        pace, nel nostro pianeta.  
        
        
        Ricordo il vostro motto, che a mio giudizio possiede un 
        valore molto speciale: "Impara dalle guerre passate per costruire un 
        futuro di pace", e  senza dubbio questa è una frase che avrà sempre un 
        significato, però in questo momento lo possiede più che mai; oserei 
        dire, senza timore di sbagliarmi, che nella storia dell'umanità non c'è 
        mai stato un momento pericoloso come questo. Quindi non si tratta di un 
        semplice viaggio, ma di una lotta reale, seria, e ciò che dico si può 
        dimostrare; spero che nei nostri dialoghi spiegheremo ciò che pensiamo e 
        quali sono le formule possibili, soluzioni realistiche, e non semplici 
        espressioni di nobili desideri.  
        
        
        Questo incontro ha per me una grandissima importanza, 
        proprio per l'esperienza che avete accumulato sul tema. 
        
        
        In questi giorni si è compiuto un altro anniversario di 
        quel brutale ed insolito fatto in cui, per la prima volta, 
        s’utilizzarono delle armi nucleari contro delle città pacifiche. 
         
        
        
        Realmente, in tutto il mondo si è ricordato molto ciò che 
        è accadde ad Hiroshima il 6 agosto del 1945. Io avevo terminato il 
        liceo, lo ricordo; era estate, quando giunse la notizia. Mi trovavo in 
        visita a Santiago di Cuba e nessuno aveva la minor idea dell'esistenza 
        di un'arma di quella natura, e credo che tre giorni dopo lanciarono la 
        seconda bomba atomica.  
        
        
        Potrò parlarne di più dopo, di quale sentimenti ho 
        provato e che concetto ho avuto per tutta la mia vita su quei fatti;  si 
        tratta di un esempio delle cose che aiutano a formare una coscienza, 
        perché la visione di tutto quello che successe là ed il danno umano 
         causato, nonostante il trascorrere del tempo, continuano a commuovere 
        l'opinione pubblica internazionale. Non credo che sia mai accaduto 
        qualcosa che esprime di più quello che è la guerra.  
        
        
        Bene, credo d’avere sottratto abbastanza tempo con queste 
        prime parole e vorremmo ascoltarvi.  Sono disposto a rispondere a 
        qualsiasi domanda che desiderate farmi, in qualsiasi senso. Non ho 
        segreti di nessun tipo e può essere affrontato qualsiasi tema. 
         
        
        
        Mi piacerebbe domandare alla nostra traduttrice come le è 
        andata.  A te, a te, (Risate ed applausi).  
        
        
          
        
        
        Interprete:  Bene, sembrerebbe bene, Comandante. 
         
        
        
          
        
        
        Comandante: Molto bene.   
        
        
          
        
        
        Kenya Serrano: Grazie, Comandante.   
        
        
          
        
        
        Il signor Nao Inoue, per favore.  
        
        
          
        
        
        Nao Inoue: Buongiorno! (Esclamazioni di "Buongiorno!")
         
        
        
          
        
        
        Innanzitutto, mi piacerebbe mostrare la nostra profonda 
        gratitudine per il fatto che Lei ci ha ricevuto in quest'occasione. 
        
        
        Il mio nome è Nao Inoue, direttore della crociera 
        Edizione numero 70.  Voglio dire alcune parole a nome di tutti i membri 
        del Peace Boat.  
        
        
        Abbiamo già capito che Lei ha imparato molto sulla nostra 
        organizzazione.  Abbiamo fondato questa organizzazione nel 1983, più di 
        27 anni fa.  Finora abbiamo realizzato 70 crociere mondiali, con più di 
        40.000 giapponesi. 
        
        
        Come Lei sa, siamo già venuti 14 volte a Cuba e 
        quest'anno è molto importante per noi, perché è il nostro 20° 
        anniversario e per questo è così importante averla conosciuta 
        personalmente, Comandante. 
        
        
        In questi 20 anni, abbiamo fatto tutti gli sforzi per 
        fare da ponte tra il popolo cubano e quello giapponese, e siamo stati 
        sempre contro questo ingiusto blocco, veramente ingiusto.  
         
        
        
        Consideriamo  molto importante continuare a fare da 
        ponte, non solo tra il popolo cubano e quello giapponese, ma includendo 
        anche i paesi latinoamericani e quelli asiatici.  La ragione per cui 
        vogliamo lavorare con forza a tutto  questo è la promozione di un mondo 
        di pace, sostenibile, guidato da Cuba; stiamo iniziando ad approfondire 
        i legami d'amicizia e fraternità con  Venezuela, Ecuador e Nicaragua.  
        Tra questi paesi, quello che abbiamo visitato in più occasioni è Cuba.  
        Abbiamo avuto inoltre l'opportunità di conoscere il presidente del 
        Nicaragua, il signor Daniel Ortega.  
        
        
        Con l’obiettivo  d'approfondire i legami d'amicizia e 
        fraternità tra i paesi dell'ALBA ed il Giappone, stiamo iniziando il 
        progetto che si chiama Crociera Giovanile dell'ALBA, con cui invitiamo a 
        bordo i giovani dei paesi dell'ALBA, realizziamo scambi, Forum e 
        conferenze di studio, e ci piacerebbe chiedere anche a Lei, Comandante, 
        di appoggiarci in questo progetto. Come Lei ha detto, noi siamo il solo 
        paese che è stato colpito dalla bomba atomica, e  pensiamo quindi 
        d'avere l'obbligo, ed anche la missione di trasmettere, messaggi per un 
        mondo libero dalle armi nucleari. Inoltre ci piacerebbe  collaborare con 
        voi per eliminare totalmente le armi nucleari.   
        
        
        Volevamo anche sottolineare che il Giappone è un paese 
        con una Costituzione pacifista, che condanna tutte le guerre e le armi 
        nucleari di distruzione di massa (SIC).    
        
        
        Abbiamo appreso nei paesi latinoamericani che anche voi 
        avete una Costituzione pacifista che proibisce l'esistenza di basi 
        militari straniere.  E pensiamo di proporre alla ONU, con le 
        disposizioni della ONU, di promuovere che tutti i paesi del mondo 
        abbiano questa bella Costituzione pacifista.   
        
        
        Non vogliamo più la guerra, non possiamo più permettere 
        l'utilizzo delle armi nucleari. Come dicono sempre i sopravvissuti di 
        Hiroshima e Nagasaki: "Non vogliamo ripetere questo genere di tragedia 
        brutale ."  Vogliamo stabilire un mondo ed una  società in cui la gente 
        vuole vivere, ma non  con la povertà e questo genere di cose.  Per 
        questo consideriamo  necessario che tutti i paesi abbiano questo tipo di 
        Costituzione.  Ci siamo ripromessi di creare un mondo senza povertà, 
        senza fame, con molta felicità e sostenibile.  
        
        
        Infine, Comandante, io sono un suo grande fan (Risate ed 
        applausi). Sembra che tutti siano suoi fans. 
        
        
        Sappiamo che è molto occupato, ma vogliamo invitarla a 
        bordo per navigare fino al Nicaragua.  Che cosa le sembra?  (Applausi.) 
        Che cosa ne pensa? (Applausi.)  
        
        
          
        
        
        Comandante:È meraviglioso! (Applausi.)  
        
        
          
        
        
        Nao Inoue:  Concludo con questo invito.  Mille grazie. 
        (Applausi). 
        
        
          
        
        
        Comandante:  Non sarà durante la stagione dei cicloni, 
        vero? (Risate.) Mi hanno detto che dovevate arrivare ieri, ma c'erano 
        dei cicloni nell'Atlantico.  Alla fine, a che ora siete arrivati? 
        
        
          
        
        
        Nao Inoue:  Siamo arrivati alle 5 di mattina. 
         
        
        
          
        
        
        Comandante: E si può sapere la velocità della Peace Boat? 
        (Risate.)  
        
        
          
        
        
        Nao Inoue:  Più o meno come una bicicletta da corsa 
        (Risate).  
        
        
          
        
        
        Comandante : Bene, dipende, la campionessa credo 
         raggiunga più di 60 chilometri l'ora (Risate). 
        
        
        Penso che di questi tempi la Peace Boat dovrebbe  andare 
        più veloce, perchè è più urgente percorrere il mondo (Applausi).  
         
        
        
        Devo anche chiedervi scusa.  Ho avuto la notizia proprio 
        ieri mattina ed allora ho pensato come potevo incontrarvi, perché mi 
        avevano detto che alcuni di voi avevano chiesto di farlo e mi sono 
        detto: "Bene, se è possibile cercherò di salutarli tutti, ma non sapevo 
        ancora a che ora sareste arrivati; avevate, inoltre, un programma 
        organizzato per tutto il giorno. Bene, che cosa fare quindi, per non 
        ostacolare nessun programma? Per questo motivo abbiamo inventato questa 
        riunione così presto.  Abbiamo tutti dovuto alzarci presto.  M'immagino 
        che voi stavate..., non so dove stavate, a bordo della nave osservando 
        l'entrata dell'Avana o dormendo.  Vi prego di scusarmi, perché sono 
        colpevole di questo incremento delle attività del programma. (Applausi). 
        Allora abbiamo organizzato, o piuttosto improvvisato, la riunione a 
        quest'ora, affinché possiate compiere le altre attività e non rovinare 
        le mie relazioni con le altre istituzioni che vi assisteranno. 
         
        
        
        Credo che ci abbiano dato un'ora e mezza.  Ho risposto: 
        in fin dei conti dovevano giungere oggi ed arrivare  domani, e allora 
        c'è una flessibilità. Credo che la nave salperà oggi  alle 5 del 
        pomeriggio. 
        
        
          
        
        
        Kenya Serrano.: Incominciano ad abbordare alle 5 e 
        salpano alle 7.  
        
        
          
        
        
        Comandante: Salpa alle 7?  
        
        
          
        
        
        Kenya Serrano.: Sì.   
        
        
          
        
        
        Comandante : Sì, finiscono le attività alle 5. 
         
        
        
        Beh, se un ciclone ha obbligato la nave a ritardare, se 
        salpano alle 9 o alle 10, perché si fermano un po’ di più all'Avana, non 
        è una tragedia. Fortunatamente, la visita è stata senza guerra. È stata 
        durante la pace. Ho chiesto scusa per questo. Hai idea di come si 
        svolge?  
        
        
          
        
        
        Kenya Serrano. : Comandante, è stato emozionante. Ogni 
        volta che la crociera arriva -  come l'anno scorso o adesso - porta dei 
        sopravvissuti di Hiroshima, ed abbiamo qui la signora Junko Watanabe. 
         Propongo d'ascoltare la sua testimonianza. 
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe. : Innanzitutto, Comandante Fidel Castro, 
        è un grande onore ed anche un piacere conoscerla, e mi piacerebbe 
        mostrarle la mia profonda gratitudine per riceverci con tanto affetto.
         
        
        
        Vorrei inoltre mostrare la mia gratitudine per il grande 
        interesse e la conoscenza che il popolo cubano possiede di Hiroshima e 
        Nagasaki.  Inoltre, ieri il Movimento per la pace di Cuba ha organizzato 
        per me un incontro di testimonianza ed un atto per il Giorno 
        Internazionale per la Pace; un incontro molto bello nella Casa 
        dell'Amicizia.  
        
        
          
        
        
        Sono nata ad Hiroshima e successivamente mi sono sposata 
        con un giapponese e ci siamo trasferiti a vivere in Brasile.  Sono 
        andata in Brasile all'età di 25 anni e sono tornata in Giappone all'età 
        di 38 anni, quando ho scoperto, per la prima volta, d'essere una 
        sopravvissuta di Hiroshima e Nagasaki. 
        
        
          
        
        
        Sono nata nel centro di Hiroshima, ma durante la Seconda 
        Guerra Mondiale la nostra famiglia fu sfollata fuori città, e siccome 
        avevo solo due anni, non mi ricordo, ma quando ho ricevuto dai miei 
        genitori la notizia che ero una sopravvissuta,  l'impatto è stato molto 
        forte.  
        
        
          
        
        
        Il 6 agosto del 1945, alle 8 e 15, mia madre era in casa 
        con mio fratello minore.  Mio fratello più grande ed io stavamo giocando 
        nel cortile di un tempio che si trovava vicino a casa.  Mia madre sentì 
        improvvisamente  un vento forte, spaventoso, e vide che della carta 
        bruciata stavano cadendo di fronte a casa.  Mia madre si sorprese e 
        venne a cercarci nel tempio e fu in quel momento che ci colpì la pioggia 
        nera.  La pioggia era nera ed appiccicosa.   
        
        
          
        
        
        Prima della bomba, la mattina di quel 6 agosto, il tempo 
        era bello e dicono che l’esplosione della bomba atomica si verificò a 
        580 metri dal suolo.  
        
        
          
        
        
        Comandante. : A quanti metri? 
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe: A cinquecentottanta metri dal suolo.
         
        
        
          
        
        
        Comandante. : Fu nucleare.  
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe:  Una bomba nucleare. 
        
        
          
        
        
        Comandante : Quella è l'energia dell'uranio, non del 
        plutonio.  Quella al plutonio fu nell'altra città.  
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe : Sì, a Nagasaki. Siccome scoppia più in 
        alto, colpisce fortemente con i raggi caldi e con un vento così caldo 
        che brucia perfino le persone. La bomba sollevò tutta la polvere e tutte 
        le carte in alto e poi cadde la pioggia nera, con le radiazioni. 
         
        
        
        Dopo che fu colpito dalla pioggia nera il mio corpo si 
        ridusse in quelle condizioni.  
        
        
          
        
        
         Comandante: Come, ripeti? 
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe : Il mio corpo fu colpito, le spiegherò 
        adesso in quali condizioni mi trovi. 
        
        
        Tutti i giorni soffrivo di diarree.  Potevo mangiare, ma 
        nessun cibo rimaneva nel mio corpo, tutto quello che mangiavo usciva.  I 
        miei genitori pensavano che la loro bambina sarebbe morta. In realtà 
        avevo due anni e non mi ricordo di scene disastrose. 
        
        
        Quando ho compiuto 60 anni, ho iniziato a frequentare 
        un'associazione in Brasile.  Adesso in Brasile vivono 132 sopravvissuti 
        di Hiroshima e Nagasaki.  
        
        
        Comandante: Dove, in Brasile?  
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe:  Sì, in Brasile. 
        
        
          
        
        
        Comandante: Erano bambini a quel tempo? 
         
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe: Di diverse età.  
        
        
          
        
        
        Comandante: I genitori andarono con loro? 
        
        
          
        
        
        Junko Watanabe: La maggioranza si sposarono e se ne 
        andarono già adulti, senza i loro genitori. Ora la media dell'età dei 
        sopravvissuti è di 75 anni, stanno già invecchiando. Perciò il 
        Presidente dell'Associazione in Brasile le ha chiesto d'aiutare 
        l'associazione perché è una sopravvissuta giovane. 
        
        
        Sebbene io sia una sopravvissuta, non mi ricordavo molto 
        prima di frequentare quest'associazione e non conoscevo nulla della 
        bomba atomica. Ho avuto così l'opportunità di leggere tutti i documenti 
        che sono stati redatti dai 200 sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che 
        vivevano in Brasile ed in cui era scritta la realtà di quel che era 
        successo a Hiroshima ed a Nagasaki.  Quello è stato il primo momento in 
        cui ho conosciuto la realtà della bomba atomica di Hiroshima. Hanno 
        decritto la scena in modo molto brutale. Per la tristezza ed il rancore 
        mi sono sentita molto triste e sentivo che stavo tremando. Ho visto 
        anche un documentario, girato da un giornalista giapponese. Dopo (i 
        lanci) delle bombe atomiche alcuni studiosi statunitensi si sono rubati 
        quelle informazioni e se le sono portate nel loro paese. Non ci 
        mostreranno mai quel video che avevo trovato in un 'ufficio. Era stato 
        un po' difficile vederlo, perché era un nastro molto vecchio.  Allora 
        avevo chiesto ad un amico di trasformarlo in un DVD.  Abbiamo visto il 
        film con 10 amici sopravvissuti.  
        
        
        Le scene del  documentario erano troppo brutali ed ho 
        visto con molta tristezza, perchè la città di Hiroshima stava 
        scomparendo. 
        
        
        Nel documentario ho visto, abbiamo visto, gli edifici 
        completamente bruciati, la città era completamente nera.  Gente che 
        camminava, ma senza coscienza, dalle loro braccia pendeva la pelle, 
        perché era deteriorata, gli occhi uscivano dalle loro orbite. La gente 
        camminava, ma senza coscienza. 
        
        
        Quando ho visto il documentario, benché non ricordassi 
        quelle scena, mi sono resa conto che in quel momento io mi trovavo là e 
        che lo avevano provocato degli esseri umani; allora ho provato un forte 
        rancore e molta tristezza.  Ed ho cominciato a pensare: dobbiamo 
        trasmettere queste testimonianze alle altre generazioni, e due anni fa, 
        nel 2008, ho partecipato al Progetto Hibakusha realizzato 
        dall'Organizzazione Peace Boat, invitando a bordo 100 sopravvissuti; 
        abbiamo viaggiato lasciando testimonianze in ogni porto ed ho conosciuto 
        anche altri Hibakusha nel mondo.  
        
        
        In Vietnam abbiamo conosciuto le vittime generate 
        dall’agente Arancia, usato durante la guerra del Vietnam, e quello che 
        loro ed i loro genitori hanno sofferto.  L'effetto a cui sono stati 
        sottoposti si trasmette per generazioni.  Mio fratello maggiore, con cui 
        giocavo nel tempio, è morto due anni fa all'età di 67 anni. Lui, che 
        come me  era stato esposto alla pioggia nera,  ha sempre sofferto di 
        problemi alle ossa ed era molto debole.  È morto all'età di 67 anni per 
        un tumore al fegato. Vedendo che i sopravvissuti stanno morendo, sto 
        vivendo con molta preoccupazione per la mia salute.  
        
        
        Mi piacerebbe presentare una storia di origami,  con 
        delle gru fatte con la carta, che sono per noi un simbolo di pace, e 
        adesso lo sono anche nel mondo, ed accompagnano sempre la storia di una 
        bambina che si chiamava Sadako Sasaki, morta di leucemia all'età di 12 
        anni. Quest'anno, a maggio, quando ho partecipato a New York alla 
        Conferenza sulla non proliferazione delle armi nucleari, ho avuto 
        l'opportunità di conoscere il fratello di Sadako Sasaki.  Mi lasci 
        spiegare un pochino la storia di Sadako Sasaki.  Lei era stata colpita 
        dalla pioggia nera, come me, ed è cresciuta sana fino all'età di 10 
        anni, ma poi, siccome  stava male, entrò e rimase per sempre in 
        ospedale.  
        
        
        Credeva che se avesse costruito 1.000 gru di carta 
        sarebbe migliorata e, secondo il racconto di suo fratello, ha continuato 
        a piegare gru finché.... beh, a quell'epoca non avevamo carta ed allora 
        usava la carta con cui s'imballavano le medicine e piegava le gru con 
        gli aghi.  Continuava a dire, finché è morta: "Voglio vivere ancora, 
        voglio vivere ancora."   Sono nella stessa situazione di Sadako Sasaki, 
        colpite dalla pioggia nera all'età di due anni, ma lei è morta ed io sto 
        sopravvivendo. Perciò sento la grande responsabilità di trasmettere che 
        cosa è la bomba atomica e chi sono i sopravvissuti.  I sopravvissuti 
        devono vivere con molti problemi fisici ed anche mentali, con molte 
        preoccupazioni fino alla loro morte, e  questo lo dobbiamo trasmettere 
        alle altre generazioni.  
        
        
        Ora sappiamo che nel mondo ci sono vari tipi di Hibakusha, 
        in diversi luoghi, per esempio, gli indigeni che estraggono l'uranio 
        nelle miniere sono colpiti dalle radiazioni, come la gente che vive 
        vicino alle centrali nucleari; queste cose dobbiamo impararle e poi 
        educare le persone.  
        
        
        Quando ho partecipato due anni fa al Progetto Hibakusha, 
        c'era un ragazzo giapponese, il regista del documentario,  che ha 
        sostenuto il mio soggiorno a bordo e successivamente ha intervistato mio 
        padre, che ha 98 anni.  Mio padre ha parlato di un fatto che fino ad 
        allora non conoscevo.  Il direttore ha domandato a mio padre:  "Perché 
        non hai raccontato a Junko la realtà?"  
        
        
        Dai tempi della bomba ai giorni nostri, le ragazze che 
        hanno ricevuto gli influssi della bomba atomica, anche se  sono 
        sopravvissute, sono state discriminate ed hanno avuto molte difficoltà a 
        sposarsi. Allora, devo riconoscere che io, sopravvissuta, fortunatamente 
        non ho avuto nessun problema fisico, anche se però  molti medici dicono 
        che gli influssi delle radiazioni si manifestano poi nella successiva 
         generazione. 
        
        
        Continua domani. 
        
          
        
        
        Fidel Castro Ruz 
        24 Settembre 2010 
        
          
        
          
        
          
        
          
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