STORIA


IL PROCESSO AGLI INVASORI DI GIRON

 

 

 

 

 

“Scambiamo mercenari con omogeneizzati”

 

GUSTAVO BECERRA ESTORINO - speciale per Siporcuba

 

 

• La vittoria della giovane Rivoluzione Cubana contro  l’invasione organizzata dalla CIA  nell’aprile del 1961 a Bahía de Cochinos, in provincia di Matanzas, non si limitò  all’eroico trionfo militare ottenuto in 64 ore dallo sbarco degli aggressori, ma fu completata il 7  aprile del 1962, con la conclusione del processo ai mercenari.

Quel processo effettuato da un Tribunale Rivoluzionario con tutte le prove materiali, i documenti e le testimonianze, oltre al riconoscimento dei fatti da parte degli stessi accusati, mostrò la generosità e l’essenza umanista dell’epopea guidata da Fidel Castro, che non condannò a pena morte coloro che , tradendo la propria Patria in accordo con una potenza straniera, vennero nell’Isola con l’obiettivo di creare una testa di spiaggia dove formare un governo stabilito con gli auspici della CIA e riconosciuto da Washington, che avrebbe chiesto immediatamente l’intervento militare degli Stati Uniti.

Le truppe controrivoluzionarie erano state addestrate in  Guatemala ed erano poi partite da Puerto Cabezas, in Nicaragua.

Erano formate da cubani  emigrati  negli USA dopo il trionfo dell’Esercito Rebelde, il 1º gennaio del 1959: un centinaio erano latifondisti che avevano dovuto cedere le loro terre, ricevendo in cambio un giusto indennizzo in virtù della Legge di Riforma Agraria, grazie alla quale si consegnarono i campi a chi davvero li faceva produrre: i contadini.

200  erano militari della tirannia di Fulgencio Batista  e altri 112 commercianti; una settantina proprietari di immobili, 90 alti funzionari di imprese capitaliste: in totale 1550 uomini...

Più di duecento aggressori persero la vita di fronte alle forze combinate dell’Esercito Rebelde e delle Milizie Nazionali.

Il resto, 1197, furono sottoposti a processi per direttissima iniziati il 29 marzo del 1962, nella Causa Numero 111 di quell’anno, per l’infrazione dell’Articolo 128 del Codice di Difesa Sociale in relazione all’Articolo 5 della Legge 425 del 7 luglio del 1959:

 

“... imponiamo come sanzione per il tradimento alla Patria, la perdita della cittadinanza cubana a tutti coloro che avevano questa condizione; al pagamento di un indennizzo in forma e quantità che verrà comunicato successivamente agli accusati  con prigione sussidiaria sino a un massimo di 30 anni con lavoro fisico obbligatorio sino a quando non si estingua l’indennizzo segnalato ad ognuno.”

Concludeva così la sentenza  del Tribunale Rivoluzionario presieduto dal Comandante Augusto Martínez Sánchez e integrato dai comandanti Sergio del Valle, Juan Almeida, Guillermo García e Manuel Piñeiro.

Ai condannati si imposero quantità che oscillavano tra i 500 mila e i 25 mila dollari, in accordo con il loro grado di responsabilità. In totale, 62 milioni di dollari. In pratica si diede loro la possibilità di riavere la libertà se pagavano gli indennizzi stabiliti.

Restarono esclusi  da questa sentenza generosa  solamente coloro che avevano commesso crimini e avevano conti in sospeso con la giustizia, soprattutto gli sbirri del regime di Batista .

Il testo della sentenza rivelava la gravità dei delitti commessi dagli accusati, ponendo in risalto quanto segue:

“Alle 2:20 della mattina del 17 aprile del 1961 cominciò a sbarcare sulla costa sud della provincia di Las Villas (com’era la vecchia divisione politico-amministrativa del paese), nella Ciénaga de Zapata e proveniente da Puerto Cabezas, nella Repubblica del Nicaragua, un gruppo armato, finanziato, equipaggiato e addestrato dal Governo degli  Stati Uniti del Nordamerica, denominato dai suoi integranti “Brigata  d’Assalto 2506”, formato da millecinquecento uomini circa, tra i quali c’erano gli accusati giudicati in questa causa .

 “Il piano d’invasione mercenaria, stando ai documenti sequestrati agli accusati prevedeva la realizzazione di tre sbarchi nella Ciénaga de Zapata: Playa Larga (...), Playa Girón (...) e Caleta Verde (...) mentre un battaglione di paracadutisti doveva occupare posizioni a nord di Playa  Girón e Playa Larga, con la missione di bloccare  e isolare la zona di sbarco, per rafforzarla e stabilire lì un governo provvisorio e iniziare a sviluppare una guerra di logoramento che facilitasse i piani d’intervento del governo imperialista  degli Stati Uniti. 

 “16 aerei di tipo B-26, scortati da caccia nordamericani, cominciarono a bombardare la zona, mitragliando la popolazione civile e uccidendo donne, vecchi e bambini indifesi e provocando enormi perdite materiali..

“Gli integranti della brigata mercenaria, addestrati militarmente da istruttori statunitensi (…) ricevevano assegni mensili peri la sussistenza delle loro famiglie, da parte del Governo degli Stati Uniti, che aveva investito nei finanziamenti la somma di 45 milioni di dollari.

“Gli invasori avevano l’obiettivo di ristabilire il dominio dei monopoli nordamericani nell’economia cubana, a detrimento della sovranità nazionale, pregiudicando la lotta che i popoli dell’America Latina sferrano per conquistare  la propria liberazione dal giogo imperialista.”

Cosa avrebbe fatto l’impero nordamericano se un’azione simile e con gli stesi obiettivi fosse stata  sferrata nel suo territorio?  Quale sarebbe stato il destino dei suoi prigionieri?

Alla fine però  il governo statunitense  ammise la possibilità di pagare con alimenti quei 62 milioni di dollari che si esigevano per la libertà dei mercenari.

Così nacque l¡espressione popolare che:“Furono scambiati per omogeneizzati”.

L’avvocato difensore degli accusati, Antonio Cejas, iniziando la sua arringa nel tribunale, segnalò le parole pronunciate da Fidel il 26 aprile del 1961, quando, dirigendosi agli  invasori, disse: “ Il nostro popolo non è un popolo vendicativo e non si nutre d’odio. Se fosse un popolo vendicativo, gli uomini che hanno visto morire i compagni per gli spari degli aerei dei gringos, per le vostre mitragliatrici e per le pallottole che avete sparato non vi avrebbero ricevuto con una borraccia d’acqua  o un piatto di ministra quando vi siete arresi”...

L’avvocato difensore sottolineò anche che il principale colpevole non era seduto nel banco degli accusati, perchè: “Il colpevole principale è l’imperialismo”, segnalò.

Fu così che quel processo costituì una lezione morale che coronò la grande vittoria ottenuta dalle Forze rivoluzionarie cubane nell’aprile del 1961, che fu anche la prima grande sconfitta dell’imperialismo nordamericano in America.

 

 

 

 

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