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        Esposizione sintetica e riassuntiva dell'esperienza rivoluzionaria 
        conseguita nella costruzione dello Stato socialista a Cuba  
          
          
        DALLA RIVOLUZIONE ALLO STATO SOCIALISTA 
        Cuba fu per quasi 400 anni una colonia spagnola; 
        l'indipendenza giunse solo nel 1898, in ampio ritardo rispetto 
        all'ondata indipendentista del mondo latino-americano, ma l'autentica 
        indipendenza cubana da un popolo straniero dominante non giunse neppure 
        in quell'occasione.  
          
        La struttura coloniale spagnola già fiaccata da un 
        conflitto lungo e sanguinoso quanto misconosciuto nel resto del mondo, 
        il 10 Maggio 1898 venne assalita dall'esercito degli Stati Uniti, che 
        congiuntamente alle forze cubane ribelli da tempo organizzate in un 
        esercito di volontari forte di ben 30.000 uomini, costrinse gli spagnoli 
        alla resa nel giro di trenta giorni.  
          
        I "marines" americani entrarono all'Avana trionfalmente e 
        issarono la bandiera a stelle e strisce, mentre ai contadini cubani che 
        avevano portato i colonialisti al collasso dopo trenta (!) anni di lotta 
        armata popolare, venne fatto assoluto divieto di entrare nella capitale. 
        Cosa era successo?  
          
        Gli USA, con lungimiranza e tempestività erano intervenuti 
        a favore dell'indipendenza cubana col pretesto della missione 
        "umanitaria libertaria", ed in perfetto accordo con i maggiorenti 
        dell'isola avevano ottenuto di guidare l'indipendenza cubana sotto il 
        loro protettorato...Cuba aveva soltanto cambiato padrone!  
          
        Il risultato della lotta indipendentista fu oltremodo 
        vantaggioso per la borghesia cubana, che divenne serva degli interessi 
        economici della borghesia nordamericana, ma ricca e padrona di comandare 
        nelle sue proprietà, cioè nei latifondi e nelle fabbriche, nelle città e 
        nei paesi, al riparo dalle contestazioni della plebe.  
          
        Nei decenni che seguirono, il conflitto insanabile fra chi 
        possedeva tutto e chi niente, così palese in una nazione neocoloniale, 
        sarebbe divenuto odioso, ma cosa più importante, associato alla 
        dominazione "yankee".  
          
        Questa é l'origine storica della speciale miscellanea di 
        rivoluzione e nazionalismo che contraddistingue il "Movimiento 26 de 
        Julio", quel movimento populista ma estremamente determinato e 
        sinceramente rivoluzionario che é stato per la rivoluzione cubana il 
        nucleo intellettuale e militante vincente.  
          
        Ripercorrere la storia della rivoluzione guidata da Fidel 
        Castro Ruz esula dal compito di questa sintesi, ma é obbligatorio 
        indicarne l'anomalo percorso storico. Essa é nata dalle rivendicazioni 
        del bracciante sul latifondista, del disoccupato e dell'operaio sul 
        magnate capitalista, tutti uniti dalla necessità di lottare contro la 
        bestiale dittatura neocoloniale ma privi di un'organizzazione politica 
        di massa provvista di precisa ideologia.  
          
        Tuttavia, questa rivoluzione apparentemente indirizzata 
        verso la sconfitta o tutt'al più verso la vittoria liberal-democratica, 
        é riuscita (complici determinate circostanze) a radicalizzarsi e a 
        moltiplicare la profondità di coscienza dei suoi militanti, fino ad 
        impedire che la vittoria si esaurisse in revisione dell'assetto politico 
        tale da lasciare inalterate le ragioni economiche, ovvero l'autentico 
        motore della società. Infatti, andando ben al di là delle peggiori 
        aspettative della borghesia cubana e nordamericana, siffatta rivoluzione 
        si é gradualmente spogliata delle illusioni demagogiche 
        social-democratiche e con lucidità ha imboccato la strada 
        marxista-leninista della trasformazione della realtà socio-economica, 
        sbarazzandosi dell'involucro istituzionale borghese che inizialmente 
        contenne la spinta rivoluzionaria. Ha poi saputo resistere alla reazione 
        imperialista degli Stati Uniti, ed infine, per bocca di Castro e nella 
        concreta azione di esproprio ai danni della borghesia nazionale e 
        straniera, si é proclamata socialista. Ad onta e smacco 
        dell'imperialismo americano. ...complici determinate circostanze... 
        Quali?  
          
        Due sono state senza dubbio determinanti: la collocazione 
        geografica dell'isola e la volontà dei cosiddetti "Barbudos", i 
        guerriglieri rivoluzionari.  
          
        Cuba é un'isola situata a poche miglia marine (90) dalla 
        costa sud occidentale degli Stati Uniti, per questo motivo era da almeno 
        da 30 anni il paradiso tropicale per ricchi nordamericani oltre che per 
        tutta l'alta borghesia internazionale; bordello e casa da gioco la 
        capitale, immenso latifondo produttore di zucchero il resto del paese.
         
          
        Poiché l'intero continente sudamericano é campo d'azione 
        dello sfruttamento statunitense e i governi delle nazioni 
        latino-americane non sono altro che organizzazioni malavitose a sostegno 
        e difesa degli interessi "yankee", la ribellione popolare cubana capace 
        di rovesciare il governo del dittatore fantoccio e di cacciare a pedate 
        le multinazionali e i loro lacchè, addirittura istituendo lo stato 
        socialista, non poteva che scatenare la rabbiosa reazione nordamericana. 
        Da parte degli USA, dopo la prima inefficace reazione conclusasi con 
        l'appoggio logistico allo sbarco disastroso dei controrivoluzionari 
        cubani di Playa Girón, é seguito l'embargo più lungo della storia 
        moderna (tuttora in vigore!), nonché una pressione politico-militare 
        affiancata all'azione terroristica della CIA; attentati dinamitardi su 
        aerei e navi, trasmissioni radiofoniche e televisive propagandistiche, 
        finanziamento di organizzazioni controrivoluzionarie della borghesia 
        cubana riparata in Florida, strumentalizzazione del flusso migratorio.
         
          
        I1 compromesso o qualunque tipo di accordo pacifista dunque 
        é stato impossibile, ciò ha spinto la rivoluzione cubana verso l'alleato 
        naturale, cioè 1'URSS e il "Campo socialista".  
          
        L'altra circostanza é il ruolo di vera avanguardia svolto 
        dai dirigenti guerriglieri; i fratelli Castro, Antonio Mella, Frank País, 
        Ernesto "Che" Guevara, Camillo Cienfuegos, Wilma Espín, Celia Sanchez, 
        Aydée Santamaria, ecc. Costoro non sono stati avventurieri o 
        opportunisti e neppure demagoghi incapaci di tradurre in realtà la 
        volontà di giustizia popolare, essi non hanno tradito la massa 
        proletaria con cui hanno combattuto e vinto. Essi hanno saputo davvero 
        trasformare la società contro cui lottavano, senza accontentarsi di 
        ritocchi banali o facili compromessi, e spesso sacrificando la propria 
        vita.  
          
        A questo proposito la dice lunga la smaniosa attesa da 
        parte reazionaria della morte di Fidel Castro, simbolo vivente di questa 
        "vecchia guardia" rivoluzionaria in grado di catalizzare ed indirizzare 
        con una precisa ideologia il desiderio di mondi migliori.  
          
          
          
        LO STATO SOCIALISTA 
        Lo Stato socialista cubano ha ricalcato a grandi linee il 
        modello fornito dalla Unione Sovietica post-bellica.  
          
        L'indiscutibile attrazione esercitata dall'esempio 
        sovietico sul proletariato internazionale, il bagaglio ideologico 
        marxista-leninista del partito comunista cubano prerivoluzionario (il 
        "Partito Socialista Popular"), e soprattutto il sostegno 
        politico-economico fornito dall'URSS alla neonata repubblica socialista 
        immediatamente (dall'ottobre 1960)sottoposta all'embargo statunitense, 
        hanno determinato l'assunzione esplicita e dichiarata del modello 
        sovietico.  
          
        Quando il 1° Maggio del 1960, a un anno dalla vittoria 
        rivoluzionaria, Fidel Castro proclama la natura socialista della 
        rivoluzione, Cuba è un paese arretrato appena uscito dal regime 
        neocoloniale, pertanto ancora annoverabile a pieno diritto tra i paesi 
        del "Terzo Mondo". Alla volontà politica comunista del governo si è 
        posto allora il problema di costruire la società socialista... 
         
          
        Come fare?  
          
        Quali misure economiche adottare? Come formare dal nulla i 
        quadri responsabili dello Stato Socialista? Quali manuali e metodologie 
        utilizzare? Ecc., ecc.  
          
        Affidarsi all'esperienza sovietica ai manuali di economia 
        sovietica, agli istruttori sovietici, questa è stata la logica 
        soluzione.  
          
        Dunque il socialismo cubano non è altro che la copia di 
        quello dell'URSS?  
          
        Sostanzialmente si, ma con una differenza; la volontà di 
        sfruttare l'esperienza sovietica per rimettere in moto il cammino 
        rivoluzionario in direzione della creazione della società finalmente 
        comunista, ovvero di superare nei tempi il più possibile brevi la fase 
        di dittatura del proletariato.  
          
        Questa ambiziosa finalità ha spinto il socialismo cubano 
        verso l'internazionalismo rivoluzionario, di cui le spedizioni di "Che" 
        Guevara in Congo e Bolivia, e l'appoggio politico-militare ai movimenti 
        rivoluzionari in America Latina ed Africa, sono l'esempio 
        incontrovertibile della coscienza della necessità di alimentare la 
        rivoluzione ovunque fosse possibile. Lo slogan guevariano "Creare due, 
        tre, molti Vietnam" sintetizza la strategia scaturita dalla 
        consapevolezza che per far procedere la marcia dell'umanità verso il 
        "regno delle libertà", verso la formazione dell'"uomo nuovo", era 
        indispensabile sbloccare la situazione nata dalla "guerra fredda" 
        abbattendo la potenza dell'imperialismo capitalista. Quello stesso 
        imperialismo che aggredì la rivoluzione d'Ottobre costringendo 1'URSS a 
        mobilitare le risorse in funzione bellico-difensiva, e che vistosi 
        battuto localmente innescò una corsa all'armamento durata '70 anni 
        bloccando in tutti i paesi socialisti le possibilità creative della 
        rivoluzione, infine costringendo tali possibilità a rimanere 
        "congelate"dalla condizione di guerra fredda permanente.  
          
        I1 socialismo cubano si è quindi distinto per aver 
        mobilitato le proprie risorse in favore dell'internazionalismo 
        rivoluzionario in modo dichiarato ed incisivo, addirittura temerario, di 
        cui Guevara è stato il massimo artefice.  
          
        L'esempio cubano ha avuto tanta risonanza che ancora oggi, 
        a decenni dagli eroismi internazionalistici e con Cuba socialista 
        ridotta all'ombra di ciò che è stata, fra i popoli del "Terzo Mondo" che 
        hanno vissuto la lotta antimperialista è ancora diffusa la viva simpatia 
        per 1'isola caraibica, nei confronti della quale essi sono debitori di 
        aiuti disinteressati soprattutto in termini di materiale umano: tecnici, 
        medici, insegnanti, ecc.  
          
        I1 peso politico dell'internazionalismo cubano risulta 
        inoltre evidente di fronte all'interesse e al dibattito che suscita oggi 
        nei paesi occidentali, dove la "sinistra" che si era entusiasmata per 
        quello che inizialmente aveva interpretato come un promettente tipo di 
        socialismo "nuovo" (si rammenti la smania revisionista nel cercare 
        fantomatici socialismi "dal volto umano") ora si affretta a liquidarlo 
        accusandolo di autoritarismo o svilendone il significato ideologico con 
        una solidarietà basata più sulla difesa della libertà di 
        autodeterminazione dei popoli, che sulla solidarietà di classe. 
         
          
        Per comprendere le convulse circostanze in cui è maturato 
        il processo di trasformazione dell'economia e della società cubana è 
        necessario compiere una breve digressione riassuntiva che rammenti il 
        corso degli eventi seguiti alla caduta del regime di Batista. 
         
          
        A1 trionfo della rivoluzione dell'8 Gennaio del 1959 segue 
        la formazione di un governo retto da esponenti della borghesia non 
        compromessi dal precedente regime neocoloniale nel quale Fidel Castro 
        ricopre la carica di Primo Ministro.  
          
        Nel corso dell'anno, di fronte alla intransigenza castrista 
        che ai primi accenni di azione controrivoluzionaria (ribellione del 
        generale Hubert Matos) non esita a mobilitare l'esercito guerrigliero e 
        a far occupare l'Avana con una manifestazione pacifista da mezzo milione 
        di "campesinos" provenienti da tutta l'isola, vengono meno le speranze 
        conservatrici di far defluire la spinta rivoluzionaria nel riformismo 
        democratico. I1 radicalizzarsi della situazione politica provoca la 
        caduta del governo borghese e la fuga del Presidente Manuel Urrutia Lleó 
        con tutti i ministri in Florida, negli Stati Uniti (Urrutia viene 
        sostituito da Osvaldo Dorticós che rimarrà in carica fino al 1975). 
        Nell'ottobre del 1960 la nazionalizzazione delle banche e delle imprese 
        con più di 24 dipendenti provoca la reazione degli USA che negano il 
        petrolio che prima fornivano normalmente; la richiesta di Castro di 
        raffinare il petrolio offerto dai sovietici viene negata, pertanto il 
        governo rivoluzionario nazionalizza le raffinerie (di proprietà 
        americana). Scattato l'embargo statunitense che trascina al suo fianco i 
        due continenti americani (tranne Messico e Canada), all'economia cubana 
        rimane un unico partner commerciale costituito dai paesi socialisti 
        (Cina, URSS ed Europa orientale).    
          
        Riassumiamo ora le misure che la Rivoluzione cubana ha 
        adottato nella costruzione dello Stato Socialista, ciò permetterà di 
        capire quanto di buono ha prodotto, vi é stato, ed in minima parte vi é 
        ancora.  
          
          
        Nazionalizzazione di finanze, industrie, trasporti, servizi 
        La risoluzione n. 94 del 21 Novembre del 1959 rende 
        ufficiale la creazione dell'"Instituto Nacional de Reforma Agraria" (INRA).
         
          
        Tale istituto serve allo scopo di ricostruire l'economia 
        cubana in senso socialista, ossia a distruggere l'anarchia produttiva 
        capitalista che era funzionale solo agli interessi della borghesia 
        nazionale e straniera, edificando al suo posto un modo di produzione 
        razionale capace di assicurare l'equa distribuzione di lavoro e 
        compensi. In altre parole, al profitto individuale di padroni grandi e 
        piccoli si sostituisce d'autorità l'interesse collettivo gestito dalla 
        massa proletaria attraverso le strutture amministrative prodotte dal 
        governo rivoluzionario.  
          
        L'INRA è suddivisa in vari dipartimenti; a capo del 
        Dipartimento Industriale vi é Ernesto "Che" Guevara a partire dal 7 
        Ottobre 1959 (egli diverrà poi Ministro dell'Industria dal 1961 al 
        1964).  
          
        Di fronte ad un panorama di industrie produttive, altre 
        abbandonate dai proprietari emigrati all'estero con i capitali, altre 
        ancora improduttive perché i padroni si erano arricchiti a spese 
        dell'erario in quanto legati al regime di Batista, il Dipartimento 
        Industriale nel 1960 unisce i fondi di tutte le fabbriche nazionalizzate 
        (inizialmente solo quelle con più di 24 dipendenti) in un unico fondo 
        centralizzato in cui i vari stabilimenti depositano i ricavi e ricevono 
        i finanziamenti programmati in accordo ad un bilancio prefissato. In tal 
        modo si contribuisce al contenimento della disoccupazione e si permette 
        alla popolazione di continuare a ricevere i prodotti necessari anche in 
        presenza di una temporanea non redditività di tutte le aziende. Il 
        personale che risulta eccedente viene trasferito in altri settori 
        produttivi, mentre i lavoratori per i quali non é possibile il 
        trasferimento vengono creati corsi di qualificazione tecnica e 
        culturale. La sezione finanze, contabilità e bilanci del Dipartimento 
        amministra il fondo centralizzato in conformità di programmi in accordo 
        ad un piano annuale.  
          
        La Banca Nazionale é depositaria del fondo centralizzato, 
        essa amministra il capitale finanziario (anch'esso nazionalizzato) e ad 
        essa il Dipartimento Industriale invia copia dei bilanci delle unità 
        produttive mentre le agenzie bancarie, da parte loro, non effettuano 
        pagamenti superiori alle cifre stabilite nel bilancio generale. A guida 
        della Banca Nazionale é "Che" Guevara in qualità di Presidente dal 
        Novembre del 1959.  
          
        Nel 1961 il 70% del settore industriale é nazionalizzato.
         
          
        Trasporti e servizi subiscono lo stesso adeguato 
        trattamento: nel Marzo del 1959 vengono nazionalizzate le cooperative 
        dei bus e la "cuban Telephone", gli affini e le tariffe telefoniche 
        vengono dimezzate (legge 508 del 19/08/59), i prezzi dei libri di testo 
        per la scuola elementare, superiore e professionale vengono ridotti del 
        25/30% (legge 479), viene anche ridotto il prezzo dei farmaci del 
        15/20%. I1 tunnel dell'Avana, unico tratto autostradale a pagamento 
        dell'isola, viene anch'esso nazionalizzato ed il pedaggio abolito.
         
          
        Negli anni successivi l'intero tariffario dei servizi sarà 
        ridotto ad un "prezzo politico", una tassa minima per il consumo di gas, 
        telefono, corrente elettrica, e per l'uso dei bus e dei treni. 
        Completamente gratuiti diverranno i servizi essenziali: la sanità e la 
        scuola. Lo studio, di ogni livello e grado sarà assicurato e gratuito, 
        nonché incentivato, qualunque tipo di intervento chirurgico, cura o 
        terapia non richiederà alcuna spesa, anche la chirurgia estetica sarà 
        gratuita.  
          
        Attualmente le gravi condizioni economiche procurate da 36 
        anni di embargo a cui si sono sommate le vicende della restaurazione 
        liberal-democratica in Europa orientale con la scomparsa del principale 
        alleato cubano, si ripercuotono immediatamente ed in modo visibilmente 
        disastroso proprio sui traguardi socialisti relativi ai servizi ed alle 
        strutture di pubblica utilità. I1 sopracitato "prezzo politico" va 
        scomparendo e sostituito da tariffe più consistenti, compaiono imposte 
        che erano state dimenticate da oltre trent'anni, la qualità dei servizi 
        si va deteriorando al limite della sussistenza.  
          
          
        Riforma Agraria 
        L'1% dei proprietari terrieri cubani controllava quasi la 
        metà di tutto il territorio agricolo dell'isola. Le compagnie "American 
        Sugar Refinig Company", "Vertientes y Camaguey", "Francisco Sugar", 
        "Atlantica del Golfo", "Cuban American Sugar", possedevano circa 
        2.684.000 ettari, di cui coltivavano meno della metà. I1 salario dei 
        braccianti agricoli era di 50 centesimi al giorno!  
          
        I1 17 Maggio del 1959 la legge di Riforma Agraria sancisce 
        1'attribuzione dei titoli di proprietà a 150.000 contadini che si 
        dividono tutte le proprietà superiori ai 400 ettari disintegrando una 
        volta per tutte i latifondi e varando un progetto di istituzione di 
        cooperative agricole sotto la direzione dell'INRA.  
          
        Nel 1961 una seconda Riforma Agraria riduce a 63 ettari il 
        limite della proprietà privata.  
          
          
        Campagna di Alfabetizzazione 
        Gli analfabeti a Cuba erano milioni, in alcune zone del 
        paese, soprattutto in montagna, lo erano pressoché tutti.  
          
        Il governo rivoluzionario nel 1961 organizza una campagna 
        di alfabetizzazione nazionale senza precedenti storici; migliaia e 
        migliaia di volontari, ragazzi e ragazze diplomati o laureati si recano 
        nelle zone più povere del paese dove si improvvisano maestri 
        condividendo le condizioni di vita degli allievi. Sarà la stessa ONU a 
        dichiarare alcuni mesi più tardi l'isola "territorio libero da 
        analfabetismo". Questa operazione culturale di massa é la prima grande 
        vittoria nazionale rivoluzionaria nell'edificazione dello Stato 
        Socialista ed é anche una grande lezione politica; tutti i contadini 
        capiscono che esiste una concreta rivoluzione in corso.  
          
          
        Lotta alla discriminazione razziale 
        La popolazione di Cuba é composta per il 72% da bianchi, 
        per il 15% da mulatti, per il 12% da negri e per 1'1% da asiatici.
         
          
        In epoca prerivoluzionaria le barriere razziali, non 
        istituzionali ma socio-economiche impedivano ai neri e parzialmente 
        anche ai mulatti la piena occupazione. La discriminazione era evidente 
        nel settore turistico, dove i neri ed i creoli erano ammessi in qualità 
        di dipendenti solo nei periodi di bassa stagione... per non turbare la 
        sensibilità dei turisti nordamericani.  
          
        I1 governo rivoluzionario esegue immediatamente (25 Marzo 
        1959) la condanna pubblica della discriminazione razziale e affida alla 
        scolarizzazione di massa il compito di superare tale spinoso ostacolo 
        culturale.  
          
        I1 problema é di difficile soluzione in quanto non é 
        risolvibile cancellando leggi razziste perché quelle non esistono; prima 
        della rivoluzione non vi era traccia di alcuna forma legislativa di 
        "apartheid", si tratta invece di eliminare i condizionamenti culturali 
        che si sono formati e stratificati a partire dall'epoca schiavista. I1 
        problema é di ordine mentale.  
          
        Sviluppare nella massa la coscienza comunista sarebbe la 
        soluzione, ma la complessità di questo traguardo é quanto di più 
        imponente la rivoluzione deve affrontare. A questo proposito Fidel 
        Castro disse: "... noi non dobbiamo lottare soltanto contro una serie di 
        privilegi e interessi che hanno pesato sulla nazione e sul popolo, 
        dobbiamo lottare contro noi stessi, dobbiamo lottare fortemente contro 
        noi stessi..." (Conferenza stampa del 15 Marzo 1959).  
          
        L'allusione di Castro é rivolta alla necessità di 
        modificare la formazione culturale di ognuno, allo sforzo intellettuale 
        individuale che é indispensabile per la creazione della coscienza 
        dell'"uomo nuovo", ossia della coscienza comunista.  
          
        Oggi, a trentasei anni dalla vittoria della rivoluzione, si 
        può affermare che la discriminazione razziale é stata certamente 
        ridimensionata in modo netto, ma a causa della battuta d'arresto subita 
        dal processo di formazione culturale a cui si accennava sopra, non é 
        stata battuta definitivamente.  
          
          
        Creazione di strutture statali 
        L'azione dello stato socialista cubano nei confronti delle 
        misure volte alla creazione di strutture di pubblica utilità ha la 
        natura di un'autentica opera di ricostruzione nazionale. Segue l'elenco 
        delle principali iniziative realizzate:  
          
        costruzione di strade carrozzabili che collegano località 
        abitate fra le più isolate del paese, dimora dei più poveri abitanti 
        dell'isola  
          
        istituzione di cooperative di carbonai e pescatori, le 
        categorie di lavoratori che insieme ai contadini delle zone montuose 
        vivevano le condizioni più degradate  
          
        istituzione di un servizio medico rurale gratuito con 
        l'edificazione di ambulatori presso località dove non solo non esisteva 
        nulla di simile, ma dove la medicina non era mai arrivata a causa 
        dell'indigenza degli abitanti e della conseguente assenza di profitto il 
        praticarla  
          
        fondazione del "Centro Nazionale di Investigazioni 
        Scientifiche", dell'"Accademia delle Scienze" e dell'"Istituto di 
        Scienza Animale". Tali centri di studio e ricerca scientifica erano 
        prima inesistenti a causa del ritardo culturale istituzionale procurato 
        dalla dominazione coloniale e neocoloniale  
          
        fondazione dei cosiddetti "Istituti Tecnologici" atti a 
        formare i quadri di tecnici specializzati necessari alle esigenze di 
        personale qualificato dell'industria nazionale. Da sempre la tecnologia 
        era patrimonio delle aziende straniere presenti nell'isola allo scopo di 
        sfruttarne le risorse naturali e la manodopera  
          
        fondazione dell"'Istituto Cubano di Arte e Industria 
        Cinematografica" (ICAIC) fondazione della "Prensa Nacional", cioè la 
        "Stampa Nazionale"  
          
        fondazione dell"'Istituto Cubano del Libro"  
          
        "Riforma Urbana". Alla immediata riduzione degli affitti 
        eseguita nel 1959 segue la pianificazione dell'attività edile 
        finalizzata alla soluzione della cronica carenza di alloggi per un 
        popolo in ascesa demografica; la popolazione cubana é passata dai circa 
        5 milioni del 1959 ai 10 attuali.  
          
        Dato il permanere del bisogno di case e la mancanza di 
        manodopera e risorse adeguate, nascerà il sistema delle "microbrigadas" 
        (microbrigate). Ad un centro di lavoro che ne faccia richiesta il 
        governo concede un terreno, i materiali ed i tecnici, il centro di 
        lavoro o la fabbrica che ha inoltrato la richiesta toglie dalla normale 
        produzione un certo numero di dipendenti per periodi di tempo variabili 
        e li manda a trasformarsi in mano d'opera edile. I dipendenti che 
        restano nel centro di lavoro promotore di questa attività edile 
        straordinaria si fanno carico del lavoro di chi se ne va, e spesso la 
        domenica fanno il lavoro volontario in cantiere. Interi quartieri sono 
        stati costruiti con questo metodo.  
          
        edificazione di "Città Scolari", "Città Universitarie" e 
        fondazione dell"'Istituto Nazionale Borse di Studio". La poderosa 
        struttura scolastica creata dal nulla ha lo scopo di assicurare la 
        scolarizzazione di massa, requisito indispensabile per il miglioramento 
        delle condizioni di vita individuali e collettive.  
          
        Nel sistema scolastico cubano, così come in quello di ogni 
        stato socialista compiuto, lo studio é un diritto garantito a tutti 
        coloro che desiderano accrescere la propria qualificazione culturale e 
        professionale dimostrando di avere le qualità necessarie. L'uso delle 
        strutture scolastiche e dei materiali didattici é gratuito, il 
        mantenimento degli studenti é anch'esso fornito gratuitamente in 
        complessi residenziali al loro servizio, pertanto la barriera al diritto 
        allo studio costituita da tasse, rette ed ogni altro tipo di spesa di 
        mantenimento non esiste. La barriera risiede invece nel severo vaglio 
        delle attitudini e capacità possedute dagli studenti selezionati nel 
        corso degli studi in sede di esami e valutazioni.  
          
        Lo Stato socialista impone agli studenti di ogni livello e 
        grado 45 giorni all'anno di prestazioni lavorative nel settore agricolo. 
        Lo scopo di questo lavoro obbligatorio consiste nel ricavare un parziale 
        risarcimento ai servizi scolastici ed universitari gratuiti, ma 
        soprattutto di curare la formazione culturale studentesca.  
          
        La carriera degli studi svincolata dai rapporti di 
        produzione, dal contatto con la concreta realtà del lavoro, in 
        particolar modo da quello agricolo che più di altri richiede fatica 
        fisica, comporta un'inevitabile condizionamento mentale che attribuisce 
        all'attività intellettuale il primato su qualunque altra attività, 
        alimentando la convinzione che solo il lavoro intellettuale é degno di 
        rispetto perché alieno da fatica fisica e lavoro manuale, finendo 
        coll'interpretare quest'ultimo come semplice applicazione della forza 
        bruta.  
          
        I1 lavoro nei campi a cui vengono applicati gli studenti 
        insegna loro che l'attività manuale non é disgiunta da quella 
        intellettuale, perché qualunque lavoro agricolo compiuto senza 
        concentrazione e perizia tecnica é impossibile quando non é addirittura 
        pericoloso. Piantare un chiodo o scavare un fosso sono azioni semplici 
        ma non stupide, perché richiedono l'abilità nell'uso degli strumenti il 
        cui maneggio é possibile a patto di usare il cervello.  
          
        Questa banale constatazione diviene formativa nel momento 
        in cui gli studenti vivono concretamente queste esperienze e si rendono 
        conto delle difficoltà, della fatica e delle nozioni necessarie per 
        realizzare azioni tanto facili in apparenza.  
          
        I1 sistema scolastico dei regimi liberal-democratici che 
        apparta gli studenti in un modo parassitario la cui autorevolezza e 
        prestigio risiedono nel fine istituzionale di dotarli di capacità 
        "speciali" atte a garantire loro una condizione privilegiata sul resto 
        della società, produce saccente presunzione, disprezzo per il lavoro in 
        genere ed aggressivo individualismo piccolo-borghese, un bagaglio di 
        comportamenti e mentalità bene rappresentato dalla goliardia. 
         
          
        La "Escuela al campo" ovvero il lavoro agricolo 
        obbligatorio impegna anche l'intero corpo insegnanti in compiti di 
        gestione. Gli studenti disabili o in cattive condizioni di salute 
        vengono addetti ad attività lavorative adeguate alla loro condizione 
        fisica (generalmente nei servizi scolastici) oppure esonerati. 
         
          
        Un vanto del socialismo cubano é l'educazione infantile. 
        Esistono migliaia e migliaia di "circulos" (asili nido e scuole materne 
        a Cuba sono la stessa cosa) disseminati ovunque, in ville un tempo di 
        ricchi, in case riadattate, in nuove costruzioni prefabbricate o 
        costruite con il sistema delle "microbrigadas". I bambini sono ospitati 
        dal mattino alle 6 fino alle 19; mangiano, vengono vestiti con le divise 
        dei "pionieri" (la struttura politica infantile) e seguiti da équipes 
        pediatriche e da personale specializzato provvisto di preparazione 
        pedagogica riconosciuta in campo internazionale. (I1 confronto con 
        l'assistenza pubblica e gratuita fornita dagli altri paesi 
        latinoamericani é lasciata all'iniziativa del lettore).  
          
        L'assistenza dei "circulos" era gratuita, ma dagli anni 80 
        le famiglie dei bambini pagano una retta proporzionale alle loro 
        entrate.  
          
        fondazione della "Casa de las Americas", centro culturale 
        nazionale che nel corso degli anni diventerà un punto di riferimento per 
        tutti gli intellettuali latinoamericani, tuttora di importanza 
        continentale.  
          
        fondazione del "Dipartimento di Riforestazione". La legge 
        341 del 1959 destina 5 milioni di pesos alla semina di alberi su tutto 
        il territorio dell'isola, il cui patrimonio boschivo patisce i danni 
        subiti dallo sfruttamento selvaggio di epoca coloniale e neocoloniale
         
          
        creazione di una struttura commerciale statale. Nel 1959 il 
        "Dipartimento di commercializzazione" dell'INRA apre le cosiddette "Tiendas 
        del pueblo" (negozi del popolo), una catena di empori dove si possono 
        acquistare a prezzi ridotti alimentari e mercanzie in genere di prima 
        necessità.  
          
        Successivamente le attività commerciali private vengono 
        eliminate del tutto.  
          
        In occasione della prima riunione nazionale dell'INRA (4 
        agosto 1959) viene già indicata da Castro la motivazione di questo 
        provvedimento comune ad ogni stato socialista; si tratta di eliminare le 
        speculazioni commerciali che nascono nella distribuzione delle merci, 
        perché "...i commercianti si arricchiscono e nuocciono al produttore 
        come al consumatore".  
          
        L'embargo e le condizioni di isolamento commerciale 
        dell'isola impongono un regime di consumi austero, che diviene di 
        rigoroso razionamento nel corso degli anni 70. Da allora esisterà il 
        razionamento per una serie di prodotti alimentari e non alimentari a 
        basso prezzo, distribuiti secondo le scadenze e le quantità indicate 
        dalla "libreta" cioè la tessera del razionamento. Per altri prodotti non 
        di prima necessità esisterà "un doppio mercato" nel senso che fino ad 
        una certa misura il prezzo sarà molto basso, oltre sarà molto alto (ciò 
        vale ad esempio per benzina e sigarette); la "libreta" lo strumento di 
        controllo.  
          
        Esisteranno anche i prodotti venduti "a la libre", ossia 
        senza razionamenti di alcun genere. A partire dal 1993, viste le 
        disastrose condizioni economiche del paese ridotto ad un'autarchia ormai 
        insostenibile, é stata legalizzata la libera circolazione del dollaro e 
        varati numerosissimi accordi commerciali con aziende straniere che hanno 
        reintrodotto il capitalismo (soprattutto nel settore turistico) seppure 
        in forma vigilata dallo stato. La valuta statunitense, che ora può 
        essere utilizzata liberamente dai cittadini cubani, ha ridotto gli 
        effetti deleteri del mercato nero che già da parecchi anni usava la 
        valuta USA, ma ha restaurato la discriminante mercantile di epoca 
        neocoloniale. Oggi, infatti, in virtù delle "magiche" libertà offerte 
        dal mercato capitalista solo chi possiede dollari può acquistare 
        prodotti giacché la valuta nazionale, il "peso" cubano (ufficialmente 
        cambiato alla pari con il dollaro) é quasi privo di capacità di acquisto 
        reale perché inutilizzabile per comprare merce straniera. I cittadini 
        cubani che possiedono dollari sono solo tre categorie: i dipendenti di 
        imprese a partecipazione straniera (per lo più impiegati nel settore 
        turistico), coloro che se li procurano in modo illecito (mercato nero e 
        prostituzione) e coloro che godono il vantaggio di avere parenti 
        residenti all'estero (considerevole é il flusso di dollari provenienti 
        dalla Florida, patria adottiva degli esuli controrivoluzionari). 
         
          
        Le contraddittorie conseguenze di questa situazione 
        drammatica ed esasperante sono facilmente immaginabili.  
          
        fondazione dell"'Istituto Nazionale dell'Industria 
        Turistica".  
          
        Fino ad allora il turismo era stato privilegio esclusivo di 
        ricchi stranieri o di cubani di pelle bianca, insieme al gioco d'azzardo 
        e alla prostituzione aveva costituito la principale attività economica 
        della capitale e dominio della malavita organizzata. L'Avana era stata 
        quartier generale dell'organizzazione mafiosa di "Lucky" Luciano, la cui 
        potenza è testimoniata dai grandiosi hotels "Capri" e "Riviera", tuttora 
        funzionanti ma all'epoca di proprietà mafiosa. La mafia italo-americana 
        aveva spadroneggiato al punto di progettare insieme agli oligarchi del 
        regime di Battista la costruzione di una ventina di lussuosi alberghi 
        sul lungomare della capitale, là dove la sua organizzazione era radicata 
        e saldamente legata al potere politico del governo neocoloniale, e il 
        suo controllo dell'attività imprenditoriale era capillare (ad esempio il 
        "boss" Ardito Barletta possedeva oltre alle attività criminali l'hotel 
        "Siviglia", una televisione locale ed altre attività legali). 
         
          
        Compito dell'Istituto Turistico è la valorizzazione (in 
        senso socialista) delle strutture alberghiere già esistenti e la 
        costruzione di altre nuove. La nazionalizzazione del patrimonio 
        turistico e la gestione socialista di esso consentono di destinarne 
        parte ad uso popolare, e sebbene il turismo cubano non diventerà mai un 
        fenomeno di massa così come lo conosciamo nei paesi occidentali, i 
        soggiorni brevi in hotel in occasione di nozze, fine settimana o "fiesta 
        de los quince" ("festa dei quindici"; a Cuba l'ingresso femminile in 
        società si celebra solennemente all'età di 15 anni) diventano 
        consuetudine diffusa. Soggiorni gratuiti sono inoltre distribuiti dai 
        centri di lavoro sotto forma di incentivi.  
          
        Nel corso degli anni 80 le disastrose conseguenze 
        dell'isolamento commerciale del paese hanno fatto dell'industria 
        turistica l'unico settore grandemente remunerativo dell'economia cubana 
        (1'esportazione di nichel e zucchero hanno subìto le conseguenze del 
        crollo del valore di questi prodotti sul mercato mondiale), pertanto 
        proprio il turismo ha aperto per primo i battenti al capitalismo 
        straniero.  
          
        Quest'ultimo è rientrato a Cuba sotto forma di società 
        commerciali miste composte da cubani ed investitori stranieri (per lo 
        più spagnoli e italiani) che hanno acquistato strutture alberghiere o 
        edificato altre nuove. La presenza di cittadini cubani all'interno di 
        queste società garantisce la sovranità nazionale sulle "cittadelle 
        capitalistiche" in cui sono stati trasformati alberghi e villaggi 
        turistici, ma non ne modifica certo la natura economica, esclusivamente 
        finalizzata al profitto dei proprietari. Anche le strutture turistiche 
        ancora di completa proprietà dello Stato sono state convertite in 
        macchine per incamerare valuta pregiata, sicché l'utilizzazione popolare 
        del patrimonio turistico nazionale si è progressivamente ridotta 
        all'estremo ed attualmente è nulla.  
          
        Merita un cenno il ruolo culturale antisocialista svolto 
        dal massiccio afflusso turistico nell'isola. A partire dagli anni 80 la 
        massa di turisti che per tutto il corso dell'anno transita a Cuba, 
        propaganda un modello di vita e tutti i valori ad esso connessi che è 
        l'opposto o per lo meno stridente con quello vigente nel paese. 
        Consumismo, snobismo, becero edonismo vacanziero, sono modelli culturali 
        e comportamentali che vengono importati nell'isola nella forma fascinosa 
        dello svago programmato, organizzato, appunto la vacanza. La rutilante 
        vita del turista, per quanto breve ed effimera, si impone come unica 
        immagine di ciò che è la realtà dei paesi capitalisti, riscuotendo (fra 
        i giovani soprattutto) comprensibile attrazione e paradossale autorità 
        di documento veritiero. I1 turismo è dunque il miglior veicolo 
        pubblicitario della retorica anticomunista e antisocialista in genere, 
        divenendo per la massa popolare cubana impossibile eppure sistematico 
        terreno di confronto e valutazioni comparative.  
          
        fondazione dell"'Istituto Nazionale Sportivo e Ricreativo" 
        (INDER)  
          
        La gestione da parte dello Stato socialista della pratica 
        dello sport di massa consente di investire notevoli risorse in impianti 
        sportivi e strutture organizzative. La selezione agonistica estesa alla 
        moltitudine popolare produrrà negli anni post-rivoluzionari un gran 
        numero di campioni che si affermeranno in gare internazionali e 
        competizioni olimpiche, spesso distinguendosi nel rifiutare i favolosi 
        ingaggi offerti da società sportive nordamericane.  
          
        Qualunque sportivo appassionato e dotato di buona memoria 
        sa elencare numerosissimi atleti cubani protagonisti degli eventi 
        sportivi degli ultimi vent'anni. (Juantorena, Teofilo Stevenson, Pedroso, 
        Sotomayor, gli atleti componenti arcinote squadre di baseball, scherma, 
        pallavolo, ecc. ecc).  
          
          
        Creazione di strutture paramilitari popolari a difesa della 
        Rivoluzione 
        La pressione terroristica (attentati, mitragliamenti dal 
        mare e incursioni di singoli aerei sono frequenti per tutto il 1959) 
        esercitata da agenti della CIA o da cubani facenti parte di 
        organizzazioni controrivoluzionari e con sede a Miami in Florida, 
        provoca la creazione di una struttura di difesa popolare del governo 
        rivoluzionario.  
          
        Nel 1960 nascono per questo scopo i "Comitati di Difesa 
        della Rivoluzione" (CDR); tali comitati costituiscono l'organizzazione 
        territoriale di massa e divengono nel corso degli anni l'ossatura 
        dell'organizzazione sociale cubana. Ogni centro abitato viene suddiviso 
        in comitati ciascuno della consistenza di uno o più isolati in città o 
        di un intero paese in provincia. Nei primi anni i "CDR" organizzano 
        squadre di vigilanza contro gli attentati, poi, diminuita l'azione 
        terroristica, prendono a collaborare efficacemente con l'organizzazione 
        statale curando ogni attività di massa, dal lavoro volontario alle 
        campagne di vaccinazione, dalla raccolta di materiali riciclabili alla 
        costituzione dei comitati scuola-famiglia, dall'istruzione tecnica e 
        politica alle feste di isolato. Ad ogni "CDR" possono aderire tutti gli 
        abitanti della zona di ciascun comitato compiuti i 14 anni.  
          
        La "Milizia Popolare" costituisce un altro contributo di 
        massa alla difesa militare dello Stato socialista cubano. In caso di 
        aggressione da parte di un esercito straniero la Milizia è in grado di 
        mobilitare in poche ore tutti, uomini, donne, ragazzi e ragazze 
        (compiuti i 16 anni di età). La partecipazione alle manovre della 
        Milizia è esclusivamente volontaria, ma data la coesione della società 
        cubana post-rivoluzionaria, essa è diffusa e generalizzata. Praticamente 
        tutti i cubani, di ogni età e di ambo i sessi hanno avuto una 
        rudimentale preparazione militare realizzata durante le periodiche 
        manovre d'addestramento, seguite spesso con giovanile entusiasmo ed 
        autoironia.  
          
          
        Creazione di strutture politiche di massa 
        La "Federación de Mujeres Cubanas" (FMC), cioè la 
        "Federazione delle Donne Cubane" è una struttura che svolge attività 
        organizzative in ambito esclusivamente femminile con compiti non solo 
        politico-amministrativi ma socio-culturali, al pari del "CDR". I1 ruolo 
        di questa struttura assume importanza particolare se si considera la 
        cultura maschilista cubana, che al "machismo" spagnolo somma quello 
        africano in una miscela sconosciuta in Europa. Per combattere la 
        mentalità che dà per scontate l'inferiorità e la sottomissione 
        femminile, nel 1975 è stata varata la legge sull'uguaglianza fra uomo e 
        donna, misura legislativa che condanna e abolisce le residue forme di 
        maschilismo della società socialista cubana.  
          
        La legge è stata accompagnata da una campagna nazionale di 
        sensibilizzazione in cui la Federazione ha avuto ruolo protagonista.
         
          
        Alla presidenza della "FMC" è Wilma Espín, veterana della 
        guerriglia e moglie di Raul Castro.  
          
        La "Asociación de Jóvenes Rebeldes" (Associazione dei 
        Giovani Ribelli) nel periodo immediatamente seguente la vittoria 
        rivoluzionaria organizza la gioventù che aderisce al "Movimiento 26 de 
        Julio", il movimento politico-rivoluzionario animatore della guerriglia. 
        La radicalizzazione dello scontro di classe seguita al moderato 
        riformismo del governo borghese di Manuel Urrutia si conclude nel corso 
        del 1959 con il prevalere del "castrismo", la conseguente definizione 
        ideologica del movimento politico giunto al potere determina, tra 
        l'altro, la trasformazione dell'associazione giovanile in "Unión de 
        Jóvenes Comunistas" (UJC). In un paese in cui le caratteristiche 
        demografiche fanno della gioventù la massa popolare preponderante 
        l'importanza di questa struttura è evidente; essa svolge i compiti 
        organizzativi e formativi comuni a molti altri enti statali, ma con 
        particolare attenzione alla cura del tempo libero, infatti a carico 
        della "UJC" è l'organizzazione di quelle che attualmente, date le gravi 
        condizioni economiche del paese, sono le uniche occasioni di 
        divertimento di massa (concerti, serate danzanti in improvvisate 
        discoteche all'aperto, ecc.).  
          
          
        Creazione di organismi politico-diplomatici preposti allo 
        sviluppo dell'internazionalismo rivoluzionario 
        "Instituto de Amistad con los Pueblos " (ICAP)  
          
        Da strumento delle iniziative solidaristiche realizzate 
        nell'ambito dell'internazionalismo antimperialista in America Latina ed 
        Africa, si è trasformalo in un prezioso veicolo di aiuti economici 
        diretti alla stessa Cuba in seguito al mutamento della situazione 
        politica mondiale. Le associazioni e i comitati di solidarietà con il 
        socialismo cubano sparsi in tutto il mondo fanno riferimento a questo 
        istituto ormai da parecchi anni, da quando si è convertito in arma 
        disperata di difesa contro l'embargo statunitense.  
          
        "Oragnisación Latinoamericana de Solidaridad" (OLAS) 
         
          
        La strategia cubana per il continente latinoamericano 
        indica nei movimenti insurrezionali generati da nuclei guerriglieri la 
        via rivoluzionaria da seguire. La tattica dei partiti comunisti 
        sudamericani (ad eccezione del Partito Comunista Venezuelano) punta 
        invece alla costituzione di partiti di massa rifiutando la lotta armata, 
        ciò crea contrasti fra il governo cubano e i partiti comunisti 
        "ortodossi".  
          
        L'"OLAS" viene creata appositamente per sancire la volontà 
        cubana di organizzare strutture marxiste-leniniste libere da i vincoli 
        con i tradizionali partiti comunisti e favorevoli all'impegno armato a 
        sostegno dei movimenti guerriglieri.  
          
        La prima riunione dell"'OLAS" avviene nell'Avana il 
        4/08/67; viene alla luce il drammatico isolamento del governo cubano, 
        che si ritrova solo fra partitini e gruppuscoli rivoluzionari a 
        propugnare tale linea di azione.  
          
        "Che" Guevara è assente, impegnato in Bolivia a praticare 
        la perfetta unione di teoria e prassi, braccato dalle forze 
        antiguerriglia addestrata dai nordamericani. I1 mese seguente il nucleo 
        guerrigliero del "Che" viene catturato, egli è ferito durante il 
        combattimento e catturato, dopodiché assassinato.  
          
        La scomparsa del principale sostenitore dell'insurrezionalismo 
        rivoluzionario non ferma l'offensiva guerrigliera latinoamericana, che 
        si protrae per quasi vent'anni attraverso i "Tupamaros" in Uruguay, i 
        "Sandinisti" in Nicaragua, "Sendero Luminoso" ed "MRTA" in Perù, il 
        "Fronte Farabundo Martí" in Salvador, 1'"OPRA" in Guatemala. Ma l"'OLAS" 
        è giunta in ritardo, perdendo così la possibilità di agire con successo; 
        Cuba non è in grado di coordinare l'azione rivoluzionaria continentale e 
        gradualmente ripiega su posizioni di difesa.  
          
        La brevissima vita di questa organizzazione ha la natura di 
        un'ipotesi strategica, di un'esperimento, comunque di un'esperienza 
        tutta da valutare.  
          
          
        Ristrutturazione del sistema retributivo 
        Durante i primi anni di governo rivoluzionario, tra il 1959 
        e il 1961, la politica padronale rivolta a concedere aumenti salariali 
        allo scopo di evitare conflitti che potevano facilmente concludersi con 
        la nazionalizzazione dell'azienda, ossia con l'esproprio da parte dello 
        stato che stava assumendo caratteri ormai apertamente socialisti, crea 
        grosse sproporzioni salariali fra i vari settori produttivi, aggiungendo 
        altre iniquità al sistema retributivo capitalista neocoloniale. 
        Esistevano, infatti, enormi disparità salariali, diverse denominazioni e 
        retribuzioni per una determinata occupazione, inesistenza di indicazioni 
        riguardo ai criteri di qualificazione, inesistenza delle norme di 
        lavoro, insomma una babele in cui regnavano le sperequazioni più 
        assurde.  
          
        Nel 1962 il Ministero dell'Industria e quello del lavoro 
        riorganizzano e regolamentano 1'attività produttiva e retributiva; 
        elaborano una definizione unica delle occupazioni, definiscono le 
        funzioni lavorative e i criteri di qualificazione, riducono tutte le 
        fasce salariali (migliaia) al numero di 41, classificano i centri 
        produttivi del paese per poter ripartire il personale direttivo, 
        elaborano un'unica scala salariale per l'intera economia, definiscono le 
        norme di produzione di tutte le unità produttive, classificano i posti 
        di lavoro, inaugurano corsi di specializzazione per i quadri 
        responsabili della gestione politica amministrativa e sindacale. 
         
          
        I1 sistema retributivo elaborato dai due ministeri, al pari 
        di quello di qualunque altro paese socialista, ridimensiona in modo 
        netto le retribuzioni dei lavoratori ad elevata qualifica professionale, 
        misura che provoca la "fuga" dei tecnici di ogni genere verso paesi 
        nordamericani creando non poche difficoltà iniziali all'economia cubana. 
        Invece decisa rivalutazione salariale viene giustamente stabilita per i 
        lavoratori che praticano condizioni di lavoro particolarmente dure e/o 
        pericolose, perciò un'operaio addetto ai servizi portuali di 
        carico/scarico delle merci, ad esempio, percepisce un salario pari a 
        quello di un medico o di un qualunque altro laureato.  
          
        Protagonista della riorganizzazione retributiva e 
        produttiva è il Ministro dell'Industria Ernesto "Che" Guevara in carica 
        dal 1961 al 1964, epoca in cui ha occasione di affermare:  
          
        Perché il salario è un vecchio male, che nasce con 
        l'affermarsi del capitalismo, che nasce quando la borghesia prende il 
        potere distruggendo il feudalesimo e che non muore neppure nella fase 
        socialista. Finirà, si estinguerà soltanto quando il denaro non 
        circolerà più, quando si arriverà alla società ideale, al comunismo.
         
          
        Col salario ideale, cioè col denaro, si misura la diversa 
        qualificazione di chi è retribuito per lavorare. Col denaro si misura 
        anche lo spirito lavorativo di ciascuno, secondo la propria 
        specializzazione. Il denaro è l'unica misura che può abbracciare tutto 
        e, nella fase della costruzione del socialismo in cui ci sono ancora dei 
        rapporti di mercato, dobbiamo lavorare Con il denaro .. (Discorso per la 
        consegna dei premi a 45 operai del Ministero dell'Industria del 
        30/04/62)  
          
        Noi siamo ancora in un'epoca in cui l'ingiustizia non è 
        stata eliminata e in cui non possiamo ancora eliminarla del tutto; non 
        possiamo ancora dare a ciascuno a seconda delle proprie necessità. Ci 
        troviamo a dover costruire il socialismo, dobbiamo dare a ciascuno a 
        seconda del suo lavoro, dobbiamo correggere le ingiustizie a poco a poco 
        e dobbiamo farlo discutendo sempre con i lavoratori. (Discorso in 
        occasione della cerimonia per tecnici e operai del "MININD" del 
        27/01/63).  
          
        Guevara è consapevole del carattere transitorio del 
        socialismo e dei limiti di esso, perciò elabora un sistema salariale 
        finalizzato al superamento di questa fase, in cui vige la sistematica 
        combinazione d'incentivi materiali e morali in base al quale i 
        lavoratori che si distinguono per la qualità del lavoro compiuto sono 
        premiati con beni di consumo, ma anche con riconoscimenti pubblici per 
        aver acquistato la coscienza di aver esaudito un dovere sociale. Egli 
        riconosce la validità dell'incentivo materiale sul piano produttivo, ma 
        ne condanna l'uso quale leva fondamentale dell'economia socialista, 
        perché sostiene che subordinare lo sviluppo della coscienza 
        all'incremento dei consumi significa impedire la diffusione della morale 
        rivoluzionaria nelle masse, in altre parole ad impedire la creazione del 
        comunismo.  
          
        Fra i suoi scritti si può leggere: ".. graduale aumento dei 
        beni di consumo per il popolo, questa è la parola d'ordine, e in 
        definitiva, il grande strumento di formazione delle coscienze secondo i 
        sostenitori dell'altro sistema (quello capitalista)". ("Opere" Guevara)
         
          
        I1 "Che" affronta così un problema cruciale del processo 
        rivoluzionario fornendo la propria valutazione in merito; il passaggio 
        dal socialismo al comunismo é possibile soltanto a patto di eliminare 
        completamente le categorie di valore mercantile, fintantoché il 
        socialismo continua ad usare tali categorie senza prodigarsi allo 
        sviluppo degli strumenti (anche retribuitivi) atti ad eliminarle, 
        procura la sopravvivenza del "germe" capitalista  
          
        A questo proposito Guevara afferma  
          
        "Sarebbe come dire che abbiamo preso come arma contro il 
        capitalismo un'arma del capitalismo trasferendola in un contesto dove 
        necessariamente essa non ha mordente, efficacia, perché può svilupparsi 
        soltanto in una piena società capitalista, cioè in una società in cui la 
        filosofia é la lotta dell'uomo sull'uomo, dei gruppi contro i gruppi..." 
        ("I1 Piano e gli uomini" Guevara) Ed ancora:  
          
        "Rincorrendo l'illusione di realizzare il socialismo con 
        l'aiuto delle armi spuntate che ci lascia in eredità il capitalismo (la 
        merce come cellula economica, il profitto, l'interesse materiale 
        individuale, ecc.) si può imboccare un vicolo senza uscita, e vi si 
        arriva dopo aver percorso un lungo tratto in cui le strade si incrociano 
        più volte e dove é difficile capire dove si é sbagliato strada. 
        Frattanto la base economica adottata ha compiuto il suo lavoro di scavo 
        sullo sviluppo della coscienza.  
          
        Per costruire il comunismo, contemporaneamente alla base 
        materiale, bisogna costruire l'uomo nuovo." ("Scritti Scelti" Guevara)
         
          
        Infine:  
          
        "Vincere il capitalismo con i suoi stessi feticci a cui si 
        é tolta la loro caratteristica magica più efficace, il lucro, mi sembra 
        un'impresa difficile". ("Opere" Guevara)  
          
        "Che" Guevara intuisce la difficoltà di formare la 
        coscienza comunista, cioè una nuova sensibilità umana non soggiogata 
        dall'egoismo individuale, utilizzando (ancora) un sistema economico in 
        cui si rinuncia a fare del lavoro un dovere sociale e si continua, 
        seppure in forma più blanda, a far sì che sia ancora vendita di una 
        merce l'analisi di questo problema essenziale per il passaggio dal 
        socialismo al comunismo, solleva a Cuba la discussione sulla scelta del 
        sistema di gestione dell'economia socialista, dando vita al cosiddetto "Débate 
        económico" ("Dibattito Economico") in corso nell'isola dall'Ottobre 1963 
        all'Agosto 1964.  
          
        Pur non entrando nel merito di questo dibattito, é doveroso 
        notare che la critica del "Che" al modello economico che in quegli anni 
        andava diffondendosi nei paesi dell'Est europeo (inizialmente Jugoslavia 
        e Cecoslovacchia) favorevole allo sviluppo di forme di libero mercato in 
        seno allo stato socialista, oggi, a restaurazione liberal-democratica 
        ivi compiuta, risulta assai lungimirante  
          
        Le teorie di Guevara hanno applicazione a Cuba per tutti 
        gli anni 60, ma dovendo fare i conti con la necessità di uscire dal 
        sottosviluppo del paese (per di più condizionato dai paesi alleati) 
        ossia costruire il socialismo prima che il comunismo, ottengono 
        un'applicazione solo parziale. Dal 1970 vengono accantonate per essere 
        sostituite da quelle degli economisti dei paesi socialisti europei, ciò 
        nonostante il contributo di Guevara in materia di economia socialista 
        rimane straordinario e ancora da sperimentare appieno. Sarà lo stesso 
        Fidel Castro a invitare nel 1987 al recupero del "pensiero economico" 
        del "Che", perché riferimento indispensabile nell'ambito del dibattito 
        nato dalla crisi ideologica in corso nei paesi socialisti.  
          
        Meritano un cenno il ruolo e il significato del lavoro 
        volontario; in quanto privo di retribuzione salariale é questo uno degli 
        strumenti dell'economia socialista (insieme ad incentivi morali ed 
        emulazione) che secondo Guevara devono portare al graduale estinguersi 
        delle categorie di valore mercantile.  
          
        Già Lenin nell'opuscolo "La grande iniziativa" (28/06/1918) 
        aveva esaltato il valore eccezionale di questa forma lavorativa perché 
        arma letale contro l'egoismo piccolo-borghese e i princìpi del 
        capitalismo tutto; nell'ambito della proprietà socialista il lavoro non 
        ha solo una finalità individuale ma collettiva, ed in essa é possibile 
        formare la coscienza comunista, il lavoro volontario é 
        contemporaneamente un mezzo di espressione e di formazione di questa 
        coscienza. Sulla traccia teorica e di costante esempio personale 
        realizzati in questo senso dal "Che", il socialismo cubano ha adottato 
        massicciamente la formula del lavoro volontario (in ciò favorito 
        dall'ammirevole entusiasmo popolare) ottenendo un doppio risultato: 
        valorizzare la risorsa umana e sviluppare un metodo di formazione 
        culturale secondo il principio etico del sacrificio dell'egoismo 
        individuale a favore dell'interesse collettivo.  
          
        Va ricordato che attualmente il lavoro volontario é ancora 
        una realtà della società cubana, del resto incentivi morali e lavoro 
        volontario non sono mai scomparsi del tutto, ma ora coesiste a fianco di 
        retribuzioni in dollari USA fornite da aziende alberghiere di proprietà 
        straniera, cioè si trova a competere con potenti diffusori di valori 
        mercantili che sappiamo essere difficilmente battibili dall'emulazione 
        socialista. Dunque si tratta più che altro della disperata ed eroica 
        difesa dei minimi termini dello Stato Socialista, e nulla più. 
         
          
          
          
        
        -------------------------------------------------------------------------------- 
          
        FONTI BIBLIOGRAFICHE 
          
        "En marcha con Fidel" Antonio Nuñez Jiménez Editorial 
        Létras Cubanas La Habana 1982  
          
        "Historia de Cuba" Dirección Política de Las FAR (Fuerzas 
        Armadas Revolucionorias Editoriál de Ciencias Sociales) La Habana 1985
         
          
        "Las clases y la lucha de clases en la sociedad neocolonial 
        cubana" Leyda Oquendo Barrios Editoriál de Ciencias Sociales La Habana 
        1981  
          
        "Guevara" Carlos Tablada Erre Emme Edizioni Roma 1989
         
          
        "L'America Latina dal 1880 ai nostri giomi" Marcello 
        Carmagnani Sansoni Scuola Aperta Firenze 1975  
          
        "La Rivoluzione" Pierre Brouè Hubert Desvages Mondadori 
        Milano 1979  
          
        "El gobiemo de Estados Unidos contra Cuba" Edicciones 
        Entonno La Habana 1992  
          
        "Che Guevara; Pensiero e polinca dell'Utopia" Roberto 
        Massari Erre Emme Roma 1993  
          
        "Estrategia de la economia cubana" Carlos Lage Editoria 
        Polínica La Haba la 1993  
          
        "El Moncada" Bollettino a cura della Associazione Nazionale 
        Italia-Cuba Torino N.4 Anno 11  
          
          
        
        -------------------------------------------------------------------------------- 
        Questo documento è un 
        contributo del Centro Cultura e Documentazione Popolare di Torino 
         
  
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