ULTIME NOTIZIE DALLA  COLOMBIA

 

 

 

APOLOGIA DEL REGIME TERRORISTA COLOMBIANO E DISINFORMAZIONE STRATEGICA: BENVENUTI A “LA REPUBBLICA” DELLE BANANE!

 

Nell'ambito della produzione giornalistica di spazzatura mediatica per il rapido e nocivo consumo del disprezzato lettore italiano, ogni giorno viene pubblicata una serie di materiali riguardanti il panorama internazionale e i diversi scenari di conflitto dislocati sulle coordinate “calde” del pianeta.

Uno di essi, la Colombia, è sempre più oggetto delle disgraziate penne nostrane al soldo dei media della borghesia, la cui funzione è quella di sfornare articoli di un livello così basso e privo di qualsiasi rapporto con la realtà, che viene da chiedersi se in un paese come l'Italia, nelle attuali condizioni socio-economiche, esistano realmente degli spazi per uno straccio di dignità professionale e di diritto del pubblico ad essere informati quanto meno decentemente.

Nello specifico, ci riferiamo al penosissimo esercizio di riproposizione acritica della propaganda governativa colombiana, basata su una grossolana falsificazione della realtà, apparso su La Repubblica il 28 giugno scorso, a firma di Daniele Mastrogiacomo, dal tragicomico titolo “Santos, l'uomo del miracolo colombiano” (http://www.repubblica.it/mobile-rep/sera/2012/06/28/news/santos_l_uomo_del_miracolo_colombiano-38152057/)

Noto e palese è l’interesse del regime colombiano (di cui Santos è la massima espressione in questa congiuntura storica) di cercare di vendere all'estero un’immagine dorata e immacolata della Colombia, al fine di attrarre capitali che contribuiscano a riempire senza ritegno le tasche di un’oligarchia tanto vorace quanto sanguinaria. Il tutto, naturalmente, a spese della stragrande maggioranza del paese e sulla pelle di un popolo precarizzato, represso, umiliato e sfruttato da ingorde sanguisughe al potere. Quest’operazione goebbelsiana (ripetere una menzogna migliaia di volte fino a farla percepire come verità) collima con il disperato bisogno dei governi dei paesi a capitalismo avanzato, vere e proprie locomotrici della crisi sistemica e multidimensionale, di sventrare i territo ri in cui giacciono le maggiori quantità di materie prime, e farne incetta; in cambio, ai paesi cosiddetti “in via di sviluppo” dispensano riconoscimento internazionale e diplomatico, lodano i loro tassi di crescita annuali e garantiscono impunità per l'infinita serie di crimini contro l'umanità di cui sono responsabili. Crimini grazie ai quali è più facile saccheggiare a tutto vapore petrolio, gas, carbone, oro, uranio, coltano, smeraldi, prodotti agroindustriali, risorse idriche e biodiversità, che in Colombia abbondano straordinariamente.

Tornando all’articolo di Mastrogiacomo, va detto che costui si dimostra addirittura più realista del re, con un eccesso di zelo adulatorio di cui, francamente, dovrebbe soltanto vergognarsi.

Mastrogiacomo inizia con una folkloristica quanto gratuita sviolinata nei confronti delle presunte qualità umane dell'oligarca Santos, per poi passare ad una lunghissima serie di affermazioni “politiche” che risultano totalmente false o vistosamente distorte. Vediamole in ordine:

 

1) “Per spiegare il miracolo colombiano di oggi bisogna partire proprio da Juan Manuel Santos...”.

Evidentemente l’autore dà per scontata l'esistenza di un “miracolo colombiano”, che non è altro che una politica tesa a garantire continuità ad un ciclo neoliberista, come negli altri paesi della regione all'inizio degli anni '90. Dopo la lunga notte delle dittature militari, la lunga notte delle dittature dei mercati in chiave neoliberale, che, dopo un decennio, hanno portato al collasso completo di quei paesi e hanno provocato ondate di ribellioni popolari che hanno riconquistato spazi di democrazia, sovranità e giustizia. Le “miracolose” politiche “alla Santos” avevano lasciato un deserto di disperazione, emarginazione e violenza.

 

2) “Santos ha avuto l'abilità di decapitare il vertice delle Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), con la cattura di molti alti dirigenti fiaccati dalla morte, per infarto, del leader storico Manuel Marulanda, detto "Tirofijo", tiro preciso. Un colpo militare, ma soprattutto politico, che ha gettato le basi per una ripresa dei negoziati di pace”.

No! In una guerra civile si muore continuamente da una parte e dall'altra, ma Mastrogiacomo non deve ignorare, visto che ormai anche gli ambienti governativi a lui cari lo riconoscono, che non vi è segno d’indebolimento della guerriglia, la cui struttura ha dimostrato di essere in grado di rimpiazzare immediatamente qualunque suo membro che nell'asprezza dello scontro possa cadere. Anzi, secondo gli analisti di diversi osservatori sul conflitto colombiano, si assiste dal 2008 in avanti ad una costante crescita della capacità della guerriglia di colpire la pachidermica macchina militare statale. E per gettare le basi di un processo di pace non serve a nulla strillare frasi da guerrafondaio, come fa quasi quotidianamente Santos, né firmare nuovi accordi militari con israeliani e statunitensi per l'acquisto di nuova tecnologia e di droni. Occorre implementare politiche che attacchino le cause storiche e socio-economiche del conflitto, esattamente il contrario di ciò che Santos può e vuole fare. La politica di Santos e le sue molteplici frottole non fanno altro che alimentare le cause del conflitto stesso, e le crescenti mobilitazioni popolari di protesta in ogni angolo della Colombia lo dimostrano.

 

3) “Ha rilanciato il tema della restituzione delle terre a milioni di colombiani costretti a esodi forzati dalla violenza del terrorismo, dei cartelli dei narcos e degli squadroni paramilitari”.

Non è vero, non è stato restituito neanche un ettaro delle terre usurpate dai narco-paramilitari organici all'esercito colombiano nella guerra controinsorgente, terre che sono state sottratte con la violenza, causando la mostruosa cifra di 5,3 milioni di sfollati, proprio per fare spazio allo sfruttamento selvaggio dei loro territori da parte di oligarchi, narcotrafficanti e multinazionali agroindustriali o minerario-energetiche. Quanto al fatto che il governo affermi che molte delle terre ancora sotto il controllo dei contadini o degli indigeni siano in realtà della guerriglia, che avrebbe sfrattato i legittimi proprietari, si tratta di una ridicola menzogna funzionale a sottrarre “per vie legali” e impuni nuove terre alle popolazioni contadine ed indigene. Menzogna molto in linea con lo stile di Santos, e cioè dare continuità in tutto e per tutto alla politica del suo predecessore mafioso Uribe, ma facendo ipoc rita mente finta di no... Tutto davvero molto liberale, non c’è che dire!

 

4) “Ha deciso di indennizzare la massa dei sequestrati, di restituire giustizia alle centinaia di oppositori scomparsi, uccisi, sepolti in fosse comuni”.

No! I prigionieri nelle mani della guerriglia sono stati tutti rilasciati unilateralmente, mentre 9000 prigionieri politici, di coscienza e di guerra continuano a marcire in carceri che assomigliano a gironi infernali danteschi. Quanto agli oppositori scomparsi, uccisi, sepolti in fosse comuni, non sono centinaia, bensì centinaia di migliaia, secondo i dati della Fiscalía colombiana, e i loro familiari non intravedono neanche l'ombra di una qualche forma di indennizzo, figuriamoci di “restituzione della giustizia”!

 

5) “Nonostante gli arresti e le uccisioni, i narcoterroristi continuano ad occupare vasti territori lungo i confini con il Venezuela. Santos ha affrontato il problema alla radice: quello delle protezioni politiche. Ha compiuto un gesto reso possibile solo dal suo pragmatismo e ha riallacciato i rapporti con Hugo Chavez”.

Proprio non ci siamo! La guerriglia colombiana, che il suo squallido articolo bolla avventatamente come “narcoterrorista” in ossequio alla fallimentare dottrina Bush, non occupa solo le aree di confine col Venezuela, ma vastissimi territori in lungo e in largo per tutta la Colombia, da nord a sud, da est a ovest, e non ha nessuna protezione politica, come non l'ha mai avuta in tutta la sua storia, crescendo unicamente a causa di fattori interni, per l'appoggio che il popolo colombiano le assicura.

 

6) “La supponenza del caudillo venezuelano aveva fatto peggio: minacciava di scatenare una guerra con il suo vicino”.

La menomata memoria storica di Mastrogiacomo gli impedisce di rammentare che per otto anni (2002-2010) è stato il governo Uribe, di cui Santos fu ministro della Difesa, a non aver alcun rispetto per i paesi vicini, cercando di obbligarli a partecipare alla guerra civile colombiana e arrivando addirittura a bombardare il territorio ecuadoregno. Il presidente Chávez, che ha riportato la democrazia in Venezuela a forza di successive vittorie elettorali, ha mantenuto in tale occasione un atteggiamento di difesa di quella dignità e sovranità nazionale completamente sconosciute al governo colombiano, reagendo alla minaccia guerrafondaia di Uribe e di Washington, artefici di tentativi di assassinare il Presidente venezuelano, dell’infiltrazione paramilitare in Venezuela e della gran parte del sicariato interno, c he ha massacrato oltre 200 leaders contadini.

 

7) “Ma è sui rapporti con gli Usa che il nuovo presidente ha impresso la vera svolta. Con Tony Blair ha scritto un libro sulla Terza via: la strada che sta percorrendo. La totale dipendenza di Uribe da Washington aveva quasi compromesso la sovranità di Bogotà. Santos ha recuperato autonomia”

Pazzesco! Il presidente che ha fatto della svendita delle risorse del paese l'asse portante della propria politica economica, se così si può chiamare, con il suo corollario di militarizzazione, incremento dell'intervento USA con il proliferare di basi militari, repressione sociale, precarizzazione di ogni forma contrattuale, omicidi di sindacalisti ed oppositori, omicidi di persone umili vestite da guerriglieri (i cosiddetti “falsi positivi”, criminale eufemismo coniato proprio da Santos) per dare l'idea di vittorie militari mai conseguite, sarebbe un campione di recupero della autonomia perduta durante il governo precedente, di cui lui stesso era il più importante ministro. Si ricordi bene, Mastrogiacomo, che per Washington la Colombia è un protettorato, e Santos un proconsole.

 

8) “Rivitalizza l'economia interna, grazie anche alla riforma del sistema fiscale che produce nuove entrate. La crescita si è già assestata attorno al 6 per cento. E le previsioni, legate ai forti impulsi che avvolgono l'intero continente, parlano di un 8 per cento per il prossimo biennio”.

Un altro abbaglio! Nonostante la Colombia abbia sperimentato una crescita di alcuni indici macroeconomici negli ultimi anni grazie allo sfruttamento intensivo e al saccheggio delle risorse del sottosuolo, ma soprattutto grazie al narcotraffico (che continua a essere il vero volano dei profitti dell’oligarchia), le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione continuano a peggiorare. Infatti, il primo fattore dell’equazione rappresenta il rovescio della medaglia del secondo, nella misura in cui la crescita del vetusto PIL (che sarà comunque lontana dall’8%) e l’aumento dei profitti per l’oligarchia ed il capitale transnazionale sono direttamente proporzionali all'incremento del grado di sfruttamento della forza lavoro e del saccheggio del territorio e delle risorse colombiane. Nonos tante a Santos e ai liberisti dotati di pedigree piaccia farlo, non si devono né si possono confondere i conti dell'oligarchia con quelli del paese. Essendo un modello che nell'economia interconnessa di oggi presenta gravi debolezze strutturali e non essendo sostenibile sia per questioni sociali ed ambientali, sia per la generale dinamica economico-finanziaria, esso si presenta sotto forma di una bolla destinata a scoppiare molto presto. L'Argentina di Menem è un ottimo esempio, per capire dove sta andando la Colombia, dal punto di vista economico, sotto la guida del governo di Santos. E la debolezza europea e nordamericana farà presto sentire la propria influenza, tanto che a differenza di quello che Mastrogiacomo scrive, è lo stesso Santos a registrare un rallentamento degli affari, riconoscendo mestamente che il mito di un’economia colombiana immune dagli effetti della crisi del capitalismo potrebbe presto svanire.

 

Il pezzo pubblicato da La Repubblica, presenta in conclusione un ulteriore azzardo politico, davvero degno di Santos, notoriamente giocatore d'azzardo che sarebbe maggiormente a suo agio in una bisca piuttosto che a fare lo statista. Si tratta di un paragone tra la figura di Santos e quella di F.D. Roosvelt, cosa che fa davvero sorridere ed in fondo si tratta della parte meno dannosa dell'articolo.

Si consoli Mastrogiacomo: come dicono gli affaristi che tanto apprezza, “niente di personale!”

In effetti non siamo abituati a dare troppa importanza alle “perle” della stampa italiana, soprattutto se provengono da giornali come La Repubblica, la cui funzione precipua è quella di disinformare.

Purtroppo, però, esiste il rischio che falsificazioni madornali come l’articolo di Mastrogiacomo vengano lette da migliaia di persone che, loro malgrado, di questioni colombiane sanno poco o nulla. A tutte loro consigliamo vivamente di non farsi ingannare, e di chiedersi sempre per chi lavorano i Mastrogiacomo di turno, chi li paga, che interessi economici e politici stanno dietro ad ogni singola parola contenuta nei loro articoli; una volta trovata la risposta, delle note maldestre e stonate dei pifferi imbonitori dei media al servizio del gran capitale resterà ben poco.

 

 

Associazione nazionale Nuova Colombia

 


Il Plan Colombia sorvola l’America Centrale


Il segretario aggiunto per l’Ufficio degli Affari Narcotici Internazionali e Applicazione della Legge del Governo degli Stati Uniti, William Brownfield, è stato chiaro nella sua proposta: la Casa Bianca vuole applicare in America Centrale un programma simile al Plan Colombia.

Durante la sua visita della scorsa settimana in Guatemala, El Salvador, Honduras e Colombia, il funzionario si è incontrato ripetutamente con i governi di questi paesi e ha promesso aiuti milionari per combattere nell’istmo quello che ha definito “la rotta del narcotraffico”.

Denunciato come un piano a forte carattere interventista e con risultati precari, il Plan Colombia è stato attuato in Colombia durante il governo di Andrés Pastrana nel 1999. Nella presentazione del bilancio statunitense per il 2011 martedì scorso, il presidente Barack Obama ha annunciato che il denaro destinato a questo programma si ridurrà del 15%, sottraendo così 64 milioni di dollari. Ma questo annuncio della Casa Bianca sembra in contraddizione con le proposte fatte dallo zar antidroga nordamericano.
Anzi, Brownfield ha dichiarato che questo possibile programma andrebbe ad integrare quelli già in corso in Colombia e Messico.

“Dopo questo giro di incontri, e se abbiamo una coincidenza di prospettive nella regione”, il governo statunitense si aspetta che sia possibile “disegnare una nuova struttura, che potrebbe emergere per aumentare la collaborazione tra i paesi della regione centroamericana e anche gli altri paesi dell’emisfero che vogliano appoggiare questa iniziativa”, ha dichiarato il funzionario nordamericano.
Per non lasciare dubbi riguardo all’obiettivo di Washington, Brownfield non ha lasciato che le sue parole restassero vaghe promesse, ma ha annunciato che il suo paese contribuirà con 200 milioni di dollari al rafforzamento della lotta alla droga e alla criminalità nella regione.
L’iniziativa di un Piano America Centrale nuovo di zecca è stata festeggiata dai governi della regione che ha visitato, soprattutto dal regime dell’Honduras.

Il Ministro della Sicurezza dell’Honduras, Oscar Alvarez, non ha nascosto la sua emozione e ha dichiarato che “abbiamo fatto cose meravigliose senza avere molto sostegno e potremmo fare di più se avessimo l’appoggio di Washington”.

Ma un Plan Colombia diretto al Centro America non punterebbe direttamente alla lotta contro il traffico di droga, un fatto dimostrato ripetutamente in varie occasioni.

Nel 2001 il sociologo statunitense James Petras metteva in guardia sul fatto che il programma imposto sul territorio colombiano “è nello stesso tempo una politica ‘nuova’ e la continuazione del precedente interventismo statunitense” nel paese.

L’intellettuale ricordava che, a partire dagli anni ’60, il governo dell’allora presidente John F. Kennedy “lanciò il suo programma di controinsurrezione, addestrando forze speciali disegnate per attaccare” quelli che indentificavano come “nemici interni”, ovvero organizzazioni guerrigliere.

Un anno fa, la rivista uruguayana Brecha denunciava che il Plan Colombia permetteva la fumigazione delle piantagioni di coca con il glifosfato, un erbicida prodotto dalla multinazionale Monsanto, danneggiando le province confinanti dell’Ecuador, una situazione che generò diverse proteste.

Nel 2008, il direttore delle Politiche della Droga dell’Istituto di Studi Politici di Washington, Sanho Tree, ricordò che il Congresso nordamericano ha riconosciuto il fallimento del Plan Colombia, dal momento che la quantità di coca che si coltiva ora nel paese è superiore a quella che si coltivava quando iniziò il programma.

Intervistato da Telesur, l’esperto ha affermato che “nemmeno la produzione di cocaina è diminuita, e questi sono gli indicatori oggettivi che hanno dimostrato che questo programma non è un successo”.

Tree ha detto chiaramente che sia il Plan Colombia sia il Plan Mérida in Messico sono simili “al programma di addestramento degli Stati Uniti in Iraq”.

Queste truppe addestrate da Washington hanno finito per essere quelle che “stavano eseguendo i massacri in Iraq”, ha detto Tree.

Un piano finanziato e diretto dagli Stati Uniti in America Centrale si trasformerebbe in una nuova minaccia per i paesi che fanno parte dell’Alleanza per i Paesi della Nostra America (Alba), come ad esempio il Nicaragua, e punterebbe a demonizzare come terroriste organizzazioni come il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) dell’Honduras.

Un’iniziativa di questo tipo non risulta strana, se si tiene conto del consolidamento delle basi militari statunitensi a Panama, in Honduras, El Salvador e Costa Rica.

Come il caso dell’Honduras ha dimostrato, la base di Palmerola no viene utilizzata solo per semplici “esercizi militari”, ma è stato il punto strategico usato per rovesciare il presidente Manuel Zelaya nel giugno del 2009.

 


El Acuerdo para la instalación de 7 bases militares estadounidenses en Colombia es inconstitucional

 

Resolución de la Corte Constitucional de Colombia

 

 

 

La Corte Constitucional colombiana declaró la inconstitucionalidad del convenio, mediante el cual el gobierno de Uribe entregó 7 bases militares a las Fuerzas Armadas Estadunidenses, comprometiendo la soberanía y dignidad del pueblo colombiano. La decisión de la Corte Constitucional es un aporte a la lucha de miles de organizaciones que, en todo el mundo, buscan hacer realidad el principio de autodeterminación de los pueblos. La Corte Constitucional de Colombia emitió la resolución 288/10 el pasado 17 de Agosto, en referencia a la demanda de inconstitucionalidad del “Convenio de cooperación y asistencia técnica en defensa y seguridad entre los gobiernos de la República de Colombia de los Estados Unidos de América”, suscrito en Bogotá el 30 de octubre de 2009.

 

INREDH felicita a las organizaciones colombianas que apoyaron este proceso, en especial al Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo, y a todas las organizaciones de la Coalición No Bases Colombia y otros colectivos que denunciaron esta nueva agresión estadounidense. Estamos conscientes que la lucha por la dignidad y soberanía de nuestros pueblos es aún muy larga, pero reivindicamos esta primera victoria como la semilla que dará más frutos para la construcción de una América libre de bases militares extranjeras.


URGENTE COLOMBIA

por CHAMPA GALIOTTI

En Audiencia Pública el 22/Julio/2010, el mismo día que el gobierno de Uribe solicitó la convocatoria urgente de la OEA para denunciar a Venezuela, una delegación extranjera compuesta por 10 dirigentes sindicales, 6 miembros del Parlamento Europeo, 3 miembros del Parlamento Británico, 3 delegados de España y 2 de Estados Unidos atestiguaron la existencia de la gigantesca fosa común en Colombia, al sur de Bogotá, Departamento del Meta, en el Pueblito de la Macarena.

      <http://es.comunicas.org/files/2010/01/fosa-comun1.jpg>  
      <http://www.vtv.gov.ve/files/imagecache/fosa-cadaveres.jpg>


* En el pequeño pueblo de La Macarena, región del Meta, 200 kilómetros al sur de Bogotá, una de las zonas más calientes del conflicto colombiano, se acaba de comprobar la existencia de la mayor fosa común de la historia reciente de Latinoamérica, con una cifra de aproximadamente 2.000 cadáveres.
* Se trata del mayor enterramiento de víctimas de un conflicto del que se tenga noticia en este continente.
* El secretario del Comité Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos de Colombia Jairo Ramírez, quién acompañó a una delegación de parlamentarios ingleses al lugar, hace algunas semanas, cuando empezó a descubrirse la magnitud de la fosa de La Macarena exclamó: "Lo que vimos fue escalofriante, infinidad de cuerpos, y en la superficie cientos de placas de madera de color blanco con la inscripción NN y con fechas desde 2005 hasta hoy".
* Ramírez agregó: "El comandante del Ejército nos dijo que eran guerrilleros dados de baja en combate, pero la gente de la región afirma eran líderes sociales, campesinos y defensores comunitarios que desaparecieron sin dejar rastro".
La localización de estos cementerios clandestinos ha sido posible gracias a las declaraciones de los mandos medios, presuntamente desmovilizados del paramilitarismo y acogidos a la controvertida Ley de Justicia y Paz que les garantiza una pena simbólica a cambio de la confesión de sus crímenes. El jefe paramilitar John Jairo Rentería, alias Betún, reveló ante el fiscal y los familiares de las víctimas que él y sus secuaces enterraron al menos a 800 personas en la finca Villa Sandra, en Puerto Asís, región del Putumayo y cínicamente agregó: "Había que desmembrar a la gente, todos en las Autodefensas tenían que aprender eso y muchas veces se hizo con gente viva".

Reflexión:
Esa Audiencia Pública se realizó el mismo día (22-07-2010) en el cual el gobierno colombiano, sospechosamente, solicitó una reunión con carácter de urgencia a la OEA para denunciar la presencia en Venezuela, de miembros de las FARC y el ELN. Esto devela el juego malévolo y canallesco del gobierno colombiano para distraer la atención mundial de lo que la Audiencia revelaría ese día, sobre las masacres y los falsos positivos de Uribe Vélez, hechos que son considerados delitos de lesa humanidad, imprescriptibles, y por los que Uribe tendrá que responder ante la Corte Penal Internacional al entregar su mandato. 

 

 


La trampa de las encuestas surtieron el efecto deseado: hacer triunfar a Juan Manuel Santos


Por Carlos Maldonado

Lo que estaba más claro que agua de manantial pasó: Juan Manuel Santos, el candidato seguidor de la política guerrerista de Estados Unidos que fortaleció Álvaro Uribe, ganó la presidencia en Colombia.

Si alguien pensó realmente que en Colombia iba a haber cambios porque Antanas Mockus, el candidato de los “verdes”, salió a la palestra y cual burbuja, creció rápidamente en las encuestas, no tomó en cuenta que éste fue un producto propagandístico insuflado por los medios para engañar al electorado con un propósito claro: asegurar el triunfo de Santos.

La trama, si bien pretendía asegurar el triunfo del candidato uribista, también tenía como objetivo de profundidad, borrar del espectro político toda posibilidad al Polo Democrático y es más, debilitarlo a tal punto de suprimirlo en esta contienda del imaginario colombiano. Para esto, se necesitó de la ayuda de las empresas encuestadoras quienes unas semanas antes de la votación daban una ventaja considerable a Antanas Mockus ante el oficialista. Eso fue publicitado ampliamente por la otra herramienta al servicio de los poderosos de aquel país y del gobierno de Washington que mantiene fuertes lazos con la oligarquía colombiana: los medios de comunicación tanto nacionales como extranjeros.

Lo anterior, dio como resultado que un buen porcentaje de votantes que, en un principio, se inclinaban por la alternativa de izquierda, aún ante la escasa posibilidad de triunfo, pero que pretendían con su apoyo convertirla en una importante fuerza política, cayeran en la trampa. Votar por Antanas que aunque no era el candidato de su predilección presentaba, según las “tramposas encuestas”, una buena posibilidad para evitar el continuismo de la política de Uribe que obviamente Santos seguirá.

Para llevar a cabo la estrategia mediática de medición engañosa, las encuestadoras, como por arte de magia, unos días antes de la elección, callaron. No presentaron ningún dato aduciendo fallas en sus procesos estadísticos y la prohibición de la ley, dejando en la mente de los colombianos la seguridad que Antanas llevaba la delantera. Empero, la verdad pronto saldría a luz. Antanas no era, ni por asomo, el candidato que derrotaría el continuismo, por tanto ni siquiera el mínimo obstáculo para los planes de la Casa Blanca ni de la oligarquía colombiana. No sólo resultó ser, -comprobado por sus palabras en las entrevistas que le hicieron poco antes de la segunda vuelta, -una variante de la derecha más cercana al uribismo que a otras alternativas, sino que iba muy rezagado en las encuestas con relación al candidato oficialista. La trampa funcionó. Los votantes que cambiaron al Polo por Antanas sufrieron la decepción de ver que su movida ni siquiera representó una reñida competencia para la segunda vuelta. Pero el mayor triunfo para la derecha fue que el Polo Democrático no pudo ubicarse en una posición que le permitiera influir en la política colombiana que ahora dominan plenamente los herederos de Uribe no sólo por haber alcanzado la presidencia de la República sino la mayoría en el Congreso así como el apoyo de las fuerzas más reaccionarias de ese país, incluyendo a las de su comodín Mockus. Aunado a esas triquiñuelas, se sumó el operativo militar que llevó a las fuerzas armadas a rescatar a cuatro rehenes de las FARC unos días antes del proceso electoral. Eso fue explotado por los medios -por todos los medios- con el fin de asegurar el voto duro para Santos y aupar a los indecisos. Sin embargo, ni aún con ello, la derecha logró obtener mayor participación del pueblo. Al contrario, el abstencionismo se impuso cinco puntos porcentuales en la segunda vuelta lo que da una luz al final del túnel que indica que el pueblo colombiano no acepta esos subterfugios que más que reforzar la democracia la socava.

Esto debe servir para reflexionar a las fuerzas de izquierda de acá y acullá, que pretenden competir contra la derecha en lo electoral para que tomen en consideración que aquellas utilizarán los recursos legales e ilegales para alcanzar el poder. Que tienen a su favor a los medios y a las famosas “empresas encuestadoras” para crear escenarios ficticios como el que se creó en Colombia.

Con los desvaríos de la mal llamada social-democracia en nuestro país, la variante de la derecha más recalcitrante tiene una fuerte opción por llegar al poder ya que ahora, como en Colombia, no les importa si sus gobiernos son representativos. Por ejemplo, para la segunda vuelta en Colombia apenas votó el 45% de los empadronados, lo que indica que con un padrón de 30 millones votaron 13, de los cuales sólo 9, aproximadamente, escogieron a Santos. ¿Se puede llamar democracia la no representatividad? Claro que no, pero a la derecha eso le vale un pepino. Ahora, alcanzado el objetivo primario que era asegurar el gobierno en forma contundente, con el Congreso bajo su control; haber reducido a su rival más ferviente en la legalidad parlamentaria, el Polo Democrático, a la mínima expresión, con los medios a sus ordenes, quienes tienen y han empezado ya a legitimar “mediáticamente” al gobierno de Santos que en la realidad es tan escuálido como muchos de su perfil en Latinoamérica, se comienza a trazar la estrategia guerrerista de Washington y la oligarquía colombiana de lograr convertir a Colombia en un enclave político-militar en América para frenar los procesos revolucionarios que se han erigido en América del Sur que presentan un estorbo en la consecución y control de los recursos naturales y energéticos que tanto necesita el Imperio para sobrevivir.  No obstante, eso no puede ser expresado tan notoriamente por esa oligarquía, por eso es oportuno entender que en la parafernalia de la toma de posesión, Santos extendió la mano a Venezuela y Ecuador, sin embargo, todos sabemos que detrás de esos gestos conciliatorios se agazapan los intereses imperialistas de Washington que ha asegurado con el triunfo de la derecha en Colombia una importante cabeza de playa en sus planes de invasión y derrocamiento de gobiernos que han escapado por ahora de su égida. Esa es su estrategia; ahora veremos que tienen que decir los pueblos y sus gobiernos ante esa amenaza que se fortaleció con el triunfo del uribismo en Colombia.


 

Las Damas de Blanco y las Madres de Soacha.  Cuba y Colombia: comparaciones que gritan verdades


Capitulo 1. Elegancia, caminatas, y cámaras
Las Damas de Banco se visten de blanco y muy elegantes llevan flores, y caminan en protesta de un malvado gobierno y sistema social que le garantiza a toda la población de Cuba el acceso a la vivienda, a la educación gratuita, a la salud gratuita, a la salubridad urbana y rural, a la cultura, al desarrollo humano, intelectual y artístico pleno de cada persona; ya que el malvado sistema cubano estima que la salud, la vivienda, la educación, la cultura y la sanidad no son un lujo o una mercancía, sino un derecho humano de todas y todos. Las Damas de Blanco caminan siempre muy elegantes, porque saben que las cámaras y espacios mediáticos mundiales van a captar y difundir cada una de sus marchas, cada uno de sus pasos.
Las Madres de Soacha no se visten de blanco, se visten con ropas variopintas y a veces dispares, remendadas y lavadas a mano en el agua gélida de un grifo popular, ya que muchas de ellas no tienen agua en sus casuchas de madera, plásticos y zinc. Las Madres de Soacha también caminan, pero no sólo en el sitio en que las cámaras internacionales las van a captar, como lo hacen las Damas de Blanco; de hecho las cámaras internacionales no suelen captar a las Madres de Soacha…
Las Madres de Soacha sortean miles de preocupaciones básicas mientras llevan en el alma y en el llanto el recuerdo de sus hijos: caminan kilómetros y kilómetros al día, para ir a ofertar su fuerza de trabajo en casas de ricos, como “empleadas de servicio” a cambio de míseras sumas y de esas ropas variopintas y gastadas que tienen el mal gusto de ponerse. Caminan kilómetros a diario ya que muchas de ellas viven en zonas a las que no llega el transporte público, y menos se “atreve” a llegar un taxi, debido a la inseguridad que causan las condiciones paupérrimas del lugar en el que habitan.
Las Damas de Blanco no se preocupan por los básicos de la supervivencia cotidiana, ellas están a otro nivel, más filosófico; no se preocupan por su vivienda, ya que en Cuba la vivienda es un derecho básico que cada cual tiene, y no una mercancía, con lo cual ellas no conocen la preocupación del alquiler, el desahucio, los cortes de luz por impago, y todas esas preocupaciones terrenales que las alejarían de la escenificación y brillo que les corresponden, y de la difusión de la “necesidad de establecer en Cuba la Libertad”; la libertad de comprar como en Miami, y de morirse por falta de diálisis, como en Miami.
Capitulo 2. Hijos, comodidad y riesgos

Las Madres de Soacha han criado a sus hijos milagrosamente: solas, sin ayuda del estado, sin guarderías infantiles, sin salubridad, viviendo en medio de cloacas, y en casuchas que pueden caerse de la loma a la primera lluvia… Siempre nerviosas por el niño o la niña mientras iban a trabajar; algunas debiendo optar por dejarlos solitos con escasos 3 o 4 años de edad, a la merced de los accidentes mortales del hogar. Las Madres de Soacha han criado a sus hijos haciendo equilibrismo entre el agua con sal, el agua con azúcar, y el indispensable par de zapatos para el hijo al momento de mandarlo a la escuelita, si es que había alguna no muy lejos, cuya cuota de inscripción fuera accesible. Muchas han conocido desplazamientos forzados, en el segundo país con más desplazados del mundo… (1) En Colombia hay más de 4,5 millones de personas despojadas y desplazadas de sus tierras y hogares mediante el terror para beneficio de la oligarquía colombiana y de las multinacionales del agro-industrial o de la extracción.
Las Damas de Blanco han criado a sus hijos con todas las necesidades cubiertas, y además con acceso a la cultura, a los deportes y a una sociedad sana. Nunca se han preocupado por el asunto de las guarderías infantiles, ya que en Cuba las guarderías infantiles son un derecho básico, y las hay en todos los barrios. Nunca se han preocupado de accidentes de sus niños obligados a estar solos en el hogar… Nunca se han preocupado de deslaves, e incluso en las catástrofes naturales, como los ciclones que azotan periódicamente a Cuba, han gozado de un eficaz plan de evacuación, de asistencia social, de salubridad, que hace que Cuba, gracias a su sistema, sea el único país de la región en el que esos ciclones no dejan centenares o miles de muertos, como sí es el caso en Haití, Republica Dominicana, Honduras, USA (Nueva Orleans), Nicaragua, etc.…
Las Damas de Blanco nunca se han preocupado por la insalubridad, ya que en Cuba la salubridad es un básico resuelto en el que la desarrollada medicina preventiva cubana pone mucho énfasis.
Capitulo 3. Libertad
Las Damas de Blanco claman “Libertad y Justicia”, según unos conceptos que estipulan que la Libertad es la libertad a la propiedad privada, y la “Justicia” significa que sus allegados y sus familiares puedan poner bombas en hoteles o cines de Cuba, puedan delinquir y asesinar, pagados por la CIA, y que se les aplique la “justicia” de dejarlos en libertad (2).
Las Madres de Soacha y las madres de los 7.500 presos políticos en Colombia claman “Justicia y Libertad”. Las madres de Soacha piden que no haya impunidad para militares, generales y planificadores de algo llamado “falsos positivos” (3); las madres de los presos políticos en Colombia piden la Libertad de sus hijas e hijos, encarcelados bajo montajes judiciales (4), (5): estudiantes, sindicalistas, campesinos, indígenas, afro descendientes, líderes feministas, sociólogos, maestros, algunos condenados a penas que rondan los 40 años de cárcel, por su pensamiento crítico y reivindicación social.
Capitulo 4. Sobrevivientes

Muchas de Las Madres de Soacha son sobrevivientes de las masacres perpetradas por la Herramienta paramilitar y militar del estado colombiano y de las multinacionales (6); masacres perpetradas para desalojar a campesinos, indígenas y afro descendientes. Con estos traumas sicológicos a cuestas viven en Bogotá, o más bien en sus barrios periféricos, aquellos reservados a los más empobrecidos, como lo es Soacha. Sus rostros envejecidos por el terror y la miseria son marginados de difusión mediática: mujeres valientes, golpeadas, avanzan invisibles en el trasegar de los pueblos.
Las Damas de Blanco llegan a sus casas, después de una marcha, como “sobrevivientes”… sobrevivientes al calor habanero multiplicado por las cámaras múltiples, e intensificado por la multitud que siempre se aglutina en torno a ellas cuando salen a hacer sus mediatizadas marchas: con el fin de abuchearlas, no de aplaudirlas (7). La multitud les grita que el pueblo cubano no se cree sus mentiras, que no alienten las políticas del bloqueo genocida de USA contra Cuba… Las Damas de Blanco, visiblemente desacreditadas por la pasión con la que el pueblo cubano sale a las calles a recriminarles su mercenariato, caminan disgustadas por lo que ellas más tarde llamarán ante los mass-media mundiales: “el lavado de cerebro castrista”, pues ellas no pueden entender que el pueblo cubano prefiera defender a Cuba revolucionaria y no caer en un sistema de privilegios para pocos y exclusiones correlativas para las mayorías, como lo es el capitalismo. No obstante el ostensible repudio popular que suscitan las Damas de Blanco en Cuba, los mass-media ocultan y deforman sin cesar la realidad. Las arregladas caras de las Damas de Blanco, ofuscadas por el oprobio de no poder hacer de Cuba un país capitalista, llenan las pantallas del mundo entero.
Capitulo 5. Traumas

Las Madres de Soacha viven cotidianamente con imágenes de horror estampadas en el alma: imágenes de las masacres con moto-sierra que acabaron con la vida de sus familiares; las imágenes del horror inyectado por la Estrategia paramilitar del estado colombiano y sus militares (8)… Estas Madres deben acostarse y levantarse cada día, y avanzar sorteando el miedo y la angustia, con un corazón de praderas irreales. Estas Madres han sobrevivido sin embargo a las masacres, y han “echa´o pa´lante” para la ciudad a criar a sus hijos…
Las Damas de Blanco viven cotidianamente traumatizadas por “la dictadura castrista” que les impide acumular tierras y lujos, que les impide desposeer a otros cubanos, para tener sobre ellos un privilegio feudal. Con estos traumas sicológicos a cuestas viven las Damas de Blanco, como habaneras en La Habana… o mejor dicho viven en la Habana como estadounidenses-habaneras, ya que gozan de una paga en dólares suministrada por la “Oficina de Intereses de Estados Unidos en Cuba”. Se duermen y se despiertan con la omnipresencia de las imágenes de los grandes shopping-centers de Miami, en el alma, estilizada y plastificada; siempre listas para influenciar a sus hijos y a otros jóvenes con la propaganda de “lo maravilloso que es vivir en el capitalismo”, al que ellas llaman “Mundo Libre”.
Capitulo 6. En la Guerra mediática unas apuñalan y otras son apuñaladas

Entre lo superfluo “útil” sobre-mediatizado y lo macabro “útil” escondido… 35 000 niños muriendo por causas evitables cada día son un “detalle”; la parábola de la uña rota frente al hospital devastado…
Las Damas de Blanco apuñalan propaganda; son parte de una maquinaria de guerra mediática adelantada por la ex oligarquía que había en Cuba antes de la revolución y por el gran capital transnacional. La propaganda inyectada a través de los mass-media mundiales y los grupúsculos financiados en Cuba por la CIA, busca acabar con la revolución cubana, preparando internacionalmente una matriz de opinión en la que se presenta a Cuba como un sistema nefasto, lleno de pobreza e injusticia, y a su gobierno como un régimen despótico. En Cuba, esta propaganda busca convencer de “las maravillas del capitalismo”, obviando que en el “Mundo Libre” cada 7 segundos muere de hambre un niño de menos de diez años. Ninguno en Cuba.
En el “mundo Libre”, 200 millones de niños viven y duermen en las calles; ninguno en Cuba.
842 millones de personas sufren de malnutrición crónica (FAO). Ninguna de ellas es cubana.
Cada día mueren en el mundo por causas totalmente evitables unos 35 000 niños (9), ninguno de ellos en Cuba. Cuba, a pesar de ser un país bloqueado, posee índices de salud iguales a los del “primer mundo” (“una tasa de mortalidad infantil de 4,7 por cada mil nacidos vivos y 26 de los 169 municipios cubanos presentan mortalidad cero» (UNICEF))… esto porque hay voluntad, decisión política, y sobre todo porque el sistema cubano no permite la libertad de acumular y capitalizar en grandes monopolios. Es esta capitalización la que excluye a las mayorías del acceso a suplir sus necesidades más vitales, como pasa en el “Mundo Libre”.
En América Latina y el Caribe hay 228 millones de pobres, 102 millones de indigentes, o sea el 42% de la población en la pobreza y el 20% en total indigencia. Ninguno de ellos es cubano. (CEPAL). (10)
En América Latina mueren decenas de miles de personas, cada año, por falta de atención médica; salvo en Cuba: Cuba es el país del mundo que tiene la más alta cifra de médicos por habitante, y la medicina en Cuba no es una mercancía, sino un derecho humano.
Actualmente mueren casi dos millones de niños al año en el mundo, sólo por falta de agua potable y saneamiento adecuado… Ninguno de ellos en Cuba. (11)
Pero las Damas de Blanco, muy a la par de los Menticientes de Miami, no toman en cuenta estas cifras, estos “detalles” acerca de la vida y la muerte de millones de personas; ellas tienen una jugada política que hacer, y es para lo cual les pagan. Una jugada política amplificada por los mass-media de propiedad de los mismos que las financian, para que funjan de “víctimas” del único sistema social que antepone el beneficio del ser humano al del gran capital. Sus financistas, acumuladores de riquezas y de patrañas, tienen en las Damas de Blanco y en demás grupúsculos desprovistos de ética, la base idónea para sus montajes mediáticos.
Las Madres de Soacha fueron apuñaladas por la propaganda; han sido molidas por la perversión de una maquinaria de guerra adelantada por la oligarquía colombiana y el gran capital transnacional. La propaganda inyectada mediante los mass-media busca presentar una realidad virtual de Colombia que no corresponde con la realidad objetiva, creando internacionalmente una matriz de opinión en la que se presenta al Estado colombiano como un Estado “desbordado” entre “bandas de extrema izquierda y bandas de extrema derecha”: tapando la realidad de que el Estado colombiano es un Estado-instrumento de la oligarquía colombiana y de las multinacionales para viabilizar el saqueo de los recursos, acallando mediante la represión atroz toda reivindicación social. La propaganda busca ocultar que es en ese este marco de Terrorismo de Estado al servicio del gran capital, que se desarrolla la Estrategia paramilitar.
La propaganda busca presentar a la Estrategia Paramilitar del Estado colombiano y las multinacionales, como “bandas de extrema derecha” de surgimiento “espontáneo” “frente a las bandas de extrema izquierda”; cuando en realidad no hubo tal “surgimiento espontáneo en respuesta a”: el Paramilitarismo fue, y es, una herramienta del terror del Estado y las multinacionales (12) para asesinar sindicalistas, comunistas, ecologistas y todo aquel que reivindique los derechos económicos, sociales, ecológicos y culturales del pueblo de Colombia (13). La Herramienta Paramilitar es coordinada por los militares, por los asesores USA y del Mossad; y en pago por su “labor” de asesinar comunistas y opositores, le han dado parte de la gestión del narcotráfico a algunos capos paramilitares: éstos comparten la gestión del narco con la oligarquía secular, bajo la supervisión de la CIA, que gestiona los dineros del narco a nivel internacional. La mayoría del dinero del narcotráfico termina en las plazas financieras de USA y UE, quedándose una parte sustancial en manos de la CIA para financiar sus operaciones encubiertas en toda América: golpes de Estado (el caso más reciente es el de Honduras), desestabilización y financiación de paramilitarismo contra el proceso de emancipación de Venezuela, paramilitarismo contra la resistencia en Honduras, reactivación de terror paramilitar en Perú (particularmente en las zonas de alto interés para las empresas mineras), paramilitarismo y terror en México (otro país clave), fomento de las Maras y otras estructuras destinadas a la desintegración social en Centro-América, coordinadas en Guatemala por las sanguinarias PAC de Ríos Montt, operaciones contra Cuba, etc.…
La Madres de Soacha han visto cómo sus hijos eran asesinados y sus cadáveres usados para los siniestros montajes militaro-mediáticos del Estado colombiano: conocidos como “falsos positivos”.
Capitulo 7. Montajes mediáticos: Cómo ocultar un genocidio y sus causas en Colombia, y cómo inventarse disidentes en Cuba
Guerra mediática y sus insumos: miles de asesinatos perpetrados por el Estado colombiano, y Damas de Blanco caminando mientras los Damos ponen bombas…
La Madres de Soacha tienen las vidas atravesadas por los Montajes mediáticos. En los barrios periféricos donde viven, el Estado busca a sus víctimas para los “falsos positivos”. Los militares del ejército de Colombia secuestran niños y jóvenes pobres en barrios como Soacha, se los llevan, los asesinan y los presentan como “guerrilleros dados de baja en combate”. La ONU ya ha reconocido al menos 2000 casos de niños y jóvenes asesinados por el ejército colombiano para la fabricación de sus “falsos positivos”, y la cifra adelantada por las organizaciones de derechos humanos supera los 5000 asesinatos: y esto es sólo la punta del iceberg de lo que es una política estatal, determinada por la directiva presidencial 029, que incentiva estos crímenes mediante un perverso mecanismo de recompensas (14).
Los “falsos positivos” benefician al Estado pues este aduce que su política contra-insurgente arroja “resultados reales”. El disfrazar de guerrilleros a los civiles asesinados, le permite también al Estado asesinar sindicalistas, estudiantes, campesinos, y hacerlos pasar por “guerrilleros muertos en combate”. Colombia es el país más peligroso del mundo para ejercer el sindicalismo, y eso no parece “ameritar” ser noticia mundial. Miles de sindicalistas han sido asesinados y el genocidio sigue en medio del más absoluto silencio internacional que beneficia al Estado y su estructura militar-paramilitar.
La práctica de montajes de todo tipo es uno de los caballos de guerra más desarrollados del Estado colombiano. Es un Estado que practica incluso el auto-atentado (15), (16) con tal de provocar muertos para poder sustentar su guerra mediática, como ha sido corroborado por funcionarios del propio DAS, y recientemente incluso por documentos escritos del DAS: “Montajes (…) Sabotaje, Terrorismo: explosivos incendiarios servicios públicos, tecnológico (…)” (16). Entre los raptados por el ejército y sus paramilitares para posteriormente asesinarlos y disfrazarlos en sus “falsos positivos”, hay varios niños… Presentarlos como “guerrilleros muertos en combate” potencia la campaña de desprestigio contra la guerrilla que adelanta el Estado (documentos DAS) (16). El Estado es experto en fabricar “pruebas”, poco importa que eso implique asesinar.
En Colombia la guerra física y la guerra mediática adelantadas contra el pueblo por el gran capital, mediante las estructuras del Estado (militares y paramilitares), han llegado al paroxismo absoluto: se habla de “Guerra mediática y cadáveres útiles al Estado
El Terrorismo de Estado en Colombia ha desaparecido a más de 200.000 personas (17), El Terror Estatal ha desplazado de sus tierras a más de 4,5 millones de personas (1), mediante sus militares y su Herramienta paramilitar, ofreciendo así las tierras vacías de habitantes y reivindicaciones a latifundistas y multinacionales. El régimen colombiano tiene más de 7.500 presos políticos encarcelados mediante montajes judiciales (4).
La Damas de Blanco tienen las vidas atravesadas por los montajes mediáticos: son financiadas por la mafia de Miami y la CIA, vinculada con Damos como Posada Carriles, responsable del atentado contra el avión de Cubana de Aviación en 1976, en el que murieron 73 personas (18). Estos grupúsculos son la minúscula y terrorífica base social mercenaria, que le ha causado a Cuba muchos muertos y lisiados, y que además adelantan permanentemente una campaña de mentiras contra la Isla. Esta minoría mercenaria es la que, a través de la lupa y deformación de los mass-media, se proyecta como multitudinaria. Los mass media adelantan la conquista de la opinión pública contra Cuba. Las acciones de las Damas de Blanco sirven de sustento a los montajes mediáticos, ya que, a nivel mundial, cualquier caminata de las Damas de Blanco es sobre-mediatizada, con una lectura del asunto completamente descontextualizada, distorsionada y mentida… de un puñado de “Damas” los mass-media fabrican titulares como: “Pueblo cubano protesta contra la dictadura castrista”, y de una evacuación popular de las Damas de Blanco, los mass-media mundiales titulan “Los Castro revientan a golpes la protesta de las Damas de Blanco” (19). Todos los diarios del grupo español Vocento titulaban hace poco: “Castro se ensaña con la protesta pacífica”, y afirmaban que “la protesta pacífica “fue “desbaratada a golpes por la Policía cubana” (19). Los ejemplos de desinformación y mentiras, en los que se transforma a un puñado de asalariadas de Estados Unidos en “una multitud”, y en los que se transforma a las mujeres policías cubanas (que curiosamente llevan tacones para “reprimir”) en agresivas fuerzas de represión abundan… Se impone la comparación entre lo que los mass-media nombran “la brutal represión” refiriéndose a la policía cubana, y las verdaderas represiones brutales que nunca tienen cabida para ser denunciadas por los mass-media… En México, Colombia, o Nigeria son con frecuencia asesinadas personas por la policía, que Sí reprime brutalmente las manifestaciones… Y sin salir de Europa: los policías anti-manifestaciones parecen más Robocops que seres humanos (20).
José Manzaneda relata así la realidad de las marchas organizadas en Miami en contubernio con las realizadas por las Damas de Blanco en La Habana (21): “El pasado 25 de marzo, una marcha recorría las calles de Miami en favor de las llamadas Damas de Blanco, grupo de familiares de presos que cumplen condena en Cuba por colaboración con el gobierno de EEUU. La manifestación fue convocada por la cantante Gloria Estefan, quien pertenece a una de las familias que huyeron a Miami por sus vínculos con la dictadura de Fulgencio Batista, a cuya guardia personal perteneció su padre. El acto fue secundado por organizaciones que apoyan no sólo el bloqueo, sino la intervención militar en Cuba, y contó con la presencia de Posada Carriles, terrorista protegido por el gobierno de EEUU y autor confeso, entre otros muchos atentados, de la voladura de un avión de Cubana de Aviación en pleno vuelo en 1976, que causó 73 víctimas mortales. La persona que introdujo refugiado en EEUU a este criminal, en el interior de su propio yate, es Santiago Álvarez Fernández-Magriñá, uno de los financiadores de las Damas de Blanco, a través de la asociación que preside, Rescate Jurídico (22)
Capitulo 8. el Drama silenciado y el Teatro vociferado

Las Madres De Soacha y sus familiares han conocido de lleno el Terrorismo de Estado en Colombia por reclamar que sean condenados los asesinos de sus hijos, y que se castigue la criminalidad del Estado. Han sufrido la desaparición y asesinato de otros de sus hijos y familiares, amenazas por denunciar, han visto la liberación e impunidad para los militares autores materiales de los crímenes, así como la libertad e impunidad para los autores intelectuales de los crímenes (que ni siquiera fueron imputados)… Las Madres de Soacha han sido criminalizadas, y muchas deben esconderse, ya que varios testigos y denunciantes en los casos de los “falsos positivos” han sido asesinados para asegurar la impunidad dentro del marco de una estrategia estatal (23). Si de su sufrimiento hay que hablar… la voz misma se quiebra de angustia ante el genocidio y la indiferencia internacional que se abate sobre el pueblo colombiano. El llanto largo e invisibilizado de las Madres de Soacha no goza de la solidaridad de “intelectuales y artistas” a nivel mundial. Los mass-media internacionales guardan silencio acerca de este drama.
Las Damas de Blanco y sus familiares han conocido de lleno las embajadas de varios países europeos, cuyos funcionarios también atizan el odio contra Cuba y su sistema social. Ninguna Dama de Blanco ha sido desaparecida o asesinada. Si de su “sufrimiento” hay que hablar… tal vez han sufrido sus trajes de lino blanco por marchar en los calores habaneros… El perpetuo martilleo mediático de cualquier ademán de las Damas de Blanco goza de la solidaridad de “intelectuales y artistas” a nivel mundial. Los mass-media internacionales han hecho gran alboroto con esta farsa.
Capítulo 9. Dos realidades mentidas y ocultadas: Antípodas cuya comparación desvela la manipulación de los medios de comunicación

El que se haya descubierto en Colombia la mayor fosa común del continente americano, con 2000 cadáveres, producto de desapariciones y asesinatos de la Fuerza Omega del ejército, no es noticia mundial (24), cuando debería ser un escándalo mayúsculo, dada la dimensión del crimen, sólo comparable a las fosas nazis. Para buscar información acerca de este hecho dantesco hay que convertirse en un arqueólogo de los archivos, mientras que basta con teclear “Damas de Blanco”, y aparece toda la falsimedia contra Cuba, que, obviamente, también oculta a Cuba. Colombia y Cuba son dos realidades mentidas y ocultadas: la primera es la realidad del pueblo que mayor genocidio y dictadura conoce de todo el continente americano, y la segunda es la realidad del pueblo que goza de mayor respeto a los derechos humanos y mayor libertad de todo el continente americano, la realidad que le da al ser humano vitamina de esperanza… Pero la falsimedia muestra de Colombia un “Estado democrático”, ocultando de un plumazo a los 200.000 desaparecidos… y de Cuba muestra a “un Estado irrespetuoso de los derechos humanos”… ¡Qué cinismo macabro!

Notas:

(1) Colombia es, según informes de la ACNUR y de CODHES el segundo país con más desplazados del mundo, después de Sudán, incluso delante de Irak o Afganistán. Hay más de 4,5 millones de personas despojadas y desplazadas de sus tierras, las cifras de varios organismos de derechos humanos en Colombia, refieren 5,5 millones de personas desplazadas.

http://www.codhes.org/index.php?option=com_content&task=view&id=187

http://www.acnur.org/pais/docs/2583.pdf

IDMC, Internal Displacement Monitoring Center:

MOVICE, Movimiento Nacional de Víctimas de Crímenes de Estado: 4,5 millones de desplazados, cifras 2009:

MOVICE: 10 millones de hectáreas de tierras despojadas a los campesisnos, cifras 2009:

(2) Damas de Blanco:

Desmontando el guión mediático de las Damas de Blanco:

Ante la criminal hipocresía del Parlamento Europeo; Comparaciones entre Cuba y Colombia… de presos políticos y torturas:

(3) “los falsos positivos”:

http://www.falsos-positivos.blogspot.com/

Madres de Soacha, “falsos positivos”

(4) Presos políticos en Colombia. Campaña europea 2009-2011 por la liberación de los presos políticos en Colombia. Son 7500, en su mayoría presos de opinión y activistas sociales que luchan por una Colombia digna, con paz y justicia social. Las asociaciones y personas del mundo que quieran apoyar la campaña por la liberación de los presos políticos en Colombia, son bienvenidas. Para firmar pinchar aquí:

(5) Encarcelados bajo montajes judiciales. Tras 3 años presas por un montaje judicial, más de 40 personas son liberadas tras “falso positivo” jurídico masivo:

La falta de garantías para las víctimas de crímenes de Estado nº2: Los Falsos Positivos Judiciales

(6) Paramilitarismo de Estado en Colombia - informe y documentos:

http://www.elespectador.com/noticias/judicial/articulo91305-mancuso-dice-fuerza-publica-le-ayudo-masacre-del-aro

Audiencia a paramilitar Mancuso: Rito Alejo del Río Coordinador paramilitares:

(7) La población cubana abuchea a las Damas de Blanco cuando salen a hacer sus mediatizadas marchas, VIDEO:

(8) Los testimonios de paramilitares, de sobrevivientes y los resultados de los equipos forenses evidencian que la Estrategia paramilitar del Estado diseñó un método para descuartizar a seres humanos: dictando “cursos” utilizando a personas vivas llevadas hasta sus campos de entrenamiento. Francisco Villalba, el paramilitar que dirigió en el terreno la barbarie del Aro (Antioquia), en la que torturaron y masacraron a 15 personas durante 5 días, revela detalles de esos “cursos”: "Eran personas que llevaban en camiones, vivas, amarradas (...) Se repartían entre grupos de a cinco (...) las instrucciones eran quitarles el brazo, la cabeza... descuartizarlas vivas(…) Ellos salían llorando y le pedían a uno que no le fuera a hacer nada, que tenían familia"

Los “cursos de descuartizamiento” eran para adiestrar a los paramilitares en su función más específica: infundir terror en la población, para lograr “disuadir por el terror” y lograr desplazar a los sobrevivientes que habían presenciado las masacres. Así se expresó el paramilitar Veloza, alias HH, refiriéndose al ejército oficial de Colombia: “Nosotros éramos ilegales y son más culpables ellos que nosotros, porque ellos representaban al Estado y estaban obligados a proteger a esas comunidades y nos utilizaban a nosotros. Nosotros cometimos muchos homicidios y tenemos que responder, pero ellos también deben responder…” 'H.H' revela vínculos de AUC con Byron Carvajal y Rito Alejo del Río:

HH confiesa más de 3000 asesinatos; será extraditado para callar los nombres de los autores intelectuales:

(9) UNICEF, informe Estado Mundial de la Infancia 2009

(10) Fuentes actualizadas con el último informe de la CEPAL, informe del BID, y las previsiones 2010 de la OCDE

http://www.educacion.es/horizontales/prensa/discursos/2010/02/tribuna-iberoamerica.html

http://www.oei.es/pdf2/PSE2009-Cap-I-pobreza.pdf

http://www.lavozdelsandinismo.com/internacionales/2010-03-21/cepal-228-millones-de-pobres-en-america-latina-y-el-caribe/

http://www.eleconomista.es/mercados- cotizaciones/noticias/1737831/11/09/Treinta-y-nueve-millones-de-nuevos-pobres-en-America-Latina-en-2010.html

"39 millones de personas más caerán bajo el nivel de pobreza en América Latina en el 2010", indicó la OCDE en su informe 'Panorama Económico', 2009. Las estimaciones de pobreza en América Latina, contrastando varias de las fuentes más optimistas como la CEPAL, arrojan que las cifras alcanzarían los 228 millones de pobres, y más de 102 millones de indigentes: tras los números, se esconden las tragedias humanas que a diario sufren millones de personas: muerte por desnutrición, malformaciones congénitas por desnutrición, por polución de las aguas, por fumigaciones; violencia intrafamiliar, homicidios, violaciones, prostitución adulta e infantil galopante, esclavitud moderna, trabajo infantil… o sea violaciones sistemáticas a los más básicos derechos humanos de alimentación, vivienda, educación, sanidad, salubridad y vida digna… mientras unas pocas corporaciones y familias oligarcas monopolizan ganancias y destruyen culturas y bosques.

(11) Actualmente mueren casi dos millones de niños al año por falta de agua potable y saneamiento adecuado, informe del PNUD 2009:
(12) El Paramilitarismo es una herramienta del terror del Estado y las multinacionales. El Tribunal Permanente de los Pueblos condenó al Gobierno colombiano y a 34 multinacionales por genocidio:
http://www.ntn24.com/content/tribunal-permanente-pueblos-condena-a-gobierno-colombiano-genocidi

(13) Informe en el que se revela que paramilitares aseguran haber perpetrado 30.470 asesinatos en unos 15 años:

(14) Los “falsos positivos” son una política estatal, determinada por la directiva presidencial 029, que incentiva estos crímenes mediante un perverso mecanismo de recompensas:

Informe “Continuidad o desembrujo”, página 76: “(…)directiva para el pago de recompensas por capturas o bajas, que establece cupos por unidad militar y una lista de precios por las bajas presentadas: Directiva Secreta 029 de 2009, cuya vigencia fue defendida tanto por el Presidente de la República como por los mandos militares. Estas normas fueron expedidas cuando era ministro de Defensa Camilo Ospina, quien luego fuera embajador ante la OEA, y postula a Fiscal General de la Nación.”

(15) Auto atentados del estado colombiano, DAS implicado:

http://www.kaosenlared.net/noticia/video-autoatentados-macabra-estrategia-terrorismo-estado-para-montajes

(16) Consta en los documentos del DAS incautados en la instrucción contra Noguera. Más de 300 páginas obtenidas por Antonio José Caballero. Escuchar minuto 3.15 del editorial de Juan Gossaín leyendo documentos del DAS: “Operaciones, Amazonas, Transmilenio, Bahía, estrategia: desprestigio (…) Montajes, Sabotaje, Terrorismo: explosivos, incendiarios, servicios públicos, tecnológico (…)” en: - VIDEO Confesiones del ex director de Informática del DAS, Rafael García I. Noticias Uno y Telesur:

(17) En Colombia el terrorismo de Estado ha desaparecido a 200.000 personas según las últimas cifras compiladas y según lo denunció últimamente Piedad Córdoba (2010):

(18) Posada Carriles:

(19) Titularán “Los Castro revientan a golpes la protesta de las Damas de Blanco”.

http://www.elcorreo.com/vizcaya/v/20100318/mundo/castro-ensana-protesta-pacifica-20100318.html

(20) ¡Basta ya! Cuba debe aprender de España: Lecciones de “democracia” para Cuba en vídeo:

(21) José Manzaneda:

(22) Santiago Álvarez Fernández-Magriñá, con vinculaciones verdaderamente terroristas, es uno de los financiadores de las Damas de Blanco, a través de la asociación que preside, Rescate Jurídico:

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=68292

(23) Informe de Amnistía Internacional sobre la impunidad de las ejecuciones extrajudiciales en Colombia, denuncia asesinatos de familiares, “Buscando Justicia: Las madres de Soacha”

En el caso de los “falsos positivos” de Soacha ya han asesinado a varios familiares. Carmenza Gómez Romero tenía tres hijos, al primero lo asesinó el Estado para sus montajes de “los falsos positivos”, y al segundo lo asesinaron por denunciar. John Nilson fue abaleado el 4 de febrero de 2009; ya había sobrevivido a un atentado contra su vida. Tras el asesinato de John Nilson la familia sigue recibiendo amenazas. Luz Nidia, hija de Carmenza, recibe amenazas telefónicas: “Conque ha puesto denuncias... ¿Qué es lo que quiere triple hijueputa […]?”

Militares e inspiradores de ejecuciones extrajudiciales, impunes asesinando testigos (VIDEO):

Atentado contra testigo de “falso positivo”.

Delegación asturiana denuncia:

(24) La mayor fosa común del continente, donde el ejército habría estado enterrando a desaparecidos desde 2005, al menos 2000 cadáveres:

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=99507

Estado intenta ocultar la dantesca fosa, y remover la escena del crimen:

 
 

 


 

JAIME BATEMAN CAYON

 

 


sonemos

 

 


Angelino Garzón, un tránsfuga

ANNCOL

 

Como dicen en mi tierra se junto el hambre con la necesidad, angelino se había vendido al uribismo por una plato de lentejas, y ahora se vende a la casa Santos por mucho menos.
 Quienes hacen cábalas con la idea de que Garzón le aporta pueblo a la campaña oligarca de la casa Santos, se equivocan, Garzón hace tiempo, dejó de representar algo que tenga que ver con la izquierda en Colombia. Un trásfuga jamás podrá presentarse ante nadie, como defensor los intereses del pueblo. Y para completar, el trásfuga Garzón, antes de aceptar la propuesta de la casa santos protagonizó de nuevo otra traición, quizás la última, porque dudamos que alguien le crea una vez más: Resulta que en Cali, por falta de orientación política en el seno del polo, "mucho cacique y poco indio" el polo se dividió en dos sectores, uno que dirige Jorge Iván Ospina, el actual alcalde de la ciudad, bajo el nombre "Podemos Cali" y el Polo-Polo digamos, el mismo que postuló, desde Bogotá a un buen actor, nacido en Cali, pero cachaco desde hace mas de 30 años y que no tiene ni puta idea del casting sobre los problemas de la ciudad. Esta obtusa decisión política partió al polo en Dos. Jorge Iván Ospina le había ofrecido a Garzón la candidatura para ser el próximo alcalde de la ciudad. Este le había respondido que sí. Lo que Ospina no sabía es que, todo oportunista, según la definición de la real academia, está pendiente sólo de sus intereses personales, y en fusión de las posibilidades que él, o los otros le forjan, cambia de camiseta y de partido, como cambiarse de calzones.

Pues bien, Ospina se quedó con la brocha colgada, o mejor como dicen los médicos, se le fue la luz en medio de la operación. Garzón se fue a la casa Santos, ahora Ospina busca candidato a la alcaldía de Cali. Interesados enviar hojas de vida a la alcaldía. Ospina ha intentado llamar en varias ocasiones a Garzón, pero este ya no le responde el teléfono. El teléfono de Garzón sólo se contesta ahora, si timbra con el número de la de la casa santos.

Vueltas que da la vida, los Garzones politiqueros se han montado en los buses equivocados. El otro Garzón que no vota ni por él mismo, pasó de carga maletas de Petro a sube calzones de Mockus. Y ahora este travestido, presentado hoy como el personificador del pueblo en la casa santos. Qué barbaridad.

Varios votos menos, aunque Santos piensa que es el hombre clave para aprobar el TLC, o para hacer olvidar los Falsos Positivos.

¡Que miseria ¡
 


Colombia vive una 'hecatombe' por la Registraduría: Valencia Cossio

 

 

El ministro del Interior, Fabio Valencia Cossio, aseguró en rueda de prensa que Colombia vive una "hecatombe" por la falta de información sobre las elecciones del domingo y manifestó que si las cosas siguen así, no hay garantías para los comicios presidenciales.

Pero luego aclaró en el programa Hora 20, de Caracol Radio, que no utilizó la palabra "hecatombe" con intención política, pidió desligarla de la expresión utilizada por el presidente Alvaro Uribe en medio del pasado debate sobre la frustrada segunda reelección y sostuvo que sólo quería referir que el proceso electoral ha sido un desastre. Valencia Cossio desmintió que el Gobierno quiera utilizar la situación para intentar que se cancelen las elecciones presidenciales.
Valencia había convocado una rueda de prensa para pedir la cabeza del Registrador del Estado Civil y manifestar que llevó al país a una “hecatombe” muy grave, porque tres días después de las elecciones no se conocen los resultados del Senado, de la Cámara, ni de las consultas de los partidos.

Señaló que la decisión del Consejo Nacional Electoral de suspender los escrutinios, si no se solucionan de inmediato los problemas en los sistemas de información, es muy grave. "Es una verdadera catástrofe que se debe a una "falta de gerencia" en la Registraduría y "su director debe asumir las responsabilidades", apuntó.

El Ministro también dijo que el registrador Carlos Ariel Sánchez es responsable, por acción y por omisión, de la violación de la Ley Seca porque se estaba consumiendo licor en la sede de la Registraduría donde se debía hacer el conteo de los votos.

Valencia calificó de ridículo expresar que tiene una herida contra el Registrador por el hundimiento del referendo reeleccionista y aún más que se diga que está contra los contratistas de sistemas, que pertenecen a una empresa que su sector político controló por mucho tiempo.

"Son ridiculeces frente a esta catástrofe, esta hecatombe", dijo Valencia cuando se le preguntó por esa situación, y agregó que la situación es grave y no se debe buscar el ahogado río arriba.

Cuando los periodistas le dijeron al Ministro que según la ley la Registraduría debe parar el preconteo de votos a las 11:00 de la noche y de ahí en adelante los escrutinios corresponden a las comisiones judiciales y al Consejo Electoral, el Valencia Cossio insistió en que todo es culpa del Registrador, que supuestamente ya estaba advertido por la Procuraduría de lo que iba a suceder.

La "hecatombe" de Valencia originó de inmediato una polémica en el programa "Hora 20" de Caracol Radio por la connotación política de esa palabra y porque el Ministro hablaba de "no garantías para las elecciones presidenciales".

Valencia se comunicó con el programa y afirmó que "usó la palabra de manera desprevenida" y dijo que si hay otra connotación la borrará de su diccionario.

 


Hecatombe en Mafiolandia


por Fernando Moncada



Mafiolandia es un reino donde hacer plata es muy fácil. Pero construir mafiolandia fue difícil, sobre todo desaparecer a los pesimistas, a quienes hubo que encarcelar, matar o eliminar de los periódicos, los televisores y los radios.
Para que mafiolandia pudiera existir fue necesario cambiar paulatinamente el lenguaje, la ética, la moral y en general toda la educación, a la que se le llamó “empresarismo”; en mafiolandia todos son multimillonarios o sueñan serlo.
El rey de mafiolandia les enseña a todos que él es amigo de Dios y que todos deben ser policías y soldados para defender la continuidad del reino, y también les enseña que hacer trampa, robar, estafar, mentir y eliminar a la competencia son valores necesarios para poder ser ciudadano o sea empresario.

Para elegir a sus gobernantes o reemplazar al rey de mafiolandia se escogen a los más tramposos de todos los más ladrones y entre ellos se ponen de acuerdo para repartirse las ganancias y por supuesto entre ellos también se hacen trampas, y si por algún descuido estas corren el riesgo de hacerse evidentes ellos dicen que hay una “hecatombe”.

NOTA: Para entender el contexto de esta nota, leer Colombia vive una 'hecatombe' por la Registraduría: Valencia Cossio, en relación con "Reelección, solo si hay una 'hecatombe'", dijo presidente Uribe a miembros de su coalición

Rebelión ha publicado este artículo con el permiso del autor mediante una licencia de Creative Commons, respetando su libertad para publicarlo en otras fuentes


La farsa del sufragio

Corresponsal ANNCOL/Colombia


Asistimos en Colombia a los desafueros de la pseudo democracia. Ante la opinión nacional y mundial se presenta el festín electorero como un atributo de legitimidad, en el que la danza del dinero, la corrupción, la compra de votos, el Terrorismo de Estado, el torrente dinerario del narco paramilitarismo desbordado a sus anchas y la incompetencia de un sistema de Registro Electoral elevado al fiasco sean la constante, en un sistema podrido y nauseabundo de gobierno en la que en modo alguno hay una participación activa popular en los destinos de la nación colombiana. Tal como este medio de prensa alternativo en Colombia lo viene denunciando, pasado el reajuste del poder legislativo, los candidatos que quedan en el juego por la sucesión presidencial obedecen todos al mismo patrón: la oligarquía criolla santanderista colombiana y el Imperio. Un escueto registro del resultado electoral del día de ayer 14 de marzo de 2010, refleja el impacto de la cruenta y genocida guerra de terror impuesta por el Estado y que conlleva, pese a los inmensos costos económicos al erario publico y de la legitimación activa de capitales en ese festón electoral, que la abstención llega a un 75% en las zonas rurales y semirurales (municipios con hasta 100 mil habitantes) y el 60% en las grandes ciudades.
Que un partido político mesiánico con o sin el cáliz presidencial, sindicado como la mas impune asociación para delinquir; se erija, del brazo del narco paramilitarismo, como un fortín político, junto con el cadáver histórico del fratricida y genocida partido conservador; presupone el mayor reto a la socialdemocracia, en extremo legalista y pusilamine, contribuyendo a la catástrofe de la atomización de los objetivos populares, permitiendo la posibilidad de castrar una salida política y negociada al conflicto político, militar, económico y social que asola a Colombia.
En tanto, la corriente revolucionaria presente en el movimiento popular, sindical, gremial, comunal, campesino e indígena, continua brebando en las canteras del socialismo, inspirada en la confianza que solo en momentos tan aciagos de la vida nacional le fortalece la existencia de una Insurgencia valerosa que ha sabido demostrar en Colombia la dignidad y fortaleza de la soberanía e identidades nacionales.
Los fementidos resultados electorales, registran que los patrocinadores, hijos, hermanos etc, de los narco para políticos presos, con los partidos de la U, PIN, conservador aseguraron escaños: El hijote de La Gata, Héctor Julio Alfonso López. La hermana, no propiamente de la caridad, del Gordo García, Teresita Garcia R. El hijo del ex coronel del ejercito Colombia-USA, reconocido narco paramilitar y torturador en Santander, Nerthferney Mauricio Aguilar Hurtado. Carlos Emiro Barriga Peñaranda, investigado por la Corte por patrocinador narco paramilitar al lado de la bestia humanoide alias El Iguano; son algunos de los favorecidos.
La colcha de retazos del zoo parlamento colombiano ya esta centrado al objetivo de la justicia popular en Colombia. Lamentable resulta tener que tomar de nuestros redactores regionales de la prensa alternativa, cómo la actuación de las milicias insurgentes, en algunas regiones del país, controlaron la libre modalidad de los impunes narco para políticos. Que en ciudades como en Ocaña, "cacos" visitan la residencia del traqueto representante a la Cámara Ciro Rodríguez Panzón, se llevan su computadora personal y documentos de campaña y le respetan su integridad personal (…) Mientras los veinticinco contendores políticos de la oposición del movimiento campesino en el Catatumbo fueron arrestados por la orquestada iniciativa del general Padilla (Ladilla) de León, para garantizarle el festín electoral al traqueto narco político y asegurarle su ‘triunfo" electoral como impunemente ha sucedido.
Ese, lamentablemente, va a ser el crudo y reiterativo accionar de un escenario político convulsionado en el que los resultados acomodaticios por un Terrorismo de Estado, llevan al traste la tranquilidad ciudadana y se trunque los planes de hegemonía política de una derecha genocida, odiosa, antipatria.
Para la revolución colombiana en marcha al Socialismo del Siglo XXI y por la Nueva Colombia los resultados de la farsa electoral, de todas maneras nos sumergen en el análisis de ese acontecer político nacional.
Una de las mayores preocupaciones de los intereses oligárquicos y del Imperio es el contundente golpe económico que esos aliados están recibiendo en el eje fronterizo colombo-venezolano. La geopolítica estratégica a sangre y fuego no podía permitir que voceros populares llegaran al parlamento y el trabajo macartista de la gran prensa y medios oficiales en que el "coco" del miedo chavista golpeó al electorado del Polo Democrático. Ahora están en el gran dilema en la definición del sucesosr de Uribe. La metida de manos del gobierno en el Registro Electoral a la fecha logra que la definición de la "consulta interna" del partido conservador se dilate hasta el próximo viernes. Cuatro Díaz sancochando el guisado de la conveniencia que sea la Hiena Santos o la irredenta Nohemi la que supla como Cipayo la continuidad del próximo candidato presidencial. La juegan a todo para que no haya una segunda vuelta y la imposición de la Hiena Santos constituye el más irracional acto de la oligarquía y el Imperio que agudizará, para bien del movimiento revolucionario colombiano, las contradicciones internas y externas del gran capital mafioso colombiano.

La caída en desgracia del potencial electoral del Polo Democrático Alternativo desprestigiado por su uribista candidato Gustavo Petro; el repunte de los Verdes; la desaparición de los precandidatos Sergio Fajardo y Vargas Lleras, indica que no todo el camino le esta trillado a los uribistas, con o sin Uribe. Pero la izquierda revolucionaria en Colombia no cae en galimatías electoreros. Insiste sí en el llamado a la lucha popular por el logro de la democracia directa participativa del pueblo colombiano, por la unidad nacional y la lucha de liberación por la expulsión de las tropas usa del territorio colombiano.


Preliminares de las causas de un desastre anunciado. El PDA pierde sintonía con el pueblo

Preliminares de las causas de un desastre anunciado. El PDA pierde sintonía con el pueblo

Allende La Paz, NotiColombia Press

El PDA pierde dos senadores y eso es importante. No queda duda. Una baja de ese tipo deberá ser analizada con espíritu autocrítico y los responsables hacerse la correspondiente autocrítica.

Hemos dicho que el momento político no estaba para Gustavo Petro y sí para Carlos Gaviria. Por muchas razones. Por su impecable hoja de vida. Y porque ante tanto ”clientelista” despersonalizado en las filas oficiales, ninguno como Carlos Gaviria con la estatura de estadista para rescatar a Colombia del hoyo profundo en el cual ha colocado Uribhitler. Amén de no tener rabo de paja de ninguna especie y poseer la madurez necesaria que el momento requería.

Esto desde luego deberá verse con ese espíritu autocrítico y no echarle culpas a los demás. Un candidato presidencial tiene el deber de liderar a su partido o movimiento en las elecciones para parlamento y él debe ponerse a la cabeza y no esperar que los candidatos hagan el trabajo de ”carga-ladrillos”.

Evidentemente tendrán que abordarse los métodos y el trabajo de los diferentes sectores. En momentos en que la media -tv, internet, correos electrónicos, etc- es crucial para el trabajo político, debió hacerse uso más prolífico en ese campo. Jorge Enrique Robledo, Gloria Inés Ramírez, Gloria Cuartas, entre otros, hicieron un buen uso de éste recurso y ya sabemos del resultado. Es necesario también resaltar que no hubo la sintonía del PDA con las luchas populares. No es sino viviendo la vida de los luchadores populares como sabremos cuáles expectativas tienen y cuáles no. No es solamente ir a la manifestación, sino vivir todo lo relacionado con la convocatoria, preparación, organización, etc, como vamos logrando los vasos comunicantes entre ”líderes” y bases populares, e ir expandiendo ésta con el trabajo de hormiga de concretar uno a uno a los votantes e irlos asimilando a las estructuras de base del PDA.

De otra parte, el mantenimiento de un discurso aislado del sentir de las masas aisló al PDA. No hay un programa decidido y claro sobre los puntos que son el sentir del pueblo colombiano. Temas como el Intercambio de Prisioneros de Guerra, búsqueda de la Paz a través de diálogos con la insurgencia armada, lucha contra el neoliberalismo practicado por Uribhitler y el señalamiento de su continuidad con los candidatos ”oficiales”; además del señalamiento de la corrupción y el narco-paramilitarismo, brillaron por su ausencia en el discurso general del PDA.

Hemos dicho que el pueblo premió a los audaces. Y los audaces han sido Jorge Enrique Robledo, Gloria Inés Ramírez y otros líderes, que han sabido interpretar el sentir del pueblo con sus propuestas y el pueblo les respondió. Jorge Enrique machaconamente llenaba nuestros correos de sus pensamientos, sus denuncias, sus propuestas, y yo desde la lejanía orienté a algunos familiares y amigos a depositar el voto por él, también por Gloría Inés o Gloria Cuartas.

Es necesario también señalar que los ríos de dinero, así como los fraudes a través de la comisión de delitos electorales, como el denunciado de la presión sobre los votantes del programa gubernamental ”Familias en Acción” (4 millones de ”afiliados” en todo el país, pagos con dineros estatales), le hizo un enorme daño al PDA, que no contó con éste ”recurso”. De paso hay que decir de igual manera que Uribhitler al entrometerse en las elecciones lo convierte, no en el ”gran elector”, sino en el ”maestro” del fraude y debemos recordar aquella frase que hemos manejado, siguiendo a la senadora Piedad Córdoba, que ”todos los caminos de la delincuencia conducen a Uribe”.

No quisiera terminar sin señalar que no todo está perdido. El desencanto hará presa de algunos, pero nuestro deber es persisitir. Deberá haber las evaluaciones del caso de los diferentes sectores que se mueven al interior del POLO y comenzar el trabajo para encarar las presidenciales. No podemos permitir dejarles el campo a los sectores ”oficiales” sin ninguna clase de lucha. Podremos quedar tendidos en el campo, pero el enemigo del pueblo colombiano deberá pagar un caro precio.

En ese orden de ideas, nada más saludable que arrancar ésta nueva etapa con el recibimiento de los prisioneros de guerra que las FARC entregará unilateralmente. En el movimiento COLOMBIANAS Y COLOMBIANOS POR LA PAZ hay varios de los líderes populares del PDA y ellos seguirán, estamos más que convencidos, jalonándo este proceso. Mas es necesario que, ojalá, todo el POLO estuviera en todos y cada uno de los procesos de lucha del pueblo colombiano


 

Puntualizando: Verdes de la envidia y malos perdedores

 

José María Carbonell, NotiColombia Press

 

Aún cuando se han comenzado a hacer los análisis de las elecciones legislativas, quisiéramos puntualizar algunos puntos que nos parecen importantes.
 

Malos perdedores

Tampoco hay duda. Noemí y ”Uribito” son malos perdedores. Ni el uno ni la otra quieren reconocer al otro en caso de ganancia. Lo que demuestra cómo es que manejan las cosas en las toldas uribistas conservadoras. De todos modos, ante las denuncias de parte y parte de fraude, tendrán que esperar el escrutinio, que al parecer será el miércoles.
 

Verdes de la envidia

Con nadadito de perro, cuando todos -incluso nosotros en NotiColombia Press- no dábamos por ellos ni cinco centavos, el partido Verde irrumpió con fuerza. Lo que demuestra que el voto de opinión cuenta y se podría pensar que los Verdes le ganaron ese pulso al PDA quien era el más favorecido por la opinión de los colombianos. Esto también demuestra que el trabajo serio, tesonero, coherente, antiuribista, en defensa de la vida, da frutos políticos. Eso sí, Mockus, por fa, no nos vaya a mostrar el culo otra vez porque es un espectáculo dantesco, horrible. En cambio me quedaré esperando la que prometió encuerarse si ganaba, pero no ganó.
 

Petrificado el POLO

El POLO está petrificado. Ya hemos dicho que íbamos al despeñadero. Si no paramos ese curso con seguridad iremos a dar al fondo. Es de resaltar que -como también lo hemos dicho- los sectores antipopulares al interior del POLO están haciendo su trabajo para romper al interior al PDA. En política definitivamente no podemos jugar con las cartas del régimen, en ningún sentido.
 

Narco-paramilitarismo está vivo

El monstruo está vivo así su gestor sea un ca-dá-ver viviente. El narco-paramilitarismo demostró estar vivo así su creador diga que ”no hay paramilitarismo”. Los ríos de dinero, la coacción armada a los electores, la coacción armada a los jurados de votación, y no sabemos que delitos más, estuvieron a la orden del día.

 

La maquinaria estatal impide la libertad electoral

La maquinaria estatal ha demostrado que sigue ganando con su 25%. Los trabajadores estatales que no consigan 5 votos por lo menos son pateados y no come las migajas que tiran los ”grandes electores”. Igual cosa sucedió con ”Familias en Acción” con sus 4 millones de afiliados. Pero a pesar de esto sólo 1 de cada 4 colombianos inscritos en el padrón electoral apoya al régimen narco-paramilitar empotrado en la Casa de Nari. Y es que el pueblo sabe que ”el que escruta elige”.
 

La oposición

Muchos hablan de la ”oposición” en Colombia. La oposición en Colombia está conformada por el PDA -aún cuando hay algunos ”rosaditos” infiltrados en él-, las FARC, el ELN, y el conjunto del pueblo colombiano. El partido Liberal no puede llamarse de la ”oposición” por cuento lo que hace es una ”oposición sin oposición” y más bien hay es una colaboración. Es más, los liberales son co-responsables del narcoparamilitarismo y del neoliberalismo que padecemos los colombianos. Claro que en el partido Liberal hay sus excepciones, honrosas por demás, como la de la senadora Piedad Córdoba, la cual luchó contra el uribismo y su gestor Uribhitler, por los prisioneros de guerra en poder de las FARC y le ha ganado en franca lid.

 

LUCHANDO EN COLOMBIA

 

 

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