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Nella Cuba del Che con Pombo. Borroni racconta la storia del
generale Harry Villegas
IL LIBRO - Dalla
rivoluzione alla Bolivia
Un soldato della
rivoluzione. Sempre e per sempre, mai sfiorato dal dubbio. Non a 17
anni, quando si unì all’esercito ribelle di Fidel Castro e Che Guevara
sulla Sierra Maestra. Per combattere contro la dittatura di Fulgencio
Batista. E nemmeno oggi, che ha quasi 70 anni ed è generale di brigata
delle forze armate rivoluzionarie di Cuba. E dedicato ad Harry Vilegas
il nuovo libro di Roberto Borroni, un pegno d’affetto verso una
figura dal respiro epico. Un combattente che ha sposato le scelte e il
destino del Che, del quale “Pombo” (questo il nome di battaglia di
VIIlegas) fu la guardia del corpo. Lo segui in Congo, insieme a un pugno
di internazionalisti convinti, e pure in Bolivia, dove Guevara venne
assassinato il 9 ottobre 1967. Per Pombo e altri due compagni cubani
iniziò così una fuga rocambolesca: “Hanno compiuto centinaia di
chilometri a piedi e a dorso di mulo — scrive Borroni —, attraversato
fiumi in piena e torrenti impetuosi, marciato dentro gole scoscese,
braccati dall’esercito, con il timore che qualcuno potesse tradirli”.
Allettato da una taglia altissima sulle loro teste.
Intervista, diario,
racconto di formazione, il libro di Borroni gioca con i generi e tesse
un ritratto originale. In movimento. “Il lettore non si troverà di
fronte una ricostruzione fiologicamente corretta, rigorosa, fondata sul
confronto fra documenti, su incroci tra tesi diverse”, avverte l’autore,
confessando di essersi lasciato condurre dalla passione. L’uscita è
prevista per febbraio (con Negretto Editore). ll titolo:
“Pombo. Dieci anni con il Che. Dalla Sierra Maestra a La Higuera”.
Il ricavato verrà devoluto all’associazione “Un bambino come amico
Onlus” di Mantova e al “Gruppo di volontariato civile”- Ong
di Bologna.
L’intervista è il frutto
di uno scambio per il tramite di Nuiry Sanchez, all’epoca ambasciatore
di Cuba alla Fao. Domande e risposte scritte, nessun confronto diretto.
Non ancora. Borroni incontrerà Pombo tra qualche giorno, quando
ripartirà in missione per Cuba (da volontario).
Potrà così guardarlo
negli occhi mentre gli domanda cosa rimane nella Cuba dei giorni nostri
dell’uomo nuovo sognato dal Che. “Penso che noi abbiamo un uomo diverso
se lo paragono agli uomini del mondo attuale - questa la risposta
riportata nel volume- abbiamo un uomo integrale, più umano, più ricco di
ideali e di passioni”. E più avanti, dopo un omaggio alle migliaia
d’internazionalisti cubani (medici e insegnanti) che ancora oggi
prestano servizio in Africa e Venezuela:
“La nostra azione di
solidarietà si fonda su di un principio. Noi cubani non cediamo ciò che
avanza, ma dividiamo ciò che abbiamo. Questo è l’uomo diverso”.
Ma Borroni, già
segretario provinciale del Pci dal 1983 al 1991, è attento a non
scivolare nell’”agiografia”. Il suo stato d’animo si riflette in quello
di Julio, personaggio di fantasia che serve all’autore per imbastire un
confronto tra due generazioni.
Borroni immagina un
dialogo acceso, che si spegne dolcemente in due bicchieri di Havana
Club. E nella consapevolezza di Julio, deciso a “conservare la memoria”
senza “essere prigioniero della nostalgia”- (ig.cip.)
Harry Villegas è un ragazzo afrocubano di
diciassette anni. Dopo il colpo di stato di Fulgencio Batista del 1952,
Villegas aderisce alla lotta contro la dittatura e incontra, nel 1957 a
Canabacoa, sulla Sierra Maestra, il leggendario guerrigliero argentino
Ernesto Guevara: il Che. Diviene la sua guardia del corpo e partecipa a
tutta la campagna dell’esercito ribelle di
Fidel Castro fino
all’ingresso trionfale a L’Avana e alla vittoria della revolucion.
Nasce tra il Che e Harry Villegas una profonda amicizia che porterà il
giovane afrocubano a seguire il Che prima in Congo e poi nella tragica
esperienza boliviana. Il libro, attraverso la testimonianza di Harry
Villegas, a cui il Che in Congo aveva dato il nome di battaglia di Pombo,
ricostruisce le tappe più significative dei dieci anni che Pombo ha
passato al fianco del Che Guevara. L’ambiente in cui si snoda il
racconto di Pombo è la Cuba rivoluzionaria, con le sue utopie e il
paesaggio lussureggiante che Cristoforo Colombo definì come “ luogo tra
i più belli che mai l’occhio umano abbia potuto ammirare”. Poi il Congo,
dove un pugno di internazionalisti cubani si recò per aiutare un popolo
che si era da poco liberato dal colonialismo. E infine la Bolivia, con i
suoi altipiani e la giungla inospitale. La guerriglia in Bolivia venne
sconfitta e il Che assassinato il 9 ottobre del 1967 nel villaggio di La
Higuera. Pombo riuscì a rompere l’accerchiamento dell’esercito e,
insieme ad alcuni compagni, fecero ritorno a Cuba dopo una fuga
avventurosa ricca di episodi drammatici. Oggi, Harry Villegas è Generale
delle Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba.
Dall’introduzione:
“… Il lettore non si troverà di fronte una ricostruzione filologicamente
corretta, rigorosa, fondata sul confronto fra documenti, su incroci tra
tesi diverse. Piuttosto mi sono lasciato guidare dalla passione; mi sono
sforzato di ricostruire un clima politico e intellettuale dentro il
quale i fatti si sono susseguiti, un'atmosfera, una situazione
infinitamente tragica ma, per molti versi, straordinariamente ricca dal
punto di vista etico. Le scelte compiute da Pombo, la sua vita, le
illusioni e le idee che lo hanno guidato possono anche non essere
condivise sino in fondo, ma meritano di essere conosciute perché parlano
di un uomo semplice e coraggioso che è stato, a suo modo, tra i
protagonisti di un periodo storico che ha suscitato grandi speranze di
liberazione e ha coinvolto milioni di uomini e di donne.”
L’Autore
Harry
Villegas (Pombo) con Roberto Borroni
Roberto Borroni
Nato a Mantova il 4
luglio 1949 e ivi residente, Borroni è giornalista pubblicista.
Segretario provinciale del P.C.I. di Mantova dal 1983 al 1991( dal
1987 al 1991 membro del Comitato Centrale del PCI) e del P.D.S. dal 1991
al 1992. Senatore della Repubblica dal 1992 al 2001. Dal 1996 al 2001
Sottosegretario al Ministero per le Politiche Agricole e Forestali nei
Governi Prodi, D’Alema e Amato.
E’ coautore del libro “Le quote latte in Italia” (Franco Angeli
Editore - Milano 2001) che affronta alcuni dei temi legati alla
esperienza di governo. E’ autore dei libri Quitaracsa.Tante
piccole storie per una bella impresa e Mantua.Non si
raggiunge una meta se non per ripartire.( edizioni Un bambino
come amico), Malecon. Gente di Cuba (edizioni Tip.Com).
Svolge attività di volontariato con l’associazione internazionale Un
bambino come amico-Onlus di Mantova e collabora con il Gruppo
di volontariato civile (GVC) Ong di Bologna.
Roberto Borroni è Presidente di Agrisviluppo S.p.A del Gruppo Monte
Paschi di Siena dal 4 dicembre 2001.
- Titolo: Pombo.
Dalla Sierra Maestra a La Higuera: dieci anni con Che Guevara
- Editore: Negretto
- Collana: Interventi
- Data di Pubblicazione: 2009
- ISBN-13: : 978-88-95967-10-3
- Pagine: 224
- Generi: : Biografia. Storia.
Narrativa
- Prezzo: € 10
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libri di NEGRETTO editore, i librai si rivolgano ai distributori citati
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Pombo,
cuore rivoluzionario che batte ancora per Cuba
la
Gazzetta di Mantova — 16 febbraio 2009 pagina 10 sezione: CRONACA
Pubblichiamo l’ultimo capitolo del libro di Roberto Borroni dal titolo:
‘Pombo. Dalla Sierra Maestra a La Higuera: dieci anni con Che Guevara’.
La Habana, 27 gennaio 2009. Incontro Harry Villegas nel suo ufficio
della Asociacion de Combatientes de la Revolucion Cubana, di cui è
vicepresidente. La palazzina che ospita l’associazione è situata nella
Avenida 47 al numero civico 2821. Prima di essere ricevuto attendo per
circa dieci minuti, nel corso dei quali ho modo di prendere confidenza
con l’ambiente e con l’umanità che lo frequenta: quasi tutti ex
guerriglieri della Sierra Maestra. L’ambiente è sobrio, le persone che
incontro aperte e disponibili come sanno esserlo i Cubani. Gli echi
della lotta di liberazione sono lontani, ma in questi giorni si
festeggiano i cinquanta anni della Rivoluzione vittoriosa e si
susseguono incontri e manifestazioni per celebrarla. Alla fine, una
porta si apre e Harry Villegas mi invita ad entrare. Pombo porta bene i
suoi settant’anni, veste in maniera semplice e non ha nulla di
militaresco nel modo di proporsi. Solo un giubbetto mimetico da campo mi
ricorda che sono davanti ad un Generale di Brigata della Fuerzas Armadas
Revolucionarias. Anche il suo ufficio è semplice: un quadro che
raffigura il viso del Che, una foto di Raul Castro e una di Fidel. La
scrivania di Pombo è zeppa di carte e libri. Non mi sfugge che come
fermacarte ha una perfetta riproduzione di un carro armato. Pombo ha un
viso dolce, occhi vivaci: quando mi porge la mano per darmi il benvenuto
il suo viso si apre in un largo sorriso. Prima di partire per Cuba gli
ho inviato l’introduzione del libro tradotta in Spagnolo, ma vuole
saperne di più: la struttura, come si sviluppa il racconto, i titoli dei
vari capitoli. Poi inizia a parlare, entra nel merito dei passaggi più
delicati di una storia che ancora lo commuove. Pombo non è solo un
combattente, è anche un uomo colto e informato. Gli chiedo per quale
motivo Ernesto Che Guevara, a oltre quarant’anni di distanza, è l’unica
immagine di rivoluzionario che resiste, sia in Europa che in America
Latina, dove non sono sopravvissuti né Lenin, né Mao, né Ho Chi Minh, né
Rosa Luxemburg. Mi risponde che, in tempi in cui i miti e le ideologie
sono caduti, la figura del Che ha i tratti del profeta, di un uomo puro
e limpido, portatore di grandi valori etici e umani: i valori che hanno
animato la rivoluzione cubana. E paragona il Che morto a Vallegrande
all’immagine di Cristo, appunto un profeta. Discutiamo di Cuba e dei
suoi problemi. Pombo non nasconde le difficoltà, ma difende l’esperienza
della rivoluzione cubana che ha garantito a tutti il diritto
all’educazione, alla salute e al lavoro. A bruciapelo gli chiedo quale è
la differenza tra i Cubani che se ne sono andati subito dopo la
rivoluzione e i Cubani che se ne vanno oggi. Mi risponde che la
differenza è fondamentale: ieri erano i ricchi che abbandonavano l’isola
ed erano mossi da odio, oggi se ne vanno in larga parte per migliorare
la loro condizione. Pombo mostra grande attenzione ai problemi che oggi
affliggono l’umanità: dai mutamenti climatici (lo scorso anno, nel breve
periodo di due mesi, Cuba è stata colpita da tre cicloni che hanno
distrutto l’ottanta per cento della produzione agricola e seicentomila
case) alla crisi economica. In particolare si sofferma sulla necessità
di difendere l’ambiente naturale. Definisce Obama un uomo onesto che
vuole migliorare la situazione, ma si chiede se chi detiene il potere
economico negli Stati Uniti d’America gli consentirà di portare a
termine il suo programma. Dopo quasi due ore di conversazione mi congedo
da lui. Usciamo insieme, perché Pombo deve partecipare ad una
manifestazione. Mentre scendiamo i gradini della palazzina un uomo sta
salendo: è Urbano, Leonardo Tamayo, anch’egli sopravvissuto
all’esperienza boliviana. Ci abbracciamo, Pombo mi ricorda che il vero
rivoluzionario è una persona guidata da sentimenti di amore verso il
prossimo e l’umanità. Una vecchia Lada scassata di fabbricazione
sovietica lo attende in strada. Lo saluto di nuovo con un cenno della
mano, e Pombo sorride. Oggi il cielo dell’Avana è attraversato da nubi
ed un caldo sole, quando riesce a farsi strada, riscalda e illumina il
Malecon. Nel vivo di un passaggio cruciale della sua storia, Cuba cerca
nuove risposte ai suoi problemi e alle sue contraddizioni. L’isola avrà
ancora bisogno delle migliori risorse della sua gente: la dignità e il
cuore.
Roberto Borroni
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