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POLITICA - CULTURA |
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ANNOTAZIONI E
SPIGOLATURE CUBANE
a cura di
Gioia Minuti
PRESENTI NELLA SFILATA DEL 1º MAGGIO, MIGLIAIA DI AMICI DI
ALTRI PAESI
Circa 1000 amici di Cuba provenienti da un
centinaio di paesi hanno assistito alla
sfilata del 1º Maggio dalla base del
monumento a José Martí in Piazza della
Rivoluzione de l’Avana...[segue
SPECIALE 1° MAGGIO 2019]
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discorsi di Fidel
discorsi di
Miguel Díaz-Canel Bermúdez
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il romanzo cult
degli anni '90 |
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Una storia d'amore
nella Cuba dei primi anni '90, quando molti
italiani scoprirono le gioie ed i sogni che Cuba
riservava loro... |
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LE PIU' BELLE FOTO DI CUBA
le foto di Rod |
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juaicaterra
COLOMBIA
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PREDIZIONI DEL FUTURO
di Elson Concepción Pérez
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Pochi si sono immaginati che in questo
mondo che dice d’essere civile, sarebbe avvenuto un massacro
come quello che ogni giorno annichila centinaia di persone,
in maggioranza bambini e che si è esteso già da più di un
anno. Gli ottimisti pensiamo che la pressione internazionale
potrebbe detenere l’orgia fascista nel suo piano d’eliminare
dalla faccia della terra tutti i palestinesi. Si poteva
anche pensare che gli Stati Uniti, il più forte sostenitore
militare finanziario e diplomatico d’Israele, potevano -
trattandosi di un anno elettorale- inclinare la bilancia in
favore della pace e obbligare il Governo di Tel Aviv a
interrompere il genocidio sin dal primo giorno in cui
abbiamo visto i bambini sotto le macerie o alla mercè di un
missile o di una bomba. E intanto un’amministrazione
statunitense con il patetico nome di «democratica» continua
a dare scossoni nei suoi ultimi giorni, al fronte del
governo. La continuità nella politica del suo predecessore
non si esprime solo nel mantenere –e anche aumentare – una
perversa strategia di sanzioni contro Cuba, sottoponendo
questo popolo a una criminale prova, ma anche con le bombe
di Gaza, come fossero quelle che
ci allertano sull’incertezza del presente e del
futuro dell’umanità.
Il governo di Joe Biden avallerà questa
situazione internazionale che ci rende rei della sua
politica e trasforma il pianeta in
una Santa Barbara. La guerra in
Ucraina, sostenuta militarmente dagli USA e la NATO, e il
genocidio contro i palestinesi marcheranno il desolante
passaggio di Joe Biden nella Casa Bianca, tra pochi giorni.
Ma come per convincerci che non importa se si tratta di un
Governo democratico o uno repubblicano, l’ex mandatario e
aspirante alla nuova elezione presidenziale, Donald Trump, è
stato molto chiaro negli ultimi giorni, quando ha criticato
la posizione di
Biden
sull’aggressione israeliana e una possibile
guerra contro l’Iran.
Trump ha affermato che «Israele dovrà
realizzare un bombardamento contro le installazioni nucleari
dell’Irán, come rappresaglia per il forte attacco con
missili contro il paese ebreo»- In un meeting di campagna a
Fayetteville, in Carolina del Nord, l’aspirante ripetente
del mandato nella Casa Bianca ha precisato che la risposta
dev’essere quella di «attaccare prima il nucleare e poi
preoccuparsi del resto». È ovvio che la previsione di Trump
risulta «molto chiara». La domanda è se con i democratici si
manterrebbe la continuità di guerra, giunga dove giungerà.
In quanto a Gaza e a questo anno di genocidio, è valido
ricordare che oltre ai 42.000 palestinesi assassinati
–bambini più della metà–, l’avallo statunitense è stato
sostenuto con 17.900 milioni spesi dal 7 ottobre del 2023, e
questo fa supporre un record degli aiuti inviati a Israele.
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LA ARAGÓN, CON IL SUO STESSO TIMBRO
di Guille Vilar
Quando vediamo che tutto il mondo balla con la più grande
allegria come si trattasse di un’orchestra di moda, nonostante gli 85 anni
dalla sua creazione, questo lo possiamo spiegare come il risultato della
lenta sedimentazione di immortali melodie nel trascorrere dei decenni. C’è
un motivo per cui si riconosce l’Orchestra Aragón come La Charanga Eterna,
dato che passano gli anni e il suo incanto resta invariabile e giunge alle
nuove generazioni che la fanno sua a loro volta. Fu un 30 settembre del 1939
quando il cienfueguero Orestes Aragón Cantero fondò questa orchestra che
prese nomi differenti, sino a divenire finalmente la Orchestra Aragón, e
quel che è veramente significativo di questa storia risale a quando, nel
1940, entra nell’orchestra il violinista Rafael Lay Apesteguía, che dato che
Aragón, era malato, passò a dirigerla dal 1948, per dare così inizio alla
leggenda di Los Aragones. Il gande successo del gruppo, a partire dal
decennio del ‘50 del secolo scorso, si deve all’impegno di Lay, che si
appropriò di un sigillo personale con un suono differente, a proposito
dell’euforia dei ballerini per il chachachá, il nuovo ritmo che allora
marcava il passo. Appare venerabile che si preservi questo abituale patrón
di eleganza che la distingue nella concezione dei suoi brani musicali.
Parliamo di un’atmosfera che, lontano dal provocare un rifiuto, c’invita a
godere il gradevole ambiente sonoro veramente singolare della nostra musica
ballabile. Lo studiato lavoro delle voci conserva il personale accento che
l’ha identificata da sempre nello stesso modo che succede con gli aspetti
ritmici e melodici, nei quali i testi possono essere di taglio picaresco,
anche se non incontriamo niente di grottesco o fuori luogo in questa
inestimabile macchina che offre la buona musica cubana. Nel ricordo serviamo
questo extra tipico dei nostri musicisti rilevanti, come fu il caso di uno
dei suoi cantanti, Felo Bacallao, che, nei ponti strumentali, mentre Richard
Egües improvvisava con il flauto, approfittava per eseguire complessi e
elaborati passi di ballo che incitavano i suoi ammiratori ad imitarlo. Se
questo incanto vive tuttavia, è dovuto al rigoroso senso dell’orientamento
professionale nel violinista Rafael Lay Bravo, che come direttore non ha mai
smarrito la prospettiva del valore che ha per la vigenza della Aragón il
fatto di preservare nel repertorio attivo la presenza di quei classici che
la resero famosa. Lui sa che temi popolari come El Cuini, El paso de
Encarnación, Sabrosona e La Reina Isabel, tra tanti altri, in realtà sono
inni trasformati in profonde riserve dell’identità della nazione e per
questo li interpretano esattamente uguali alle loro versioni originali.
Celebrare l’85º anniversario della prestigiosa orchestra non significa dare
un’occhiata di compatimento a questa musica che non invecchia con il passare
del tempo. La sua vigenza va assunta come la testimonianza eterna di
un’amata e rispettata orchestra, come fonte di gioventù e di vigore.
RITORNA
MOZART A L’AVANA
di Susana Besteiro Fornet
Gli organizzatori dell’edizione di quest’anno del
Festival Mozart Habana hanno informato in una conferenza stampa che
l’edizione si svolgerà nelle sue sedi abituali del centro storico de L’Avana
Vecchia. Il direttore generale dell’incontro, Ulises Hernández, ha spiegato
che i musicisti, tra i quali ci sono artisti della Spagna, gli Stati Uniti e
Svezia, condivideranno gli scenari dell’Oratorio San Felipe Neri, del Teatro
Martí, la Basilica Minore di San Francisco de Asís e la Sala Ignacio
Cervantes. L’inaugurazione si terrà domenica 13 nell’Oratorio San Felipe
Neri alle 18.00 e conterà con la partecipazione dell’Orchestra del Lyceum de
L’Avana e del Coro del Teatro Lírico Nazionale. Il Festival uscirà dal
centro storico la notte del 17 ottobre, con una presentazione speciale nella
Fabbrica d’Arte Cubana, con una semi posta in scena dell’opera Azúcar,
basata in L’amante anonimo. La chiusura conterà con un concerto lussuoso
accolto nella Cattedrale della capitale. Il Festival non presenta solo
concerti: offre classi magistrali e differenti incontri tra studenti e
professori di musica.
DA LA
DEMAJAGUA, L’OMAGGIO AL PRIMO GIORNO DI LIBERTÀ
di Mailenys Oliva Ferrales
MANZANILLO, Granma.–Dal Sacro Altare della Patria,
anticamente zuccherificio La Demajagua –attuale Parco Museo e Monumento
Nazionale–, cubani di varie generazioni hanno onorato il 10 ottobre, la data
della fondazione della nazione cubana, avvenuta in questo luogo emblematico,
in quell’alba gloriosa del 10 Ottobre del 1868, che marcò l’inizio della
nostra lotta indipendentista. Nell’emblematico luogo dove Céspedes con altri
patrioti e i suoi schiavi appena liberati iniziarono il cammino verso
l’emancipazione, sono stati ricordati con l’arte passaggi dell’epica scritta
in quella mattina storica, con la presenza del Comandante della Rivoluzione
e vice primo ministro della Repubblica, Ramiro Valdés Menéndez; delle
massime autorità del Partito e del Governo nella provincia; e dei granmensi
che si sono incontrato lì per commemorare il 156º anniversario della data.
Javier Vega Leyva, Presidente della filiale degli Storiografi di Cuba in
Granma, ha ponderato l’altruismo di Céspedes e degli uomini che con lui
marcarono l’inizio della rotta della libertà, e ha convocato le nuove
generazioni a impregnarsi della storia che si cominciò a tessere a La
Demajagua, con il fine di trasmetterla nella vita quotidiana. In
commemorazione dell’insigne data granmense, i migliori nello studio e nel
lavoro hanno ricevuto la tessera che li accredita come membri del Partito
Comunista di Cuba e dell’Unione dei Giovani Comunisti. Inoltre è stata
presentata la convocazione nazionale per il Giorno della Cultura Cubana, che
avrà come incontro più rilevante nel paese la celebrazione della 30ª
edizione della Festa della Cubania, che si effettuerà dal 17 al 20 ottobre
prossimi.
IL GIOCO D'AZZARDO A CUBA
L’iconografia di una Cuba prima della rivoluzione si basa su di una specie
di Eden del piacere dominato dalla mafia e tacitamente approvato dal
presidente Fulgencio Batista. Nei più sfarzosi hotel dell’Avana non era raro
incontrare elementi come Lucky Luciano o Meyer Lansky che trasformarono la
capitale cubana in un porto franco dell’illegalità dove tutto era
consentito. Dal gioco d’azzardo alla prostituzione, ogni cosa era condita
dalla corruzione di un potere politico alquanto disponibile quanto capace di
approfittare di facili compensi. L’immagine di una Cuba felice tra ballerine
e mambo suonati da abili orchestre, si scontrava con il quotidiano di
milioni di poveri cubani che dovevano arrabattarsi solo per avere di che
sopravvivere. Si può dire a posteriori che la dissolutezza a Cuba era
originata dalla criminalità e dal potere politico, ovviamente tutelato da
forze militari appositamente addestrate, che avevano trovato un denominatore
comune. Ovvio che anche al di fuori dai patrii confini, la nomea che a Cuba
ci si poteva divertire senza alcun limite, provocava una forte domanda
turistica e non solo provenienti dai vicini Stati Uniti. Al giorno d’oggi,
trascorsi diversi decenni dal trionfo dei barbudos che rovesciarono il
regime del dittatore Batista e l’impostazione di un socialismo tropicale,
L’Avana e altre storiche città, hanno riacquistato quella dignità che nega
qualsiasi virtuale contatto con quella che era la Cuba ante rivoluzione
anche se, dal tessuto urbano – profondamente restaurato – alle vecchie
automobili americane che ancora miracolosamente si muovono per l’isola, sono
testimoni di un tempo oramai passato. Per chi volesse assaporare l’epoca
d’oro del gioco d’azzardo, al giorno d’oggi esistono altri sistemi che
possono essere sfruttati da qualsiasi device connesso ad Internet attraverso
il quale entrare in diretto contatto con la fortuna. È sufficiente andare
sul sito
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per tentare
la sorte con tanti divertenti e coinvolgenti giochi d’azzardo come se foste
davanti ad un tavolo verde attenti a sviluppare il vostro gioco.
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TURISMO
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RANCHO ALLA VISTA
NEL CENTRO DI CUBA
di Pastor Batista Valdés
YAGUAJAY (Sancti Spíritus).- Purtroppo ci sono luoghi che,
per mancanza di conoscenza, non offrono al visitatore l’opportunità di
sfruttarli, bloccandolo nella voragine cittadina, anche se in verità
preferirebbe la sana tranquillità, insostituibile della natura. Il Rancho
Querete è uno di questi paraggi. Con un affascinante ambiente, benedetto dalle
acque del fiume Malaffo, il Rancho si trova ad appena tre chilometri a est del
paese di Yaguajay, a nord della provincia di Sancti Spíritus, nel territorio
centrale dell’arcipelago cubano. Discreto –forse anche troppo in termini di
pubblicità o di comunicazione – il Rancho Querete diviene questo angolo di
tranquillità che migliaia di turisti nazionali e internazionali necessitano per
combattere lo stress o semplicemente per poter oziare tra ruscelli, sorgenti,
cascate, pozze, grotte e sentieri. Chiaro che non c’è solo l’opzione di un bagno
fresco per chi arriva lì. safari, cavalcate, passeggiate per sentieri, trekking
o lunghe camminate, l’osservazione degli uccelli, formano un ventaglio di
opportunità che attraggono sempre più molte persone. La presenza lì del tocororo
(l’uccello nazionale), di cartacuba, arrieri, zunzun, zorze e anche corúa,
marbelle e uccelli marini (attratti dall’esistenza di alimenti propri per le
specie migratorie), esercita una forte attrazione su coloro che amano questa
fauna, la cui cura e preservazione costituisce una sfida per le attuali e future
generazioni. Detto in altri termini il Rancho, con le sue rustiche abitazioni,
offre la possibilità di ricrearsi in un ambiente naturale e sicuro, senza
danneggiare i sacri valori della detta Pachamama. Possibilmente molti visitatori
ignorano che questa zona è stata riconosciuta dalla Unesco come Riserva della
Biosfera, e molte delle sue risorse sono protette dalla Convenzione Ramsar. Le
statistiche informano che nell’estate precedente la
pandemia della COVID-19, più di 14.000 persone avevano scelto questi paraggi
come destinazione… e sembra che non si siano pentiti. Se, come affermano gli
specialisti, più del 80 % di coloro che viaggiano concepisce a pianifica le sue
vacanze per rilassarsi, è ovvio che questo punto della geografia locale può
risultare molto appropriato. Come complemento, certamente, c’e il capoluogo
provinciale (a circa un’ora di cammino), e a 67 chilometri al sud di questo
s’incontra Trinidad, mondialmente conosciute le due, non solo come la terza e la
quarta città fondate dopo la colonizzazione spagnola in Cuba, ma anche per il
modo in cui si conservano architettonicamente. Inoltre ci sono altre attrazioni
che il turista non sempre incontra mentre viaggia per il resto del mondo: i
valori di migliaia di cubani, realtà che la stampa internazionale cita davvero
poco o per niente, e che, non poche volte, invece tergiversa.
LA CITTÀ
DEL CHE, NEL CUORE DI CUBA
di Leslie Díaz Monserrat
Dall’alto,
Ernesto Guevara de la Serna contempla la città di Santa Clara. La sua figura di
bronzo spicca nel Complesso di Sculture che custodisce i suoi resti, come una
specie di vigilante insonne che scorta i suoi figli, quegli stessi che lo
accompagnarono nell’importante battaglia che liberò i los santaclaregni e favorì
la libertà di Cuba con il trionfo della Rivoluzione. Nel centro della città,si
possono ancora vedere nel Hotel Santa Clara Libre i buchi delle pallottole che
colpirono la striscia verde di cemento che, come un grande rettangolo, rompe con
l’architettura della città.
Come testimone della prodezza nel Sito-Museo Azione contro il Treno Blindado, si
vedono i resti del deragliamento del treno, un’azione militare che permise la
vittoria delle truppe ribelli e che oggi è un luogo visitato da centinaia di
visitatori. Nell’isolato vicino, il Che dei bambini dello scultore Solano, si
nota davanti all’entrata del Comitato Provinciale del Partito a Villa Clara.
Sempre, davanti ai piedi del Guerrigliero, si offre un fiore. Nell’ Università
Centrale «Marta Abreu» di Las Villas, Che Guevara aveva stabilito il suo
Comando. Lì, circa 65 anni fa gi consegnarono il titolo di Dottore honoris causa
in Pedagogia. Nel suo discorso d’investitura chiamò a dipingere la casa di alti
studi di negro e di mulatto, di operaio di contadino, e d’eliminare la porta. Il
popolo la romperà e dipingerà l’università con i colori che vorrà». In
conseguenza, questa Università sè diventata una delle più multi disciplinari del
paese, e ogni 8 ottobre
i suoi professori e gli alunni, dipinti da popolo, camminano
nella rotta del Che. Quando Ernesto Guevara cominciò a industrializzare il
paese, Santa Clara accolse le grandi fabbriche che ancora oggi sono locomotrici
fabbrili della provincia di Villa Clara. Senza dubbio Che Guevara fu unito a
questa città, sin dal primo momento, da una relazione tanto intima come
trascendentale: l’amore. Condivise la sua vita con una santaclaregna, Aleida
March, e da questa relazione nacquero quattro figli: Aleida, Camilo, Celia ed
Ernesto. I vincoli del Che con i figli di questa terra si fusero per sempre
quando, il 17 ottobre del 1997, il popolo ricevette i suoi resti mortali per
custodirli per sempre a Santa Clara, nel cuore di Cuba. Tradizionalmente, il
Complesso di Sculture Comandante Ernesto Che Guevara è stato scenario per il
cambio d’attributo dei pionieri cubani.
NELLA ONU,
LA CONDANNA DEL MONDO AL BLOCCO
di Yaneidy Abreu
Le giornate sono state un degno preludio a quello che avverrà
alla fine d’ottobre, quando si realizzerà la votazione già storica e contundente
contro questa politica unilaterale statunitense, sostenuta nonostante la
condanna globale e le drammatiche conseguenze per il popolo cubano, che
provocano le restrizioni che ha portato con sé da quando ha assunto la
presidenza nel 2017 presidente Donald Trump. Nel mezzo delle riflessioni sui
gravi problemi che il mondo affronta, attorno alla pace, la sicurezza e lo
sviluppo sostenibile, i rappresentanti dei paesi di tutti i continenti hanno
pronunciato la loro parola d’incoraggiamento a Cuba.
Il presidente del Vietnam, To Lam, ha riaffermato la
sua solidarietà con lo Stato e il popolo di Cuba ed ha esortato gli Stati Uniti
a eliminare le sanzioni imposte all’Isola. Il capo di Stato del Brasile, Luiz
Inácio Lula da Silva, ha considerato ingiustificabile la nuova inclusione
dell’Isola grande delle Antille nella lista del Dipartimento di Stato degli USA
, sui paesi patrocinatori del terrorismo. Il presidente del Gambia, Adama Barrow,
ha avvertito che è arrivato il momento distabilire relazioni tra vicini, più
armoniose e di cooperazione. Altri diplomatici, tra i quali i cancellieri del
Venezuela, Yván Gil; della Cina, Wang Yi; della Russia, Serguéi Lavrov, e il
ministro dei Temi Esteri e del Caricom di Trinidad y Tobago, Amery Browne, si
sono pronunciati. Tutti hanno offerto piena solidarietà al popolo di Cuba,
perchè la politica unilaterale di Washington diminuisce gravemente le
prospettive dell’arcipelago di ottenere la stabilità economica, la crescita a lo
sviluppo sostenibile. Dal 22 settembre, con l’adozione del Patto del Futuro, è
iniziata la settimana d’alto livello nella ONU.
AMERICA LATINA
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I GIOCHI CHE HANNO AVUTO ORIGINE IN SUD
AMERICA
Il Sud America è una regione nota per le sue
tradizioni e cultura. Le persone che vivono qui
sono tra l’altro gentili, amichevoli e ospitali.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che mentre
questo territorio è principalmente conosciuto
per la sua musica, i balli tradizionali e la
cucina straordinaria, le persone che vivono qui
amano anche un'altra attività ossia i giochi da
casinò con alcuni di questi che sono persino
nati in loco.
Il boom dei giochi online in Sud America
Fino a pochi anni fa, gli unici posti in cui
in Sud America e in parte di quella centrale era
possibile divertirti con i giochi di casinò
erano le strutture terrestri. Nel 2015 è
nata una nuova tendenza che va sotto il nome di
casinò online e le popolazioni locali ne sono
state molto attratte. Questi siti infatti
offrono grandi vantaggi rispetto ai casinò
tradizionali in quanto forniscono un'esperienza
di gioco unica. Ci sono tra l’altro molti
giochi di qualità tra cui scegliere, i siti sono
sicuri e accettano numerosi metodi di pagamento. I giochi da casinò sono creati da alcuni dei
fornitori più rinomati al mondo e presentano
decine di elementi che si richiamano propri alla
cultura latino-americana. Questo gioco ha preso piede in tutta Europa,
nonostante, la sua fama, non ha mai potuto
superare quella del blackjack, oggi molto
giocato anche nel nostro paese, grazie agli
operatori legali come
starcasino.it/blackjack,
con...
[segue]
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